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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Come installare xp automaticamente senza cancellare tutte le partizioni e un'aggiunta al numero 43
Finora abbiamo visto l'installazione automatica di xp partendo da un disco
bianco e la cosa va più che bene quando si ha un hard disk o un computer nuovo
ma non è il massimo del confort quando si desidera reinstallare il sistema in
un disco con più partizioni contenenti dei dati importanti visto che la modalità proposta in passato va a cancellare i dati e le partizioni esistenti
mettendo tutto lo spazio del disco in un'unica partizione ntfs. Naturalmente
possiamo fare il backup delle partizioni che ci interessano e ripristinarle
una volta che abbiamo reinstallato xp ma la cosa richiede diverso tempo soprattutto quando il backup non risiede in un secondo disco all'interno del
computer o in un disco esterno collegato tramite esata ma in un disco usb.
Prima ti dico come reinstallare xp senza alterare le partizioni esistenti e
poi ti do alcune spiegazioni.
Con la modalità che ti propongo è possibile reinstallare xp senza prima cancellare quello vecchio ma ho notato che non viene riscritto completamente, te
ne accorgi dalla data di creazione dei file, e che certi programmi, ad esempio
Jaws, non vengono rimossi anche se poi non potranno essere utilizzati perché
privi dei riferimenti per farli girare e Per tanto ti consiglio di procedere
come segue:
1) Prendi il disco in cui desideri reinstallare xp e ponilo in un computer
perfettamente funzionante collegandolo come secondo hard disk oppure esternamente tramite esata o con un adattatore pata/sata/usb (naturalmente userai la
parte pata dell'adattatore solo se stai adoperando un disco eide). Formatta
solo la partizione in cui risiede il sistema che desideri reinstallare. Anche
con dischi di soli 40 giga, che ai nostri giorni sono un'inezia, xp ti propone
solo la formattazione in ntfs e quindi se hai bisogno di quella in fat32
dovrai usare un'utility apropriata. Riporta l'hard disk nel computer in cui si
trovava prima di formattarlo.
2) Con Blocco note o un altro editor di testo apri il file di risposta
winnt.sif che ho pubblicato nei numeri precedenti, l'ultimo è nel numero 78, e
vai alla sezione
[Unattended]
ed inibisci la riga
Repartition=yes
lo puoi fare in tre modi: cancellandola, mettendo un punto e virgola come
primo carattere della riga stessa o scrivendo no al posto di yes. Ti servirà
ripristinare questa riga solo se desideri installare xp partendo da un disco
bianco, in caso contrario l'installazione si fermerà alla schermata azzurra
che appare subito dopo il caricamento del cd e dovrai intervenire manualmente
per dire a windows come configurare il disco.
3) Dopo aver messo il file appena modificato in un floppy o nel cd di
windows con la modalità vista in passato, fai partire il computer con quest'ultimo e, poco dopo il beep di ok quando il cd comincia a partire, premi
ripetutamente il tasto f8 fino a quando la sua pressione non provoca un beep
e, se necessario, inserisci il floppy che toglierai non appena è stato letto
dal sistema ed attendi che l'installazione abbia termine. Naturalmente non è
strettamente necessario premere ripetutamente f8 ma chi non vede non ha la
possibilità di leggere lo schermo durante il caricamento del pc e non è facile
basarsi sul tempo che intercorre tra il beep di ok ed il momento in cui è
possibile premere f8 visto che varia a seconda del computer in uso.
Alla soluzione scritta sopra ci sono arrivato come segue. Per ovviare all'inconveniente di dover cancellare tutto il disco ad ogni installazione di xp, mi
sono messo a fare prove con i parametri del file di risposta che riguardano le
partizioni ottenendo un errore che non mi era nuovo. Infatti poi mi sono
ricordato d'averne parlato tanto tempo fa in fuori serie che dopo una piccola
ricerca è risultato essere il numero 43 dell'aprile 2004 dove scrivo cose
veritiere ma incomplete perché non riporto tutto il messaggio che accompagna
l'errore e perché questo non si limita alla fat32 ma succede anche con l'ntfs
e quindi aggiungo quanto segue. Se il disco in cui si desidera installare xp
non contiene dati ma contiene comunque una o più partizioni formattate in
fat32 o ntfs, facendo partire il cd d'installazione di xp si ottiene il seguente messaggio che riporto soprattutto per coloro che non hanno la possibilità di stamparlo in braille collegando la stampante ad una porta parallela e
premendo il tasto Stamp quando appare su schermo:
boot from atapi cd-rom :
no emulation
premere un tasto per avviare da cd-rom.....
ntldr mancante
premere ctrl+alt+canc per riavviare
in computer più moderni con il masterizzatore dvd sata la prima riga dell'errore riportato sopra cambia in:
boot from cd/dvd :
da notare che va a cercare ntldr, un file di sistema che si trova in radice
del disco in cui risiede xp, anche senza aver premuto nessun tasto e che
ovviamente non lo trova perché la partizione non contiene file. Premere un
tasto oppure riavviare il sistema non serve a niente. E tuttavia quel non
vedente mi aveva detto d'aver provato ad installare xp in un disco con dei
dati e quindi era ovvio che un modo per far partire il cd ci dovesse essere.
Conoscendo la persona da tanto tempo, so che fa molte cose ma che spesso le
svolge con un vedente accanto che lo aiuta o che addirittura gliele fa. E so
anche che spesso i vedenti non dicono tutti i particolari e mi sono detto:
vuoi vedere che una persona vedente ha premuto qualche tasto e non gliel'ha
detto? Così, tanto per provare, ho pensato di premere f8, quello che di solito
si usa per andare in modalità provvisoria e... che culo! Mi è andata bene al
primo colpo. Ad onor del vero e per completezza d'informazione, con il computer i5 e con un disco avente una sola partizione formattata in ntfs mi è
capitato che il cd di xp si caricasse anche senza premere f8 e la cosa mi ha
fatto perdere un giorno di tempo perché finora avevo fatto prove solo con un
vecchio computer e quindi ho pensato che con quelli più moderni le cose cambiassero. Ma dopo alcune prove fatte anche con il computer i5 ho notato che
quella era un'eccezione forse dovuta al fatto che quel disco aveva un problema
che ho rilevato con PartitionMagic. Siccome con windows non è mai detta
l'ultima parola, se avrò altre informazioni su questa eccezione le scriverò
nei prossimi numeri ma comunque premere f8 non fa male. Lo stesso non vedente
diceva che installando xp in un disco con più partizioni tramite il file di
risposta pubblicato in passato, il sistema si spargeva in più partizioni ma
non è così e succede invece quanto segue. Se ad esempio abbiamo un disco con
una partizione primaria in ntfs e una estesa/logica in fat32 e abbiamo formattato solo quella in ntfs come visto sopra, installando xp con la pressione di
f8 all'avvio del cd mantenendo però la riga
Repartition=yes
nel file di risposta, l'installazione cancella la seconda partizione incorporando lo spazio rimasto libero nella prima. La lettera D che sarebbe stata
occupata dalla seconda partizione viene lasciata libera e verrà utilizzata
quando inserisci una pen drive o un disco esterno. La prima unità cd/dvd rom
viene associata alla lettera E come se la seconda partizione fosse presente.
Succede la stessa cosa anche quando le due partizioni sono in ntfs oppure nel
fare la sovrainstallazione di windows. Con l'inibizione della riga Repartition=yes, probabilmente il parametro che fa installare xp sempre nella prima
partizione è autopartition=1.
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Come aggiornare il bios delle schede madri Gigabyte
Consiglio la lettura di questo articolo anche a chi non desidera cimentarsi in
questo tipo di aggiornamento che spesso non è strettamente necessario fare ma
che tuttavia a volte viene svolto dai tecnici nel tentativo di risolvere un
problema presente nel computer. Penso che in questi casi sia sempre meglio
essere informati e conoscere, almeno in linea generale, ciò che il tecnico
desidera fare. Ho aggiornato il bios di una scheda Gigabyte per tre motivi:
1) perché l'ultima versione di bios aveva apportato delle migliorie nella
gestione delle usb 3.0.
2) Avevo una scheda grafica non funzionante e desideravo essere sicuro che
non dipendesse da un bios troppo vecchio. Mi sembrava una cosa assai poco
probabile ed infatti la scheda grafica ha continuato a non funzionare anche
con la nuova versione di bios ma se rispedisci un pezzo acquistato in internet
e questo risulta funzionante, devi pagare il corriere e l'intervento del
tecnico e quindi prima di farlo è meglio provarle tutte.
3) Desideravo che la scheda madre acquistata in Italia e lo stesso modello
che mi è arrivato dalla Germania avessero la stessa versione di bios.
In linea generale, quanto spiegato di seguito è valido per i modelli di schede
madri Gigabyte degli ultimi dieci anni e forse anche più. Tuttavia, non avendo
l'opportunità e la voglia di provarle tutte, prima di aggiornare il bios
consiglio di leggere il manuale della scheda per eventuali informazioni specifiche sul modello che s'intende aggiornare. Gigabyte prevede più di un modo
per aggiornare il bios ed in questo articolo darò tutti i dettagli per quello
che, stranamente, non viene spiegato nei manuali e solo parzialmente nei siti
italiani. Vedremo come aggiornare il bios senza l'uso della vista, i dubbi che
mi rimangono e un accenno agli altri modi per eseguire l'aggiornamento.
Bios è l'acronimo di Basic Input Output System (sistema fondamentale di
input/output). Praticamente è il programma presente nel o nei chip della
scheda madre che permette al sistema operativo d'interagire con l'hardware del
computer.
Nota: anche le schede grafiche e altri tipi di schede hanno il loro bios ma la
cosa esula da questo articolo.
Quando Gigabyte mette sul mercato una determinata scheda madre, per alcuni
mesi vengono rilasciate ed inserite nel suo sito le nuove versioni di bios e
probabilmente ciò avviene per rimediare ai bug che inevitabilmente ci sono sia
perché un programma non esce mai perfetto ma soprattutto perché la velocità
con cui escono i nuovi modelli non consente di fare controlli accurati. Passati quei pochi mesi, la scheda viene abbandonata a sé stessa senza ulteriori
versioni di bios perché la ditta, come del resto fanno tutte le altre, si
dedica a nuovi modelli che magari hanno più o meno le stesse caratteristiche
del precedente. Spesso mi chiedo dove ci porterà questa inutile corsa! Per
fortuna nel sito della Gigabyte
http://it.gigabyte.com
si trovano anche i bios dei vecchi modelli, ad esempio quelli che montano il
processore Intel con socket 775, anche se ho notato che di un determinato
modello possono mancare le prime versioni. Importante: non aggiornare il bios
se prima non sei perfettamente sicuro del modello di scheda che desideri
aggiornare. Nella GA-P55A-UD3 di cui ho parlato più volte, oltre a consultarne
il modello sulla scatola, nel manuale e sulla scheda stessa, è possibile
inserire il dvd d'installazione nel lettore/masterizzatore e dalla schermata
che appare con il caricamento in autorun cliccare su Informazioni di sistema.
Viene visualizzato il modello di scheda, la versione di bios, il modello del
processore, la quantità di memoria e il sistema operativo in uso. Pur non
avendo altri cd/dvd d'installazione per verificare se la cosa accade anche in
altri modelli, penso proprio che l'utility non sia stata fatta per un solo
modello. Dalla pagina principale del sito visto sopra scegli Prodotti e successivamente restringi la ricerca selezionando il tipo di socket della scheda,
ad esempio Intel 775, 1156, 1155 eccetera. Restringi ulteriormente la ricerca
selezionando il tipo di chipset, ossia l'integrato principale della scheda
madre rappresentato dalla sigla con lettere e numeri che hai trovato dopo il
primo trattino presente nel modello come ad esempio q57, h57, p55 eccetera.
Per il modello p55a basta cliccare su p55. Poi scegli il modello esatto della
scheda, uno che ci assomiglia molto non va bene, e nella pagina che ti appare
clicca su download. Troverai una casella combinata con cui scegliere cosa
scaricare, ad esempio drivers, manuali, bios eccetera. Seleziona bios e successivamente la versione di quest'ultimo ed infine la zona da cui scaricarlo
come ad esempio Europa. Ti verrà dato un eseguibile compresso che gira in
windows e quindi puoi semplicemente cliccarci sopra per decomprimerlo. In
alternativa, dal menu di contesto scegli Estrai o Estrai qui di Winrar o le
voci analoghe di altri scompattatori. Nel percorso in cui hai depositato il
contenuto del file compresso avrai tre file: il bios vero e proprio con nome
ed estensione spiegati qui sotto, flaspi.exe o efiflash.exe nei modelli recenti, autoexec.bat con la riga di comando. Nel file del bios i primi otto caratteri rappresentano il nome del chipset e il modello della scheda ai quali, per
ragioni di spazio, vengono tolti i trattini e le due lettere iniziali del
modello, ga, comuni a tutte le schede Gigabyte. L'estensione del file con due
o tre caratteri rappresenta invece la versione del bios. Nei modelli recenti o
abbastanza recenti la versione di bios è composta dalla lettera f seguita da
una o due cifre e per tanto l'ultima versione disponibile per la GA-P55A-UD3 è
rappresentata dal file:
p55aud3.f11
Tuttavia non sempre la versione del bios, e di conseguenza l'estensione del
file, è costituita dalla lettera f seguita da uno o due numeri: ad esempio fa
eccezione la scheda GA-EP45-DQ6, il cui chipset si sceglie semplicemente con
il link p45, che possiede il file per l'aggiornamento del bios
ep45dq6.13d.
Il secondo file estratto dall'archivio compresso che abbiamo scaricato è un
eseguibile per dos reale a 16 bit che nei vecchi modelli di scheda fino a
quelli abbastanza recenti si chiama flashspi.exe mentre in quelli recenti, non
so da quale data, gli hanno dato il nome di efiflash.exe anche se una volta
lanciato si scopre che si tratta solo di una nuova versione del file precedente contenente il solito programma spi flash. Digitando flashspi senza alcun
parametro, oltre a dirci che non abbiamo specificato nessun file, ci dà le
opzioni del programma in inglese stramaledetto e le due più interessanti sono:
/s salva su disco il bios attualmente presente nella scheda ponendolo nel
file 7a89tg04.bin. Indipendentemente dalla versione di bios che si salva,
scrive sempre questo nome astruso con estensione bin e non so come si proceda
nel caso si desideri scriverlo nuovamente nella scheda.
/r Resetta il computer dopo l'aggiornamento del bios.
C'è poi l'opzione per reimpostare la data che ritengo abbastanza inutile,
quella per caricare le impostazioni di default dopo l'aggiornamento e quella
per cancellare le impostazioni del bios sempre dopo l'aggiornamento. L'uso di
queste due ultime opzioni è sconsigliato a chi non vede per le note difficoltà
che un non vedente incontra nella regolazione del bios. Infatti se le impostazioni del bios vengono cancellate o se vengono caricate quelle di default che
magari non corrispondono alle esigenze dell'utente, il non vedente dovrà
reimpostare tutto il bios con notevole perdita di tempo e, nei casi in cui ciò
sia possibile, con notevole spreco di carta braille per stamparlo. Al contrario, mantenendo le impostazioni presenti prima dell'aggiornamento, dovrà
regolare solo gli eventuali nuovi parametri della nuova versione che non è
detto ci siano per forza. Questo programma dà un errore se viene fatto girare
su computer in cui non c'è una scheda Gigabyte, l'ho provato su una Asus e una
Intel. Lanciandolo dal prompt dei comandi di xp non si legge un fico secco.
Il file autoexec.bat contiene solo la riga di comando composta dall'eseguibile
visto sopra ed il file del bios senza l'aggiunta di opzioni e la puoi aggiungere al termine dell'autoexec.bat presente nel floppy o nella pen drive di
avvio in dos in modo che l'aggiornamento venga eseguito automaticamente. Per
esempio, la riga dell'autoexec per la GA-P55A-UD3 è:
flashspi p55aud3.f11
Non pensare che la maggioranza dei "Normodotati" italiani usi il dos per
aggiornare il bios! Ho scelto d'usarlo perché il dos mi piace e perché, come
dicevo all'inizio, questa modalità non viene spiegata nel manuale e snobbata
nei siti italiani. Siccome oggi si pensa che l'unico modo d'usare un programma
sia quello di fare clic clic in windows, dopo averlo fatto inutilmente sul
file eseguibile visto sopra la gente chiede nei forum come usare i file scaricati e la risposta che viene data è quella d'ignorare l'eseguibile e l'autoexec e di utilizzare solo il file del bios tramite l'utility q-flash che avrei
potuto utilizzare anch'io tramite la stampa braille ma non ho provato. Q-flash
è un'utility integrata nel bios e la si carica premendo il tasto End all'avvio
del pc oppure F8 se siamo entrati nel setup con Canc. Il manuale della mia
scheda parla di mettere il bios in un floppy o in una pen drive ma il primo
supporto è troppo piccolo per i bios abbastanza recenti a meno di non utilizzare quelli da due mega e otto che non ho mai adoperato. Quindi per usare Q-
flash bisogna mettere il file del bios in una pen drive o in una partizione
fat32 dell'hard disk, l'ntfs non è compatibile con q-flash. Dall'interno di Q-
flash si seleziona il file e si dà invio e si attende qualche secondo per
l'aggiornamento confermato dall'apposito messaggio su schermo. Con il dos si
fa grosso modo la stessa cosa anche se il mio primo tentativo non è andato a
buon fine e non ne ho capito il motivo. Dopo aver messo il file del bios e
flashspi.exe nella partizione in fat32, ho caricato il pc e la riga braille in
dos tramite un floppy e ho dato il comando:
flashspi p55aud3.f11
a quel punto la barra braille mostrava solo il cursore e non succedeva niente.
In internet ho letto che per aggiornare il bios possono occorrere anche dieci
minuti e la cosa mi sembrava assai strana. Possibile che per scrivere poco più
di due mega su una memoria ci voglia tutto quel tempo? Tanto per non lasciare
nulla d'intentato, ho lasciato il computer a meditare per circa 35 minuti e
poi mi sono scocciato e ho spento tutto anche perché, sempre in internet, ho
letto che la Gigabyte ha due copie dello stesso bios ognuna memorizzata su un
apposito chip. Quando si aggiorna il bios, viene sovrascritto solo il chip
primario mentre quello secondario posto nel secondo chip rimane inalterato ed
interviene al prossimo avvio del pc se l'aggiornamento non è andato a buon
fine e ha rovinato il contenuto del chip primario. Ho riavviato il computer e
constatato che il bios era ancora alla versione f7 ma se abbia caricato il
bios primario o quello secondario proprio non lo so. Dopo aver cenato, fatta
una passeggiata ed aver fatte le prove con un coro per suonare ad un matrimonio, non mi sono dato per vinto e ho riprovato ad aggiornare il bios con la
stessa modalità scritta sopra che è andata a buon fine dopo pochi secondi. Non
ho scelto di fare l'aggiornamento in automatico o di resettare automaticamente
il pc perché con la barra braille volevo vedere cosa scriveva. Appena iniziato
l'aggiornamento non scriveva niente ma al termine, o quasi al termine, sono
apparse le scritte seguenti:
flash type : MX25L1605/1606
verifing(kb)2048
spi flash bios update is completed
Al primo spegnimento eseguito solo con il pulsante anteriore il computer è
ripartito automaticamente dopo qualche secondo, cosa che avrebbe fatto automaticamente se avessi usato il parametro /r perché evidentemente ha bisogno di
resettarsi. Adesso la scheda che mi è arrivata dalla Germania ha lo stesso
bios di quella acquistata in Italia ma, stranamente, in quella della Germania
trovo un'impostazione del bios in più che oltretutto non è menzionata nel
manuale. In particolare si verifica nel menu Integrated peripherals (quarta
riga della pagina principale) dove le righe per la regolazione non sono più 20
ma 21 perché sulla 8 se ne è inserita una nuova come segue:
8: usb3.0 hi-speed route
dove è possibile cambiare lo stato da ehci (default) ad xhci. Quando si dà
l'invio per agire su questa riga, la voce viene abbreviata in:
usb3.0 port hi-sp
Per il resto, anche se sfalsato di una riga, il menu prosegue come abbiamo
visto nel numero 79. In internet ho letto che per aggiornare anche il bios
secondario delle schede Gigabyte è necessario premere Alt+f12 all'avvio del
computer e confermare con invio alla richiesta che appare su schermo. Dicono
che il tempo per premere Alt+12 è breve e che con certe tastiere usb non
funziona. Non sono riuscito a svolgere questa funzione anche se ho provato ad
attivarla in tanti modi: premendo a raffica Alt+f12 all'avvio del pc, tenendo
premuti i tasti all'avvio, provando con tastiera usb e con tastiera ps2.
Quello che mi appare è il menu di boot accessibile con f12 senza alt, praticamente l'Alt viene ignorato. Chi ha una scheda Gigabyte può fare una prova e
farmi sapere. Nel manuale della mia scheda questa funzione non è documentata.
L'aggiornamento del bios può essere svolto anche in Windows tramite il programma @bios che non ho mai provato. Se non ho capito male, questo programma
ti fa collegare al sito della gigabyte e scaricare ed installare il bios. A
questo punto viene da fare una considerazione ovvia: se è possibile aggiornare
il bios dal bios stesso, da dos e addirittura da windows, analogamente sarebbe
possibile aggiornare solo la sua configurazione prelevando i dati da un file
opportunamente preparato risolvendo così l'annoso problema che i non vedenti
incontrano in questa operazione. Tanto tempo fa dicevo una cosa del genere ad
una persona di cui addirittura non ricordo il nome e la sua obbiezione era che
non è possibile cambiare un'impostazione fin che questa è in uso. Non pretendo
questo! Così come la macchina si resetta e carica il nuovo bios dopo l'aggiornamento, si potrebbe fargli fare altrettanto una volta che abbiamo inserito le
nuove impostazioni in modo da mandarle in esecuzione.
Nota del 2015: da dos a 16 bit, capita che spegnendo il computer con il pulsante anteriore questo riparta automaticamente e quindi non sono sicuro che il riavvio
automatico dopo l'aggiornamento sia avvenuto per la nuova installazione del bios o per questo difetto.
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Prodotti informatici con marca o senza marca?
In internet, come del resto potrebbe succedere nei negozi o nelle fiere,
capita d'incontrare prodotti informatici No Brand, ossia senza marca, come se
si fossero creati da soli! In internet è anche possibile leggere il commento
di un determinato modello di prodotto No Brand al quale viene invece appioppata l'una o l'altra marca a seconda di chi scrive come se gli utenti fossero
affetti da dislessia. In realtà, e non so con quale criterio e nemmeno se
capita in tutti i casi, allo stesso prodotto No Brand può venire appiccicata
un'etichetta con marca differente e a volte si tratta anche di marche prestigiose come la Samsung. Così nel commentare lo stesso lettore per floppy, un
utente lo dà marchiato Samsung e magari lo elogia perché non ha i difetti
della ditta Alps electric, marca che magari trovi incollata sopra quando
acquisti proprio quel lettore di floppy. Ad onor del vero bisogna dire che il
sito ha venduto diligentemente questo prodotto a prezzo basso dichiarando
apertamente che si tratta di un prodotto No Brand nella scheda illustrativa
(non so se nell'immagine fosse visibile qualche marca). Ma gli aprofittatori
esistono d'appertutto e non mi meraviglierei se un sito o un negoziante senza
scrupoli e, cosa ancor più probabile, un venditore in fiera, si mettesse a
vendere un prodotto No Brand a prezzo elevato giustificandolo per l'etichetta
adesiva con la scritta Samsung che gli è stata appiccicata sopra. Sì, ma chi è
che appiccica l'etichetta a questi prodotti? La fabbrica in cui vengono fatti
o il rivenditore? Chi produce realmente questi prodotti anonimi? Chi decide
quale etichetta appiccicarvi di volta in volta? Il sito che si è comportato
abbastanza diligentemente e che non è detto si comporti altrettanto diligentemente in altri casi è:
www.chl.it
Ho scritto abbastanza diligentemente perché, per contro, pubblica i commenti
di clienti imbranati che come marca di un prodotto si accontentano di un'etichetta adesiva appiccicata sopra di esso! Per essere davvero tale, la marca di
un prodotto non è mai costituita da una semplice etichetta adesiva.
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Cavi sata III
Ormai da tempo si trovano cavi sata III in diverse lunghezze e non solo da un
metro come quello che ho descritto nel numero 77 che, mi sono dimenticato di
dire, era di marca Akasa. Ce ne sono di vari prezzi e quelli dal costo più
basso hanno il prezzo come i sata II comunemente usati dagli assemblatori
ossia circa uno o due euro. All'inizio i cavi sata erano a piattina e senza
clips che poi è stata aggiunta per rendere il contatto più stabile visto che
quello esistente era abbastanza vulnerabile. Poi, sempre con clips, sono
arrivati i sata III rotondi per lasciar passare più facilmente l'aria all'interno del cabinet. E adesso... Si ricomincia da capo! Puoi trovare cavi sata
III a piattina senza clips come quelli della Silverstone che sono ricoperti da
una guaina tachettata (che il sito chiama pomposamente sleeve perché le parole
inglesi fanno sempre il loro effetto) e dalla schermatura che spero tanto ci
sia veramente. Ne ho visti due modelli, entrambe lunghi 50 cm., di cui uno ha
la spina dritta da entrambe i lati mentre l'altro ha una spina dritta da un
lato e l'altra ricurva e per questo nel sito viene nominato come cavo sata III
80 gradi (naturalmente intesi come angolo e non come temperatura). Si giustifica l'assenza della clips dicendo che a lungo andare questa si rovina ed il
contatto diventa instabile mentre la Silverstone ha studiato un contatto... In
effetti il contatto è decisamente più stabile rispetto ai vecchi cavi senza
clips e non ci sono i problemi che a volte quest'ultima provoca come abbiamo
visto in un vecchio numero. Finora ho avuto la necessità di collegare e
scollegare il cavo diverse volte senza che il contatto ne risenta. Staremo a
vedere quanto dura!
Nota del 2015: dura abbastanza ma non essendo eterno come tutte le cose, dopo parecchie volte che lo si collega e scollega diventa un po' lasco. Forse ti chiederai quante siano queste volte, eh, difficile contare tutte le volte che si stacca un cavo quando si devono fare molte prove!
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Cassetti sata Digitus, incompatibilità con sata III e cassetti specifici per sata III
Nei numeri precedenti ho già parlato più volte di questo componente e qui mi
limito a descrivere un tipo di cassetto sata della Digitus perché un po'
diverso da quelli che abbiamo visto e a segnalare un problema di incompatibilità con il sata III.
Quello preso in esame è un cassetto sata in alluminio della Digitus il cui
coperchio è tenuto a posto da due gancetti a slitta posti sul lato corto
posteriore del componente. Per togliere il coperchio basta far scorrere leggermente i due gancetti in modo che escano dai fori del coperchio e tirare
quest'ultimo verso la parte posteriore. Al'interno del cassetto, oltre alle
istruzioni e alle chiavi apparentemente uguali alle altre ma in realtà specifiche per la chiusura di quel tipo di cassetto, si nota la mancanza dei cavi
di collegamento che vengono sostituiti da due prese poste sulla parete posteriore del componente. Metti l'hard disk nel cassetto in modo che la parte
senza contatti vada a toccare, o comunque sia vicina, alla parete anteriore
dell'alloggiamento in modo da non andare a rovinare le prese durante l'inserimento. Visto che il cassetto è più lungo di un hard disk, ovviamente così
facendo non abbiamo ancora collegato il disco al cassetto stesso. Senza alzare
il disco dal fondo del cassetto, spingilo verso la parte posteriore fino a
quando i contatti del disco andranno a toccare quelli del cassetto. Sempre
tenendolo appoggiato al fondo, con una mano spingilo ulteriormente verso le
prese mentre con l'altra, dall'esterno del cassetto, spingi la parete posteriore verso l'hard disk in modo d'accompagnare l'inserimento. Sentirai un
piccolo scatto e l'hard disk, se ben inserito, sarà ben appoggiato alla striscia in gomma posta sulla parete posteriore del cassetto. Per rendere il
contatto più stabile e tenere fermo il disco in modo che alzandosi di lato non
vada a rovinare le prese in cui è inserito, puoi metterci le viti e, pur
avendo la possibilità d'inserirne quattro, direi che due possono bastare e che
preferibilmente vanno messe sui fori che si trovano sul lato lungo del cassetto vicino alla parete posteriore. Contrariamente ad altri cassetti, non puoi
fissare l'hard disk sfruttando dei fori posti sul fondo perché in questo caso
le scanalature esistenti servono solo all'areazione visto che sono troppo
interne rispetto al bordo del disco. Se desideri togliere il disco, fai atenzione che una volta tolte le viti, questo non si alzi dalla parte anteriore e
non vada a spezzare le prese della parete posteriore. Ai lati della striscia
in gomma posta sulla parete posteriore c'è un po' di spazio dove infilare un
dito e spingere l'hard disk verso la parete anteriore in modo che si disincastri dai contatti senza alzarlo dal fondo. Il frame di questo cassetto s'infila con una certa pressione e precisione nei cabinet della Cooler master ed è
per questo che la mascherina a molla che dovrebbe chiudere il foro frontale quando si
toglie il cassetto resta abbassata ma te ne puoi fregare altamente visto che
difficilmente userai il computer senza il cassetto inserito e comunque se lo
devi usare in quel modo un po' d'aria fresca che entra dalla mascherina aperta
gli fa soltanto bene! Ciò nonostante, oltre a fissare il frame con l'apposito
sistema Cooler master di cui ho parlato più volte in passato, personalmente
metterei anche una vite sul lato destro del cabinet vicino alla parte anteriore del frame in modo che il contatto sia più stabile e a lungo andare non
risenta dei cambi di cassetto. Questo modello funziona anche senza chiuderlo
con la chiave ma ti conviene chiuderlo soprattutto se in casa hai dei bambini
che ti potrebbero sfilare il disco quando meno te l'aspetti! Le istruzioni del
cassetto in prova indicano che la velocità di trasferimento è quella di un
sata I e di un sata II ma tenendo presenti le prove con il disco sata III
della Western digital di cui ho scritto nei numeri precedenti, pensavo di
poter inserire nel cassetto un disco sata III e di collegarlo ad un controller
analogo senza compromettere la velocità dell'hard disk e senza altri problemi
ma non sarà così perché facendo questo tipo di collegamento il computer mi
vede l'hard disk solo a metà. Mi spiego meglio. A causa della
carattyeristica/difetto della scheda madre Gigabyte GA-P55A-UD3 per la quale
si ha un momentaneo arresto delle ventole quando si avvia il computer con un
disco sata III, sono sicuro che nei primi momenti dell'avvio il computer mi
vede il disco correttamente. E tuttavia il disco non viene preso in considerazione nella sequenza di boot e andando nel bios sembra che non sia stato
collegato. In passato, e chissà su quale sito, avevo visto un cassetto sata
III e pensavo fosse solo una questione commerciale ma in realtà non è così
anche se non ti so dire la causa esatta dell'incompatibilità. Facendo funzionare il disco sata III come sata II tramite jumper e collegando comunque il
cassetto al controller sata III, il disco funziona regolarmente come del resto
fa se, anche senza jumper, si collega il cassetto al controller sata II.
Questo componente Possiede una sola ventolina fissata sulla parte posteriore
del frame tramite una vite e collegata elettricamente con un connettore. Come
dicevo in passato, la scarsa efficacia di una ventola del genere non ne giustifica il rumore tanto più che con un cassetto in alluminio la temperatura
del disco è press'apoco quella che si avrebbe se l'hard disk fosse montato
senza di essa. Ultimamente su
www.ebay.it
ho visto un cassetto specifico per sata III della Icy box ma sto anche facendo
questa considerazione: mettendo il computer in una posizione comoda ed avendo
un cabinet che si apre facilmente come quelli della Cooler master ed inserendo
al suo interno due hard disk, posso scambiarli abbastanza facilmente sfilando
e reinfilandone i cavi. Siccome a lungo andare è probabile che il connettore
dei cavi si sciupi, per non rovinare l'alimentatore del pc basta adoperare un
adattatore molex-sata. Per il resto, con i soldi di due cassetti mi prendo
tanti di quegli adattatori molex-sata e cavi sata III che...
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verbatim clip-it 4 gb, una pen drive un po' diversa dal solito, altre note sulle pen drive e un errore saltuario di chkdsk di xp
Più piccola e sottile delle solite, la pen drive Verbatim clip-it è priva del
cappuccio che copre i contatti ed è leggermente più spessa da un lato a causa
del risvolto che costituisce una clips. Al tatto e di primo achito viene da
pensare che i contatti siano all'interno della clips o di essere in presenza
di un pezzo di plastica senza parti metalliche. Appoggia sul tavolo la parte
liscia della pen drive in modo che sia accessibile al tatto lo scalino dovuto
alla clips. Proseguendo dopo la clips, e quindi sulla parte più sottile della
pen drive, i contatti sono quasi in punta e si notano al tatto come delle
righine metalliche che si possono sentire anche strisciandoci sopra con l'unghia... Piano! Legermente, non come un gatto incavolato! Non so per quale ragione la Verbatim abbia fatto la clips, ho notato comunque che con essa è
possibile fissare la pen drive al taschino della camicia o a dei fogli che hai
sulla scrivania. Essendo molto sottile, questa pen drive entra in una presa
usb occupando solo metà spessore della presa stessa e si può infilare in entrambe i sensi. Niente paura! Mettendola nel senso sbagliato, i contatti
della pen drive andranno in un punto morto della presa usb e non farai nessun
danno. Ho anche notato che quando la si infila nel modo giusto lo si fa con un
po' più di pressione ma ovviamente non posso essere certo che ciò avvenga in
tutte le prese. Nelle usb anteriori del Cabinet gladiator 600 della Cooler
master la pen drive va infilata con la clips ed i contatti verso l'alto ma non
so se tutti i cabinet hanno le prese montate in quel modo. A conferma di
quanto scrivevo in passato e cioè che la velocità delle pen drive non è sempre
la stessa, analizzando la Verbatim clip-it ho notato che la velocità in lettura è quasi raddoppiata rispetto a una vecchia pen drive da 4 gb acquistata in
passato. Comunque in certi siti trovi la velocità in lettura e in scrittura
delle pen drive in vendita e a volte puoi scegliere di visualizzare solo
quelle con una determinata velocità. Ci sono poi le pen drive per usb 3.0 che
ovviamente hanno una buona velocità ma che non ho ancora provato.
Volendo verificare la data in cui era stata formattata e anche se le unità di
allocazione erano state create nello stesso modo rispetto alla vecchia pen
drive da 4 gb che non mi viene più vista da dos reale dopo essere stata formattata da quel maiale di windows, ho adoperato chkdsk dal prompt dei comandi
di xp il quale, con mia sorpresa, mi ha detto che c'erano degli errori. La
cosa mi sembrava assai strana visto che non avevo ancora copiato nessun dato
nella pen drive. Quindi ho provato con la vecchia pen drive da 4 gb ottenendo
lo stesso risultato ed allora ho pensato che chkdsk avesse dei problemi con le
pen drive. Successivamente ho fatto altre cose e quindi nel frattempo il
computer è stato spento e riavviato ma sono testardo e ho provato con una pen
drive da 8 gb che non dava nessun problema. Mi sembrava assai strano che
chkdsk funzionasse male solo con le pen drive da 4 gb e quindi ho riprovato
con quelle utilizzate in precedenza scoprendo che non c'era nessun problema.
La conclusione è che, almeno con le pen drive ed in modo saltuario, chkdsk di
xp rileva dei problemi inesistenti. Pensando che la cosa potesse dipendere dai
programmi utilizzati prima che chkdsk mi desse un falso errore, ho provato ad
utilizzare le stesse cose in una nuova sessione di lavoro ma non sono riuscito
a ripetere l'errore. Vai a capire!
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Menu boot con f12 all'avvio
L'abbiamo incontrato nel numero 77 ed è presente nella scheda Gigabyte
Ga-P55A-UD3 vista più volte in passato ma è certamente presente anche in altri
modelli e forse anche in schede di marca diversa che montano il bios Award software.
Contrariamente a quanto pensavo, con il menu che appare premendo f12 all'avvio
del pc si decide con quale periferica far partire il computer solo per la
sessione di lavoro corrente e la regolazione non va ad alterare le impostazioni della priorità di boot che abbiamo regolato all'interno del bios stesso
accedendovi con il tasto Canc. Questa, soprattutto per noi non vedenti, è una
cosa assai comoda perché possiamo fare tutti gli esperimenti di priorità di
boot senza alterare l'impostazione predefinita che abbiamo settato all'interno
del bios. Pur essendo un menu circolare, per fortuna appena ci si entra siamo
sempre sulla prima periferica da cui è possibile fare il boot, il floppy nel
mio caso, e basta dare invio per avviare il computer con quella. A schermo
vengono mostrate tutte le periferiche da cui sarebbe possibile fare il boot e
quindi anche quelle che non sono fisicamente collegate al computer e bisogna
tenerne conto quando ci si sposta con le frecce per selezionarne una. La
stampa braille attraverso la porta parallela non evidenzia con segni particolari la periferica selezionata. Accanto all'hard disk c'è un segno più per
indicare che in quella riga potrebbe esserci più di un dispositivo. Ed ifatti
dando invio il computer non parte e ci mostra la lista degli hard disk e la
cosa accade anche quando ne abbiamo collegato uno solo. Un ulteriore invio fa
partire il computer con il primo hard disk mentre freccia giù ed invio lo fa
partire con il secondo. Per le schede prive di floppy, fai controllare qual'è
il dispositivo di default. Nella GA-P55A-UD3 le periferiche mostrate a schermo
sono le seguenti:
floppy,
ls120,
+ hard disk
cdrom,
zip,
usb-fdd (cioè floppy esterno collegato alla usb),
usb-zip,
usb-cdrom,
usb-hdd (disco esterno),
legacy la (dovrebbe essere la rete, ma perché solo la e non lan?).
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Alcune osservazioni su Jaws
Non gettare le vecchie versioni, non sempre con le nuove si
riesce a fare ciò che si faceva con le precedenti. Nel registrarmi al sito
delle poste italiane tramite Jaws 11 e Firefox perché c'è l'inghippo del
captcha, sono arrivato ad un link che Jaws non mi permetteva di selezionare
con il solito invio. Dopo alcune prove che non racconto per brevità, ho scoperto che con Jaws 9 la stessa pagina non dava nessun problema. Durante quella
registrazione non mi è passato per la testa di risolvere il problema come
invece a volte faccio con altri siti come in:
www.mediaworld.it
dove per accedere a certi link bisogna disattivare il cursore virtuale con
Insert+z e cliccarci sopra da cursore jaws. Certi link del sito
www.puntoinformatico.it
non vengono nemmeno riconosciuti come tali da Jaws e capisci che si tratta di
un link solo dal contesto. E' il caso di quello relativo alle modalità di
pagamento attivabile anch'esso in cursore jaws dopo aver disattivato il cursore virtuale. Fai attenzione al merge: se nei file di configurazione c'è un
errore, te lo puoi portare dietro per anni. Una delle prime cose che faccio
quando installo Jaws è quella di riconfigurarlo tramite il merge prelevando la
configurazione di una versione precedente perché proprio non riesco a sopportare quel tab tab tab ed il tasto d'accesso e quant'altro. Ma se in questi
ultimi anni avessi provato a leggere la barra degli indirizzi con Insert+a
prima di riconfigurarlo, avrei capito che il problema per cui non la leggeva
era nei file di configurazione aggiornati con il merge e non dipendeva da windows come invece pensavo.
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Processore Intel I5 650 clarkdale 3.20 gb, approfondimento
Ne ho parlato nel numero 76
quando, essendo stato troppo precipitoso, non ho saputo dirti se dalla confezione è possibile determinare il lato dei contatti in modo da poterlo aprire
ed installare senza toccarli, (problema ovviamente inesistente per chi vede).
Avendo avuto l'opportunità d'aprire un altro pezzo identico, ti dico che i
contatti sono appoggiati sulla parte tachettata della confezione mentre il
lato liscio rappresenta la parte superiore del processore e la cosa potrebbe
essere valida anche per altri modelli. Sapendolo, potrai installare un processore senza toccarne i contatti come dicono di fare (vedi il numero 76 per i
dettagli). Nel frattempo la confezione della ventola del processore in oggetto
è cambiata e consiste in una scatola di cartone con il coperchio in plastica e
risulta più robusta e consona rispetto a quella precedente (nel numero 76 mi
lamentavo per la sua fragilità).
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Schede grafiche prive di ventola, tipi di slot, approfondimento
Oltre a quanto già scritto in
passato, aggiungo che certi modelli di scheda grafica senza ventola occupano
lo spazio di due slot. Naturalmente entrano in un solo slot e il lamierino con
le prese visibile all'esterno del pc occupa un solo alloggiamento ma il radiatore per dissipare il calore è talmente grosso che va ad otturare lo slot
adiacente. Può capitare che la descrizione in internet non lo dica e non so se
con l'immagine sia possibile determinare la cosa con una certa precisione per
non parlare poi di quando le foto sono solo a puro titolo indicativo. Un esempio di scheda grafica con radiatore che va ad otturare lo slot adiacente lo
trovi nell'asus ENGT520 SL/DI/1GD3/V2 (LP). A parità di velocità, gli slot pci
express x16 appartengono a più generazioni che, ad esempio, nel bios Award
software visto in passato sono classificate come gen 1 e gen 2 mentre adesso
si è arrivati alla gen 3 passando prima per lo slot 2.1 e non so se ci siano
altre versioni intermedie. Nella descrizione delle schede grafiche ti viene
detto con quale tipo di slot pci express x16 sono compatibili e mi domando se
una compatibile con la versione 2.1 o addirittura con la 3.0 può comunque
funzionare con la 2.0 o no.
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Scheda madre GA-P55A-UD3, approfondimento
Il momentaneo arresto delle ventole durante
l'avvio del pc di cui ho parlato più volte in passato, si verifica anche con
un altro esemplare che mi è arrivato dalla Germania e con versioni differenti
di bios. Quindi è una caratteristica o un difetto di questo modello e non del
singolo esemplare. Avevo chiesto la faccenda al tecnico che me l'aveva venduta
ma non sapeva niente: evidentemente qui nella zona repressa della bassa padovana le schede leggermente costose non si vendono mai perché, alla faccia
della crisi, l'importante è mettere i soldi in banca!
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Usb 3.0, approfondimento
Secondo il sito:
www.puntoinformatico.it
le porte usb 3.0 si comportano come le 2.0 quando vengono usate con windows xp
e questa affermazione viene fatta durante la descrizione di una scheda madre
del 2012 di cui ora non ricordo il modello. Le prove svolte con il disco
esterno Lacie rikiki usb 3.0 apparse nel numero 79 di Fuori serie smentiscono questa affermazione ma se lo desideri puoi fare anche tu qualche prova per
sincerarti di quanto dico. Secondo me non è tanto xp a non far funzionare le
porte usb 3.0 come tali ma la mancanza dei driver per xp che probabilmente non
sono stati inseriti nel dvd d'installazione di quella scheda e lo dico per
aver fatto questa prova: appena installato xp professional sp2, e quindi con
l'hard disk ancora privo dei driver specifici della scheda madre GA-P55A-UD3,
inserendo una periferica usb 2.0 in una porta 3.0 non c'è nessun problema
mentre se nella porta 3.0 inserisco il disco Lacie rikiki 3.0 questo comincia
a girare perché alimentato ma non viene riconosciuto dal sistema che invece lo
riconosce se lo collego ad una usb 2.0.
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Display braille mb408l, aprofondimento
Il driver che abbiamo adoperato per far funzionare questo display braille con
la versione 12 di jaws va bene anche per la successiva con cui finora non ho
riscontrato problemi anche se l'ho adoperata assai poco.
L'uso in dos di questo display con il computer i5 desidera per forza il caricamento di display.sys e le due righe con il mode in autoexec anche adoperando
una scheda grafica diversa da quella che avevo usato in passato e questa volta
ho fatto la prova con un'Asus con memoria ddr3 ma sempre con gpu Nvidia.
Tanti anni fa ho descritto un guasto che avveniva durante il trasferimento dei
file da computer ad mb408l che consisteva nel mancato trasferimento di una
parte di file quando questo andava ad utilizzare la zona superiore della
memoria e nel leggere in essa parti di testi inseriti in passato con l'impossibilità di cancellarli. Dovendo far mettere a posto le cellette, l'anno
scorso ho chiesto che mi guardassero anche quel guasto e, contrariamente a
quanto supponevo, non era la memoria guasta ma un problema di saldature
(almeno così mi è stato detto). Non ricordo se ho scritto che abbinato a
questo guasto c'era anche l'orologio fermo ad una data del 2001: beh, l'hanno
sbloccato però... mi hanno creato un altro difetto! Se spengo il display, dopo
un po' l'orologio va a delle date assurde come se non ci fosse la batteria a
mantenerlo ed il bello è che questo difetto mi capita anche in un altro esemplare di mb408l che ho fatto riparare ma non sono sicuro che a creare il
problema nel secondo esemplare sia stato il tecnico perché l'orologio non lo
guardo quasi mai e non ho fatto caso se ha cominciato a perdere la data dopo
la riparazione. E mi domando anche se l'orologio di questo display sia mantenuto dal pacco batterie o da un'ulteriore batteria sulla scheda. Sempre in
passato dicevo che a volte quando i punti si bloccano basta alzare leggermente
una casella per sbloccarli ed è vero. Siccome mi hanno dato le vecchie cellette, ho anche notato che sotto la prima griglia da cui escono i punti ve ne è
un'altra che non li fa cadere quando si toglie quella superiore. Quindi se ad
essere sporca è la seconda griglia, alzare solo la prima non servirà a sbloccare i punti ma fai attenzione che se togli anche la seconda, i puntini vanno
per i fatti loro! Mi hanno sostituito solo i punti e le caselle ma non la
parte piezzoelettrica delle celle perché, a loro dire, non serve farlo perché
una volta cambiati i pezzi sopra citati la barra ritorna come nuova anche se
la parte piezzoelettrica non ha più la stessa forza ma non è vero. Probabilmente al Cavazza sono abituati a quei non vedenti che usano la barra braille
al massimo per un'ora al giorno o anche meno e magari con le mani sporche. In
tal modo la parte piezzoelettrica delle cellette resta nuova fin che campi ma
si sporcano soprattutto i puntini e le caselle che vengono sostituiti perché a
pulirli pagheresti un sacco di mano d'opera. Al contrario, se la usi per tante
ore al giorno, dopo tanti anni di duro lavoro qualche celletta non è più in
grado di darti tutti i punti allo stesso livello di prima e di darteli in modo
che non si abbassino facilmente e questo te lo dice uno che legge il braille
mantenendosi leggero e non come certi non vedenti che leggono così come si
arano i campi! Per tanto è bene cambiare anche la parte piezzoelettrica delle
celle anche se costa di più ma ne vale la pena. Se puoi, fatti rifare il pacco
batterie sotto casa: oltre al fatto che per il tecnico era ancora abbastanza
buono addirittura quello del 1999, cosa davvero assurda sia per gli anni
trascorsi e per il ciclo di cariche e scariche che aveva fatto, uno dei pacchi
batterie che mi hanno sostituito mi permette di usare l'apparecchio per un
tempo assai breve rispetto all'altro.
Nota: la durata delle batterie è strettamente collegata al tipo di celle
usate. Il nuovo tipo, cioè quelle poste sulle mb408l con firmware dal 5 in
poi, hanno una durata maggiore rispetto alla prima generazione utilizzate con
il firmware 2.
Evidentemente mi hanno inserito un pacco batterie che era rimasto lì da molto
tempo senza pensare che le batterie hanno una scadenza anche quando non vengono utilizzate (come del resto accade con quelle dei telefonini).
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E se un giorno usassimo Jaws per leggere il bios? Ricerche e prove
A volte quando la notte non dormo mi vengono delle idee come quella descritta
di seguito. Non pensavo a niente di particolare e la mente andava per i fatti
suoi quando ad un certo punto mi sono chiesto: e se usassimo la funzione ocr
di Jaws 13 per leggere il bios? la mia idea sarebbe quella d'inviare la schermata del computer di cui si sta regolando o leggendo il bios ad un secondo
computer tramite un adattatore vga-usb e di sfruttare l'ocr incorporato in
Jaws 13 per decodificare l'immagine. Fatto questo, se nel testo che mi appare
trovo che, ad esempio, la terza riga è quella in cui desidero intervenire,
sposterò le frecce del computer che sto regolando fino a raggiungerla e farò
la regolazione per così dire al buio. Poi, Per accertarmi del risultato,
invierò nuovamente la schermata al computer in cui risiede Jaws rifacendo
l'ocr e se tutto va bene non mi rimarrà che salvare le modifiche. Lo so, è un
po' macchinoso e lungo però ti assicuro che piuttosto d'aspettare un vedente
per una semplice regolazione Oppure, nei casi in cui si può fare, di consumare
carta braille e perdere tempo per stampare le schermate... Ed allora mi sono
messo a cercare in internet un adattatore vga-usb un po' più economico rispetto a quello utilizzato, almeno in passato, da Marco Gregnanin. ADattatore che non ho mai toccato con mano e di cui so quel poco che si può carpire dalle
ditte per ciechi. Per avere informazioni sull'adattatore vga-usb che Marco
Gregnanin utilizzava ma anche di altri tipi di adattatore vai al sito:
www.epiphan.com
oppure su:
www.epiphan-europe.com
Essendo assai scarso in inglese, all'inizio mi sono fatto guardare la pagina
da un vedente che lo sa certamente meglio di me ma una persona mi ha fatto
notare che con il traduttore di google è possibile tradurre abbastanza bene.
Basta cercare il sito con Google e cliccare su Traduci questa pagina. Finora
non ho trovato nulla di più economico anche perché assai più frequentemente
viene utilizzato l'adattatore inverso e cioè da usb a vga. Può infatti capitare d'avere l'esigenza di mandare il segnale video su più monitor vga. Senza
installare una seconda scheda grafica, si manda il segnale video ad un primo
monitor prelevando il segnale dalla presa vga come al solito mentre per il
secondo schermo si preleva il segnale da una porta usb che viene opportunamente convertito tramite un adattatore usb-vga ed inviato all'ingresso del secondo monitor. E siccome non si tratta di una semplice conversione meccanica,
l'adattatore in oggetto non può svolgere l'operazione inversa per adattarsi
alle nostre esigenze. Se cerchi in internet fai attenzione ai titoli: ad
esempio su
www.ebay.it
puoi trovare che un componente ha il titolo:
adattatore vga-usb
ma prima di fare i salti di gioia leggi attentamente la descrizione perché
quelli che ho trovato finora, in realtà fanno l'operazione da usb a vga
descritta sopra. Una delle ditte produttrici di cavi e adattatori è la
Manhattan a cui ho scritto per sapere se ne producevano qualcuno adatto al mio
scopo ma purtroppo la risposta è stata negativa. Un'altra cosa che ho fatto è
stata quella di provare concretamente l'ocr di Jaws 13 che incorpora una parte
di Omnipage della Nuance. Non mi sono soffermato sulle schermate con sola
immagine presenti, ad esempio, all'inizio dell'installazione di un programma
con le quali ho fatto una sola prova che è andata abbastanza bene. Ho invece
acquisito un foglio con lo scanner e salvato in jpg, tif e pdf (naturalmente
per quest'ultimo ho creato un file di sola immagine e quindi non leggibile con
Jaws nella modalità standard). Finora il jpg non sono riuscito a leggerlo e
del tif ho letto solo qualche parola. Il problema sta nel fatto che l'ocr
desidera l'immagine a grandezza normale, cosa che non so regolare, ammesso che
si possa fare, con il visualizzatore d'immagine di windows o con Paint. Legge
invece molto bene il pdf anche se finora non sono riuscito a fargli prendere
tutto il foglio. Per fare una prova fai così:
1) Con Adobe apri un file pdf di sola immagine. Se facessi l'ocr così come
appare non leggeresti niente o comunque assai poco.
2) Le istruzioni di Jaws consigliano di ingrandire l'immagine con Ctrl+1 ma
nella versione 9.1 di Adobe con questo comando non ci fai proprio niente.
Quindi se sei in questa condizione vai nel menu Vista e dal sottomenu Zoom
scegli Dimensioni reali. Così facendo ovviamente sullo schermo non hai tutta
l'immagine perché non ci sta.
3) Per fare l'ocr premi in successione:
Insert+Spazio O W
la lettera O richiama l'ocr mentre la W lo esegue per la finestra corrente. Se
al posto della W premi la S, l'ocr verrà fatto a tutto schermo ma allora sarai
disturbato dalle altre scritte al di fuori della finestra che stai usando.
Dopo pochi secondi il programma va automaticamente in cursore jaws e il testo
acquisito, che leggerai con le frecce, viene evidenziato rispetto a quello già
presente sullo schermo da una voce diversa. Non ho potuto leggere tutto il
foglio proprio perché, in queste condizioni, non entra tutto nello schermo o
per lo meno penso sia così perché in fatto d'immagini e dei programmi per gestirle proprio non ne so un fico secco! Non è solo la questione di non vederci, è che, a parte qualche rara fotocopia, non ho mai avuto l'esigenza di
stampare foto eccetera. Quindi se ne sai un po' più di me e se magari hai
anche una persona vedente che ti presti un occhio per mezz'ora, fai una prova
più dettagliata. A questo punto rimane l'interrogativo: l'immagine inviata
tramite l'adattatore di Epiphan sarà sufficientemente grande per essere acquisita dall'ocr? Ed in caso affermativo, è possibile acquisire tutta la schermata?
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