torna agli archivi del 2003
vai all'archivio generale
Home
Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Appunti sulle trasmissioni dab (digital audio broadcasting) e alcune considerazioni
In attesa di ascoltare una trasmissione dab, ecco alcuni appunti; i dati
strettamente tecnici li ho ricavati da internet, mentre il resto è farina del
mio sacco. Dab vuol dire digital audio broadcasting; sperimentazioni volte a
questo tipo di trasmissione sono cominciate nel 1987 con la fondazione del
consorzio eureka 147. Si tratta di una trasmissione in modo digitale che può
avvenire per via satellite ma anche per via terrestre; può essere ricevuta da
dispositivi fissi e mobili senza disturbi con un suono quasi come quello dei
cd. Attualmente alcune regioni d'Italia, come la lombardia, stanno sperimentando tale trasmissione e, oltre ad alcune radio private (come ad esempio rtl,
radio Maria, radio dj), la rai trasmette, oltre alle tre reti, i canali 4 e 5
della filodiffusione e un canale di dati. Infatti con il sistema dab è possibile trasmettere dati multimediali; quindi, dati audio, testo, grafici e immagini. Il sistema dab può utilizzare frequenze dai 30 Mhz ai 3 Ghz (al momento
non utilizza di certo tutta questa banda). Con il sistema dab è possibile
effettuare trasmissioni imitando un po' l'attuale rds; assieme all'audio, che
può essere stereo o mono, è possibile trasmettere i testi delle canzoni, segnalazioni sul traffico o qualsiasi altra informazione. E' anche possibile trasmettere un doppio audio, per esempio per trasmissioni bilingue. Il dab usa il
protocollo mot (multimedia object transfert) che occupa una banda massima di
1,8 mbps. In un unico flusso digitale è possibile riunire più trasmissioni e
fa uso della tecnica ad iso frequenza (ossia la tecnica che consente a diversi
trasmettitori di usare la stessa frequenza). Nel 1996 sono stati assegnati al
dab 73 blocchi di frequenza suddivisi in tre bande nel modo seguente: 12
blocchi fanno parte della banda vhf II nella fetta di frequenza da 87 a 108
mhz (la banda utilizzata dalle radio in fm), 38 blocchi sono nella banda vhf
III che vanno da 174 a 240 mhz, e i rimanenti 23 blocchi nella banda l che
vanno da 1,452 Ghz a 1,492 Ghz. Dalla descrizione di un apparecchio ricevente
che ho trovato, sembra che per il momento la banda vhf II non venga usata
(tale apparecchio non riceve infatti i primi blocchi di frequenza assegnati).
Attualmente un flusso dab occupa una banda di 1,536 Mhz ed è in grado di trasportare un transfert rate di circa 1,5 mbps. L'audio è codificato con lo
standard mpeg 1 e 2 (layer 2).
Nota: gli attuali file mp3 usano il layer 3.
E' possibile comprimere i dati stringendo i canali stereofonici (soprattutto
quando i due canali sono simili) o con altre tecniche informatiche. Le frequenze di campionamento supportate sono solo 24 o 48 khz, mentre il bit rate
può variare dagli 8 ai 192 kbps. I dati associati all'audio vengono chiamati
pad (programme associated data); Questi dati possono avere un bit rate variabile dai 667 bit al secondo ai 65 kbps. Oltre al pad una trasmissione dab
contiene anche i general data services contenenti informazioni che non riguardano una singola programmazione ma bensì informazioni generali come quelle
adibite al sistema gps. Il dab contempla il supporto per l'accesso condizionato che permette la ricezione solo a ricevitori autorizzati; questa funzione è
analoga a quella già presente nei ricevitori satellitari con i quali alcuni
canali televisivi possono essere visti solo se si fa un abbonamento (vedi la o
le schedine da inserire nel box del ricevitore). Per trasmettere un segnale
dab bisogna prima creare un frame audio composto dal segnale sonoro e dal pad
visto in precedenza. L'audio viene codificato secondo le specifiche mpeg viste
prima, partendo da un flusso pcm a 24 o 48 khz (anche questo visto in precedenza). Il pad viene aggiunto al termine dell'audio. Al frame si aggiungono
poi i general data services (visti prima) che possono presentarsi come un
flusso continuo chiamato stream-mode data, oppure, dopo essere stati processati da un apposito multiplexer, possono essere a pacchetti (packet mux assembler). Il tutto va poi codificato in un canale tramite tre fasi che sono: lo
scambling, la codifica convoluzionale e il time interleaving. Lo scambling,
che serve ad aumentare la sicurezza della trasmissione (vedi l'accesso autorizzato visto prima) e l'efficenza della trasmissione, avviene in due livelli
di cui il primo serve a garantire la ricezione condizionata mentre il secondo,
chiamato energy dispersal scambling, aggiunge una sequenza di bit pseudo-
casuale atti a ottimizzare lo spettro di potenza del segnale per una migliore
amplificazione. La codifica convoluzionale applica una ridondanza ai dati
trasmessi in modo da facilitarne l'individuazione e la correzione degli errori. Nel caso dell'audio, tale ridondanza viene applicata in modo variabile
tenendo conto che certe componenti audio sono più o meno soggette ad errori.
Il time interleaving, cioè la terza fase di codifica in canale, prepara le
varie componenti alla multiplazione successiva organizzando la trama temporale. I dati così codificati entrano nel main service multiplexer nel quale
viene prodotto un frame di trasmissione dalla durata variabile di 24, 48 o 96
millisecondi. Il flusso così composto ha una capacità netta variabile da 0,6 a
1,8 mbps. In base al livello di protezione e al bit rate dei segnali audio, il
numero massimo di canali sonori agregabili in un unico msc (main service
channel), varia da 3 a 64. Sono previsti cinque livelli di protezione. Prima
della fase di modulazione, all'msc si aggiunge il fic (fast information channel) che può contenere informazioni di servizio, dati in tempo reale per il
multiplexer e altri servizi di carattere generale. Anche il fic arriva al
modulatore dopo una fase di codifica di canale analoga a quella già vista per i
frame audio. Il dab usa per la modulazione l'architettura ofdm (orthogonal
frequency division multiplexing). I dati pronti alla trasmissione sono divisi
su un massimo di 1.536 portanti ortogonali all'interno della banda di 1,5 Mhz
e ciò aumenta la qualità del segnale rendendolo meno sensibile alle riflessioni dovute ad ostacoli o alla vicinanza di un trasmettitore. Il segnale modulato, che include anche un simbolo di sincronizzazione, contiene il tii (trasmitter identification information) che serve ad identificare la trasmissione
che si sta ricevendo. Dopo questa scorpacciata di dati tecnici, veniamo a
qualche considerazione pratica. Come dicevo all'inizio non ho ancora potuto
ascoltare una trasmissione del genere; per fare ciò bisogna avere un ricevitore adeguato e che nella zona in cui si risiede arrivi il segnale dab. Da quel
poco che mi è dato di sapere, i ricevitori dab dovrebbero essere di vario
tipo: per computer, per hi fi, portatili o per autoradio. Ho letto però una
recensione che, pur appartenendo alla categoria di schede per pc, in realtà a
mio avviso comprende tutti i tipi visti sopra a meno che, comprando un tipo
specifico, non si abbiano prestazioni particolari (ad esempio di fedeltà nel
caso della categoria per hi fi). L'apparecchio in oggetto, pur essendo una
scheda per pc della Terratec, si presenta infatti come un'autoradio. E' contenuta in un box sul quale troviamo: la presa quassiale per l'antenna esterna,
le prese rca per il collegamento analogico ad un impianto stereo, l'uscita
ottica, una porta usb per il collegamento al pc, l'ingresso di alimentazione a
12 volt corrente continua. Da questa descrizione è facile capire che un apparecchio del genere può essere tranquillamente usato in macchina, con l'impianto hi fi e con il pc per il quale vengono dati anche dei programmi; quindi,
sempre più le varie categorie di apparecchi tendono ad uniformarsi in una sola
e non solo da un punto di vista funzionale ma anche per la qualità di suono.
Infatti, anche avendo un apparecchio specifico per hi fi, questo non potrà
superare lo standard layer 2; per converso, avendo un apparecchio specifico
per auto o per pc, non potrà scadere di molto (ammesso che lo faccia) perché
il sistema digitale non glielo consentirebbe (non potrebbe, ad esempio, avere
un mucchio di fruscio come un ricevitore analogico). Le tendenze di mercato
rendono sempre più assurdo l'acquisto di un impianto hi fi molto sofisticato o
addirittura esoterico. Anche tralasciando il dab, resta comunque il fatto che
le trasmissioni satellitari digitali sono a 32 Khz (non è il massimo della
qualità anche se buona). Rimangono i cd, ma quanti di questi cd sono davvero
incisi bene da poter giustificare l'acquisto di impianti esoterici? E come
vengono prodotti questi cd? Quando si tratta di musica rock, la maggior parte
dei suoni che la compone è costituita da tastiere e quindi già diversi e filtrati rispetto a strumenti acustici. Per la musica classica le cose non cambiano poi tanto. Nel lontano 1987, proprio quando cominciavano le sperimentazioni per il dab, sulla rivista audio review è apparso un articolo nel quale
si illustrava un disco registrato dalla casa discografica Foné; il disco era
registrato dal vivo, una parte in un teatro, l'altra in una chiesa; l'esperimento consisteva nel realizzare una registrazione naturale, senza filtraggi,
senza l'aggiunta di riverbero eccetera. Possiedo quel disco ed il risultato mi
sembra buono; oltre a sentirsi benissimo la differenza tra i due ambienti, (si
nota anche che il teatro ha l'acustica un po' troppo secca, cosa che in genere
non si sente nei cd), il disco ha un suono naturale che non ha nulla a che
vedere con la maggior parte dei cd. Infatti l'ho prestato ad un non vedente
(che quindi non poteva leggere la copertina anche perché all'epoca gli scanner
erano poco diffusi), il quale ha detto che si trattava di una brutta registrazione. Questo ti dimostra che quando diciamo di ascoltare un bel suono, in
realtà ascoltiamo un suono del tutto artificiale, l'orecchio si abitua! Immagina la registrazione di un'orchestra. Essa viene captata dai microfoni; sì,
ma quanti microfoni? Se sono molti aumenta il fruscio, se sono pochi rischi di
avere una scarsa panoramica stereofonica. I primi filtraggi vengono fatti dopo
la registrazione; si aggiunge un po' di riverbero se occorre, si enfatizzano o
si tolgono alcune frequenze se necessario, si bilancia il panorama stereofonico se necessario; poi viene fatto il master ma nel frattempo il suono originale
è andato a farsi friggere. Se poi tieni conto di tutte le fasi del digitale
stai fresco! Se hai modo di leggere la tecnica di un registratore digitale ti
accorgerai di quante volte il suono viene manipolato; e del resto basta tornare all'inizio di questo articolo e vedere le informazioni tecniche sulla
trasmissione dab. Come se tutto ciò non bastasse, oggi molti lettori cd leggono
file mp3 che, come sai, per essere più piccoli vengono prodotti tagliando le
componenti non udibili. Da notare che i file mp3 possono essere letti anche da
lettori dvd, non solo da quelli per computer ma anche da quelli che vengono
collegati al televisore che ormai sono piuttosto economici. Torniamo al dab.
Il sistema di trasmissione prevede l'invio di dati e quindi speriamo che
questi siano accessibili attraverso i nostri computer dotati di sintesi vocale. Inoltre prevede la possibilità del multi audio. Per tanto, volendo, sarà
facile trasmettere film per non vedenti con l'aggiunta del commento magari
udibile solo da chi lo desidera.
torna all'indice
Effetti con la sound blaster
Forse avrai notato che oltre al modo
spiegato nel numero precedente per fare l'effetto eco ne esiste un altro.
L'effetto eco è anche presente tra gli effetti "secondari" ai quali si accede
tramite il pulsante Aggiungi. Per ulteriori informazioni vedi l'articolo sugli
effetti del numero precedente.
torna all'indice
Cakewalk
Il noto programma musicale Cakewalk non viene più prodotto ed
è stato sostituito da Sonar, attualmente arrivato alla versione 3. Sonar 3 è
disponibile in due versioni: Sonar 3 producer edition (il più professionale) e
Sonar 3 studio edition (versione ridotta e più economica). Purtroppo entrambe
le versioni sono compatibili solo con Windows xp e Windows 2000, non funzionano con Windows 98 e me (e tanto meno con Windows 95). Rispetto a Cakewalk la
grafica è cambiata ma in giro ci sono già degli script per jaws. La cosa più
scocciante è che il programma Sonar 3 è disponibile solo in inglese (almeno
fino a qualche settimana fa, oggi siamo al 14 ottobre 2003). Per tenerti
aggiornato su questi programmi visita il sito:
www.edirol.it
Si tratta di un sito accessibile anche per noi; ma non cantare vittoria troppo
presto! Anche lasciando la casella combinata sulla lingua italiana, avrai in
italiano solo la pagina principale e non quelle relative ai programmi che
oltretutto sono più difficili da capire perché più tecniche. Per quanto riguarda invece il vecchio programma, un tempo distribuito dalla midi music, in
jaws 450 gli script sono per la versione 9 di cakewalk professional audio;
tali script non funzionano correttamente se usi cakewalk music creator. Usando
Cakewalk music creator senza script con la sintesi si legge un po' meglio ma
avrai problemi per il controllo delle tracce e nello scorerle il cursore ti
seguirà correttamente solo quando lo fai dal basso verso l'alto e non viceversa. Ci vorrebbero script specifici che io non so fare.
torna all'indice
Internet accessibile
Forse non dovrei tanto parlare perché personalmente uso Internet abbastanza poco. Tuttavia mi permetto di fare una nota che
quasi sicuramente darà fastidio a certi non vedenti. Certamente è giusto che
nella costruzione dei siti si tenga conto delle persone svantaggiate ma, come
spesso accade, bisogna arrivare ad un compromesso. Mi riferisco a quei non
vedenti che vorrebbero i siti internet facili da usare come quelli a noi dedicati (uic, Cavazza eccetera). Questa, mettiamocelo bene in testa, è una cosa
che non possiamo pretendere. In fin dei conti siamo una minoranza. Oltretutto
ho notato che quando nei siti c'è la modalità testo, a volte questa è limitata
e in un caso l'ho trovata inutile. Internet per chi non vede può essere facile
da usare ma non confortevole. Hai mai girato il sito della Symantec? Sì? Bene,
la prossima volta fallo con un vedente vicino. Vedrai che nelle illustrazioni
dei programmi in vendita viene mostrata l'immagine della confezione tramite la
quale, chi vede, può rendersi conto se il programma è in italiano oppure
leggere ciò che c'è scritto sulla scatola che eventualmente comprerai. Noi non
lo leggiamo perché si tratta di un'immagine (ci vorrebbe un ocr per acquisirla). Ma tu pensi di poter togliere a chi vede, cioè la maggioranza delle
persone, questa comodità?
Nota del 2015: uno dei motivi per cui usavo poco internet è che in questa zona non vi era ancora l'adsl che è arrivata solo nel 2009.
TORNA ALL'INDICE
Riparazione di un disco zip da 250 mb con Sformat
La procedura di seguito descritta non è prevista dai manuali, si prega di
adottarla solo quando i metodi normali non funzionano; il sottoscritto non
garantisce un buon esito in tutti i casi. Dopo tanti anni che uso il computer
il dos mi stupisce ancora per la sua potenza. Programmi così piccoli ma allo
stesso tempo così efficaci e versatili, peccato non sia stato più sviluppato.
Nota del 2015: non conoscevo freedos che invece si stava sviluppando e che di lì a poco troverò nel cd di una scheda madre.
Avevo un disco zip Iomega da 250 mb che, stranamente, non funzionava più; dopo
averlo provato in due drive e due computer e non riuscendo più ad entrarci
dentro sia da dos che da windows, ho deciso di formattarlo, tanto così non
funzionava e per fortuna i dati in esso contenuti non erano molto importanti.
Provo con l'apposita utility Iomega ma nulla da fare perché il disco non viene
visto dal drive. Anche se non si dovrebbe, provo a formattarlo con il format
del dos ma... Nulla da fare.
Nota: forse ricorderai che, come già scritto, la
formattazione di un disco zip da 250 mb tramite format del dos lo formatta
solo a 100 mega; volevo formattarlo in quel modo per far sì che il drive
vedesse il disco e successivamente formattarlo con l'apposita utility Iomega.
Dopo qualche tentennamento, perso per perso provo con Sformat delle norton
utility 8.0 ed esattamente con l'opzione /u; sformat è un programma dos e ha
formattato benissimo il disco a 250 mb il quale funzionava sia da dos che da
windows. Siccome sono testardo, con unformat delle norton, non con quello del
dos, ho provato a ricuperare i dati; la procedura è andata avanti bene fino al
15%, poi si bloccava tutto, evidentemente volevo ripristinare dei settori
scassati. Stranamente, dopo questa procedura, riprovando a formattare il disco
sempre con sformat mi diceva che non era un supporto valido; poco male perché
adesso il disco veniva visto dai drive; l'ho formattato con l'utility Iomega
ed è tornato come nuovo.
torna all'indice
Quando office 2000 fa il cattivo!
Di word 2000 esistono varie revisioni e quindi, quello che dirò ora non è detto
capiti anche a te oppure, se capiterà, potrebbero esserci delle varianti a
quanto di seguito descritto. Non conosco la causa di tale malfunzionamento
anche perché la cosa è cominciata in modo da non fare pensare ad esso.
All'inizio mi si apriva male solo qualche documento proveniente da altre
persone; ho pensato quindi ad una incompatibilità tra le versioni di word o a
qualche difetto dei file ricevuti. Nonostante si trattasse di normali file
di testo, il programma li considerava a tabelle, mi proponeva il pulsante per
ridisegnare le tabelle; la lettura, quando in qualche modo si riusciva a
farla, avveniva più che altro utilizzando il layout di stampa dal menu Visualizza. Il salvataggio del file in un altro formato era poi problematico, la
sintesi continuava a ripetere sempre le stesse cose senza permettere di andare
avanti anche se in certi casi, grazie al Cielo, si riusciva a salvare il file
in formato txt e quindi si aveva la possibilità di andarlo a leggere con un
altro programma. Inoltre, sintesi e barra braille non erano più coordinate,
ognuna dava informazioni diverse anche se con errori da entrambe le parti. In
un primo momento tutto questo non succedeva aprendo un documento vuoto e
scrivendolo con la versione di word installata. Ma quando i documenti non
apribili correttamente hanno cominciato ad essere molti e il malfunzionamento
si verificava anche con documenti vuoti, ho capito, come sospettavo, che il
programma non funzionava a dovere. L'ho disinstallato e reinstallato senza
risolvere il problema, quindi l'ho tolto per la seconda volta. A questo punto,
cliccando su un file .doc il computer doveva aprirlo con wordpad, cosa che
invece non avveniva. Inoltre, non compariva nemmeno la voce Apri con, cosa
che succede sempre quando un'estensione di file non è associata a un programma. Praticamente i file .doc venivano ignorati completamente anche se potevano
essere aperti dall'interno di Wordpad tramite la voce Apri del menu File. Da
risorse del computer, anche azionando il menu file, non appariva la voce apri
quando si era sopra ad un file doc. Andando in opzioni cartella e visualizzando la scheda Tipi di file e selezionando documento wordpad, questo era regolarmente associato al programma. Cosa fare? Dalla scheda di Opzioni cartella
ho rimosso il collegamento a wordpad, sono uscito e l'ho ripristinato tramite
la voce Apri con che mi è apparsa cliccando sul file .doc (ovviamente non
più associato al programma). A questo punto i file .doc si sono aperti correttamente con wordpad; ho dato anche una pulitina al registro e ho reinstallato
Office 2000 con successo. In pratica io suppongo questo: certamente saprai che
quando installi Office ed in particolare word, i file rtf e quelli doc vengono
associati ad esso e non più aperti con wordpad. Bene, se una di queste estensioni non funzionava correttamente con wordpad, probabilmente funzionerà male
anche con word, sembra strano ma è capitato! A volte però, oltre ad essere
cattivo, Office 2000 diventa davvero insopportabile! Contrariamente a quanto
avveniva col 97, il 2000 al termine dell'installazione ti chiede di riavviare
il computer e, una volta riavviato, partirà l'aggiornamento del sistema. Se
nel riavviare la macchina qualche cosa va storto e non riesci più a spegnerla
in modo automatico, lo dovrai fare manualmente togliendo la corrente; al prossimo avvio non avrai l'aggiornamento del sistema con la conseguenza spiacevole
di un programma non funzionante. Questo stato di cose potrebbe anche verificarsi per una interruzione dell'energia elettrica ma, dimenticavo, (anzi
facevo finta di dimenticare), che devono prendere soldi anche i costruttori
dei gruppi di continuità! Ma non è tutto. Ovviamente, di un programma non
funzionante non te ne fai niente. Se provi a toglierlo con la normale disinstallazione vedrai che questa non funziona. Non ti rimane che toglierlo a mano
anche se è davvero un'impresa ardua non tanto per cancellare le cartelle in
programmi, in file comuni, in application data, i riferimenti della cartella
temp, ce ne sono altre? Mi pare di no! La cosa più scabrosa è togliere tutti i
riferimenti dal registro che sono davvero tanti. Fatto questo lavoro assicurati che non ci sia qualche programma che si ricorda dell'esistenza di Office
2000. Infatti, potresti non riuscire a reinstallarlo perché il programma di
installazione lo vede già presente; ti segnala un errore rispetto al quale,
come fossimo tanti stupidi, avrai l'unica possibilità di cliccare su ok per
non concludere nulla. Uno dei programmi che potrebbe ricordarsi dell'esistenza
di Office 2000 è omnipage 12; ti potrebbe dire che un'istanza di Office 2000 è
aperta, digli di chiuderla e riavvia omnipage per essere sicuro che tutto sia
a posto. A questo punto riavvia la macchina e prova a reinstallare Office 2000
stramaledetto! Consiglio pratico: per non soccombere di fronte alla cattiveria
di Office 2000, se proprio lo vuoi usare, visto che è piuttosto permaloso per
l'installazione, se devi ricaricare un computer, metti Office dopo aver caricato solo i programmi di base cioè windows, la sound blaster e jaws. Poi fai
l'immagine del disco fisso magari con il programma Ghost. Così non dovrai mai
più ripartire da zero e avrai anche quel porco di Office 2000 sempre caricato
e funzionante.
Nota: mi scuso con l'uomo più ricco del mondo ma quando ci
vogliono ci vogliono!
torna all'indice
Nuovi appunti hardware
Non è strettamente neccessario ma sarebbe meglio se, prima di leggere questo
articolo, avessi letto gli altri che riguardano l'hardware. Di seguito non
troverai cose strabiglianti, sono notizie che puoi trovare anche da altre
parti; tuttavia, lo spirito di "fuori serie" è anche quello di spiegare le
cose in modo adeguato a chi non vede.
cabinet
Nel numero 24 ho parlato della cassa del
pc; essa viene chiamata cabinet o case a seconda di chi scrive. Oggi, il
cabinet di tipo tower viene chiamato big. Se in questi ultimi anni hai acquistato un computer probabilmente già lo sai; oggi i cabinet middle tower
(quelli di formato medio che, in certi casi vengono chiamati anche con l'abbreviazione midtower), sono molto capienti perché contengono molti attacchi per
inserirci i vari componenti. Più sopra ho usato il condizionale sul fatto di
sapere o meno questa informazione per due motivi:
1: non è detto che tutti i
cabinet siano molto capienti (non ho certo controllato tutte le marche, solo
qualche sito e un negozio),
2: non è detto che il tuo negoziante ti abbia dato
un cabinet moderno.
Nei primi mesi del 1999 un tipico cabinet middle tower
aveva la possibilità di installare solo quattro dispositivi esterni (vedi
drive per floppy, cdrom eccetera). Anche in questo caso però non ho certo
controllato tutte le marche! Attualmente una delle configurazioni tipiche di
un cabinet middle tower prevede la possibilità di installare quattro dispositivi esterni da cinque pollici e due dispositivi esterni da tre pollici. Sotto
a questi, abbiamo la possibilità di installare quattro dischi fissi; alcuni
cabinet middle tower prevedono l'installazione di due o anche solo un disco
fisso ma, vista la capienza di tali dispositivi, direi che con due dischi
fissi sei già più che al sicuro. Un tower, o big, al massimo può contenere la
possibilità di installare sette dispositivi esterni, ma non sempre è così e a
volte una cassa grande ha meno attacchi di quella piccola. Inoltre, in un
tower spesso trovi un solo attacco per dispositivi da tre pollici ma è facile
risolvere il problema usando un frame. I motivi per cui comprare un cabinet
tower, cioè più grande ma più o meno con gli stessi attacchi, restano essenzialmente due: il primo per quando hai un pc da cacciare sotto la scrivania,
una cassa troppo piccola è bruttina da vedere lì sotto e anche scomoda perché
troppo bassa per metterci i dischetti. Il secondo motivo è che all'interno di
un tower, oltre a lavorarci più comodamente perché più spazioso, si sviluppa
meno calore e quindi, anche se ormai usato pochissimo, risulta più adatto ai
computer attuali con processori e dischi fissi molto veloci che sviluppano più
calore. Proprio a causa del calore interno al cabinet, spesso si installano
delle ventole supplementari. Ma andiamo con ordine. Se acquisti un middle
tower, oltre all'altezza, che in genere è di 41 42 cm, guarda anche la profondità che spesso è sui 43 44 cm;. Anche se oggi abbiamo questi standard, con
delle eccezioni che portano la profondità di un middle tower a 50 cm, puoi
trovare dei cabinet dalla profondità ridotta, (forse più in quelli vecchi). i
motivi per cui la profondità è importante sono essenzialmente due: nei tower
la scheda madre viene montata sotto e non di fianco ai dispositivi esterni,
quali ad esempio il cdrom; nei middle tower, la scheda madre del pc viene a
trovarsi quasi del tutto affiancata ai dispositivi esterni; non tutti i masterizzatori o cd-rom hanno la stessa lunghezza e, se ne possiedi uno piuttosto
lungo, la poca profondità del cabinet lo farà sbattere contro i componenti
della scheda madre (cosa poco opportuna). Inoltre, e qui arriviamo al secondo
motivo, devi calcolare che i cavi del dispositivo esterno vanno montati dietro
ad esso e quindi questi si troveranno tra il dispositivo e la scheda madre. Se
il cabinet è poco profondo, oltre a lavorare male con i cavi, avrai anche un
pessimo passaggio dell'aria e quindi un cattivo raffreddamento. Ti faccio
notare che i cavi dei dati, essendo piatti e non rotondi, offrono un buon
ostacolo al passaggio dell'aria. Le misure classiche di un tower o big sono di
62 cm in altezza e una profondità di 43 cm circa.
Nota: in internet ho visto
chiamare middle tower un cabinet più o meno di queste dimensioni e con pochi
attacchi; sarà un errore o il termine middle tower si riferisce anche a qualche altro parametro oltre che alle misure?
Anche se non mi è
ancora del tutto chiaro quando è davvero necessario installarle, un cabinet
può prevedere l'aggiunta di una o due ventole supplementari. Per sapere se il
tuo cabinet ne prevede una o due fai come segue tenendo conto però che non ho
controllato tutti i cabinet in commercio. In un tower la posizione per l'installazione di una ventola la trovi sul retro, subito sopra l'alimentatore; lo
noti perché il cabinet ha un cerchio forellato che si sente sia toccando
l'esterno che l'interno del case. Attenzione a non confonderti con i fori
dell'alimentatore che sono però più larghi. In un middle tower una eventuale
ventola posta sul retro viene montata subito sotto all'alimentatore e la noti
come nel precedente tower. Sia nei tower che nei middle tower, l'altra posizione in cui installare una ventola la trovi sul davanti verso il basso (quasi
al termine del cabinet) e ne puoi sentire i fori solo dall'interno del case.
In certi casi questi fori sono coperti da un supporto in plastica, anch'esso
forellato ma con buchi più lunghi, che si sfila facilmente premendolo leggermente. Questo supporto andrà posto poi sopra la ventola; i fori del supporto
sono studiati per catturare l'aria; questo supporto, mi hanno detto, serve a
montare la ventola senza le viti. Forse potresti pensare che questo tipo di
ventola non è molto efficace perché i fori del case sono solo all'interno;
infatti, al di là di questi fori c'è la mascherina che costituisce il davanti
del cabinet. Oltretutto, le ventole devono prendere aria fresca e non quella
calda esistente all'interno del pc. Non so se in tutti i cabinet sia così ma
in quelli che hanno la possibilità di mettere una ventola sul davanti, con
supporto in plastica o meno, le cose stanno come descritto di seguito (almeno
in quelli che ho osservato). Alza leggermente il tuo pc dalla parte davanti e
tocca il il fondo della macchina. Noterai che tra la mascherina del davanti e
il fondo, la chiusura non è ermetica, anzi! Proprio da quelle fessure la
ventola descritta prima prende l'aria. Questa non è una mia deduzione ma
quella di un tecnico al quale ho sottoposto il problema. Ho qui un cabinet
middle tower che sotto ai dischi fissi ha uno sportellino apribile dall'esterno dentro il quale troviamo due prese usb; questo permette di collegare eventuali periferiche più comodamente. All'interno del cabinet, per collegare
queste prese ci sono otto spinottini (i fili sono raggruppati con una fascetta), ma nel 2003 non avevo ancora trovato un modo per poterli collegare senza l'aiuto di un vedente. Ogni filo ha
un diverso colore ed è contrassegnato anche da un numero o da una lettera. La
cosa sarebbe stata facile se al suo posto ci fosse stato un connettore,
magari con la possibilità di entrare in un solo senso. Lo stesso cabinet non
ha il fondo in cui si appoggia la scheda madre sfilabile come descritto in un
vecchio numero; esso resta al suo posto; è possibile togliere la mascherina
sul davanti e quindi per noi è più facile localizzare i fili dell'accensione,
del reset e dei led senza l'ausilio di strumenti. L'altoparlante invece non è
per nulla accessibile ma il connettore, come abbiamo visto, è facilmente
riconoscibile. Da notare che uno dei due led ha due piccoli spinottini al
posto di un unico connettore. Per aprire questo cabinet basta togliere i due
fianchi senza il cappuccio. All'interno trovi, oltre al cavo, un sacchetto con
le viti, i supporti in plastica per il montaggio della scheda madre, i piedini
in gomma e altro. I piedini per il cabinet vanno infilati negli appositi fori
sotto ad esso; ad ogni piedino verrà poi infilato un chiodino in plastica, in
dotazione, che allargherà leggermente il gambo del piedino tenendolo così
fermo nella sua sede. Non è detto che tu abbia tanti supporti per scheda madre da coprire tutti i fori sul fondo, l'importante è avere quelli necessari per avvitarci la scheda; quindi dovrai verificare un po' la corrispondenza dei fori della scheda madre con quelli del
fondo. Il cabinet preso in esame è già privo dei lamierini là dove ci saranno
le porte seriali, la parallela, la tastiera e il mouse mentre è ancora chiuso lo spazio per le usb che andrà aperto, solo dove serve, rompendo i lamierini come visto in passato. Tramite due
viti è possibile regolare un po' il foro delle prese appena viste adattandolo
alla scheda che monterai. Per quanto riguarda le mascherine sul davanti per
l'installazione dei dispositivi esterni, sotto ad esse ci sono i lamierini già
visti nel numero 24. Sono stati già tolti quello per l'installazione del
floppy e uno per un dispositivo da cinque pollici. Il rimanente lamierino da
tre pollici lo romperai come descritto nel numero 24, gli altri invece hanno
una vite che toglierai. Volendo puoi tenere quest'ultimo tipo di lamierino per
riavvitarcelo in futuro.
Alimentatori e ventole
Di solito un alimentatore per pc ha
una sola ventola che, come abbiamo già visto, è più o meno rumorosa. Spesso un
cabinet viene venduto con un alimentatore di serie del quale però non ho mai
trovato i dati di rumorosità sia guardando in internet che in negozio (che
ovviamente non faceva parte del sito visitato, altrimenti non avrebbe avuto
senso andarci). Le cose vanno diversamente se guardi alimentatori sfusi; in internet
ne ho visto uno con una rumorosità di 25 decibel, un altro, più economico, di
34 decibel. In negozio ne ho visto uno con due ventole per un
totale di rumorosità di 33 decibel e la potenza di più di 500 wat e la seconda
ventola è posta non sul frontale ma sulla parte inferiore dell'apparecchio.
Nota: non so bene se fosse la parte inferiore o superiore dell'apparecchio
perché l'ho potuto sentire di sfuggita e quindi non ho analizzato dove fosse
la presa per l'alimentazione a 220 che, soprattutto quando l'alimentatore ha
l'interruttore, va montata verso il basso. La parte dritta di un alimentatore
un vedente la nota anche dalle scritte poste sopra o nei fianchi di esso.
Certo è che se hai un alimentatore con due ventole e lo monti un un middle
tower la seconda ventola deve per forza trovarsi verso il basso; in caso
contrario avresti una ventola montata troppo al ridosso del lato superiore del
cabinet e quindi con poca efficacia. Nel caso di un tower, anche se la ventola
montata verso l'alto può catturare bene l'aria, forse è meglio se girata
all'ingiù in modo da raffreddare meglio il processore che si trova più in
basso.
Nota: queste ultime sono solo mie considerazioni.
processori e ventole
Un'altra ventola che
trovi nel tuo pc, è quella posta sopra al microprocessore. Sarà bene controllarne il funzionamento di tanto in tanto.
Nota: mi riferisco a microprocessori moderni o abbastanza moderni; per esempio, quando
sono usciti i primi pentium, (il primo era a 60 Mhz), c'era un pentium 66 con
o senza ventola (non so se il 60 avesse le due versioni); quindi questo dispositivo non veniva ancora montato in tutte le configurazioni. Tuttavia, la
ventola la trovi anche prima dei pentium; ho qui un processore 80486 dx a 100
mhz con la ventola sopra.
La ventola di un processore è montata in modi diversi
a seconda del processore stesso. Per esempio, quella del processore pentium
III 500 su slot visto nei vecchi numeri è sicuramente montata in modo diverso
rispetto a quella dell'80486 appena visto. Per il momento io ho smontato solo
quella dell'80486, ecco come fare. Innanzitutto tieni presente che quello che
segue è solo un esempio e quindi non è detto sia valido per tutti i 486 o
altri processori. Prendi con cautela il microprocessore e analizza la parte
superiore del componente, cioè dalla parte opposta ai piedini, dove c'è appunto la ventola. Noterai che tra la ventola e il processore vero e proprio, un
po' verso il basso, c'è una specie di ghiera che lo racchiude in tutto il suo
perimetro. Negli angoli di questa, troverai delle piccole barrette rivolte
verso l'alto. Per togliere la ventola basta tirare leggermente verso l'esterno
due di queste barrette, ad esempio quelle che senti sul lato destro, potendo
così sostituire il componente nel caso in cui non funzioni più. Negli anni
successivi raffreddare il microprocessore è diventato sempre più indispensabile e lo si fa anche attraverso un radiatore metallico.
Schede madri
Oggi che le porte usb sono molto diffuse, alcune
schede madri montano solo una porta seriale di tipo classico (a 9 pin). Per
tanto, vengono buone le porte seriali per slot pci descritte in un vecchio
numero. Tornando invece a schede madri di qualche anno fa, per una questione
tecnica ho fatto dare un'occhiata al manuale di una scheda Asus nella quale si
monta un processore su slot, (che forse si chiama socket anche quello), di cui
ho già parlato nei vecchi numeri. Pare ci siano due modi di effettuare le
regolazioni per il processore e cioè quella con i jumper (come abbiamo visto
nei vecchi numeri), e via software cioè con il setup del bios. Mi piacerebbe
tanto avere la traduzione di un manuale di una scheda madre; i vedenti, chissà
perché, hanno sempre fretta.
torna all'indice
Quando mancano i funerali di Stato
Oggi, 18 novembre 2003, funerali di stato per 19 persone cadute nell'attentato
in Iraq. In questi giorni tutti siamo stati colpiti da questi eventi; abbiamo
provato dolore, rabbia, impotenza, paura e magari anche odio. Si sono dette, e
se ne diranno, tante parole che non serviranno a ridare ai familiari i propri
cari. Quindi non voglio cadere in questo tranello anche se ci sarebbe qualcosa
da dire come ad esempio: è stato giusto che gli americani abbiano combattuto
in Iraq? Abbiamo fatto bene a mandare i nostri soldati per la missione di
pace? Ma lasciamo da parte queste domande, anche se importanti, perché voglio
comunicarti alcuni dei pensieri che mi sono venuti in questi giorni; lo faccio
anche perché forse sono cose che non hai sentito da molte parti. Alla notizia
dell'attentato ho provato sgomento, commozione e tristezza. Oltre a questo, mi
sono posto delle domande. Con mezzi potenti ma non eccezionali hanno fatto
una strage; però, cosa succede per davvero quando buttiamo bombe intelligenti
da sette tonnellate? Solo qualche morto come dice la televisione? Poi mi sono
detto: adesso noi ci commoviamo, d'accordo, è giusto. Perché allora la gente
non si commuove, anzi, in certi casi quasi applaude di gioia, quando vengono
buttate le bombe intelligenti che fanno spettacolo per tv come un videogioco?
I giorni sono passati ed è arrivato quello dei funerali di stato. Anche oggi
mi sto facendo delle domande. Siamo qui, tutti tristi e commossi; d'accordo, è
giusto; però, perché non ci commoviamo quasi mai per le migliaia di persone
che muoiono di fame ogni giorno? Certamente il valore di una vita umana non si
misura cinicamente con le cifre; tuttavia, per quanto possano essere importanti quei diciannove morti, perché restiamo indifferenti di fronte a migliaia di
persone che muoiono di fame anche per il nostro comportamento? E se oggi
stiamo vivendo questi fatti, non sarà anche colpa nostra? Certamente continuando a costruire armi non possiamo sperare che prima o poi non vadano in
mano a dei pazzi. Certamente, continuando a sostituire i valori umani con la
legge del profitto che mettiamo al primo posto, le ingiustizie del mondo non
cesseranno mai. Cosa fare? Io direi di fare magari anche poco ma di farlo
veramente, cercando di dare un po' del nostro superfluo a chi muore di fame.
Nel fare ciò, bisogna stare attenti a non incorrere in persone che usano le
disgrazie umane per arricchirsi. Se, per esempio, conosci e stimi una persona
che opera in Africa, sarà bene che i soldi tu li dia a quella persona invece
di farli passare per tante mani. Oltre ai nostri beni possiamo dare anche un
po' del nostro tempo impegnandoci a combattere quelle persone che vivono solo
per il profitto. In fin dei conti, le armi non vengono costruite quasi esclusivamente per il profitto? Ti lascio a meditare, sì, ma non troppo, perché
l'importante è agire, le parole, l'abbiamo visto, non servono.
torna all'indice
torna agli archivi del 2003
vai all'archivio generale
Home