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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Appunti sulle schede audio
Nota del 2015: se per molti aspetti questo articolo è adatto a chi non vede, è altrettanto vero che oltre a trovarvi informazioni utili, la persona vedente potrà rendersi conto di quali siano le difficoltà per chi non può vedere le figure. Quello che non ho scritto, sono le prove che un non vedente deve fare per accertarsi d'aver interpretato bene il manuale (naturalmente sto parlando di quei non vedenti che, come me, cercano di fare le cose da soli sia per sano orgoglio ma anche perché non è semplice trovare chi ti dà una mano.
Trafficando un po' con le schede audio e parlando con alcune persone dei
problemi di tale componente, ho notato che esistono degli standard anche in
questo campo come abbiamo visto esistere nelle schede madri; non so se ciò sia
una cosa voluta o meno, fatto sta che per chi come noi non vede le figure,
questo è un vantaggio; attenzione però alle eccezioni e al fatto che non ho
guardato cinquanta modelli di schede audio. Quelli che trovi di seguito sono
degli appunti; dirò anche le cose che non ho capito sperando che qualcuno ne
sappia più di me e che magari le metta a disposizione di altri.
Scheda audio integrata
Ho notato che più di una scheda audio integrata
nella scheda madre ha il seguente standard per quel che riguarda le connessioni esterne. Guardando il computer dal retro e partendo da sinistra verso
destra trovi:
1: microfono (ingresso mono),
2: uscita stereo per altoparlanti,
3: ingresso linea stereo.
Le prese jack appena viste possono accogliere una spina maschio da 3,5 mm;
hanno colorazione diversa e proprio per questo, se stai lavorando con un
vedente, puoi cadere in un errore; il colore del jack e del filo degli altoparlanti potrebbe non avere nulla a che fare con la colorazione dei jack della
scheda; il vedente tenderà a mettere i fili nella presa con lo stesso colore
che potrebbe non corrispondere anche perché magari le casse sono di marca
diversa. La scheda integrata può avere uscite digitali e la porta midi/joystick montate su lamierini da posizionare in corrispondenza degli slot del pc.
Ovviamente, le prese interne di queste schede sono sulla scheda madre del pc
ma non ti so dire se ci sia un qualche standard per quel che riguarda la loro
disposizione e il loro numero. Pur esistendo, non ho mai visto un'unità audio
per scheda audio integrata e quindi non ti so dire se esista un qualche standard per quel che riguarda le connessioni, caso mai fammi sapere.
Nota del 2015: rispetto a quella descritta, nel frattempo, (e orse anche all'epoca), le schede integrate si sono evolute con più prese che comunque vedremo nei prossimi numeri.
Creative Audigy 2 platinum con riferimenti alla live del '99
Questa scheda audio della Creative è un po' complessa ma proprio per
questo ci serve come base per le nostre considerazioni. Il modello platinum
comprende anche un'unità audio, cosa che non c'è nella audigy 2 semplice. Nel
manuale le prese sono numerate; per quanto riguarda la scheda seguiremo tale
numerazione, non ne terremo conto invece per l'unità audio perché in quel caso
è fatta in un modo poco adatto a chi non vede. Il manuale inizia la numerazione delle prese della scheda partendo da quelle esterne; guardando il computer
dal retro e partendo da sinistra abbiamo le connessioni seguenti:
1: sb1394 (porta ieee1394),
2: uscita per altoparlanti da anteriore a posteriore centrale (vedi note dopo
l'elenco),
3: uscita per altoparlanti posteriori,
4: uscita per altoparlanti anteriori e cuffie,
5: ingresso mono per microfono,
6: ingresso linea stereo,
7: spdif, uscita digitale.
Note: spesso si sente parlare di schede audio con sistema di altoparlanti 2.1,
4.1, 5.1, 6.1 e 7.1 (speriamo che da gennaio scorso non ne abbiano aggiunti
altri ad arricchire la fiera dell'inutilità). La mia scheda audigy 2 platinum
supporta un sistema di altoparlanti 6.1 ma durante l'acquisto del gennaio 2004
ho saputo che era in arrivo il modello con sistema di altoparlanti 7.1; vediamo di dare un significato a questi numeri. 2.1 significa avere due altoparlanti più un subwoofer per i bassi; 4.1 significa avere due altoparlanti da
posizionare a sinistra e a destra del punto di ascolto, due da mettere dietro
il punto d'ascolto (uno a sinistra e l'altro a destra), più il subwoofer da
posizionare sul pavimento in un angolo. Per maggiori informazioni su questo
tipo di casse e un loro uso alternativo vedi il numero 32 di Fuori serie. Non
ho mai avuto tra le mani sistemi di altoparlanti 5.1 o superiori ma presumo
siano costituiti da un subwoofer più il numero di satelliti adeguato alla
sigla. In fase di installazione della audigy 2 puoi scegliere il sistema di
altoparlanti, l'unico che non ho provato è il 5.1; con il 6.1 funzionano tutte
le prese ma, quella corrispondente al numero 2 del manuale, cioè quella subito
dopo la sb1394 che è la 1, butta fuori un segnale che se colleghi delle casse
o un paio di cuffie tradizionali andrà solo su un canale; del resto è normale
perché, come vedi dall'elenco, tale presa serve per un segnale centrale ante-
riore e posteriore. Se invece hai installato un sistema di altoparlanti 4.1,
saranno funzionanti le uscite con numero 3 e 4 dell'elenco visto sopra; la 3
serve per gli altoparlanti posteriori ma, se ci colleghi un paio di casse
tradizionali o delle cuffie, funzionerà ugualmente anche se il suono sarà un
po' più chiuso, un po' "arretrato". Al contrario, nella vecchia live del 99 il
suono che esce dall'analoga presa è identico, almeno per default. Per sapere
esattamente come stanno le cose bisognerebbe poter utilizzare il mixer surround che permette una maggiore regolazione della scheda rispetto al mixer di
windows (l'unico che possiamo usare correttamente con jaws). Nel caso della
audigy 2, (ma potrebbe essere lo stesso anche nella vecchia live), il mixer
della scheda permette di variare l'equalizzazione dei vari altoparlanti; il
mixer di windows permette invece di regolare solo gli alti e i bassi di tutte
le uscite contemporaneamente. Alla presa numero 4 del manuale collegherai le
casse tradizionali, non è necessario che tu abbia il subwoofer a tutti i costi
come del resto non sei obbligato ad utilizzare le altre uscite viste prima.
Per quanto riguarda la presa del microfono, nelle specifiche tecniche della
audigy 2 si dice che è costituita da un jack stereo per ingresso microfono
mono. Che senso ha? Siccome sono peggio di San Tommaso, ho preso un cavo
costituito da un jack stereo da una parte e dall'altra due spine rca. Una
volta collegato alla presa microfonica e regolato il volume, ho messo un dito
sulle prese rca rimaste libere e dal rumore, ho constatato che il segnale in
realtà entra da una sola spina; quindi, o il jack femmina della scheda è mono,
oppure è stereo ma ne è stata collegata solo una parte. Nel fare queste operazioni empiriche, ti raccomando di tenere i volumi bassi sia per quanto riguarda l'ingresso che le uscite dei dispositivi in modo da non sgangherare le
casse o qualche altra cosa solo per fare una prova. Per quanto riguarda
l'uscita digitale vista nell'elenco, per usarla non è necessario che tu acquisti dei cavi costosi, puoi fare o far fare il cavo anche con un vecchio spezzone di filo. Se hai un vecchio cavo a piattina di filo schermato che non ti
serve più, dividilo in modo d'avere un cavo con un filo centrale e la calza di
rame. Per chi non lo sapesse, un cavo schermato è costituito da: un filo
sottile di rame rivestito, una "calza" di rame all'esterno del rivestimento
appena visto, e un ulteriore rivestimento che ricopre il tutto. Lascia perdere
chi ti dirà che ci vogliono cavi altamente professionali e le solite chiacchiere; l'elettronica non è un qualcosa di magico, è una scienza con delle
leggi ben precise che non hanno nulla a che vedere con la magia e, proprio per
questo, è accessibile a tutti. Se ad esempio vuoi collegare l'uscita digitale
ad un registratore minidisc da rac, ti basterà un jack mono da 3,5 mm e una
spina rca di quelle comunemente utilizzate negli amplificatori hi fi. A queste
spine verrà collegato il conduttore centrale del cavo schermato in punta del
jack mentre la calza sarà collegata a massa. Non preoccuparti della lunghezza
del cavo, ne ho provato uno lungo 6 metri fatto con un comune filo schermato e
funziona benissimo; ma senza arrivare a questi estremi, non è proprio il caso
di preoccuparsi per mezzo metro in più come vorrebbero certi venditori. Ma tu
pensi che in una sala di incisione si usino sempre cavi corti? Ti faccio
notare che dall'analoga uscita digitale jack della vecchia live del 1999 non
uscivano tutti i segnali della scheda; era escluso, ad esempio, il cd audio
collegato in modo analogico. La stessa cosa capitava con le uscite digitali
dell'unità audio di tale scheda. Per il momento non ho trovato invece alcuna
limitazione del genere nella audigy 2. Le specifiche tecniche riportate nel
manuale della audigy 2 platinum parlano di un jack da 3,5 mm con quattro poli;
non ho mai visto un jack del genere e non mi è chiaro a quale presa si riferisca, sembrerebbe addirittura a quello dell'uscita digitale che, oltretutto,
dovrebbe poter pilotare anche degli altoparlanti ma... D'altra parte, il
manuale a volte parla di altoparlanti digitali; al massimo ci può essere un
amplificatore per altoparlanti con ingresso digitale, ma l'uscita di tale
amplificatore e gli altoparlanti ad essa collegati dovranno essere per forza
analogici. Forse con qualche esperimento genetico nell'anno 3000 fabbricheranno un uomo con le orecchie digitali, ma fin che il buon Dio ci lascia le
nostre amate orecchie, un altoparlante sarà sempre analogico; ci sarà sempre
una membrana che, opportunamente sollecitata, vibra e fa vibbrare l'aria
circostante in modo da permetterci di sentire i suoni. Il manuale della scheda
audigy 2 platinum continua la sua numerazione delle prese passando a quelle
interne e quindi proseguiremo con la numero 8 che è la prima a partire dal
lamierino della scheda andando poi verso l'interno del pc come segue:
8: modem, (presa di tipo molex a 4 pin),
9: cd audio in modo analogico, (presa molex a 4 pin),
10: aux, sintonizzatore o altro dispositivo analogico interno al pc,(presa
molex a 4 pin),
11: presa per collegare la porta sb1394 dell'unità audio alla scheda,
12: spdif, cd audio in modo digitale, (presa molex a 2 pin);
queste erano quelle sul bordo della scheda, la numerazione prosegue con le
ultime due prese che si trovano in altre posizioni della scheda e sono:
13: midi/joystick,
14: estensione audio (per collegare l'unità audio).
Se ben ricordi, nel numero 43 dicevo di non aver capito bene a cosa serviva
una certa presa; come vedi è quella che collega la porta sb1394 dell'unità
audio con la scheda principale. Il collegamento avviene tramite un cavo rotondo ma con una presa uguale a quelle usate con i cavi a piattina da 10-1 pin. Se hai acquistato una audigy
2 senza l'unità audio, dovresti avere comunque la presa sb1394 (quella interna
alla scheda) e il connettore per l'estensione audio. Infatti, assieme al
manuale della audigy 2 platinum viene dato anche quello della audigy 2; in
quest'ultimo la presa sb1394 viene segnata con un asterisco e quella
dell'estensione audio viene nominata come un connettore per un possibile
aggiornamento della scheda. Non ti so dire invece come sia la faccenda con le
vecchie live senza unità audio. La sigla spdif, che a volte viene scritta con
s/pdif, significa Soni philips digital interface; l'input o l'output di questa
interfaccia può avvenire tramite prese diverse come quella ottica, quella
quassiale (rca), un jack da 3,5 mm, una presa molex a 2 pin; insomma il formato della presa non ha nulla a che vedere con il nome dell'interfaccia. Se
confrontiamo le connessioni esterne ed interne della audigy 2 con la vecchia
live del 1999, possiamo notare un certo standard; per quel che riguarda le
prese esterne della live, mettendo la presa midi al posto della sb1394 e
togliendo il primo jack per gli altoparlanti (presa 2), avremo la stessa
disposizione delle connessioni della audigy 2. Per quelle interne della live,
basterà togliere la sb1394 e la presa midi/joystick per avere la stessa configurazione della audigy 2. Questo è un notevole vantaggio per chi non può
vedere le figure. Non ho avuto modo di analizzare la scheda audigy 1, della
quale ho visto solo l'unità audio, di cui mi ricordo bene le prese esterne che
erano identiche all'unità audio della audigy 2. Non ho mai analizzato invece
le schede audigy per usb. Le prese e i comandi dell'unità audio di una audigy
2 sono disposte su due righe come segue:
Prima riga in alto sul frontale da sinistra verso destra:
1: ingresso digitale quassiale (rca) spdif,
2: ingresso digiale spdif per cavo ottico,
3: uscita digitale spdif per cavo ottico,
4: ingresso analogico (con due prese rca),
5: ricevitore infrarossi del telecomando.
Seconda riga:
1: uscita digitale spdif con presa quassiale (rca),
2: uscita cuffia,
3: volume cuffia,
4: linea in entrata 2/mic 2,
5: volume della presa precedente,
6: ingresso midi con presa mini din,
7: uscita midi con presa mini din,
8: sb1394.
Se facciamo un confronto con l'unità audio della vecchia live, che veniva
chiamata live drive, possiamo notare che la configurazione è quasi identica.
Al posto del ricevitore ad infrarossi c'è uno spazio vuoto, non c'è la sb1394
ma lo spazio viene ugualmente occupato perché le prese midi sono di tipo din e
non mini din come nell'unità audio della audigy 2. Internamente l'unità audio
della audigy 2 ha solo due prese: quella per collegarla alla scheda e quella
per la sb1394, non ci si può sbagliare. La vecchia live drive ne aveva di più;
purtroppo, pur avendomi fatto dare un'occhiata al manuale e pur avendo guardato le connessioni del manuale in linea, non ti so dire a cosa servono tutte le
prese, ci guarderò ancora andando per esclusione perché il manuale è fatto per
chi vede le figure. Guardando il computer dal retro (e quindi la live drive
dal retro), il connettore per collegarla alla scheda è quello a sinistra verso
il bordo. C'è poi un altro connettore che serve a collegare un cavo terminante
con una presa rotonda a 9 pin montata su un lamierino da pc che ti andava ad
occupare l'uscita di uno slot; su questo cavo ho avuto spiegazioni discordanti, non sempre basta vederci per sapere le cose. Però, vista la presa strana
con cui termina, non ho mai trovato niente da collegarci pur avendo cercato in
qualche negozio un qualche accessorio o qualche spiegazione; se ne sai qualcosa fammi sapere. Alla fine l'ho tolta perché mi rompeva le scatole. Ci sono
poi altri connettori interni alla live drive che non so a che cosa servono.
Regolare le schede audio
L'ideale sarebbe poter usare il mixer della scheda audio
in uso ma... Usiamo quello di windows stramaledetto che si trova in: Programmi, Accessori, Svago, Controllo volume. Dei problemi di questo mixer ho
già un po' parlato in vecchi numeri; con le ultime versioni di jaws le cose
sono migliorate con la vecchia live ma non tanto con la audigy 2. Non ti so
dire come si comporta il mixer di windows xp, fammi sapere. Prima di usare il
mixer tieni presente che i nomi delle singole regolazioni possono cambiare da
modello a modello di scheda audio e da marca a marca; tieni anche presente che
su un cursore possono essere raggruppati più ingressi o più uscite a seconda
della scheda in uso. Dai una ditata sul tasto invio per entrare in controllo
volume nella posizione vista sopra. Per default il programma ti fa regolare il
volume e il bilanciamento di riproduzione che non ha nulla a che fare con la
registrazione a meno che in quest'ultima non sia stata attivata la voce "Cosa
si sente" o "Quel che senti" (a seconda dei modelli di scheda). Insomma, per
default tu regoli il volume dei singoli segnali che andranno alle casse e non
necessariamente ad un file, salvo l'eccezione scritta sopra.
Nota del 2015: per chi ha usato i mixer reali degli anni '80, l'eccezione scritta sopra è l'equivalente delle uscite somma , ossia quelle uscite che portavano fuori dal mixer qualsiasi segnale fosse passato atraverso di esso.
Se ti sposti con Tab avrai varie voci; sono intuitive e non te le dico; è altrettanto intuitivo
quando il controllo regola il bilanciamento e quando il volume o quando puoi
attivare e disattivare con spazio un dispositivo. Le frecce muovono di un
numero alla volta il volume o il bilanciamento, mentre pagina su e giù lo
spostano di più. Se passeggiando con tab senti che alcuni dispositivi non ti
vengono recitati oppure noti che ti mancano delle voci, non cominciare a
bestemmiare, leggi quanto scritto di seguito. Nel caso della audigy 2 platinum
ho notato che nella regolazione del volume di riproduzione di alcuni dispositivi non ne viene recitato il nome quando sullo schermo ci sono tante voci.
Per diminuire le voci del mixer sullo schermo o per visualizzare quelle che
mancano fai così: premi Alt, scendi con la freccia e vai su Proprietà e dai
uno schiaffo al tasto Invio, ti raccomando, dallo pianino, per carità! Ti
viene detto quale periferica mixer stai usando, a noi non ce ne frega un tubo;
premi Tab; avrai tre pulsanti radio, il primo è la riproduzione che stiamo
usando, il secondo è la registrazione, il terzo, Altro, non viene usato nelle
schede Creative (almeno in quelle che ho provato); viene invece utilizzato
dalle schede audio integrate e, se non ricordo male, dovrebbe far regolare gli
ingressi "voce", credo il microfono e il telefono. Premi ancora tab; adesso
sei in un elenco che puoi scorrere con le frecce e attivare o disattivare un
elemento con lo spazio. Il numero di elementi varia da modello a modello;
nella audigy 2 a volte non si riesce ad attivare o disattivare un elemento con
la barra spaziatrice, lo devi fare con Ctrl+spazio. In questi casi sulla barra
braille non hai il simbolo di attivato e disattivato come normalmente succede
con le ultime versioni di jaws. Il malfunzionamento si verifica qualche volta
e non so da cosa dipenda. Disattivare uno o più elementi da questo elenco non
significa spegnere il dispositivo in oggetto, vuol dire disattivarne la visualizzazione sul mixer e quindi per il momento non poterlo regolare. Se ad
esempio dall'elenco in proprietà disattivi il microfono ma questo l'avevi
regolato ad un volume abbastanza alto e attivato nel mixer, potrai continuare
a chiaccherare davanti al tuo microfono ma non potrai regolarne il volume. Se
hai il problema di visualizzazione visto sopra, prova ad attivare pochi elementi in questo elenco, gli altri, se ti servono, li aggiungerai in seguito;
non è detto che per default vengano visualizzati sul mixer tutti gli elementi,
quindi magari dovrai attivarne qualcuno che non era mai stato attivo
nell'elenco delle proprietà. Per ritornare al mixer basta premere tab e lo
spazio su Ok. Se avessimo selezionato il pulsante radio che riguarda la registrazione, avremmo avuto un elenco di dispositivi da regolare analogo a quello
visto prima salvo che il numero di elementi potrebbe essere diverso. Questo
succede perché alcuni ingressi possono essere raggruppati su un unico cursore
e il loro raggruppamento può essere diverso per quel che riguarda la riproduzione e la registrazione. Le cose cambiano da modello a modello. Cliccando poi
su ok, regoleremo la parte di mixer dedicata alla registrazione. Noterai che
non è possibile attivare più di un elemento; quando attivi un dispositivo, ad
esempio il microfono, automaticamente si disattiva quello precedentemente
attivato. Non tutti i dispositivi hanno sempre il bilanciamento. Se attivi la
registrazione da "Cosa si sente" o da "Quel che senti", potrai registrare
tutto ciò che va alle casse senza dover regolare gli altri dispositivi di
registrazione; una volta regolato il volume di registrazione di "Quel che
senti" e premuto la barra spaziatrice sull'apposito pulsante per attivare il
dispositivo, saranno i volumi di riproduzione a determinare la quantità di
segnale che registrerai. Questo può essere un vantaggio soprattutto per chi ci
vede; nel nostro caso, visto che usiamo la sintesi, essa verrà registrata in
un file qualora si prema un tasto facendola parlare anche quando stiamo registrando, ad esempio, segnali provenienti dall'ingresso linea. Se attiviamo
invece un singolo dispositivo nella parte di mixer dedicata alla registrazione, ad esempio microfono, possiamo regolare quest'ultimo a un volume piuttosto
alto in modo da poterci parlare ad una certa distanza; nella parte di mixer
dedicata alla riproduzione, metteremo invece il microfono ad un volume piuttosto basso in modo che le casse non fischino permettendoci comunque di monitorare il segnale in ingresso. Attenzione ai nomi. Oltre al fatto che ogni marca
e modello può avere nomi leggermente differenti per un uguale dispositivo, per
chi comincia ad occuparsi di queste cose non è sempre facile capire subito
cosa sta regolando, vediamo il perché con qualche esempio. La presa 8 dedicata
al modem della scheda presa in esame in questo articolo, nel mixer viene
chiamata tad; nella vecchia live platinum veniva chiamata tad-in. Non ho mai
collegato un modem a questa presa che presumo sia per quelli interni e che
faccia da segreteria telefonica visto che nei manuali si dice che ha un input
e un output e in quello della vecchia live platinum si parla appunto di segreteria telefonica; se vuoi provarla in un modo un po' empirico pur non avendo
un modem adatto allo scopo fai così: alla presa 8 collega l'uscita analogica
del lettore cd o masterizzatore; nel mixer metti il dispositivo tad o tad-in
piuttosto basso perché, a causa dell'impedenza, altrimenti distorce tutto;
basterà un 20 30 per cento di volume. Il segnale che uscirà dalle casse sarà
mono anche se hai messo un cd con segnali stereo nel lettore, ma che ti frega?
Intanto sai che la presa funziona (almeno in un senso). La presa 10, aux, nel
mixer viene chiamata ausiliario e quasi sicuramente non ti serve; in realtà
potresti collegarci anche un lettore cd o un masterizzatore, solo che dovrai
poi ricordarti che nel mixer il nome ausiliario corrisponde al cd. Nell'elenco
che abbiamo visto in proprietà del mixer, i dispositivi vengono sempre scritti
per esteso come ad esempio linea in entrata 2/mic 2. Questa è la presa jack
dell'unità audio che permette un ingresso stereo quando il potenziometro
accanto ad essa è regolato in senso antiorario fino a sentire una tacca come
una vecchia radiolina spenta; avrà invece un ingresso mono con volume regolabile adatto ad un microfono non appena si gira il potenziometro in senso
orario. Questa voce nel mixer vero e proprio viene chiamata solo linea in
entrata e la puoi confondere con la linea in entrata della scheda; devi solo
provare per vedere quale stai regolando ed eventualmente disattivare dalla
visualizzazione quella che non ti serve. Nella audigy 2 vengono analogamente
tagliati anche altri nomi. Oltre ai controlli del mixer visti in precedenza,
potresti avere l'opportunità di attivare e disattivare dei controlli avanzati.
Questi, che possono essere più di uno e che, per entrarci dovrai cliccare
sempre su avanzate posto però in posizioni diverse del mixer, possono essere
sia nella sezione di registrazione che di riproduzione. Praticamente il contenuto di Avanzate cambia a seconda del punto del mixer in cui lo incontri. Esso
riguarda il guadagno del microfono, l'opportunità di attivare una o più uscite
digitali, e, nel caso ad esempio della live platinuum del 1999, decidere se
usare l'ingresso digitale ottico o quelli rca di tipo analogico dell'unità
audio che erano in un unico cursore. Questo raggruppamento è stato tolto nella
audigy 2 dove l'ingresso digitale ottico e quello quassiale sono sempre chiamati spdif in un unico cursore. Se colleghiamo all'ingresso dell'unità audio
sia il cavo ottico che il quassiale, a prevalere sarà quest'ultimo; i segnali
di quello ottico saranno ignorati. L'ingresso analogico rca dell'unità audio è
chiamato ausiliario 2. Non so perché ma nella audigy 2 il controllo wave/mp3
viene ripetuto due volte nel mixer; è del tutto indifferente regolare il primo
o il secondo, forse con il mixer surround si potrà regolare questi controlli
in modo indipendente, ma...... Attenzione anche al raggruppamento della scheda
sorgente dedicata agli effetti audio in audiohq. Come abbiamo visto nel numero
37 di Fuori serie nell'articolo dedicato agli effetti audio, con la live
platinum non era possibile selezionare effetti diversi per quel che riguarda
l'ingresso microfono e l'ingresso linea della scheda vera e propria perché
raggruppati assieme. Questo non succede nella audigy 2; ci sono altre differenze per quel che riguarda gli effetti ma la base rimane quella spiegata nel
numero 37; eventualmente ne parlerò nei prossimi numeri, per il momento non ne
so abbastanza. Sempre in audiohq della audigy 2 puoi variare la frequenza di
campionamento dell'uscita digitale portandola addirittura a 96 k; però, sembra
che apparecchi domestici come il minidisc o il cd recorder non la vogliano e
nemmeno il registratore dat professionale Teach Tascam da-40. Ma devo approfondire
meglio la questione come del resto per le altre regolazioni per quel che
riguarda il digitale. Per regolarsi con i volumi un trucco è quello di avere
cose ben fatte provenienti da altri o dei cd originali e fare delle prove. La
sintesi può essere un punto di riferimento.
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I nemici della libertà e della creatività, seconda parte
Se fatto onestamente, ogni lavoro è dignitoso e rispettabile, non importa se
si tratta di un'attività umile. Il lavoro serve per guadagnare i soldi per te
e per il sostentamento della tua famiglia. Ciò nonostante, per motivi che
esulano da questo articolo, non sempre si ha la possibilità e la fortuna di
avere un lavoro creativo o comunque abbastanza creativo. Certi lavori non lo
sono per niente e quindi, se ti trovi in questa situazione, è importante avere
qualche altra attività al di fuori del lavoro; una o più attività al di fuori
del lavoro non ti servono per scopi di lucro e nemmeno per passatempo; servono
invece a mantenerti vivo. Uno dei lavori che a mio avviso come creatività non
dà nulla è quello del centralinista svolto da molti non vedenti. Non sto
biasimando nessuno per questa scelta, ci mancherebbe! Anzi, per certi aspetti
apprezzo chi fa questo mestiere perché riesce a svolgerlo ugualmente anche se,
proprio per le mancate soddisfazioni dal punto di vista creativo, alla fine
risulta stressante e monotono soprattutto in quei posti dove ci sono ancora
molte chiamate. A causa di quanto appena detto, non sono d'accordo con quelle
persone che svolgono solo l'attività di centralinista. Fermo restando che sono
libere di continuare a svolgere la loro vita come credono, io ti racconto una
storia vera con la quale poi faremo alcune riflessioni sulla libertà e la
creatività. Attenzione però: non la racconto per giudicare qualcuno, cioè per
dire guarda quello lì, io sono migliore di lui; non è questo il punto; lo
faccio perché quando si parla di qualcosa è giusto farlo basandosi su dati
concreti e non su teorie che lasciano il tempo che trovano. Ovviamente, quello
che dirò poi, non si basa solo su questa storia ma su tutta la mia esperienza
che, per quanto ristretta possa essere, è comunque un'esperienza. Un centralinista comincia a lavorare nel 1980. Era una persona abbastanza creativa, forse
con qualche pregiudizio che lo limitava nella libertà, ma in fondo chi non ne
ha? Era, anche se un po' a modo suo, una persona abbastanza gioviale, un po'
rude ma in fondo generosa. All'epoca non aveva molti soldi, anzi, tutt'altro,
ma quando si andava al bar, a pagare era sempre lui. Non so dirti per quale
motivo, forse bisognerebbe chiederglielo, ammesso che lo sappia; tuttavia, a
mano a mano che la sua attività di centralinista continuava, le sue attività
esterne al lavoro diminuivano. Aumentava invece la sua sete di soldi, la
voglia di accumulare. Probabilmente in lui questa tendenza c'era anche prima,
però forse è anche il lavoro stesso che ti porta a cadere in quel terribile
ingranaggio. Probabilmente, non avendo soddisfazione per l'attività svolta, ci
si aggrappa a qualcosa che apparentemente la può dare e cioè l'accumulo di
soldi o di beni in generale. Così, ad eccezione dei giorni di festa, le ferie
e l'ascolto di qualche sporadico concerto, la sua vita scorreva con casa-
centralino, casa-centralino, casa-centralino. Nel tempo libero non svolgeva
nessuna attività (nemmeno quella di leggere un libro) ad eccezione di quella
di passeggiare avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro come
quando eravamo in collegio e sembravamo quasi dei condannati a morte che
girano per una cella nel braccio della morte di un penitenziario della Virginia. Tuttavia, se gli veniva ordinato, faceva qualche lavoro, ma solo se glielo si ordinava, esattamente come i robot descritti da Asimov, con la differenza che quelli, quando non lavoravano, se ne stavano buoni in una nicchia e non
facevano venire la depressione a forza di vedere uno che va avanti e indietro,
avanti e indietro, avanti e indietro come un'anima in pena. Vorrei far notare
che se anche qualche volta faceva un lavoretto, in realtà di sua iniziativa
non faceva un tubo e che, anche in questo caso, si comportava peggio dei robot
di Asimov perché questi ultimi, dopo un certo periodo, hanno cominciato a
prendere decisioni proprie anche se legate dalle famose tre leggi della robotica. Ma torniamo con i piedi per terra e lasciamo perdere la fantascienza per
dire che le cose sono andate avanti così fino al 1987 quando per fortuna ha acquistato un impianto hi fi un po' spinto anche
dal sottoscritto; almeno adesso avrebbe avuto qualche disco da ascoltare. Da
notare però che in quegli anni, se erano diminuite drasticamente le atività di
questa persona, erano aumentati drasticamente i soldi accumulati. Nonostante
il mutuo, ne aveva accumulati parecchi investendo in mille modi; chissà, forse
quando passeggiava avanti e indietro pensava al modo migliore per investire,
per accumulare, accumulare, di più, di più, di più, di più, di più, che palle!
A parte lo stereo e le altre sporadiche attività, la sua vita è andata avanti
così fino a metà anni 90 circa quando ha cambiato casa tenendo la vecchia
dalla quale ha ricavato l'affitto. Così altri soldi, altro accumulare, investire. Dopo qualche anno ha cambiato di nuovo casa e per un certo periodo ne
ha avute tre prendendo l'affitto di due. Ancora soldi, accumulare, soldi,
soldi, soldi, soldi, soldi, soldi, soldi, soldi, ma che due palle con questi
stramaledetti soldi! Con la nuova casa, dopo un po' è arrivato il televisore
che prima non aveva, completo di videoregistratore e decoder satellitare; lo
so che non è un avvenimento, ma lo diventa per chi non è abituato a spendere
ma solo ad investire. Infatti, nonostante avesse cambiato casa più volte, e
ovviamente anche per andare possibilmente in meglio come fanno tutti, il suo
motto era quello di cercare di arricchirsi traendo vantaggi da quelle situazioni (vedi affitti). Nel 2001 è avvenuta una grazia: un po' spinto dal sottoscritto anche questa volta, si è comprato un bellissimo strumento musicale; al
di là del valore commerciale e della bontà di questo oggetto, la grazia è
avvenuta perché finalmente ha cominciato a tirare fuori la sua creatività.
L'anno scorso ha acquistato un computer che non aveva mai avuto prima; non so
dirti se lo stia usando in maniera creativa o meno. Cosa ne pensi di questa
storia un po' banale ma, come vedremo, importante per la nostra riflessione?
Ognuno di noi nasce con determinati talenti; chi vuole essere cristiano non
solo a parole ma di fatto sa bene che nel Vangelo c'è scritto di raddoppiarli
e non di nasconderli. Tuttavia in questo articolo desidero far notare come
certi comportamenti non sono validi solo per chi crede o per la vita spirituale, lo sono anche per la vita strettamente materiale. Se ognuno di noi ha
determinati talenti è ovvio che ogni persona si senta maggiormente attratta e
maggiormente portata a compiere determinati lavori, determinate azioni eccetera. Ciò che a qualcuno dà soddisfazione, ad un altro può piacere poco o addirittura non piacergli del tutto. Tenendo presente quanto appena detto, ci sono
però dei parametri generali comuni ai vari tipi di talenti, ed è su questi che
ci soffermeremo. In linea generale, perché un'attività mi possa piacere e dare
soddisfazione la devo innanzitutto conoscere; non si può amare ciò che non si
conosce, quindi in questo caso il sentito dire è davvero inutile. Poi questa
attività mi deve far vedere dei risultati, magari piccoli o banali, ma qualcosa che mi dia un minimo di soddisfazione, un lavoro finito, una piccola gioia,
un po' di rilassamento, un qualcosa per cui io possa dire: "prima questo non
c'era e adesso c'è perché l'ho fatto io". Questo, sia chiaro, senza darsi
arie, ma per quel pizzico di sano orgoglio che ognuno di noi dovrebbe avere,
da non confondere con l'essere orgogliosi in senso negativo. Ad esempio, se io
faccio un lavoro banale come quello di attaccare i fili in una spina, alla
fine avrò un apparecchio funzionante visto che prima non lo era perché la
spina era scassata; sarò stato capace di attaccare i fili che, pur essendo una
cosa che non richiede chissà quale bravura, è comunque un lavoretto che richiede un minimo di impegno per poterlo fare bene. Ma l'importante è che al
termine vedo un qualcosa di finito. Certo, se dovessi attaccare spine tutto il
giorno alla fine diventerebbe monotono, ma rimarrebbe comunque un qualcosa di
finito. Al contrario, certi lavori come quello del centralinista, non danno
nemmeno quel poco visto sopra; chi lavora al centralino è un anello della
catena che congiunge l'ufficio con l'esterno; un anello di quelli che fanno
solo da tramite; non vedrà mai qualcosa di fatto, a meno che uno non si metta
a contare le chiamate ricevute in un giorno e si senta realizzato quando
arriva ad un determinato numero. Non prenderà decisioni, o per lo meno non
quelle importanti; se gli diranno di dire che il direttore non c'è, lo farà
peggio di un pappagallo anche se magari il signor direttore è nella stanza
accanto intento a palpare il culo alla segretaria stanca del proprio marito.
Ecco perché a mio avviso è importantissimo che uno abbia altre attività al di
là del centralino; pur continuando a respirare, non si può morire a vent'anni
sentendosi arrivati perché siamo entrati in un ufficio; ma soprattutto non si
può smettere di far lavorare il cervello a quell'età (e a mio avviso non è mai
l'ora di smettere) rinunciando alla creatività, non avendo più obiettivi da
raggiungere, senza più decidere ma solo eseguire meccanicamente ciò che sei
costretto a fare, trascinandoti dietro la vita come un fardello da riempire di
stupidaggini tanto perché il tempo passi magari stordendoti con l'alcol perché
passi più in fretta. Non è un caso che molti ciechi, quando si ritrovano fra
loro in certi raduni, si riempiano di mangiare come maiali e bevano come
spugne; chi ha una vita creativa e libera, chi ha una vita un po' felice non
sente la necessità di questi stordimenti.
Nota: una mattina mi telefona un
cieco e tra le varie cose più o meno mi dice: "oggi pomeriggio parto per
Tirrenia, dai, cazzo, vieni anche tu, così beviamo; domani mattina ci alziamo
con un mal di testa..."
Nota del 2015: a Tirrenia c'è un ritrovo per non vedenti, sì lo so, lo chiamano centro studi... magari ci sarà stato e ci sarà qualche convegno però in linea generale è un ritrovo per non vedenti che vanno in spiaggia, mangiano, bevono e scopano.
Hai capito che soddisfazione? Prima uno si stordisce con l'alcool e poi è addirittura contento d'avere il mal di testa così
resta stordito ancora un po'. Pensando invece al protagonista della storia
raccontata all'inizio, forse qualcuno dirà che non aveva smesso di avere
obiettivi perché i suoi erano i soldi e l'accumulo di beni; non sempre però
quelli che noi chiamiamo obiettivi sono veri obiettivi, ma su questo punto ci
soffermeremo dopo. Per il momento ti dico che quando una persona vive come
scritto sopra, a poco a poco diventa amorfa e insensibile anche nelle piccole
cose: Gli chiedi: "hai ancora fame"? Risposta: "ma, non so, massì dammi ancora
qualcosa". Prende da mangiare e lo ingurgita di un fiato senza nemmeno sentirne il sapore. Gli chiedi: "era buono"? Risposta: Ma, non so"! Oppure: "hai
voglia di fare un giro"? "non lo so, massì, è lo stesso"! Insomma, alla fine
non sceglierai più, sarai morto dentro con grande soddisfazione dei nostri
politici che ti possono sballottare dove vogliono e fare i loro sporchi interessi. Ma al di là della politica, ciò che conta è la tua vita. Quando vivi
per i soldi e l'accumulo di beni, reprimi tutto ciò che di spontaneo, di vero
e buono c'è in te perché sei schiavo di essi. Un'altro aspetto che desidero
sottolineare è la differenza tra lo svolgere un'attività e un passatempo. Un
passatempo è importante per svagarsi e per i contatti sociali che comporta;
rimane comunque un qualcosa di limitato nel senso che non ci impegna più di
tanto e non è necessariamente un qualcosa che ci faccia raggiungere chissà
quali obiettivi. Pensa ad esempio al fatto di fare delle partite a carte o di
andare a passeggio; cose utili e per certi aspetti anche importanti ma non
molto impegnative. Un'attività creativa è invece qualcosa che richiede impegno, che ti fa raggiungere degli obiettivi e che non è necessariamente fatta
per scopi di lucro. Spesso, chi ha un lavoro per nulla creativo, confonde le
cose tra passatempo e attività creativa; per queste persone si svolge un'attività solo quando si prendono soldi, il resto sono passatempi. Quando io ho
acquisito con lo scanner dei libri un po' difficili da correggere a causa
dell'argomento e quindi la cosa mi richiedeva un certo impegno e tempo visto
che il mio obiettivo era anche quello di metterli a disposizione di altri, la
persona oggetto della nostra storia diceva che ero lì a far passare il tempo.
Porca puttana, provasse un po' lui a correggere il libro i segreti di windows
98! Più di mille pagine di informatica dove anche una virgola può essere
decisiva per l'esecuzione esatta di un comando. Conosco due persone che vanno
in Africa ad aiutare chi ha bisogno. Sono due donne e non suore e quindi non
legate a voti particolari. Lo fanno senza scopo di lucro; Lo fanno perché
hanno un qualche ideale e cercano di raggiungerlo; non so se in cuor loro
sperino che un giorno l'Africa non sia più nelle condizioni attuali, forse è
un po' utopistico pensare una cosa del genere soprattutto se riferita a tempi
brevi. Tuttavia io penso che nella vita bisogna essere un po' utopistici e
mirare in alto per poter fare le cose. Attenzione: non sto dicendo che bisogna
vivere di sogni, anzi; facendo una metafora dico invece che un pizzico di
utopia nella vita è come un pizzico di pepe nel cibo, se ne metti troppo il
cibo diventa immangiabile, la giusta dose ne esalta il sapore. Analogamente un
pizzico di utopia nella vita ti serve a mirare in alto e a non mettere la
testa sotto la sabbia. Tornando alle due persone che vanno in Africa, prova ad
immaginare se considerassero ciò che fanno un passatempo. Ti immagini? Di
fronte a chi sta morendo di fame una persona che magari dice: "massì, oggi non
ho voglia di impegnarmi, me ne sto a dormire"! Penso proprio che quelle due
donne non tornerebbero mai più in Italia, il perché lo puoi immaginare. E non
ti pare che per andare in Africa e cercare di risolvere problemi così gravi ci
voglia molta creatività ma anche tanta libertà? Quest'ultimo esempio non l'ho
preso a caso; infatti, la libertà e la creatività ti portano sempre verso il
bene per te e per gli altri. Forse qualcuno dirà che anche per fare il male ci
vuole una certa creatività e, tornando alla nostra storia, che per fare i
soldi bisogna essere creativi. Non sono d'accordo, ecco il perché. Essere
creativi vuol dire costruire e non distruggere; se usi la tua mente per fare
del male, quella non è creatività, è malvagità che farà del male agli altri ma
alla fine anche a te stesso. Per quanto riguarda i soldi, ti dirò che chi è
attaccato ad essi o alle cose materiali, oppure chi vuole il potere ed il
successo ad ogni costo, non è nè libero nè creativo. Anche dal punto di vista
strettamente materiale, non farà ciò che il suo vero sè vorrebbe ma ciò che il
profitto, la banca e il successo gli impongono di fare; se domani il profitto, la banca e il successo gli imporranno di fare il contrario, lui lo
farà; sarà un robot in mano ai soldi o al potere; sarà una canna sbattuta dal
vento. Ad esempio: una persona attaccata ai soldi un computer non lo compra
perché non è un investimento, dopo un mese è svalutato. Lo acquisterà solo se
con il pc può fare altri soldi o avere più potere. Acquisterà non ciò che gli
serve o ciò che lo realizza veramente ma quello che lo può mettere in mostra
nei confronti degli altri. Inoltre, chi è attaccato ai soldi, al potere e al
successo, non guarda agli altri ma solo a sè stesso senza capire che invece di
farsi del bene si sta facendo del male come un salame! Ma è meglio dire che un
individuo del genere guarda agli altri in maniera distorta; pur pensando
solamente a sè stesso, le persone gli servono come strumento per sentirsi
grande. Il protagonista della nostra storia, quando tornava a casa dal lavoro,
alle persone che incontrava in corriera a volte raccontava dei suoi beni e dei
suoi profitti aggiungendo un po' di più di quello che realmente aveva o distorcendo un po' la realtà. Poi nei giorni successivi raccontava la cosa a
qualcuno fregandosi le mani per essere riuscito a metterlo in culo alla persona trovata in corriera. Lo scopo di questi individui è quello che le altre
persone parlino di loro dicendo: "quanti soldi ha fatto, che bravo"! In realtà
questi individui non si rendono conto che lo spettegolare delle persone non è
vero interesse nei loro confronti ma solo un passatempo insulso. In realtà,
agli altri che tu abbia tre case o meno non gliene frega niente a meno che tu
non trovi un'altra persona che ama il potere e quindi cercherà di superarti
per dire come un cretino: "ce l'ho fatta anch'io, anzi, ti ho superato"!
Inoltre stai pur certo che le persone che spettegolano tanto non ti verranno
in aiuto quando avrai bisogno, visto che abbiamo costruito una società in cui
ognuno pensa per sè. Ed è giusto accumulare, sacrificarsi tanto eccetera solo
perché gli altri possano spettegolare? In altre parole un individuo del
genere è schiavo di ciò che dice la gente e non si rende conto che se ci sono
cose da guardare in una persona non è tanto se questa ha tre case, ma se è
onesta, generosa, insomma tutte quelle qualità che stanno dentro di noi e non
le apparenze e le cose esterne. Quando questi individui comprano qualcosa lo
fanno per dire agli altri io ce l'ho. Per chi mette al primo posto la ricchezza e il potere, le persone non sono amici e conoscenti da incontrare disinteressatamente, sono strumenti da usare per il proprio tornaconto. A volte c'è
anche chi recita la parte dell'amico ed è talmente abituato a recitare che
spesso ti accorgi tardi della loro falsità. Queste persone ragionano così:
"conosco quella persona, la chiamo, le faccio gli auguri di buon Natale, parlo
gentilmente, le do sempre ragione, le faccio dei regali, insomma me la lavoro
un pochino in modo che lei poi non possa dirmi di no quando le chiedo un
favore". Questa non è amicizia, è sfruttamento degli altri per il proprio
potere; se vuoi essere libero e creativo cerca di non lasciarti sfruttare.
Oltretutto, se ti nutri di queste amicizie, corri il rischio di diventare
anche tu così; lo so che non lo vorresti ma tutti noi siamo influenzabili. E'
come quando vai in una stanza piena di fumo, tu non fumi e non vorresti fumare, ma quando ne esci i tuoi polmoni e i tuoi vestiti ne sono pieni. Possibilmente nutriti di amicizie sincere, di gente non attaccata al potere e ai
soldi, ne guadagnerai in salute! Stai assieme a persone con le quali puoi
essere libero di parlare senza che appena dici d'avere un programma l'altro ti
chieda di copiarglielo solo per il gusto d'averlo, per dire io non voglio
essere da meno. Ti voglio anche far notare che chi è molto attaccato ai soldi
o alle cose materiali, oltre a non essere libero perché schiavo di esse e
oltre a non essere creativo perché, essendo dipendente dal profitto o dal
potere non tira fuori il suo vero sè, queste persone sono eternamente infelici. Infatti una persona del genere dice: "io sarò felice quando avrò quel
registratore di minidisc, Franco ce l'ha e lo voglio anch'io, anzi, più bello;
allora sì sarò felice". Poi un giorno lo acquista e dice: "sì, beh, adesso
sono felice perché ho il registratore minidisc ma... No, guarda, quando avrò
quella casa allora sì che sarò felice". E continua a macinare, a essere triste, a pestare i piedi a qualcuno pur d'averla fino a quando ce l'ha e dice:
"adesso sì che sono felice, però, ma, eh, però se avessi due case come quello
là allora sì che potrei essere davvero contento!" E avanti così fino alla fine
dei suoi giorni quando dirà: "non mi restano più anni da vivere e non ho fatto
un tubo, ho sempre cercato la felicità e non l'ho trovata, non ho mai fatto
ciò che realmente volevo ma quello che mi serviva per superare gli altri; e
adesso"? Intendiamoci: è del tutto normale che una persona cerchi di migliorarsi anche dal punto di vista materiale; tuttavia, quando le cose materiali
diventano l'unico scopo di vita, non le si apprezza più; è del tutto normale
che quando uno ha un qualcosa dopo un po' ci sia una certa assuefazione, ma
questa deve essere limitata e non avvenire immediatamente, in caso contrario
vuol dire che stai vivendo come la persona scritta sopra. Anzi, a volte, dopo
il primo impatto di curiosità, le cose si amano maggiormente perché le si
conosce meglio. Chi è attaccato ai soldi, cioè chi vive per essi, diventa
cattivo dentro; non mi riferisco alla mancanza di pazienza, sto parlando di
cattiveria d'animo. Chi è attaccato ai soldi vede solo quelli inibendo ogni
stimolo creativo. Senza il dubbio di essere smentito, posso dire che nella mia
vita purtroppo ho incontrato centralinisti non vedenti che hanno sparato un
sacco di cazzate sul mio conto. Al di là del telefono gratuito che facilita
questa brutta abitudine, al di là delle inclinazioni personali di ognuno e
senza voler generalizzare, penso che se uno avesse una vita creativa non
avrebbe molto tempo e nemmeno molta voglia di dire cazzate sul conto degli
altri. Chi non ha una vita creativa, proprio per sopravvivere alla noia, vive
con quella degli altri e quando di questi altri non sa nulla, si inventa le
cose. D'altra parte, chi è attaccato ai soldi non può conoscere gli altri;
oltre al fatto che, come ho già detto, per lui le persone sono solo strumenti
necessari al suo interesse, chi ha in mente solo i soldi vede solo quelli e le
necessità, la sofferenza e lo stato d'animo di chi gli sta accanto non lo
sfiorano nemmeno. A volte mi son sentito dire: "perché ti arrabbi per certe
cazzate?" Lo dicevano perché non si trattava di cose legate ai soldi o al
potere; infatti per certe persone le uniche cose per cui vale la pena di
arrabbiarsi sono quelle, tutto il resto non conta. Ma tornando a chi vive con
la vita degli altri, ho incontrato persone che stanno lì a guardare cosa fai o
non fai, quando ti alzi, quando vai a letto eccetera; insomma, si riempiono la
vita di pettegolezzi e cazzate perché non hanno altro anche se a sentir loro
hanno molto: i soldi di qui, la casa di là, l'altra casa di qua. Ciò che a
queste persone manca è la vera amicizia, il vero amore per gli altri e per sè
stessi. Queste persone conoscono sì altra gente, ma di vista, o se preferisci
di udito; non sanno minimamente ciò che le persone hanno dentro perché abituate a non farci caso. Si sentono i padroni del mondo perché con i soldi e il
potere credono di poter comprare gli altri. Quando parlo di pettegolezzi e di
cazzate non mi riferisco al normale interessamento che deve esistere tra
amici, parlo del vivere con i fatti degli altri perché, anche se chi vive così
non te lo dirà mai, la loro vita è talmente piena di noia che non la sopportano più. E se a tutto questo aggiungi la cattiveria derivante dall'attaccamento
ai soldi, la frittata è fatta. Spesso si tratta di una cattiveria limitata, ma
a forza di nutrirsi di cattiveria, una persona diventa malvagia. Prova a pensare cosa arriva a fare l'uomo per i soldi: il traffico di armi, la droga, la
prostituzione, la pedofilia eccetera. D'accordo, in casi normali non si arriva
a tanto, però se le cose citate sopra esistono è perché qualcuno ci è arrivato; ed allora perché rischiare? L'ultima cosa che ti faccio notare è che chi è
attaccato ai soldi vive peggio di uno che non ne ha; pensa a quelle case
lussuose magari con la servetta che ti segue ad ogni passo e non sei libero di
mettere un qualcosa sopra un tavolo perché si sporca e perché, essendo troppo
delicato e costoso, hai paura di rovinarlo. In altri casi l'attaccamento ai
soldi porta a vivere in modo scomodo; non si aggiusta quella cosa perché ci
vogliono i soldi, non si acquista quest'altra perché costa, l'altra non si
compra perché si svaluta subito; e così alla fine si vive peggio di chi i
soldi non ce li ha.
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