torna agli archivi del 2016
vai all'archivio generale
Home
Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Multitester Voltcraft vc-31, pregi e difetti
Importante: se hai assunto alcool, droga, psicofarmaci o qualsiasi altra
sostanza che altera l'attenzione e le facoltà mentali, non eseguire le prove
con i 220 volt descritte nel seguito dell'articolo.
Spesso per le piccole riparazioni nel campo elettrico ed elettronico non
servono misure precise della corrente elettrica ma è sufficiente trovare la
continuità di un circuito, conoscere se arriva corrente alternata o continua
ed individuarne la polarità, provare l'impianto di terra e il differenziale
(salvavita) dell'impianto domestico. Con i pregi e i difetti che vedremo, puoi
fare tutto questo tramite il multitester Voltcraft vc-31
il cui output è costituito da un led e da un segnale acustico e quindi utilizzabile anche da chi non vede. L'apparecchio è contenuto in una scatolina dalle
dimensioni di 105 per 70 per 39 milllimetri con una clips per attaccarlo alla
cintura. Dalla scatolina escono due fili, rosso positivo e nero negativo,
lunghi 80 centimetri che terminano con i puntali la cui punta è protetta da un
cappuccio in gomma che ti raccomando di conservare per proteggerli quando non
usi l'apparecchio. Togliendo i cappucci si nota che i puntali terminano con
una punta conica a spillo, utile per poterli inserire in punti ristretti.
Inoltre, prima della parte isolata del puntale, vi è una zona di metallo
abbastanza grossa che lo fa incastrare abbastanza bene, ma in maniera poco
salda, in prese e boccole. Sarebbe stato meglio che si potessero scollegare
fili e puntali in modo da poterli sostituire in caso di necessità. Il vc-31
della Voltcraft è alimentato da una batteria a 9 volt già inserita al momento
dell'acquisto e che per quanto ti dirò ora ti consiglio di non rimuovere se
prima non è scarica. Prima di scrivere qualcosa in Fuori serie, quando è
possibile preferisco sempre verificare le cose di persona e quindi, oltre che
per curiosità, è per questo motivo che ho voluto accedere alla batteria. Per
toglierla bisogna rimuovere i quattro gommini posti agli angoli dell'apparecchio, non serve togliere il quinto gommino posto sulla clips per la cintura.
Sotto a questi gommini ci sono le viti che ovviamente vanno tolte per poter
accedere alla batteria. Di cacciaviti non ne ho tantissimi ma nemmeno pochi e
tuttavia non ne ho trovato uno che si adattasse perfettamente alle viti che
alla fine ho tolto con un cacciavite a taglio anche se non era adeguato. Così
facendo però le viti si sono rovinate ed in particolare una che era abbastanza
schifosa da togliere perché hanno fatto il foro leggermente più stretto. Così
ne ho rimesse al suo posto solo tre senza stringerle molto in modo da essere
facilitato a toglierle nuovamente con un cacciavite non adeguato quando dovrò
sostituire la pila. Avrei potuto inserire anche la quarta vite ma poi, stringendola un pochino ed essendo più danneggiata delle altre, rischiavo di non
riuscire a toglierla facilmente quando dovrò sostituire la pila. Per fortuna
le due metà dell'apparecchio hanno un buon incastro anche senza viti e quindi
una di meno non lo rende meno chiuso. Fai attenzione che i gommini sono molto
piccoli e che per poterli inserire in maniera che non si tolgano, oltre a fare
una buona pressione bisogna che la vite sottostante sia avvitata fino in fondo
perché in caso contrario ne impedisce l'inserimento. Se non vedi i colori puoi
contrassegnarti uno dei puntali con un po' di nastro adesivo anche senza
chiamare un vedente o usare il colortest. Prendi una batteria qualsiasi e
metti un puntale sul negativo e l'altro sul positivo. Se l'apparecchio suona
significa che hai messo i puntali sul posto giusto, ossia negativo sul negativo e puntale positivo sul positivo della pila. Se non suona significa che i
puntali sono stati invertiti e ovviamente agirai di conseguenza. Ma andiamo
con ordine. Come spesso accade, le istruzioni del Voltcraft vc-31 sono multilingue dalle quali però manca l'italiano e quindi del libretto ho compreso
solo quel poco che la mia scarsissima conoscenza dell'inglese e la quasi
totale dimenticanza del francese studiato a scuola e gli errori dello scanner
mi hanno permesso di comprendere e quindi spero che le informazioni che darò
siano esatte. Ho notato che nella parte in inglese del manuale manca almeno
una frase con informazioni tecniche che invece esiste nella sezione francese e
questo la dice lunga su come vengono svolte le traduzioni che in questo caso
provengono dal tedesco che proprio non capisco. L'apparecchio emette un suono
con frequenza di 2000 hertz in presenza di continuità che rileva fino ad una
resistenza di 10 kilo ohm, resistenza piuttosto bassa per certi circuiti.
Provando concretamente ho notato che in realtà l'apparecchio non rileva nessuna continuità con una resistenza di 10 kilo ohm e una precisione del 5%.
Nota: quando un componente ha una precisione del 5%, significa che il suo
valore può discostarsi appunto del 5% rispetto a quanto dichiarato.
Curioso di conoscere fino a quanti ohm l'apparecchio riusciva a rilevare
realmente la continuità, ho preso un potenziometro lineare multigiri da 10 k e
una precisione dell'1% e un multimetro notando che il vc-31 smette di rilevarla
circa a 9 kilo e 100 ohm.
Nota: un potenziometro lineare non è altro che una resistenza variabile, in
questo caso fino ad un massimo di 10 k, a seconda di come viene regolato
tramite l'apposito alberino/manopola.
In questo caso, essendo di precisione e multigiri, la regolazione risulta molto accurata. Nei normali apparecchi si usano invece potenziometri con precisione del 5% e ormai quasi nemmeno quelli visto che la regolazione avviene digitalmente tramite la pressione di due tasti.
In questi casi l'uso di un potenziometro risulta molto utile perché in commercio non esiste una resistenza per ogni valore numerico ed inoltre è ovvio
che in casa non abbiamo tutte le resistenze esistenti nel mercato per fare le
prove. Oltre alle saldature, una delle difficoltà che un non vedente incontra
nel campo dell'elettronica è quella di determinare la polarità di un diodo che
risolve provandolo con un cicalino provacontinuità. Detto in termini assai
generici e teorici, il diodo è un componente in cui la corrente scorre in un
sol senso e quindi mettendo il puntale negativo del provacontinuità sull'anodo
ed il positivo sul catodo sentiremo l'apparecchio che suona mentre non accade
se collegato in modo inverso. Pensavo di poter fare quanto scritto qui sopra
anche con il provacontinuità vc-31 della Voltcraft ma con un diodo 1n4148 non
c'è verso che suoni e in casa non ne ho di altro tipo per fare ulteriori
verifiche. Riesco invece a determinare la polarità dello stesso diodo usando un
altro provacontinuità il quale però rileva la continuità fino a circa 30 kilo e
700 ohm ed è per questo che mi è venuto da pensare che il mancato rilevamento
da parte del vc-31 della Voltcraft dipenda dall'alta resistenza del componente.
E tuttavia nel provarla a misurarla ho notato un fenomeno che non avevo mai
avuto l'occasione di osservare. Sto adoperando un multimetro che non ha la
funzione di provadiodi e nemmeno la regolazione automatica delle portate ed in
pratica succede questo: usando la portata più bassa in ohm, il diodo dà una
resistenza al di sotto di tale portata, ossia meno di un kilo ohm e la cosa è
già abbastanza strana perché se davvero il componente avesse una resistenza
così bassa dovrebbe essere possibile rilevarne la polarità anche con il Voltcraft vc-31 che arriva a 10 kilo. Andando nelle portate superiori, la resistenza del diodo si alza restando sempre però al di sotto del valore massimo
della portata e quindi alla fine non si capisce che cavolo di resistenza abbia
e se qualche esperto di elettronica mi spiega questo fenomeno sarò felice
d'ascoltarlo. Visto che per poter fare le misure, in ohm in questo caso, un
multimetro ha una propria corrente interna, ovviamente nel caso del diodo la
posso fare solo se collegato tra i puntali del multimetro in un senso e non in
quello opposto. Inoltre, anche se non ho fatto la prova pratica, se il diodo
fosse collegato ad un circuito alimentato, il Voltcraft vc-31 suonerebbe
perché rileverebbe la corrente che va da anodo a catodo. Quando abbiamo usato
la pila per determinare i colori dei puntali, abbiamo visto che il vc-31 suona
quando negativo e positivo dell'apparecchio coincidono con il negativo e
positivo del generatore e non viceversa ed in corrente continua le istruzioni
dicono che l'apparecchio funziona da 1,5 a 400 volt (meglio fermarsi un po'
prima. Volevo verificare se l'apparecchio era in grado di determinare
la polarità anche al di sotto di 1,5 volt ma non avendo un alimentatore che
parte da zero, l'unica prova che ho fatto è con batterie abbastanza scariche
le quali però, forse come alcuni sapranno, quando non hanno un carico emettono
comunque una tensione che si avvicina abbastanza all'1,5 volt ed infatti il vc-31 ha continuato a rilevare la polarità. Se avrò l'occasione farò una prova
con batterie molto scariche e ti farò sapere. La corrente alternata viene
segnalata da un beep leggermente discontinuo e le istruzioni dicono che il vc-31 la può rilevare e sopportare da 4,5 a 400 volt ma dalle mie prove ho visto
che comincia a rilevarla un po' al di sopra dei 5 volt, prova eseguita tramite
variac, un apparecchio che permette di variare la tensione in corrente alternata. Nelle caratteristiche del vc-31 si dice che è possibile rilevare la fase
ma poi nel seguito delle istruzioni non se ne parla ed infatti non sono riuscito a rilevarla a meno che per rilevamento della fase non s'intenda ciò che
è possibile fare con la prova di efficienza del differenziale (comunemente
chiamato salvavita). Per provare l'efficienza del differenziale e dell'impianto di terra ho fatto così:
1: con il securtest della Ova acquistato negli anni '90 ho verificato che
differenziale ed impianto di terra funzionassero. Questo mi è servito per
essere sicuro che quanto avrei svolto in seguito fosse davvero il comportamento del vc-31 in un impianto funzionante. Il securtest, che con molta probabilità non si trova più in commercio, si presenta come una spina con un led.
Se l'impianto di terra e differenziale funzionano a dovere, inserendolo in una
presa il salvavita scatterà immediatamente togliendo l'energia elettrica. al
contrario, se il led si accende e continua ad esserci l'energia elettrica
significa che il differenziale o l'impianto di terra non funzionano correttamente. Attenzione: tanti anni fa ho fatto guardare il led ed è normale che
questo si accenda per una frazione di secondo prima che l'energia elettrica
venga tolta.
2: indipendentemente dalla loro disposizione, mettendo un puntale del vc-31
sulla fase di una presa elettrica e l'altro sul polo centrale dedicato alla
terra, se funziona correttamente il salvavita scatterà togliendo l'energia
elettrica. al contrario, mettendo i puntali del vc-31 sul neutro e sulla terra
di una presa elettrica sentiremo il solito beep ma il salvavita non scatterà.
torna all'indice
Se dopo il reset il router non si connette ad internet e altre informazioni
Cronaca delle prove e soluzione del problema
Non è mia abitudine scrivere tante parole solo per riempire uno spazio e, volendo,
potrei dirti come ho risolto il problema con una frase sola. Tuttavia, senza per questo ergermi a professore,
credo sia giusto farti sapere anche come sono arrivato alla soluzione e le difficoltà che ho incontrato in modo
che tu ti possa regolare di conseguenza nel caso ti dovessi trovare in situazioni analoghe.
Verso la fine del 2013 ho provato per la prima volta il router Netgear
dgn2200v4 e ricordo d'essere stato piacevolmente sorpreso della facilità con
cui era possibile cominciare ad usarlo per andare in internet. Una volta
collegati i cavi, bastava digitare l'indirizzo di un sito qualsiasi per essere
portati alla pagina di registrazione/inizializzazione del router dove venivano
mostrati i dati principali come il nome di rete wireless e la password.
All'epoca mi sembrava che il numero di serie non venisse rilevato ma, a meno
che nel frattempo le cose non siano cambiate, mi sa tanto che mi sbagliavo
perché con le prove fatte nel 2016 ho visto che viene sempre rilevato e,
soprattutto se sei non vedente, te lo puoi copiare in modo d'averlo in caso di
necessità. Dopo più di due anni ho avuto la necessità di resettare il router e
sono rimasto basito nel constatare che non mi si collegava più ad internet e
non mi lasciava entrare nella gui del router, ossia nell'interfaccia/setup
dell'apparecchio. Possibile si fosse guastato così tanto proprio nel momento
in cui l'avevo resettato? Anche se la cosa mi sembrava assai strana, non
riuscendo a risolvere il problema, per le ragioni seguenti ho acquistato un
altro esemplare dello stesso modello:
1: cercando in internet quello era l'apparecchio che per vari motivi si avvicinava maggiormente alle mie esigenze;
2: volevo verificare se l'esemplare nuovo sarebbe partito o meno.
Quando mi è arrivato il nuovo esemplare sono stato ulteriormente basito e incavolato
come una peste nel constatare che anche quell'esemplare non partiva. Controllandolo con il comando ping, che per quanto ne so verifica solo il collegamento tra router e computer, il router funzionava bene e tuttavia non si collegava ad internet e, con il solito indirizzo 192.168.0.1, ossia quello specifico per la marca e modello di router, non mi lasciava entrare
nel setup. La cosa mi sembrava stranissima e fuori da ogni logica; possibile
che mi si guasti un router proprio nel momento in cui lo resetto e che me ne
arrivi un altro praticamente con lo stesso guasto? E tuttavia dopo aver provato con computer e sistemi operativi diversi, con cavi e filtro adsl differenti
non sapevo più cosa fare e ho chiesto consiglio agli esperti ottenendo quanto segue:
1: provare a cancellare la cronologia di internet,
2: collegare il router al computer tramite un indirizzo scelto dall'utente
(cosa che tra l'altro avevo già fatto perché si adattava alle mie esigenze),
3: togliere l'antivirus.
A parte la cronologia di internet che ho l'abitudine di cancellare spesso e
quindi il problema non era lì e, come dicevo, non era nemmeno nell'indirizzo
assegnato al computer, a me la faccenda dell'antivirus sembrava proprio una
cavolata ma tanto per dire d'averle provate tutte l'ho disabilitato senza
risolvere il problema e alla fine il negozio mi ha dato un altro esemplare
dello stesso modello che... faceva lo stesso difetto! Apro una parentesi. Per
dare indietro un apparecchio a volte la burocrazia è davvero pesante ed in
modo particolare per chi non vede: documenti pdf che con la sintesi si leggono
con le sezioni mischiate, pdf non compilabile e quindi con la necessità di
stampare il documento che essendo in più sezioni che andranno inserite in posti diversi
bisogna far ritagliare da
un vedente e farlo compilare con la penna e poi mettere una sezione nella scatola dell'apparecchio.
mandare l'immagine di quanto compilato, incollare un'etichetta sulla scatola ritagliata dal documento di restituzione, fotografare il
pacco ed inviarne l'immagine, compilare altri dati tramite email specificando
dettagliatamente il guasto ed inserire il numero di serie dell'apparecchio,
stampare un altro documento per darne due copie al corriere facendone firmare
una dal corriere stesso, inviare l'immagine della copia firmata dal corriere. Dal documento di restituzione viene ritagliata anche un'altra etichetta da dare al coriere che non ho adoperato per non complicarmi ulteriormente la vita.
Ho detto tutto? Speriamo! Insomma, per un non vedente che vive con persone
anziane e con scarsa possibilità d'avere un aiuto è proprio un casino e l'ho fatto presente alla ditta. Torniamo al router. Che due esemplari avessero lo stesso guasto proprio nello stesso
momento era assai inlogico, ma che addirittura fossero tre esemplari ad avere
lo stesso difetto era al di là di ogni logica e quindi era ovvio che il problema l'avevo io e mi rimanevano due possibilità:
1: che dal 2013 a oggi il flusso adsl fornito da Telecom/tim avesse subìto
qualche variazione per la quale il router in oggetto non riuscisse più a
inizializzarsi;
2: che nei due computer con cui avevo fatto le prove ci fosse un programma che
rompeva l'anima all'inizializzazione.
Questo accadeva il 2 febbraio quando ti sei perso la mia faccia truce e allo stesso tempo sconsolata!
Problemi a parte, vedi il collegamento con il telefonino nell'apposito paragrafo, dopo aver constatato che tramite il wireless del cellulare il router si
collegava ad internet, era ovvio che il problema risiedeva nei miei pc. A
rompere l'anima era Panda antivirus pro 2016 che inibisce l'inizializzazione
del router Netgear dgn2200v4 indipendentemente dal fatto che questo sia collegato al computer via cavo o tramite wireless e che per poterlo inizializzare non basta
disabilitare Panda antivirus come avevo fatto in precedenza ma bisogna disinstallarlo, una bella scocciatura! Da notare che verso la fine del 2013, quando
ho configurato il router in oggetto per la prima volta, avevo già Panda antivirus pro 2014 che non dava nessun fastidio e quindi i casi sono due:
1: c'è un'incompatibilità tra Panda e i firmware recenti del router che dal
2013 sono stati aggiornati,
2: hanno inputtanito Panda antivirus rendendolo meno flessibile.
Non sono un programmatore ma propendo per la seconda ipotesi. All'inizio i
programmi sono fatti abbastanza bene, poi a forza di aggiornarli, aggiornarli,
aggiornarli, aggiornarli, li inputtaniscono talmente tanto che adoperarli
diventa una sofferenza. Tanto per rimanere nel campo degli antivirus, è il
caso di Avast che all'inizio era semplicissimo, leggero e poco invadente
mentre quando l'ho abbandonato nel 2013 era diventato proprio una cosa impossibile! Non pensare che Panda sia l'unico antivirus a bloccare l'inizializzazione di un router, Kaspersky fa la stessa cosa e anche in quel caso disabilitarlo non basta, bisogna disinstallarlo e forse anche ripulire il registro.
Con Kaspersky non ho fatto esperienza diretta, ho sentito la cosa da un centro
assistenza. Quindi se dopo l'acquisto o dopo il reset il router non si collega
ad internet, sappi che la causa potrebbe essere l'antivirus che magari non va
solo disabilitato ma rimosso completamente dal computer. Per concludere questo
paragrafo, io ho fatto due errori: quello di non aver provato con il telefonino e quello di non aver disinstallato l'antivirus. Ma quando le cose non si
sanno...
Password e numero di serie poste sull'etichetta del router
Quando non puoi accedere a internet e quindi alla pagina di
registrazione/inizializzazione del router di Netgear e ti serve il numero di serie, se
non l'hai copiato in precedenza l'unico modo per conoscerlo è quello di guardare l'etichetta posta sul retro dove c'è anche il nome di rete wireless con
la password predefinita. Fai attenzione che tutti questi dati cambiano non
solo da modello a modello ma anche tra un esemplare e l'altro dello stesso
tipo di router. L'etichetta del dgn2200v4 ha due numeri che per la loro lunghezza potrebbero essere entrambe numeri di serie e ad essere tale è quello con
13 caratteri mentre quello da 12 non so cosa sia. Certo è che se avessero
contrassegnato il numero di serie con serial o anche semplicemente con sn,
sarebbe stato più semplice interpretare l'etichetta. Per chi ne ha l'esigenza,
l'ocr dell'etichetta si fa abbastanza bene con Omnipage 15 settato con colonne
singola con tabelle.
Inizializzare il router tramite il wireless del telefonino
se con il computer non riesci a collegarti ad internet, un modo per circoscrivere il problema è quello di tentare l'inizializzazione del router sfruttando
il wireless del telefonino (naturalmente solo per i modelli che lo possiedono)
e per farlo ti serve il nome e la password predefinita della rete senza fili
che trovi nell'etichetta vista al paragrafo precedente. Fermo restando che
ogni router e ogni telefonino sono un caso a parte, se ti capita quello che è
successo a me, di primo achito sei indotto a pensare che il router non funzioni. Ho fatto più di una prova e la prima volta che sono riuscito ad inizializzare il router tramite il telefonino l'ho fatto per caso. Quindi ho inizializzato un altro router con la modalità riassunta di seguito: dopo aver immesso
il nome della rete e la password, il telefonino ha dato qualche numero dei k
che caricava ma alla fine non è andato da nessuna parte standosene lì senza
fare niente e senza avere la possibilità di leggere qualcosa. Disconnettendolo
e riconnettendolo ad internet faceva la stessa cosa. Disconnettendolo sia da
internet che dalla mia rete senza fili per poi riprendere la connessione e
navigazione mi continuava a dire il nome della rete trovata in un loop senza
fine. Dopo averlo nuovamente disconnesso e rifatta la ricerca della rete e
confermata con nome e password si è connesso ad internet e dopo un po' mi è
apparsa una pagina in cui, almeno con la sintesi vocale, era possibile leggere solo che c'era da immettere un
nome utente e una password. Contrariamente a quanto avevo fatto nelle prove
precedenti, ho immesso solo un nome utente con lettere a caso senza password
ma è è bastato per collegarsi alla pagina di inizializzazione del router e
questo è stato sufficiente per inizializzare l'apparecchio.
ed è bastato questo per far funzionare il router anche tramite computer scavalcando i problemi dovuti all'antivirus visti nel primo paragrafo. Da notare
che il nome utente immesso con lettere a caso non l'ho trovato da nessuna
parte (mi aspettavo fosse nel setup del router) e che l'inizializzazione
tramite computer non te lo chiede e quindi non so in che cavolo di contesto mi
venga chiesto anche perché, come dicevo, con il telefonino non leggo nient'altro nella
pagina in cui me lo chiede.
Pagina di inizializzazione router di Netgear
Fermo restando che l'inizializzazione del router può essere fatta anche tramite uno degli indirizzi inseriti nel manuale come ad esempio
www.routerlogin.net
digitando un indirizzo qualsiasi come abbiamo visto nel
primo paragrafo di questo articolo capita che il router non vada direttamente
alla pagina di registrazione del prodotto. Appare una pagina con il nome e
password della rete senza fili ma senza il numero di serie e gli altri campi
in cui immettere i dati per la registrazione. Basta cliccare su Connettimi a
internet per andare alla pagina di registrazione. In alternativa si può chiudere la pagina e ridigitare un sito qualsiasi per essere dirottati alla pagina
di registrazione. forse con
www.routerlogin.net
questo non succede, non posso fare cento inizializzazioni per provare. Inoltre
non so se quanto detto qui sopra succede per qualche variazione di Netgear o
perché a volte la connessione del router non avviene in tempi rapidi e quindi
si ferma lì.
luci del router
Quando si hanno problemi al router sarebbe molto importante poter guardare le
luci che si accendono, cosa che un cieco assoluto oviamente non può fare e che
nel mio caso non sono riuscito a rilevare con il rivelatore di luce. Quando ho
inizializzato il router tramite il telefonino le luci erano quattro e sarebbe
bene vedere se il manuale ne specifica il significato e con quale simbolo è
associato al singolo led.
Questa sembra una cosa banale ma guarda che oltre alle persone comuni, in
un'altra occasione mi è capitato che un programmatore non conoscesse i simboli
posti sul router e dicesse: "eh, le luci sono accese...". Ed invece oltre a
sapere che le luci sono accese, nel caso del router Netgear dgn2200v4, ma anche in altri router, è importante conoscerne il colore e se sono lampeggianti o fisse. Quando le
cose vanno bene, nel router in oggetto le luci devono essere fisse e di colore
verde ma faccio notare che una persona me le ha classificate come gialline
mentre un'altra me le ha definite giallo-verde e quindi forse proprio tanto
verdi non sono! Evidentemente, come mi spiegava uno che un tempo ci vedeva,
è quel verde tendente al giallo ma per uno che non ha mai visto i colori risulta impossibile
arrivarci e un po' difficile ricordarlo perché nella vita concreta non fa esperienza con i colori.
Accedere alla gui del router con la linea telefonica staccata
Sia che il router venga collegato al pc tramite cavo o tramite il wireless, è
importante poter accedere alla sua interfaccia anche quando la linea telefonica è scollegata e ciò succede quando il cavo della linea telefonica è erroneamente scollegato o guasto, oppure quando il servizio adsl è momentaneamente
interrotto a causa di un guasto alla rete. Se in questi casi non si riesce ad
accedere all'interfaccia del router o se ci si riesce saltuariamente, significa che nel pc abbiamo qualcosa che va a bloccare il router e nel caso di
questo articolo si tratta dell'antivirus. Finora il fatto di non poter accedere al router con la linea scollegata mi è capitato con l'apparecchio collegato
via cavo e non con il wireless anche se sarebbe più logico pensare che capiti il contrario.
Sempre con la linea staccata, succede che dopo il riavvio il computer non entri nel router al primo tentativo per entrarvi al secondo. In ogni
caso è sempre un segno che qualcosa non funziona.
Verificare la presenza del segnale adsl
Soprattutto per i ciechi assoluti e per chi non ha un rivelatore di luce
idoneo al proprio router, un modo per verificare se il segnale adsl arriva è
il seguente:
1: scollega il filtro adsl dalla prima presa telefonica della tua abitazione,
quella in cui entra il cavo dall'esterno.
2: accendi il router e alza uno dei telefoni dell'abitazione. Va bene anche
uno collegato ad una presa in cui non hai tolto il filtro perché togliendo
quello della prima presa anche le altre sono filtrate assai poco o niente. Se
il segnale adsl esiste, dopo uno o due minuti o magari anche più, il tempo
varia a seconda del router, nel telefono sentirai il tipico fruscio dell'adsl.
Cosa c'è dentro un router
Oltre all'involucro e all'alimentatore, un router è costituito semplicemente
da una scheda con qualche integrato, qualche condensatore, le prese e poco
più. Per tanto se in caso di guasto lo vuoi smontare per vedere di farci
qualcosa, ciò che puoi svolgere è solo un esercizio di manualità che ti potrà
essere utile in altre situazioni. Infatti, oltre alla curiosità di guardarci
dentro, spesso quando ho un apparecchio guasto colgo l'occasione per fare un
po' di esercizio di manualità smontandolo perché tanto, anche se si dovesse
rompere ulteriormente, dal buttarlo via mezzo guasto o distrutto è sempre lo
stesso. Ho smontato il primo esemplare del router in oggetto perché pensavo
proprio che fosse guasto ma per fortuna mi era venuta l'idea anche di provare
a rimontarlo ed è così che l'ho potuto riutilizzare. Si smonta togliendo i
quattro gommini che fanno da piedini sotto i quali ci sono le viti per le
quali ci vuole un cacciavite torks (vedi l'articolo seguente). vengono via i
due frontalini e la scheda è semplicemente appoggiata all'interno del contenitore e tenuta ferma con le viti che lo chiude ma fai attenzione che, se non
ricordo male, ci sono anche dei fili che la collegano da qualche parte e
quindi non tirare troppo se prevedi di ripristinare l'apparecchio. I gommini
possono avere una linguetta che va infilata a lato del foro prima d'infilarli
a pressione nel foro stesso. In un altro esemplare sono invece gommini semplici infilati a pressione come al solito.
torna all'indice
Cacciaviti torks, tri-wing e manualità
I cacciaviti a taglio li conosciamo tutti ed altrettanto noti sono i cacciaviti a croce con quattro punte. Meno conosciuti sono invece i cacciaviti torks
fatti come quelli a croce ma con sei punte. I cacciaviti Tri-wing, chiamati
anche triwing (senza il trattino) o semplicemente tri, hanno invece tre punte
e oltre ad essere usati in ambito meccanico, personalmente ho trovato la
necessità di adoperarli smontando una multipresa. Avendo una punta in meno
rispetto ai normali cacciaviti a croce, al tatto e di primo achito ti possono
sembrare più grossi di quel che sono mentre poi ti accorgi che s'incastrano
perfettamente in una vite con testa abbastanza piccola. Li puoi trovare su:
www.conrad.it
un sito con il quale il materiale ti arriva dalla Germania. Quando è possibile
toccare la testa della vite, anche per un non vedente è semplice sapere se la
vite è a taglio o a croce. A tale proposito basta metterci un'unghia o la
punta di un dito ed il gioco è fatto. Tuttavia quando la testa della vite è
piuttosto piccola, per un non vedente non è altrettanto semplice discernere
tra una vite a croce, torks o tri-wing. La cosa diventa impossibile per qualsiasi vite quando questa è all'interno di un foro non accessibile con le dita.
Per tanto, quando da non vedente non ti è possibile sapere che tipo di vite
devi togliere, l'unico modo per farlo correttamente senza danneggiarla è
quello di provare con più cacciaviti senza forzare fino a trovare quello che
s'incastra perfettamente con la punta del cacciavite. Lo so, ci va un po' più di tempo ma tanto, a sentire certi "Normodotati"
il cieco di tempo ne ha da vendere.
torna all'indice
Custodie per sd e ordini su conrad
La prima sd che ho acquistato nel 2007 era senza custodia così come la sdhc
acquistata da internet l'anno scorso. Inoltre capita d'acquistare un registratore come il Sony icd-lx30 e di trovare la sd senza custodia semplicemente
incollata su di un foglio. In passato avevo chiesto ad un negoziante se c'erano delle custodie ma la sua risposta è stata negativa, il solito piccolo ma
efficace contributo a favorire la crisi! Così come accade per i cd/dvd, anche
per le sd si trovano più tipi di custodia:
1: la semplice bustina in plastica fatta grosso modo come quella dei cd ma
ovviamente più piccola in modo da adattarsi alla schedina. E' quella più
economica e l'ho trovata di marca 3l in confezione da 10 pezzi.
2: la classica scatolina per sd di cui un singolo pezzo costa quasi come 10
bustine e che ho trovato di marca Hama il tutto su:
www.conrad.it
Al di là delle custodie per sd, non sempre i prezzi su conrad sono convenienti, per esempio lo stesso disco esterno Lacie l'ho trovato ad un prezzo più
basso su:
www.lina24.com
Una bella cosa di conrad è che se nel tuo ordine c'è un oggetto per cui devi
aspettare diversi giorni, prima ti mandano il materiale disponibile e in
seguito t'inviano quello per cui devi aspettare senza costi aggiuntivi per la
seconda spedizione. Inoltre, anche se il materiale arriva dalla Germania, per
un pacco di qualche chilo e di dimensioni contenute il costo è di poco meno di
6 euro e, salvo zone meno accessibili come le isole, ad arrivare ci mette due
giorni o anche meno. ad esempio, l'ultimo pacco che ho avuto è partito circa
alle 16 del 24 febbraio e l'ho avuto alle 10,33 del 26. No, non ho guardato
l'ora esatta quando il pacco è arrivato, mi baso sul link per il traking.
torna all'indice
Spine iec c13
Iec è l'acronimo di international electrotechnical commission, la commissione
che ha associato un numero ai vari tipi di spine. Il numero dispari s'incastra
sempre con il numero pari immediatamente successivo e, se non diversamente
specificato come per le c15 e c16, la temperatura massima a cui può essere
usata una spina è di 70 gradi. La spina femmina iec c13 è quella che, ad
esempio, viene collegata all'alimentatore del nostro computer desktop sulla
spina maschio c14. C13, ma anche c14, si trova regolarmente in commercio ed è
possibile utilizzarla per riparare un cavo anche se dal punto di vista economico non è conveniente perché costa un po' e alla fine forse ti compri il cavo
già fatto. Può essere invece conveniente acquistare questo tipo di spina
quando desideri costruire un cavo di lunghezza particolare.
torna all'indice
Approfondimento sulle trasmissioni dab
Oltre al miglioramento del segnale di radio padania libera, e probabilmente
anche di altre radio, il fenomeno di radio vaticana Italia descritto nello
scorso numero non si verifica più e adesso la si ascolta bene anche là dove
prima si ascoltava con difficoltà e l'antenna può essere puntata così come
viene. Come vedi le cose si evolvono e quindi quando magari in un forum leggi
che dopo la sostituzione di una radio in garanzia questa è diventata meno
sensibile al segnale, tieni conto che la cosa potrebbe essere vera ma potrebbe
anche essere che il segnale sia più debole nel momento in cui è stato sostituito l'apparecchio. Anche il confronto tra analogico e digitale è soggetto a
cambiamenti: adesso nella mia zona l'equalizzazione tra radio3 analogica e radio3 dab è
perfettamente identica (salvo un leggero spostamento della stereofonia) e
quindi radio3 analogica non ha più quella fastidiosa carenza di
frequenze medie di cui parlavo sempre nel numero precedente.
torna all'indice
torna agli archivi del 2016
vai all'archivio generale
Home