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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone. Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.

Indice

Come installare un processore intel nel socket lga1156

Adattatore usb to ps2 con software al suo interno e quello che le istruzioni non dicono

Cabinet Cooler master centurion 5 e un accenno al centurion 5 II

Come collegare le porte usb 2.0 e l'audio del pannello frontale in cabinet con fili singoli senza vedere scritte e colori e descrizione dei connettori

Fecondazione assistita scarsa in matematica

Progetto am Italia ancora in alto mare e considerazioni sulle onde medie

Default scheda madre Asus p4p800-x

Dos ancora valido per risolvere i problemi

Easy cd 6 non sa contare

Quando ascolto la musica con il pc

Radioregistratori, approfondimento

Script Jaws per Sonar 8.5

Sanità solo per chi paga e bluetooth da 250 euro


Come installare un processore Intel nel socket lga1156

Il socket lga1156 lo puoi trovare nei processori core i3, i5 ed i7 e quindi in schede madri recenti come la Gigabyte ga-p55a-ud3 con cui ho svolto la prova, e in tante altre anche ovviamente di marca diversa. Il processore con cui ho fatto la prova d'installazione è l'Intel 650 core i5 3.20 gb clarkdale boxato. Clarkdale è il nome che Intel dà ad un determinato tipo di core. In questo articolo dò per scontato che tu abbia letto o appreso da altra fonte, compresa l'esperienza personale, le informazioni scritte sullo stesso argomento in un vecchio numero di fuori serie del dicembre 2003, Madonna quanto tempo è passato! La confezione del processore in oggetto è composta da una scatola di cartone, in verità troppo sottile per i miei gusti, con all'interno due involucri di plastica abbastanza dura incastrati l'uno sull'altro. Quello più grosso ovviamente contiene la ventola, mentre nel piccolo c'è il processore. Nell'aprire quest'ultimo, oltre a far attenzione che il componente non ti cada, fai in modo di toccarne solo i bordi.
Nota: oltre che per non rovinarli, si raccomanda sempre di non toccare i contatti di un processore per evitare di trasmettergli la corrente che ognuno di noi ha nel corpo perché, secondo i manuali, con essa lo si può danneggiare. Sinceramente su questa faccenda nutro seri dubbi: mi è già capitato due volte di bruciare la scheda madre del pc a causa di un fulmine senza che il processore si danneggiasse. D'accordo, il fulmine l'ha colpita ed elettricamente si è interrotta prima d'arrivare al processore. Ma è anche vero che un fulmine contiene migliaia di Volt e che il normale isolamento prodotto dall'interruzione elettrica di una scheda gli fa un baffo! Vuoi che in quel caso non siano arrivati al processore almeno quei pochi millivolt presenti nel nostro corpo? Va a finire che acquisto un processore usato per pochi euro e poi ne vado a toccare i contatti ogni volta che mi fanno incavolare, sarà una verifica perfetta!
La faccia superiore del processore, oltre ad avere le scritte che non vediamo, è più liscia anche se presenta una leggera scanalatura là dove si appoggerà una cornice del socket della scheda madre che vedremo poi. Dovrebbe anche esserci disegnato un triangolino oppure esserci il punto che ne determina la direzione d'inserimento. Ho fatto guardare il componente da un vedente quando l'avevo già installato e, a riguardo del triangolino, mi ha detto un "No... Sì... stentato ed insicuro del quale non è il caso di fare affidamento. Per quel che riguarda il puntino, contrariamente a quanto avveniva nel processore con socket 478 visto nel 2003, se c'è, al tatto non si sente. Proprio per questo, appena portato a casa non sapevo come fare ad installarlo ma, sarà stata la positività del Natale imminente, non mi sono scoraggiato. Con l'aiuto delle istruzioni della scheda madre e guardando i bordi del socket ed il copripresa che vedremo poi, ci sono arrivato facilmente, ma andiamo con ordine. E' ovvio che per sapere qual'è la faccia superiore del processore lo devi toccare un po'. Fallo con cautela e solo per quel poco che serve realmente e vicino al bordo. Probabilmente si riesce a sapere qual'è la faccia superiore del componente anche dalla confezione ma purtroppo prima d'aprirlo ero troppo curioso e non ho fatto caso se la parte più liscia della plastica corrisponde proprio alla faccia superiore del componente. Sui bordi che costituiscono i lati lunghi del componente ma spostata un po' verso gli estremi, trovi una piccola scanalatura che servirà come punto di riferimento per l'installazione. Adesso prendi la scheda madre ga-p55a-ud3 e appoggiala sul banco in modo d'avere il lato corto davanti a te e la parte posteriore, cioè il lato lungo con i connettori esterni, a sinistra. Attenzione: se stai usando una scheda madre diversa, il socket potrebbe essere girato in altro modo rispetto a quanto scritto di seguito ma il principio è lo stesso. Come di solito, anche nella ga-p55a-ud3 della Gigabyte, il socket per il processore si trova verso l'alto e lo zif, la leva del socket, un po' a destra. L'estremità dello zip, quella più vicina alla tua pancia, va tirata verso destra in modo da disincastrarla dall'apposita linguetta posta alla base del socket. Fatto questo, lo zif sarà libero d'alzarsi ed assieme ad esso si alzerà anche quella che nel manuale viene chiamata "Piastrina di carico" ma che sarebbe meglio chiamare cornice visto che al centro risulta vuota. La parte superiore di questa cornice resta attaccata al socket il quale però non è ancora libero e quindi lo puoi ancora toccare senza timore di rovinarne i contatti coperti da un copripresa in plastica. Analizzando il bordo interno della cornice, ma lo potevi notare abbastanza facilmente anche quando era abbassata, puoi notare che nei lati lunghi e verso la parte superiore di essa c'è una tacca che corrisponde proprio al punto in cui nel processore abbiamo trovato la scanalatura. Non solo: nel togliere il copripresa in plastica, se non lo capovolgi potrai notare che possiede la stessa scanalatura del processore proprio là dove l'abbiamo incontrata sul componente. Per togliere il copripresa basta spingere un po' il bordo inferiore di esso, quello rivolto verso la tua pancia, e tirare leggermente verso l'alto. Ovviamente il processore andrà installato in modo che la scanalatura venga a trovarsi sui lati lunghi del socket e verso la parte superiore di esso così come era inserito il copripresa. Per inserirlo, non è proprio il caso di far strisciare il componente e quindi fai così. Dopo averlo messo in direzione giusta, prendilo con entrambe le mani tocandone il bordo dei lati corti solo con pollice ed indice ma lasciando che la punta delle dita sia libera d'andare a toccare ciò che c'è sotto. Con cautela avvicinati al socket fino a toccarne il perimetro e, quando sei sicuro d'essere nel punto giusto, appoggia delicatamente il componente che, se inserito nel verso giusto, entrerà senza sforzo ed avrà un contatto meccanicamente stabile. Contrariamente a quanto avveniva con il socket 478 delle schede Asus che ho provato, per riagganciare lo zif occorre una certa pressione e assieme a questo si abbasserà anche la cornice posizionandosi ai bordi del processore. Il fondo della ventola contiene già la pasta dissipatrice, un po' poca però... Appoggia la ventola sul processore mettendola in modo che i fili siano comodi alla presa cpu-fan. Sarà posizionata giusta quando ogni piloncino posto sugli angoli è entrato nell'apposito foro della scheda madre e sporge dall'altro lato di essa. Ma come puoi notare, è ancora meccanicamente instabile. Procedendo diagonalmente, spingi i quattro piloncini fino a sentire un leggero scatto e poi collega il connettore nella presa cpu-fan. Questo e altri processori i5 attualmente sul mercato richiedono 73 Wat per funzionare.

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Adattatore usb to ps2 con software al suo interno e quello che le istruzioni non dicono

Una delle ragioni per cui usare l'adattatore in oggetto è quella d'avere una tastiera ps2 molto comoda e, per questo, di volerla collegare ad un computer portatile in cui, come si sa, la presa ps2 non c'è più. Abbiamo già visto che per una questione di protocollo un semplice adattatore elettromeccanico, cioè un adattatore che si adatta solo alla forma e ai contatti della spina, non basta a collegare una tastiera ps2 ad una porta usb a meno che la tastiera stessa non sia predisposta per farlo. Ci viene in aiuto l'adattatore usb to ps2 della Manhattan 179027/179034 con software al suo interno il quale all'inizio e al termine delle brevi istruzioni viene citato con i due numeri visti sopra divisi da una barra, mentre nella descrizione vera e propria lo nominano solo con il primo numero. Visto che l'ho acquistato in negozio dove non occorreva il modello esatto per averlo, ecco i link in cui puoi avere ulteriori informazioni su questo o altri cavi e adattatori della Manhattan.
www.manhattanshop.it/webpages/ListaCategoriaProdotti.aspx?lvl=0&idcat=1
oppure:
www.manhattan-products.com
L'adattatore si presenta con una spina usb a cui sono collegati due cavetti ognuno dei quali termina con una spina femmina ps2, il tutto con una lunghezza di 19 cm. Oltre alla tastiera, alla seconda spina ps2 è possibile collegare un mouse dello stesso tipo ma è indifferente quale delle due spine ps2 si andrà ad usare. Lo danno funzionante in windows xp con porte usb 1.1 e 2.0 ed il fatto che al suo interno ci sia del software lo si nota per l'aggiunta di una voce nell'elenco delle porte usb visibile in Gestione periferiche. Sempre in Gestione periferiche, viene anche aggiunta la voce Human Interface Device (Hid) e vengono modificate le voci che riguardano il mouse e la tastiera. Ai nostri giorni e a leggere le istruzioni, sembra che senza windows non possa funzionare nessun componente ma non è sempre così. Infatti le istruzioni non lo dicono ma se l'adattatore viene collegato ad una porta integrata nella scheda madre e non ad una facente parte di una schedina posta su slot, l'adattatore e la relativa tastiera ad esso collegata possono essere usati anche per le schermate post, ad esempio per entrare nel bios, o per andare in dos reale a 16 bit. Con un semplice accorgimento lo si può far funzionare anche in windows 98, ho fatto la prova con la seconda edizione di questo sistema operativo. Dopo aver caricato windows usando una tastiera priva dell'adattatore, collega quest'ultimo ad una porta usb senza collegare un'ulteriore tastiera. Visto che l'adattatore ha del software al suo interno, windows 98 apre la finestra di installazione nuovo hardware. Sciegliendo il miglior driver e dando come percorso quello del cd di windows 98 che dovrai avere, ad esempio d:\win98, potrai installare tranquillamente ciò che serve all'adattatore. Spegni il computer e collega solo una tastiera usando però l'adattatore. La prima volta che l'ho fatto ripartire c'è stato un conflitto con l'emulazione a 16 bit della Creative sb live! ma windows, tastiera compresa, funzionava ugualmente. Poi il tutto è andato a posto senza fare regolazioni. Forse se in precedenza è già stata installata l'human interface device per altre cose, l'installazione non viene eseguita. Visto il poco uso che se ne è fatto, concludo con quella che può essere più che altro una curiosità: l'adattatore funziona anche in windows millennium dove l'installazione del driver è sostanzialmente uguale a quella di windows 98.

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Cabinet Cooler master centurion 5 e un accenno al centurion 5 II

Non avrei mai pensato che un componente informatico potesse rimanere sul mercato dal 2004 fino agli ultimi mesi del 2010 come è capitato al cambinet centurion 5 della Cooler Master successivamente sostituito dal centurion 5 II. Internet dice che il centurion 5 è apparso addirittura nel 2003 ma credo di più al copyright delle istruzioni che riporta l'anno 2004. Forse lo puoi ancora trovare in qualche rimasuglio di magazzino, in un listino del 17 gennaio 2011 era ancora presente ma non ho fatto controllare se era davvero disponibile. Ma al di là di questo, come al solito in Fuori serie trovi la descrizione di un componente quando questa mi dà modo di aggiungere o ampliare argomenti che ritengo interessanti soprattutto in relazione all'handicap visivo ed il cabinet in oggetto lo permette anche perché non è il solito case da quattro soldi. Inoltre, vista la lunga permanenza sul mercato, se ti occupi di riparazioni o se acquisti materiale usato, avrai una buona possibilità d'incontrarlo. Oltretutto, alcune delle sue caratteristiche sono presenti anche in altri modelli della stessa marca (e forse anche di altre) e la descrizione delle cose per noi non vedenti è importante visto che in internet non possiamo vedere le figure e che nei negozi spesso bisogna ordinarle senza poterle preventivamente toccare e quando le hai ordinate... Te le tieni anche se non ti piacciono! Quindi, poter dire in un negozio desidero quel modello o uno che abbia la tal caratteristica come il modello x, per chi non vede è particolarmente importante. Farò anche qualche piccolo accostamento al sucessore centurion 5 II di cui però ho letto solo le caratteristiche e una recensione ma non ne ho un'esperienza diretta e non mi piace parlare molto di ciò che non ho sperimentato, le chiacchiere inutili le lasciamo a chi scrive i giornali! Per l'epoca in cui è uscito sul mercato il centurion 5 era davvero eccezionale! Adesso, per certi aspetti che vedremo, lo è un pochino meno ma rimane ancora molto valido. Si tratta di un Middletower e quindi ben dimensionato e adatto all'espandibilità. Il pannello anteriore contiene sei moduli esterni, di cui uno piccolo tipo floppy, e quattro interni per i dischi fissi. Il pannello frontale è tutto forellato permettendo così una buona areazione anche se all'interno viene ricoperto da una leggera spugna, forse per non lasciare penetrare troppa polvere dal risucchio delle ventole, la quale mi sa tanto che dopo un bel po' di anni magari si scioglierà come fanno altre spugne. Una cosa che avviene anche in altri modelli della stessa marca e che a me non piace, è che per togliere o spostare una mascherina del pannello anteriore devi togliere quest'ultimo completamente. Lo si fa tirando con un po' di forza una scanalatura che trovi sotto il cabinet e posta ovviamente nella parte anteriore. Contrariamente a quanto avviene in altri cabinet, le mascherine, oltre ad essere metallliche, non hanno nessun gioco visto che sono fissate con due viti, una per ogni estremo, che ovviamente dovrai togliere se le vuoi rimuovere. E tuttavia rimangono ancora incastrate. Se osservi bene, all'interno del pannello frontale là dove si incastra la mascherina, trovi due linguette su entrambe i lati. Basta spingere verso l'esterno, ossia verso il bordo, quelle di un lato e contemporaneamente accompagnare un po' verso l'interno la mascherina per rimuoverla. Ma l'alloggiamento del cabinet che vuoi usare potrebbe essere ancora coperto da un'ulteriore mascherina metallica a strappo che abbiamo già incontrato in passato. Quando il cabinet è nuovo, dopo aver tolto il pannello frontale, quattro dei sei alloggiamenti per componenti esterni sono ulteriormente coperti da questo tipo di mascherina di cui non ne vedo la necessità visto che, una volta tolta, essendo a strappo non potrà mai più essere inserita. Ma poi che senso ha ostruire un alloggiamento con due mascherine? Se vuoi puoi anche lasciare le mascherine del pannello anteriore senza viti, scorlano leggermente ma rimangono incastrate lo stesso. Peccato che non scorrano in alto ed in basso in modo da poterle spostare in caso di necessità. Oltre ai tasti on/off, ed il reset, il pannello frontale contiene il led del disco fisso e il power led e, sulla parte inferiore, l'ingresso microfono, l'uscita linea, due prese usb e una firewire ieee1394.
Nota: in internet c'è chi osserva che i cabinet non hanno ancora le porte usb 3.0. Visto che per mantenere la compatibilità con gli standard precedenti devono per forza avere la stessa disposizione dei contatti, mi domando che senso abbia dire che una presa di un cabinet non è 3.0 ma solo 2.0 visto che a fare la differenza non è la presa ma il connettore usb della scheda madre a cui verrà collegata. Sarà la solita storia della qualità dei cavi?
Nota del 2015: in seguito scoprirò che le prese usb 3.0 hanno più fili e quindi sono necessariamente diverse dalle 2.0 anche se elettricamente e meccanicamente compatibili con le prime.
Per poter lavorare all'interno del cabinet non ha senso togliere il pannello laterale destro, quello sinistro si leva con due viti a mano ed è forellato in due punti e su uno di questi c'è anche un tubo abbastanza corto e ovviamente rivolto all'interno di cui non ho capito esattamente lo scopo.
Nota del 2015: in seguito vedrò che tale tubo serve a mandare l'aria proveniente dall'esterno del cabinet grosso modo vicino al processore.
Gli spigoli all'interno del case sono ben rifiniti evitandoti così spiacevoli tagli alle mani che possono capitare durante il lavoro. Il fondo ha diversi fori in cui inserire i supporti per la scheda madre con diverse configurazioni di fissaggio ma non sono sicuro che possa ospitare anche le schede micro atx visto che non ne ho una con cui fare la prova e lo stile del cabinet è degli anni andati. Non avendo mai usato questo tipo di scheda, non mi posso nemeno regolare in base alla configurazione dei fori. Le periferiche poste negli alloggiamenti esterni ed interni del pannello anteriore entrano con molta precisione e si fissano solo da un lato tramite una levetta che va spostata verso la parte anteriore del cabinet e successivamente abbassando un tasto posto accanto ad essa che la va a bloccare. Anche per togliere i sette lamierini del pannello posteriore non serve usare il cacciavite visto che sono semplicemente incastrati e tenuti al loro posto tramite la base che poggia all'esterno del cabinet e non li fa rientrare, e da una linquetta che li blocca nella parte superiore. La base del lamierino della scheda che inserirai su slot non poggerà all'esterno del cabinet ma all'interno come al solito e potrà essere fissata con la linguetta vista sopra anche se è possibile metterci la vite come al solito, cosa che preferisco. In dotazione ci sono già le ventole: quella anteriore, da 8 cm, è silenziosa ma non eccessivamente silenziosa e l'alloggiamento prevede il montaggio solo per quella misura. Quella posteriore da 12 cm, molto silenziosa, il cui alloggiamento contiene anche i fori per il montaggio di ventole da 8 e 9 cm.
Nota: un negoziante imbranato o forse desideroso di fare il furbo, mi ha detto che la ventola anteriore è da 9 cm, ma figurati!
Le istruzioni non mi danno la rumorosità delle ventole la cui silenziosità non dipende solo dalle ventole stesse ma anche dai fori molto larghi del cabinet attraverso i quali viene fatta passare l'aria. Infatti ho constatato che montando una ventola da 8 cm e 2800 rpm, la rumorosità è inferiore rispetto alle prove che avevo fatto l'anno scorso con cabinet con fori di areazione più stretti (vedi Fuori serie n.74 per i dettagli). Purtroppo in negozio non mi sono ricordato di osservare se altri modelli della stessa marca avevano fori di areazione così larghi, la cosa sarebbe stata utile soprattutto per noi che non vediamo e che spesso dobbiamo ordinare le cose senza poterle preventivamente toccare per non parlare di quando si ordina con internet dove ci si può basare solo con la descrizione testuale. Prima di passare alla descrizione dei connettori, preciso che per fili intendo singoli fili collegati ad un connettore mentre per cavi, come è giusto che sia, intendo alcuni singoli fili racchiusi da una guaina che li racchiude tutti insieme. In un vecchio numero ho già spiegato come trovare autonomamente il connettore per l'altoparlante e quelli per il reset e il power e quindi non lo ripeto. Il connettore a cui arrivano due fili è il led del disco fisso e con un normale cicalino non si ottiene continuità. I due fili terminanti con uno spinottino ciascuno servono per il power led. Per scocciare il meno possibile le persone vedenti che hanno sempre tanto da fare, (chissà poi perché loro hanno sempre tanto da fare mentre noi dobbiamo sempre essere senza niente da fare e disponibili ai loro capricci), invece di farti dire la polarità sul cabinet, fatti guardare quella della scheda madre. Quando collegherai i led a quest'ultima, munisciti di un rivelatore di luce e se non si accendono vuol dire che sono rovesci. Girali e, se come dovrebbe essere funzionano, con qualche espediente segnati la polarità del cabinet. Il cavo con un connettore collega la firewire ieee1394 e presumo che entri in un sol senso ma non l'ho provato. Il connettore con due cavi serve per le usb ed entra in un sol senso facilitandoci così il collegamento ma come vedremo nell'articolo successivo è possibile collegare le porte usb in autonomia anche quando il cabinet non ha questo accorgimento. Il cavo con due connettori serve per l'audio del pannello frontale: quello a cui viene collegato direttamente il cavo rappresenta lo standard hd (high definition), mentre il connettore a cui arrivano singoli fili serve per lo standard ac'97 (vedi l'articolo successivo per ulteriori dettagli). Il connettore audio hd entra in un sol senso e presumo che l'ac'97 faccia la stessa cosa. Il centurion 5 II ha solo quattro moduli esterni (che se non ho capito male sono tutti da 5 pollici e un quarto) e quindi se ti serve un modulo piccolo dovrai usare un frame. Le usb sono sulla parte superiore del cabinet facilitando così l'inserimento delle periferiche quando questo viene messo a pavimento e, se non ho capito male, dovrebbero andare ad occupare la quinta mascherina superiore del pannello frontale. In dotazione ci sono due ventole di cui quella posteriore è da 12 cm mentre quella anteriore addirittura da 14 cm e non ho ben capito come possa starci visto che il vano per i dischi fissi non permette uno spazio così grande ma probabilmente quest'ultimo è posto un po' più in alto. L'alloggiamento per l'alimentatore è nella parte inferiore e questo tipo di configurazione sarebbe da provare. Questo cabinet ha meno alloggiamenti esterni ma ai nostri giorni ciò non costituisce un gran problema. Ha invece il vantaggio d'avere in dotazione due ventole grandi che fanno meno rumore, cosa che nel modello precedente si poteva fare solo nel lato posteriore. Ha poi la possibilità di mettere una ventola laterale e una sul pannello superiore: sinceramente tutte queste ventole mi sembrano eccessive ma se non altro hai la possibilità di cambiare la loro dislocazione come vuoi. Dicono che all'interno c'è un punto tagliente e questo pare essere il difetto più grave rispetto al predecessore ma scrivere per sentito dire non mi piace e quindi mi fermo qui.

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Come collegare le porte usb 2.0 e l'audio del pannello frontale in cabinet con fili singoli senza vedere scritte e colori e descrizione dei connettori

Dopo tanti anni, finalmente ho trovato un vedente che mi ha prestato un occhio dandomi così la possibilità di scrivere quanto segue. Qualche ragguaglio me l'aveva già dato un tecnico ma era troppo poco per poter fare quanto annunciato nel titolo. Mi capita assai raramente d'avere una persona vedente che mi dia una mano e ancor meno in queste cose e ciò per due motivi: non tutte le persone sanno guardare, e soprattutto descrivere, la figura di un connettore. Altre, al di là che lo sappiano fare o meno, un favore del genere non me lo farebbero mai e questo non per cattiveria ma per la mentalità che si ritrovano che li porta ad identificare un cieco solo come una persona che suona, che fa il centralinista o il massaggiatore e bisognoso di fare qualcosa tanto perché passi il tempo. Naturalmente non c'è nulla di male nello svolgere i lavori citati sopra, ma la vita non è fatta solo di casa-lavoro, casa-lavoro e, soprattutto, le persone devono potersi realizzare e non fare un qualcosa così tanto per passare il tempo come invece troppo spesso sento dire dalle mie parti. Comunque, finalmente il 17 gennaio scorso, alle 8 e 30 del mattino, ho potuto risolvere la faccenda che segue. E poi dicono che il 17 porta sportuna! La descrizione che segue si riferisce alla scheda madre Gigabyte ga-p55a-ud3, ma penso che la cosa sia valida anche per tante altre schede. Se hai un cabinet che per collegare alla scheda madre le porte usb del pannello frontale usa un connettore che entra in un sol senso come quello che abbiamo visto nell'articolo precedente, ovviamente non c'è nessun problema. Per le porte usb aggiuntive, ci può essere anche il caso di un lamierino con connettore che entra in entrambe i sensi ma, per ragioni che vedremo poi, anche in questo caso non è un grosso problema visto che inserendolo nel senso sbagliato non danneggi niente anche se ovviamente le usb non funzioneranno. Un caso del genere l'ho incontrato con il lamierino per porte usb in dotazione alla scheda Asus p4pe. Quando invece hai un cabinet che per il collegamento delle porte usb del pannello frontale usa singoli fili, procedi come segue. Innanzitutto vediamo come il manuale della scheda madre Gigabyte ga-p55a-ud3 descrive la piedinatura del connettore così da saperti regolare se lavori assieme ad un vedente. Per chi legge solo con la sintesi, la tabella che segue va ascoltata in modo da farsi dire tutti i segni presenti in essa.
Numero del pin definizione
1 alimentazione (5V)
2 alimentazione (5V)
3 usb dx-
4 usb dy-
5 usb dx+
6 usb dy+
7 gnd
8 gnd
9 nessun pin
10 nc

Vediamo di capire e di utilizzare al meglio questa tabella. Ogni connettore interno per usb della scheda madre di un pc ospita due porte che dal manuale vengono chiamate x ed y. I 5V sono da intendersi più cinque volt (tensione positiva continua), la sigla gnd significa ground (in questo caso il polo negativo o massa dell'alimentazione), nc vuol dire non collegato. Per avere la numerazione contigua dei pin del connettore e poterla scorrere con le dita come se si stesse leggendo un foglio, cioè da sinistra a destra e dall'alto verso il basso, invece di mettere la scheda madre con il lato corto inferiore davanti alla tua pancia, ponila con il lato posteriore davanti a te, ossia con il lato che contiene i connettori esterni davanti al tuo bel pancione! In questo modo avrai il connettore per porte usb con il lato corto davanti a te e scorrendolo potrai "leggerlo" come segue:
Font face="arial">più 5 volt della prima porta, più 5 della seconda
; polo negativo dei dati della prima, negativo dati della seconda;
dati positivi della prima, dati positivi della seconda;
massa della prima, massa della seconda;
pin mancante, pin non collegato.
In pratica, sempre mantenendo la scheda madre in questo modo ma guardando il connettore verticalmente, i pin di sinistra appartengono a quella che potremmo chiamare prima porta mentre quelli di destra appartengono alla seconda. Puoi notare che vengono usati solo 8 pin, quattro per ogni porta. Gli altri due, il 9 mancante ed il 10 non collegato, servono a garantire la corretta direzione del connettore e a prevenire di danneggiare qualcosa nel caso questo venga inserito in modo inverso. Infatti se colleghi un connettore capovolto, l'alimentazione dei più 5 volt andrà a finire su pin del connettore non utilizzati. I quattro fili collegati ad una porta usb sono colorati come segue:
alimentazione=rosso,
dati negativi=bianco,
dati positivi=verde,
massa=nero.

Per collegare questi fili in autonomia fai così. Munisciti di una barretta con quattro morsetti mammut molto piccoli, spero ne vendano ancora visto che è dagli anni '90 che non ne compro ed erano composti di una barretta che potevi tagliare a seconda dell'occorrenza. Prendi un classico cavo usb e taglia la spina che andrebbe collegata ad una periferica mantenendo intatta quella da collegare al pc. Togli qualche centimetro di guaina esterna del cavo (naturalmente dalla parte in cui hai tagliato la spina). Sotto alla guaina, oltre ai quattro fili, potresti trovare una calza di rame che serve per la schermatura e massa a terra che puoi tagliare o arretrare e che comunque non serve al nostro scopo. Non so se tutti i cavi usb siano così ho fatto la prova con un solo cavo che aveva questa calza e aveva anche due dei quattro fili molto fini e flessibili e altri due un po' più grossi e rigidi. Ho subito pensato che quelli più fini fossero quelli per i dati e gli altri per l'alimentazione, cosa che si è rivelata esatta. Per non trattenere una persona vedente per tutto il tempo che li collegavo, ho spellato un filo fine che è poi risultato essere quello verde mettendo un po' di nastro isolante sul bianco appena mi è stato detto il suo colore in modo da non confonderlo una volta spellato. Non ho contrassegnato gli altri due perché tanto una volta collegati potevo guardarne la polarità con il tester e ho anche avuto la fortuna di collegarli dritti al primo colpo, che culo! Ma se non hai un tester, e sempre ammesso che il cavo usb che stai adoperando sia uguale a quello descritto, per non far perdere troppo tempo alla persona che ti guarda i colori puoi spellare un filo grosso e uno fine e segnarti gli altri due prima di spellarli. Una volta conosciuti i colori dei fili, collegali al morsetto mammut in modo che verticalmente e dall'alto al basso ci sia la sequenza:
rosso,
bianco,
verde,
nero.
Visto che il morsetto lo si può anche capovolgere e che di qui ad un anno facendo altre cose non ricorderai più com'era rivolto quando hai fatto il lavoro, scriviti da qualche parte se la sequenza giusta si ottiene con i fili a sinistra o a destra del morsetto stesso, io li ho messi a sinistra.
Nota: per determinare il colore dei fili è anche possibile usare il colortest, strumento che non possiedo e su cui ho notizie discordanti. C'è chi ne parla bene e chi male ma probabilmente la verità sta nel mezzo visto che, come qualsiasi altro oggetto, perché possa dare il meglio di sé bisogna utilizzarlo in modo adeguato. Vista la superficie assai ridotta del nostro filo, è meglio se ne rilevi il colore dopo averlo piegato due tre volte in modo da renderlo più spesso. Mettiti in un ambiente buio in modo che l'apparecchio possa utilizzare al meglio la luce interna e poni sul tavolo un foglio bianco in modo che non vada ad acchiappare il colore del piano d'appoggio. Ripeti il rilevamento più di una volta. Da evitare nel modo più assoluto sono le luci al neon che alterano i colori anche per chi vede.
Adesso abbiamo un cavo con una spina usb da un lato, che inserirai in una delle prese frontali del cabinet che desideri analizzare, e il morsetto mammut dall'altra con i fili posti in sequenza come nella scheda madre di un pc. Prendi un provacontinuità o un tester che ne abbia uno sonoro al suo interno e munisciti di puntali molto sottili come quelli che abbiamo visto in un vecchio numero. Metti un puntale sulla prima vite del morsetto mammut e l'altro collegalo alternativamente ai fili del cabinet che servono per le porte usb fino a trovare quello in cui avrai la continuità. Senza mischiarlo con gli altri, collega subito il filo edentificato al primo pin del connettore per le porte usb della scheda madre e ripeti la stessa operazione per gli altri tre fili. Successivamente metti la spina usb nella seconda presa del pannello frontale del cabinet e fai lo stesso lavoro. Certamente ci metti un po' di più rispetto ad un vedente, ma sempre meno che aspettare giorni se non addirittura mesi per farti dare una mano da chi trova le scuse più cretine per non farlo. Sempre con la scheda madre Gigabyte ga-p55a-ud3, passiamo al connettore audio del pannello frontale con il quale però non ho molta esperienza. Per avere la numerazione contigua da sinistra a destra e dall'alto al basso, metti la scheda con il lato corto inferiore davanti alla tua pancia ed il pannello posteriore a sinistra. Il connettore audio del pannello frontale si trova vicino al pannello posteriore della scheda, là dove ci sono gli altri connettori audio. Il connettore audio del pannello frontale può adottare due standard: l'hd, (high definition), e l'ac'97. La scheda madre ga-p55a-ud3 li supporta entrambi e per default è nel modo hd (almeno così dice il manuale, non ho ancora verificato). Si può cambiare lo standard del connettore audio del pannello frontale tramite software (cosa che non ho ancora provato). Visto che i pin del connettore audio del pannello frontale hanno un significato diverso a seconda dello standard usato, dovrai avere lo stesso standard anche sul connettore del cabinet. Come abbiamo visto nell'articolo precedente, il cabinet Cooler master centurion 5 possiede entrambe i connettori e quindi non c'è problema. Se il cabinet possiede un solo connettore per l'audio del pannello frontale, dovrai consultarne le caratteristiche per sapere a quale standard appartiene. Se per il collegamento dell'audio del pannello frontale il cabinet dovesse utilizzare dei fili singoli, allora li puoi configurare manualmente con lo standard adottato come default dalla scheda madre che stai utilizzando seguendo le indicazioni della tabella riportata più avanti. Siccome non possiedo i due tipi di cabinet sopra elencati, quello con un unico connettore per l'audio del pannello frontale e quello con fili singoli, non ho fatto prove in merito ma nel caso di fili singoli basta sapere la collocazione dei jack del pannello frontale del cabinet e, avvalendosi delle tabelle esposte di seguito e di jack adeguati, trovarne la continuità un po' come abbiamo fatto con le porte usb. Ecco come il manuale riporta la piedinatura del connettore, le scritte fra parentesi sono mie osservazioni.
standard hd (high definition):
1 mic2_l (microfono canale sinistro),
2 gnd (massa),
3 mic2_r (microfono canale destro),
4 acz_det (da capire),
5 line2_r (uscita linea canale destro),
6 gnd (massa),
7 faudio_jd (da capire),
8 nessun pin,
9 line2_l (uscita linea canale sinistro),
10 gnd (massa).
Standard ac'97:
1 mic (microfono),
2 gnd (massa),
3 alimentazione microfono,
4 non collegato,
5 line out destro,
6 non collegato,
7 non collegato,
8 nessun pin,
9 line out sinistro,
10 non collegato.

Praticamente sulla scheda manca il pin 8 e l'uscita linea è identica per entrambe gli standard mentre il microfono cambia un po' e lo standard hd ha qualche controllo in più.

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Fecondazione assistita scarsa in matematica

Non preoccuparti, non ripeterò quanto già detto negli anni passati a proposito di embrioni e dintorni. Riporto di seguito un'esperienza apparentemente di poco conto ma importante se la si guarda andando al di là del fatterello di cronaca quotidiana. Lunedì 7 febbraio ero in corriera per recarmi a Padova dove sarei stato sottoposto alla visita di controllo dell'invalidità. Ero mogio mogio perché il giorno prima, a causa di un virus influenzale, avevo buttato fuori anche l'anima e quella mattina non stavo affatto bene e avevo paura che la cosa si ripetesse. Quindi non ricordo bene come sia nata la discussione tra due donne e non sono intervenuto non solo perché non ero coinvolto ma anche per starmene più calmo possibile in modo da non mettere a dura prova il fisico già provato. Una diceva all'altra d'avere una parente che a 54 anni era incinta e, con modo poco comprensibile, esprimeva la sua perplessità. L'altra, superba e quasi incazzata, diceva: "E allora? Cosa c'è di male? Perché l'uomo può avere un figlio a settant'anni mettendo incinta una donna di trenta e noi passati i cinquanta non lo possiamo più avere? Guardi che a vent'anni non si ha la patente per essere madri, la si ottiene dopo e quindi bisogna avere i figli tardi. Anch'io che ne ho due ne vorrei un altro, e sa quanti anni ho?" L'altra rispondeva in modo sconnesso forse anche un po' intimorita dall'arroganza dell'interlocutrice e dal fatto che sembrava un po' colta. Un uomo dava ragione a quella che approvava la fecondazione assistita perché, diceva, siamo in crescita zero ed è giusto far aumentare le nascite. Prima che la discussione si spegnesse, mi ha colpito la considerazione di quella favorevole alla fecondazione assistita: "L'ha fatto anche Gianna Nannini!". Sì, ed allora? Dobbiamo forse prendere esempio e soprattutto fare ciò che fa una cantante rock solo perché si tratta di una donna di spettacolo? Vi ricordate qualche anno fa quando a chi era contro la fecondazione assistita veniva detto, e probabilmente si dice ancora, di pensare con la propria testa e non con quella della Chiesa? D'accordissimo sul fatto di pensarla con la nostra testa ma, come pensavo e forse scrivevo anni fa, non mi pare che a non pensare con la propria testa siano solo le persone vicine alla Chiesa e, oltre a questo esempio, in questi anni ne ho avuto altri su temi diversi. Ma ci sono cose che la discussione non ha messo in evidenza e che se fossi stato bene forse avrei detto come segue. Un uomo di settant'anni che mette incinta una donna secondo me si comporta da inresponsabile ed egoista. Inresponsabile perché sa benissimo, o dovrebbe sapere, che a causa dell'età poi non potrà seguire suo figlio come invece sarebbe giusto fare. Pur augurando a tutti di vivere fino a cento anni e anche oltre, ma come ci si arriva, quando ci si arriva, a quell'età? Purtroppo, spesso si scambia l'amore con l'egoismo come in questo caso: amare gli altri significa desiderare per loro il meglio, cosa che un uomo del genere non farebbe visto che l'avere un figlio servirebbe solo a soddisfare le sue voglie fregandosene se poi non potrà seguirlo come sarebbe giusto fare. La stessa cosa vale per le donne: avere un figlio a 54 anni significa averne quasi 70 quando lui ne avrà 15. Nel pieno del'adolescienza, periodo assai difficile, avrà una madre e un padre con energie ridotte e quindi incapaci di far fronte completamente ai problemi che il figlio incontra a quel'età. Avrei anche fatto notare una contraddizione: da un lato si dice che a vent'anni una donna non è matura per avere un figlio, dall'altro, e quando fa comodo, si dà per scontato che un figlio di 15 anni sia già abbastanza maturo per non aver bisogno di una madre e di un padre nel pieno delle loro energie. E se dopo il figlio avuto a 55 anni una ne desidera un altro a 60? Beh, lascio a voi ogni considerazione. Secondo me il problema però è un altro: abbiamo creato una società in cui, tra un po', le persone diventano adulte a quarant'anni. Se a 20 o 25 anni una coppia non è matura per avere un figlio, significa che qualcosa del nostro sistema non va. Le cause sono molteplici e non mi addentro ad analizzarle ma secondo me è su quelle che ci dovremmo concentrare e non nel fabbricare figli come le automobili e farli in modo innaturale al di là di ogni regola biologicamente corretta.

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Progetto am Italia ancora in alto mare e considerazioni sulle onde medie

La mia passione per la radio che purtroppo non ho mai potuto sviluppare come avrei voluto perché un radioamatore senza antenne è come un pilota di una Ferrari senza ruote, mi fa tenere d'occhio challenger radio nord d'Italia che trasmette in onde medie dal mio paese e che adesso arriva anche ad Arezzo e che fa parte del progetto am italia, un coordinamento di radio in onde medie ancora in alto mare. Addirittura challenger radio avrebbe dovuto avere il palinsesto definitivo a metà settembre dello scorso anno ed invece... Al di là delle canzoni dello zecchino d'oro, di vecchie canzoni come quelle del trio lescano, musica rock e la ripetizione di una radio americana il tutto gestito da un computer, per il resto c'è poco altro: l'antiberlusconismo che si può sentire al bar, le notizie tratte da sky e... che Gesù era un extraterrestre! Roba da matti! Per i radioamatori invece può essere interessante ascoltare la messa in onda di studio dx con le notizie radioantistiche o le considerazioni del titolare molto preparato tecnicamente ed esperto in vari settori tranne che in religione dove dice un sacco di stronzate. Dal punto di vista dell'ascolto le onde medie proprio non mi piacciono nemmeno per il parlato che risulta privo di alte frequenze e disturbato soprattutto nelle ore serali e non solo. La mia grande passione è sempre stata l'fm che purtroppo ormai è in mano solo ai magnati della comunicazione. Non mi attirano molto nemmeno le radio via web visto che per ascoltarle bisogna adoperare un pc mentre per me la radio deve essere un mezzo semplice. Che senso ha usare un processore i5 o i7 solo per ascoltarla? Ovviamente le cose cambiano quando si deve ascoltare un'emittente che non arriva nella zona in cui ci si trova. Ma al di là dell'ascolto, le onde medie possono invece essere ancora interessanti dal punto di vista tecnico dove, anche se sembra strano perché molto antiche, c'è ancora molto da scoprire. Proprio questa mattina sentivo che a challenger radio arrivano delle qsl, ossia riscontri d'ascolto per iscritto, addirittura dalla Svezia e non sono nemmeno poche. La cosa è abbastanza anomala visto che, a differenza delle onde corte, di solito il salto di irradiazione non è così ampio in onde medie. Ma evidentemente, come diceva il titolare, ciò che fa la differenza è il modo in cui è stata costruita l'antenna.

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Default scheda madre Asus p4p800-x

Tempo fa ho sostituito la batteria della scheda in oggetto constatando che dopo tale operazione la parallela non era più attiva. Ne sono rimasto un po' sorpreso perché più di una volta mi era capitato di dover riportare il bios ai parametri di default tramite la pressione del tasto f5 dall'interno del setup senza che ciò accadesse. Dopo qualche imprecazione, con canc sono entrato nel bios, ho premuto f5 ed invio, f10 ed invio per salvare. Al riavvio la parallela era nuovamente attiva e di conseguenza ho capito che tale scheda ha, per così dire, due default: uno lo si ottiene togliendo la pila e forse, ma non l'ho verificato, è lo stesso che si avrebbe utilizzando il jumper posto sulla scheda. L'altro è quello che si ottiene con f5 premuto dall'interno del bios che non azzera però tutti i parametri ma solo una parte di essi. Quindi sbagliavo quando dopo l'acquisto pensavo che in fabbrica avessero deliberatamente disattivato la parallela perché questa rimaneva attiva portandola allo stato di default con f5: la scheda era effettivamente settata per default e con f5 la si porta, per così dire, ad un default software con la parallela attivata anche se solo nel modo normal e non ecp. Un tecnico mi ha confermato che cose del genere capitano anche su altre schede e che addirittura nell'aggiornare il bios certi parametri non vengono azzerati. Quindi quando cambi una pila di qualche scheda, se ti ricordi che per default erano impostati determinati parametri e non te li ritrovi più, prima di chiamare qualcuno per impostarli ti conviene provare a mettere il default tramite f5 o altro tasto previsto dal bios. Dopo il cambio della pila, al riavvio la scheda Asus p4p800-x oltre ad emettere il solito beep di ok, dopo un po' ne emette altri tre ravvicinati tra loro: premi f2 per far partire il computer e reimposta la data.

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Dos ancora valido per risolvere i problemi

Desideravo cancellare una cartella posta in un disco esterno ma xp, per motivi inspiegabili, non ci riusciva. Era una cartella grossa e lasciarla sul disco mi scocciava così come mi sarebbe scocciato formattare il disco che conteneva molti dati che mi interessava tenere e che avrei dovuto copiare da qualche altra parte. Dopo aver provato a riavviare il sistema e a cancellare nuovamente la cartella senza riuscirvi, ho riavviato nuovamente il computer ma in dos reale cancellandola al primo colpo. Il mio caro e vecchio dos non mi tradisce mai!

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Easy cd 6 non sa contare

Uso questo programma di masterizzazione da tanti anni perché semplice ed efficace ma solo oggi mi sono accorto di un problema che tra l'altro non so se sia saltuario o permanente. Desideravo mettere del materiale in un dvd e farne due copie e quindi, per non star lì a selezionare le cartelle due volte, prima della registrazione gli ho inserito il numero di copie da scrivere. Siccome forse era la prima volta che usavo questa funzione, prima di dare il via alla registrazione ho controllato che il due fosse effettivamente inserito e quindi sono sicuro di non aver fatto errori di battitura. E tuttavia, dopo le due copie, il programma mi ha chiesto un terzo dvd per farne un'altra che ovviamente ho annullato.

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Quando ascolto la musica con il pc

E' una cosa che faccio assai di rado e che probabilmente farei molto di più se avessi la vista perché inq uel caso non dovrei usare la sintesi vocale la quale, tra l'altro, spesso ha il volume più alto del file mp3 che si sta ascoltando. Lo so che durante l'ascolto del brano la sintesi se ne sta buona buona, ma il fatto di doverla adoperare per selezionarne uno mi dà particolarmente fastidio. Non sono mai stato un amante della sintesi vocale ma durante l'ascolto della musica proprio non la sopporto! Non so trovare le parole esatte per descrivere il fastidio che mi dà in quell'occasione: è un po' come se qualcuno mi mettesse in un piatto di pasta del terriccio o altro materiale schifoso oppure se dopo aver mangiato qualcosa di buono subito dopo mangiassi una schifezza. Ma vuoi mettere il poter ascoltare, selezionare, scorrere, tornare al brano precedente eccetera con l'hi fi senza quel continuo bonobobobobobobobobobobobobo?

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Radioregistratori, approfondimento

Prima che finisse la garanzia, mi si è scassata la sintonia analogica del radioregistratore Grundig descritto tempo fa. In negozio si sono dati da fare mandandolo a riparare ma... Grundig dice che non è più riparabile per mancanza di pezzi! Si fa un gran parlare dell'inquinamento e delle discariche piene ma allo stesso tempo si costruiscono apparecchi che per il loro basso costo non durano nemmeno per i due anni di garanzia anche facendone un uso ridotto. E una volta rotti, proprio per contenere i costi, non si tengono pezzi di ricambio e si butta via tutto alla faccia delle discariche e dell'inquinamento! E magari qualcuno ti dirà che la sintonia analogica non dura niente mentre quella digitale... Certamente la sintonia analogica è più soggetta all'usura a causa della sua meccanicità, ma è anche vero che se la facessero costare un pochino in più durerebbe per tanti anni. Ho un sintonizzatore con sintonia analogica del 1982 che, soprattutto nei primi anni e in occasione di amori andati a vuoto, gli ho fatto fare tanti di quei giri... Non pretendo che un radioregistratore duri così tanto, ma almeno cinque o sei anni sarebbe logico che durasse. Visto che il negozio non trattava più Grundig, con altri 15 euro mi hanno dato un radioregistratore Sony con sintonia digitale molto selettiva. E' provvisto di memorie in cui è bene memorizzare non solo le radio che più interessano ma anche punti strategici della sintonia oppure lasciarne qualcuna di vuota in modo d'avere dei punti di riferimento per noi che non vediamo. Per fortuna è possibile continuare ad avanzare nella sintonia dal punto in cui si trova la memoria facilitando così l'accesso alle emittenti non memorizzate che si trovano in mezzo tra quelle memorizzate. Le memorie sono particolarmente comode in onde medie dove a causa dei disturbi serali è difficile ritrovare una determinata frequenza soprattutto se estera. Certo è che se porto questo radioregistratore a Roma, dovrò riscrivere tutte le memorie alla faccia della portatilità! Non nego comunque certi vantaggi di questo tipo di sintonia anche se quella analogica ben fatta rimane comunque la mia preferita pur essendo fuori moda.

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Script Jaws per Sonar 8.5

Da qualche mese si possono scaricare da:
www.jsonar.org
basta andare nella sezione download e non ho capito perché non mi lascia salvare nei preferiti il link diretto. Apparentemente sembrano solo in inglese ma una volta aperto il file noterai la cartella langs con la messaggistica per altre lingue, peccato che manchi l'italiano! Purtroppo una parte di ciechi italiani ha una mentalità assai più ristretta ed egoista rispetto ai non vedenti che vivono all'estero dove non si fanno tanti misteri per degli script Jaws ma anzi si mettono a disposizione di tutti anche i sorgenti in modo che ognuno li possa tradurre nella propria lingua ed eventualmente anche modificare in base alle proprie esigenze. Anche qui da noi c'è chi traduce script dall'inglese ma certe traduzioni vengono date solo a pochi eletti e quando, al contrario, vengono pubblicate nei siti per orbi, non si fornisce il sorgente contravvenendo così alla volontà originale dell'autore ed attuando il metodo della sudditanza nei confronti di altri non vedenti che dovranno elemosinare anche una piccola modifica a chi si è degnato di darti gli script solo in formato binario. In fin dei conti, se avessi i sorgenti e non fossi capace di fare una determinata modifica, potrei sempre farla fare ad un tecnico pagando la manodopera. Se l'autore avesse voluto tenere per sé gli script, di certo non li avrebbe pubblicati in internet con i sorgenti. So benissimo che per tradurre degli script per Jaws una semplice traduzione non basta ma bisogna conoscere anche un po' il linguaggio degli script e le funzioni del programma a cui sono destinati e quindi tanto di cappello a chi lo sa fare. Ma sarebbe ora che certi ciechi che sanno fare queste cose si spogliassero un pochino, dico solo un pochino, di tanta superbia ed altezzosità.

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Sanità solo per chi paga e bluetooth da 250 euro

Il 27 gennaio scorso ero incazzato come una vipera. Dopo tanto mi era arrivata la barra braille che avevo mandato a riparare il 3 dicembre scorso e sarei dovuto essere contento, ma il fatto di dover pagare 250,00 euro per un bluetooth proprio non riuscivo a mandarlo giù. Attenzione: spero che le 250,00 euro siano comprensive di iva, da quanto incazzato ero non sono ancora riuscito a scannarizzare i fogli che accompagnavano la barra braille. Come se tutto ciò non bastasse, il display braille mi è tornato indietro con un pulsante un po' scassato che poi per fortuna sono riuscito a mettere quasi a posto e lo lascerò così perché mi scoccia doverlo inviare ancora col corriere. Un tempo era possibile andare nei negozi per ciechi per riparare le cose in giornata ma adesso se la prendono comoda! Sì, lo so, sono stato un coglione a non farmi fare il preventivo e sapevo che i negozi per ciechi erano cari, ma non avrei mai pensato che lo fossero fino al punto di far pagare un bluetooth 250,00 euro. Per giustificare il prezzo, un amico supponeva che avessero cambiato la scheda madre dell'apparecchio perché in quella vecchia non era possibile aggiungere il bluetooth ma non è così. Ci siamo informati direttamente alla ditta costruttrice la quale ci ha confermato che anche in quelle più vecchie basta aggiungere un semplice modulo. Mi sono anche informato da un tecnico locale il quale non ha mai incontrato bluetooth così cari! Tornando al 27 gennaio, giorno della memoria sia per i misfatti dell'umanità e, senza mancare di rispetto ma con un po' di ironia anche per i soldi che ho speso, ciò che mi dava fastidio non era la somma in sé ma l'ingiustizia che con essa si faceva. Possibile che i negozi per ciechi continuino da anni a fare il bello e cattivo tempo come vogliono senza che nessuno lo faccia mai notare? E possibile che noi orbi non siamo capaci di ribellarci a queste cose? Come? Beh, innanzitutto facendole conoscere il più possibile all'esterno. Continuare a chiaccherare solo ed esclusivamente tra noi non serve a niente. Una delle prime cose che ho fatto quel 27 gennaio, è stata quella di spedire un messaggio su questo argomento ad un gruppo di persone vedenti. Magari non l'hanno letto perché se ne fregano, però almeno ho provato a fare qualcosa. Quando hai la documentazione in mano non devi aver paura di dire le cose come stanno nemeno davanti al presidente della repubblica. A metà pomeriggio di quel giorno mi telefona Maria, parlava in modo un po' sconnesso e agitato e io non ero nello stato d'animo migliore per ascoltarla ma a volte i problemi degli altri sono più grossi di quelli che stiamo vivendo noi visto che ad un certo punto mi dice: "Matthieu, un infermiere che fa volontariato in Congo, è stato picchiato e deve essere operato ma ci vogliono circa mille e cinquecento dollari per l'operazione. Lì per essere operati bisogna pagare, altrimenti non ti fanno niente. Devo confermare l'operazione per questa sera, mi dai una mano mandandomi qualcosa?" Ovviamente quelle riportate non sono le parole esatte, non registro le telefonate, ma il succo è quello. Era molto agitata perché assai legata a Matthieu per aver fatto anni di volontariato insieme e forse anche perché francese come lei. Di soldi ne avevo spesi già tanti, ma come fare a dire di no di fronte ad una persona che chiede aiuto per tentare di salvare una vita? Tenendo presente che a donare ci sarebbero state anche altre persone, ho promesso l'invio di 250 euro, l'equivalente del bluetooth.
Nota importante: di solito non faccio pubblicità alla beneficenza che faccio e tanto meno rendo note le somme spese per essa. Ma nella vita ci sono anche le eccezioni e se questa volta l'ho fatto è per far capire a chi diceva al sottoscritto di non poter dare, che ne so? nemmeno 15 euro per l'africa perché altrimenti qui tra un po' andremo tutti a carità, è per dire pubblicamente che tale affermazione è un'autentica stronzata. Di certo uno non va in rovina per 10 o 15 euro che dona, se poi non lo vuol fare per altri motivi quello è un altro discorso ma, per favore, si dicano le cose come stanno e non si tirino fuori discorsi assurdi.
Forse qualcuno si starà chiedendo cos'hanno in comune il prezzo astronomico del bluetooth per la barra braille e i problemi del Congo. Se non l'ha ancora capito glielo spiego subito. Ad accumunarli non è soltanto il giorno e gli euro spesi e donati, è un principio malsano, orrendo, schifoso e stramaledetto presente nell'uomo fin dalle sue origini: quello di approfittare di certe situazioni per guadagnare a più non posso. Anche se per motivi diversi, si tratta sempre di qualcuno che, avendo il monopolio di una determinata cosa ed avendo il potere per agire come crede, può fare il prezzo che vuole. Verso sera di quel 27 gennaio mi sono anche un po' rasserenato perché alla fine mi sono detto: massì, in fin dei conti qui dobbiamo pagare un casino per un bluetooth ma tutto sommato, anche se con tanti problemi, un prontosoccorso ancora c'è e non si rischia la pelle solo per non poter pagare un'operazione. In fin dei conti siamo ancora messi bene.
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