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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Altri difetti di mb408l e aggiunta di memoria al notex
Nota del 2015: corretto e modificato perché pensavo di non aver scritto ciò che in realtà avevo già inserito nel numero 14.
Un piccolo difetto, che ho già segnalato nel giugno
scorso, riguarda il font dei caratteri. Se inserisci il font italiano vedrai
che la è grave è sbagliata. Da notare che fin'ora, anche se c'è stata qualche
revisione del programma, tutti i difetti elencati sono stati lasciati tranquillamente, tanto l'orbo acquista lo stesso! Una cosa che non ho ancora
segnalato riguarda l'esecuzione di file midi da dos. Con il programma
dell'mb408l residente in memoria (e quindi anche se si è passati al notex)
l'esecuzione del brano musicale viene rallentata e non va perfettamente a
tempo. Questo non succede col programma del vecchio notex che è senz'altro più
trasparente. Con il programma parla per la sintesi vocale questo difetto lo si
ha solo in parte. Adesso è possibile fare aggiungere della memoria al notex
dell'mb408l; forse conviene farlo anche se non se ne ha la necessità. Dovrei
fare ulteriori prove ma mi pare che il programma per l'mb408l modificato non
giri con quello avente poca memoria; probabilmente la politica sarà che un
giorno abbandoneranno le modifiche per il notex con poca memoria e sarai
costretto ad aggiornarlo, magari con un prezzo superiore a quello proposto ora
che è di lire trecento mila (solo se prenoti entro la fine di marzo, però non
sono sicuro della data, ti conviene chiedere "ai gestori dei ciechi" di Bologna).
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Risolto il problema con doc 720
Nota del 2015 per chi legge con la sintesi: se non regolata in maniera opportuna, la sintesi non legge direttamente i tre trattini che costituiscono l'estensione dei file di cui parlo.
Dopo tante prove e arrabbiature (io sono fatto così, che ci volete fare) ho
risolto (almeno parzialmente) il problema con doc 720. Per chi non ha letto lo
scorso numero di questi miei scritti, ricordo che in certi casi non riuscivo a
leggere i file ini di windows 98 e l'autoexec.bat del dos. Per quanto riguarda
l'autoexec del dos, si trattava di un codice ascii che doc non vuole e quindi
scartava il file. Era il codice ascii 31 finito al posto del 64 che rappresenta la chiocciola (alfetta per la difon2). Non so come sia finito lì dentro,
potrei aver fatto anche un errore di battitura durante una modifica ma è anche
possibile che ci sia stato un errore durante la modifica del file avvenuta
quando ho installato il windots (come spiegato nello scorso numero). Per
quanto riguarda i file ini, i codici ascii non c'entrano. Dopo tante prove ho
visto che se nella stessa directory in cui è scritto il file che si vuole
leggere esiste lo stesso file con estensione --- il doc non legge nessuno dei
due file, nemmeno se gli si dà l'estensione e nemmeno se si rinomina il file
ini in txt. Se poi si desidera leggere esplicitamente il file con estensione
--- dando questa indicazione dalla riga di comando, doc ti darà il messaggio
di memoria insufficiente anche se si tratta di un piccolo file, provare per
credere.
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Come aggiustare dischetti
I dischetti oggi costano poco e quindi gettarne qualcuno non è un problema
economico. Diventa comunque un problema ambientale; non so se tu segui qualche
riunione comunale, la spazzatura che produciamo cresce di anno in anno con
tutte le conseguenze che puoi immaginare. Per recuperare dei dischetti un po'
difettosi segui i passaggi seguenti, in certi casi funziona.
1: formatta il dischetto danneggiato con il format del dos nel modo seguente:
format a: /u /select
Select è un'opzione non documentata del dos la quale fa in modo che sul tuo
dischetto non esista più nessun tipo di formattazione. Se adesso vai al prompt
del drive a:, avrai il messaggio di errore generale.
2: adesso formatta il dischetto così preparato con il vecchio pctools (io la
prova l'ho fatta con il pctools che gira nel mondo degli orbi, quello tradotto
un po' alla buona con file del 1988). Oltretutto ha anche il vantaggio di non
mettere il numero di serie del dischetto.
Nota: in certi casi puoi saltare il primo passaggio a scapito però dell'affidabilità.
Attenzione: se farai un diskcopy usando il dischetto riparato come
disco di destinazione, il dos ci metterà comunque il numero di serie. Al posto
della formattazione dos descritta nel passaggio 1, puoi anche usare il programma Bulkeras per ottenere lo stesso risultato (non ho provato in questo
modo). Quando usi il format con l'opzione select, il disco si azzera quasi
immediatamente, questo non avviene con bulkeras. E se il dos si limitasse ad
azzerare solo la traccia zero? Ma quanto dureranno dischetti così riparati?
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Riga braille e sintesi senza spendere una lira al prezzo della libertà
Nota del 2015: per rettifiche e approfondimenti su questo argomento vedi il numero 24.
L'unione italiana ciechi di Padova ha diffuso un articolo che forse farà la
felicità di molti ciechini. Adesso, le barre braille, le sintesi e le stampanti braille, saranno date gratuitamente dall'usl (o asl). Sei contento? Io no,
e non lo era nemmeno chi ha scritto l'articolo che, una volta tanto, mi trova
d'accordo (non ho pregiudizi, anche chi scrive per l'unione italiana ciechi può
dire cose sensate). Comunque, di seguito dirò la mia opinione senza badare a
quella di altri. Adesso l'usl fa un appalto in base al quale decide da chi
acquistare il materiale da te richiesto. Le ditte per orbi sono poche ed è
chiaro che in veneto l'appalto lo vincerà "il "gestore dei ciechi" di quel
paese un po' grosso" di cui non dico il nome che tanto tutti ormai conoscono.
In altre regioni magari vince sempre lui o comunque qualche altra ditta per
ciechi (prova a contarle, vedrai che non hai bisogno della calcolatrice).
Comunque, che vinca uno o l'altro, sta di fatto che il cieco non è libero di
acquistare ciò che desidera e nel negozio che crede. Infatti, ogni ditta per
orbi importa o costruisce solo determinati tipi di materiale (ma tanto per il
ciechino è lo stesso). Inoltre, non è detto che io voglia per forza di cose
acquistare da mister X. E poi non è detto che mi convenga sempre acquistare da
mister Y, in certi casi magari è più conveniente acquistare da mister X. E del
resto non si fa così anche con i telefonini, con internet, con il frullatore
da cucina e con le mutande? Insomma, uno deve essere libero di acquistare ciò
che crede e nel negozio che crede e di poter cambiare questi parametri in base
alle esigenze del momento. Ma i ciechi del duemila (ormai ci siamo) non hanno
questi diritti elementari, l'importante è "il tutto gratuito", poi se si
calpesta la dignità umana poco importa, tanto sono solo ciechi. Certamente che
uno può sempre acquistare ciò che crede e nella sede che ritiene più opportuno
pagandosi il materiale, ma allora a che cosa serve una legge che ti dà tutto
gratuito togliendoti una tra le cose più care al mondo e cioè la libertà?
Credo di non essermi spiegato bene ma non ho voglia di riscrivere questo
articolo che, oltretutto, parla di cose che mi fanno venire l'ulcera. Termino
dicendo che la libertà è un dono prezioso da salvaguardare, un dono che appartiene anche ai ciechi.
P.s.: ultima notizia: un consigliere dell'unione italiana ciechi con il quale ho parlato ieri (e al quale ne ho dette di cotte e
di crude) mi ha detto che forse è possibile acquistare dalla ditta che si
desidera e ciò che si desidera pagando la differenza rispetto a quella scelta
dall'usl; dice anche che non ci sono ancora stati casi particolari.
Nota: ambasciator non porta pena.
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Registratori a cassette, descrizione di alcune parti e piccole riparazioni, prima parte
Nota del 2015: titolo modificato. Nella seconda parte aggiunta una nota e alcune parole.
In questo articolo, e probabilmente anche in altri, verranno spiegati alcuni
lavori da fare con l'apparecchio aperto; sarà quindi opportuno ricordare
alcune norme per la sicurezza della persona. Apoggiare l'apparecchio su un
banco di legno; per aprirlo o togliere e spostare parti di esso (sia interne
che esterne), staccare la corrente elettrica. Una volta aperto, localizzare
perfettamente dove si trova il trasformatore e tutte le altre parti che contengono alta tensione in modo da non mettere le mani su tale corrente quando
dovrai fare eventuali regolazioni con la spina inserita. Prima di fare qualsiasi regolazione con la corrente inserita bisogna che le parti dell'apparecchio che hai eventualmente smontato siano ben ferme e che tu abbia ben localizzato il punto in cui va fatta la regolazione. Non lasciare cacciaviti o
altri oggetti all'interno dell'apparecchio quando devi regolarlo con la corrente inserita. Non devi avere mani o altre parti del corpo bagnate. La corrente devi prenderla da un quadro elettrico provvisto di salvavita (anche se
la tua abitazione ce lh'ha già). Non fare questo tipo di lavori se stai prendendo psicofarmaci o altri medicinali che alterano l'equilibrio psichico, che
provocano sonnolenza o tremori.
Ormai siamo nel duemila e i registratori a cassette (e ancor più quelli a
bobine) stanno per essere mandati in pensione soppiantati da altri apparecchi
che usano supporti magnetici diversi. Proprio per questo oggi è veramente
difficile trovare qualcuno che sappia qualcosa di questi apparecchi. E tuttavia
magari ne devi riparare uno o ti servono notizie su qualche apparecchio usato
e non sai dove sbattere la testa. Inoltre, quando si parla di registrazione
analogica, si parla anche di tanti altri problemi correlati che troverai in
questo articolo e che sono ancora interessanti e utili ai giorni nostri. Esso
riassume la mia esperienza con i registratori analogici, sia dal punto di
vista tecnico che dal punto di vista fonico ed operativo. Esso comunque non
esaurisce gli argomenti trattati, anzi a volte li sfiora solamente. Questo
perché a me piace dire solo ciò che so veramente e solo quelle cose con le
quali ho avuto esperienza diretta.
All'inizio il registratore a cassetta era poco più che un giocattolino un po'
costoso che tentava di sostituire i registratori a bobina. Poi, con l'andare
del tempo abbiamo avuto un miglioramento degli apparecchi fino alla metà degli
anni ottanta (forse anche fino a qualche anno in più). Poi, nonostante la
tecnologia acquisita, i registratori a cassette hanno cominciato a perdere
quota (escluse certe eccezioni); questo è avvenuto dal punto di vista meccanico. Si trattava di contenere i costi e di dare, solo apparentemente, apparecchi migliori. Oggi i registratori a cassetta, pur avendo una buona qualità per
certi punti di vista, sono molto scadenti dal punto di vista meccanico ed
inoltre, a parte qualche marca, è difficile trovarne di professionali (solo
qualche modello). Torniamo verso la metà degli anni ottanta, in quegli anni vi
era una vastissima gamma di registratori a cassetta che ci permetterà di
capire il funzionamento dei vari modelli (intesi come formato del registratore
e non solo come marca). Dal punto di vista economico potevi avere un registratore da sessanta mila lire fino a uno da cinque o sei milioni. La meccanica
più semplice era quella a due testine, una per la cancellazione e l'altra per
la registrazione e la riproduzione. Le testine, contrariamente a quanto spesso
si crede, nei registratori a cassetta non girano, sono dei blocchetti che
fuoriescono dalla parete del vano cassetta quando si preme il play o la registrazione.
Nota: in certi registratori economici la testina di cancellazione
esce solo quando si registra.
Quella di cancellazione si trova sulla sinistra
mentre quella di destra rappresenta la testina di riproduzione/registrazione.
Nota: oggi moltissimi registratori hanno l'autorevers che serve a riprodurre
(e in certi apparecchi anche a registrare) una cassetta senza girarla. In
questi registratori la testina fa un giro quando si preme il tasto dell'autorevers in modo da presentare la superficie di lettura/registrazione sulla
posizione giusta rispetto al nastro. Attenzione: nel 1983 avevo un walkman
dell'Aiwa che, pur avendo l'autorevers, la testina di registrazione/riproduzione rimaneva ferma, evidentemente questa aveva due sezioni stereofoniche.
Di registratori a due testine ve ne erano molti, dal più economico da sessanta
mila lire fino a quelli da ottocento mila lire. Infatti, se una piastra di
registrazione a due testine costava mediamente duecento o trecento mila lire,
vi erano delle eccezioni, come i registratori della Nakamichi, che costavano
molto di più. Il perché di questo prezzo lo scoprirai nel seguito dell'articolo. Per piastra di registrazione si intende un registratore senza l'amplificatore incorporato, quelli che vanno messi in rac con il resto dell'impianto hi
fi. Il prezzo di un registratore varia a seconda che si tratti di una piastra
o di un registratore amplificato, con radio o senza, a una o due cassette,
dalle dimensioni (vedi i walkman che possono essere amplificati con un piccolo
altoparlante (ovviamente mono) o essere provvisti solo di cuffia stereo). E'
anche previsto il collegamento ad altoparlanti amplificati tramite la presa
per cuffia ma a quel punto non è più portatile. Il prezzo varia anche dal
fatto che vi sono registratori mono di dimensioni piccole (sempre con cassetta
normale). Puoi anche trovare registratori a microcassette utili per appunti e
registrazioni con qualità sonora scadente ma con doppia velocità (la 2,38 fa
durare maggiormente una cassetta a scapito della qualità sonora); ovviamente
questi registratori hanno un prezzo adeguato alle loro prestazioni. Inoltre la
spesa è correlata alle prestazioni sonore, al tipo e all'affidabilità e alla
durata della meccanica, dal fatto che ci siano o meno certi accessori. Un
discorso a parte, anche come prezzo, meritano quei registratori a cassette
multitraccia (sia per ciechi, con alcuni accorgimenti per le registrazioni di
libri parlati, e sia per registrazioni multitraccia a livello professionale o
semiprofessionale che però non so se siano ancora in produzione). Questi
ultimi usavano anche la velocità 9 che, pur facendo durare meno le cassette, aveva il vantaggio di una migliore qualità sonora. Spesso le marche fanno
dei compromessi su certe cose e non è raro trovare modelli di registratori
perfetti per certi punti di vista e scadenti per altri. E' ad esempio il caso
d Denon drm-800 del 1991 perfetto dal punto di
vista meccanico inteso come trasporto del nastro e silenziosità della meccanica ma scadente dal punto di vista sonoro (anche se costava quasi un milione
pur avendo una sola cassetta). Si tratta sempre di arrivare ad un compromesso,
di accordare la spesa con le proprie esigenze. A volte è bene rinunciare a
certi accessori ma avere una qualità sonora migliore o una meccanica più
perfetta. Tornando alle testine, ci sono poi le piastre di registrazione con
tre testine; in tal modo avremo, oltre alla testina di cancellazione, una
testina per la registrazione e una per la riproduzione. Ciò nonostante, queste
ultime due testine spesso sono montate in un unico blocchetto che avrà la
bellezza di
otto fili collegati; quattro per la registrazione (canali destro e sinistro
più le masse) e quattro per la riproduzione (con la stessa configurazione). In
altri casi le tre testine sono poste in tre blocchi separati; ciò permette una
migliore qualità sonora e una migliore regolazione. Non a caso questa configurazione la troviamo negli apparecchi più costosi o comunque in marche altamente professionali come la Nakamichi che ormai, a causa del consumismo, non si
vende più. La testina di cancellazione, salvo eccezioni, non va mai regolata e non è soggetta a particolare usura. Quelle di riproduzione e di registrazione (indipendentemente dalle tre configurazioni viste prima, e cioè una
testina per le due funzioni, due testine in un unico blocco o due blocchi
separati) vanno regolate di tanto in tanto; possono essere regolate per tarare
perfettamente le testine di un registratore di una determinata marca con
quelle di un registratore di marca diversa. Infatti, anche se ci dovrebbe
essere uno standard, ogni marca o gruppo di marche tende a farsi il proprio,
magari con una piccola differenza. In altri casi le testine hanno una diversa
taratura a seconda del periodo in cui è stato costruito il registratore. poi
non è detto che un registratore sia sempre tarato perfettamente quando lo
compri; ciò accade soprattutto oggi che la manodopera costa più del materiale
e le fabbriche tendono a risparmiare facendo delle regolazioni poco accurate.
Inoltre una testina può andare fuori taratura a causa di urti, per l'usura (il
nastro non ha più un contatto perfetto con la parte della testina che lo
legge) o per un uso prolungato del registratore (a forza di accendere e spegnere, la testina spostandosi dal punto di riposo al punto di utilizzo, a
lungo andare si sposta leggermente). Quando le testine sono molto usurate
bisogna sostituirle; lo si nota da un segno (un leggero scalino) che si forma
sulla superficie della testina che va a contatto con il nastro. Una delle due
viti che tengono ferma la testina non è una semplice vite di fissaggio. Sotto
ad essa infatti troviamo anche una molletta. Avvitando o svitando leggermente
questa vite è possibile modificare l'angolazione della testina rispetto al
nastro e quindi regolarla.
Nota: nelle piastre di registrazione di oggi che
hanno l'autorevers, le viti di regolazione sono due e sono poste una a destra
e una a sinistra del blocco. Una regola la testina per la lettura del nastro
quando questo va da sinistra a destra mentre l'altra regola la lettura per
quando il nastro va nel senso opposto. Non so se in tutte le piastre con
l'autorevers sia così, un esempio di quanto detto lo trovi nelle Marantz.
Attenzione: la regolazione di una di queste viti influisce, anche se leggermente, sulla qualità sonora della regolazione dell'altra vite.
Nota: nei
registratori Nakamichi, anche se non hanno l'autorevers, la regolazione delle
testine si fa tramite due manopoline alle quali si accede facilmente come
vedremo più avanti. Attenzione: la Nakamichi ha prodotto dei registratori con
autorevers dal costo di cinque o sei milioni.
Il modo più apropriato per
regolare le testine sarebbe quello d'avere un oscilloscopio da collegare
all'uscita del registratore e una cassetta contenente dei segnali campione.
Queste cassette hanno un guscio molto rigido e sono particolarmente costose
(anche cinquanta mila lire negli anni scorsi, adesso non so). Guardando la
forma d'onda che il segnale campione invia all'oscilloscopio, è possibile
regolare la testina. Nel 1980 vi era una cassetta contenente dei segnali
campione che permetteva di regolare le testine senza l'ausilio dell'oscilloscopio, poi non le ho più viste e mi dispiace di non averla acquistata (era di
un amico). Visto che noi l'oscilloscopio non lo vediamo e inoltre si tratta di
uno strumento abbastanza costoso (dipende anche dalla qualità dell'oscilloscopio che si desidera acquistare) vediamo un modo un po' empirico ma efficace
per regolare le testine.
Nota: negli anni scorsi io e altre persone avevamo un
progetto in testa per adattare un'oscilloscopio in modo che fosse leggibile da
parte di un non vedente. Ma anche in questo caso, l'ambiente dei ciechi è ed
era restio al nuovo e allora... ma adesso, con l'avvento degli oscilloscopi
digitali, la cosa sarebbe già più facile. D'altra parte, leggere delle coordinate (in questo caso la forma di un'onda) e mandarle a un computer non è poi
così difficile visto che ormai gli oscilloscopi possono essere collegati al
pc. Inoltre, non so se lo sai, ma in Germania i ciechi giocano al tiro a
segno. Si tratta di un fucile ad infrarossi il quale emette suoni diversi a
seconda che sia puntato più o meno giustamente rispetto il bersaglio. Una
volta sparato il colpo, una sintesi vocale legge il punteggio basandosi sulle
coordinate della superficie da colpire. Solo i tedeschi potevano fare una cosa
del genere!
Prima di regolare le testine di un registratore, puliscile bene
con alcool e pulisci bene anche tutte le altre parti metalliche che trovi nel
percorso del nastro. Lo puoi fare con il cotonfioc (quello per pulire le
orecchie, che però è meglio se non lo usi a tale scopo perché rischi di buttarti dentro ancor di più la porcheria che hai accumulato). Puoi usare anche
un fazzoletto o qualsiasi tipo di stoffa che non lasci peli o altri residui.
Il preminastro, cioè la rotellina in gomma che gira, deve essere pulito a
secco o, se particolarmente sporco, con il cotonfioc inumidito d'acqua; non
usare l'alcool per questa parte perché, a lungo andare, indurisce la gomma con
conseguenze indesiderate.
Nota: nei registratori con autorevers i preminastri
sono due.
In commercio ci sono delle cassette puliscitestine che io consiglio
d'usare solo nei riproduttori di cassette autoradio perché è più difficile
accedere alle testine; leggi le istruzioni sulla cassetta, in genere deve
essere fatta scorrere in play per pochi secondi. Non farne un uso smodato
perché è corrosiva e quindi, a lungo andare, rovina le testine. In commercio
ci sono anche dei kit per la pulizia delle testine come quello dei registratori a bobine della Revox; si tratta di una bocettina con del liquido da versare, solo qualche goccia, su uno dei cotonfioc forniti per la pulizia. C'è poi
uno specchietto che per chi è cieco serve moltissimo!
Nota: tanti anni fa ho
visto un'autoradio che, oltre a riprodurre le cassette, poteva anche registrarle e, se non ricordo male, aveva anche la presa per il microfono esterno
e la cuffia (oggi la presa per cuffia non c'è perché non è consentito guidare
con le cuffie in testa).
Per regolare le testine fai la prova seguente: prendi
un registratore stereo e invia ad esso un segnale mono, un segnale perfettamente identico nei due canali. Se si tratta di una piastra puoi collegare alle
prese rca d'ingresso una radio mono, più semplicemente puoi mettere il tuo
sintonizzatore stereo in mono e fare la registrazione. Puoi anche inviare un
segnale fisso come il la di un metronomo. Se questo ha la presa per cuffia
puoi collegarlo tramite un cavo con il jak mono da una parte e le prese rca
d'allaltra. In alternativa, se la piastra ha le prese microfoniche (ormai non
ci sono quasi più) puoi registrare il la tramite un microfono mono che sarà
collegato ad un jak femmina mono e un cavetto con due jak mono che andranno
alle prese microfoniche del registratore. Se poi hai un mixer, metti il pampot
dei due canali al centro e registra dall'uscita dell'apparecchio il segnale
che più ti piace. Insomma, l'importante è che al registratore arrivi lo stesso
segnale in entrambi i canali, sia come timbrica che come intensità. Una volta
fatta la registrazione, ascolta la cassetta in un altro registratore stereo a
due testine oppure in uno a tre testine con due testine nello stesso blocco.
Dovrà essere collegato ad un amplificatore. Durante l'ascolto del nastro,
commuta l'amplificatore da stereo a mono e viceversa ad un ritmo abbastanza
veloce. Sulle casse, o meglio ancora in cuffia che sarà collegata all'amplificatore, non dovrai sentire nessun spostamento del segnale e nessun abbassamento e nemmeno la modifica della timbrica. Se così non è, vuol dire che i due
registratori hanno una diversa taratura (magari anche di poco, una volta ho
fatto una prova del genere e il tecnico non riusciva a a vedere il malfunzionamento di un registratore nonostante usasse l'oscilloscopio). Chissà se aveva
uno strumento valido! Attenzione: una deformazione del segnale che hai ascoltato potrebbe dipendere anche da altri fattori che vedremo in seguito).
Nota: oggi molti amplificatori non hanno più il pulsante per la commutazione da
stereo a mono, quindi se ne hai uno, anche vecchio, tientelo caro, per certe
cose può sempre essere utile.
Se stai regolando un registratore con tre testine (due sullo stesso blocco) ti conviene fare una prova di registrazione (con
il metodo esposto prima) e poi andare ad ascoltare il segnale nel registratore
buono. Questo perché, essendoci due testine indipendenti nello stesso blocco,
non è detto che queste abbiano la stessa usura; potresti avere una testina più
o meno usurata dell'altra o comunque usurata in maniera diversa. Questo stato
di cose fa sì che la regolazione ottimale di una testina non sia quella
ottimale per l'altra. Tuttavia, essendo nello stesso blocco, dovrai arrivare
ad un compromesso. Se il compromesso ti dà fastidio devi sostituire le testine.
Nota: non è possibile sostituire una sola testina quando questa è montata
nello stesso blocco dell'altra.
Per regolare un registratore a tre testine su
blocchi separati, dopo aver fatto un segnale campione come visto prima tramite
un registratore perfettamente tarato, metti la cassetta in quello da regolare
e regola la testina d'ascolto. Poi registra un segnale campione (come visto
prima) con il registratore guasto e vai a confrontarlo con il registratore
buono. Se non è perfetto, regola anche la testina di registrazione.
Nota: se
sposti molto una delle due testine, fai attenzione che si sposta anche la
regolazione per l'altra testina. Questo succede perché il nastro fa un percorso non omogeneo.
Per regolare un registratore mono prendi una cassetta e
registra un segnale qualsiasi con il registratore da regolare. Non è necessario adottare la procedura vista prima perché il registratore è già mono.
Siccome in questi registratori, come abbiamo visto, la testina di riproduzione
effettua anche la funzione di registrazione, è ovvio che quando questa è
regolata per una funzione lo è anche per l'altra. Adesso prendi la cassetta
appena registrata e ascoltala con un registratore stereo perfettamente tarato
collegato ad un amplificatore. Facendo la commutazione da stereo a mono, il
segnale dovrà rimanere stabile al centro senza deformazione (quando non è
perfetto si ha una perdita degli acuti quando si è in mono).
La regolazione
della testina di un registratore a quattro piste per ciechi è un po' più
difficile ma pur sempre fattibile. In questi registratori, anche se hanno due
testine, esse sono divise in sezioni indipendenti in modo da poter registrare
piste indipendenti. Comunque, la testina di riproduzione/registrazione è una
normale testina stereo alla quale sono stati collegati i fili in modo che
possa riprodurre e registrare le piste 1/3 (quando la cassetta è messa dal
lato a) e 2/4 (quando la cassetta è girata nel lato b). Il selettore posto sul
registratore inibisce la sezione della testina non desiderata per la registrazione. Questo modo di collegamento dei fili fa sì che, se si riproduce una
cassetta registrata a quattro piste in un registratore stereo, quando ascoltiamo il lato a sentiremo la pista 1 e la pista 4 (ovviamente a rovescio). La
stessa cosa la si ottiene con un registratore mono anche se con i canali
mischiati. Questa configurazione dei registratori per ciechi è stata fatta per
evitare la diafonia tra le piste; Infatti, se prendi un normale registratore
stereo e mandi, ad esempio, un segnale solo sul canale sinistro, quando riascolti il nastro avrai anche un po' di segnale sul canale destro perché la
divisione dei canali non è mai perfetta.
Nota: la quantità di segnale che
ascolti nel canale destro può anche dipendere dalla diafonia dell'amplificatore.
La testina di cancellazione dei registratori a 4 piste per ciechi è un po'
particolare. Infatti essa è divisa in sezioni. Questo non avviene nei normali
registratori stereo. La testina di cancellazione di un registratore stereo
presenta solo due fili, un positivo e la massa. Essa infatti cancellerà contemporaneamente sia il canale destro che il sinistro e non ha bisogno di
alcuna divisione. Testine di cancellazione a più sezioni si possono trovare
nei registratori multitraccia semiprofessionali o professionali ma personalmente non li ho mai usati e quindi non so se tali testine sono compatibili o
meno con i registratori a 4 piste per ciechi. Tornando alla regolazione della
testina, l'ideale è avere una registrazione ben fatta e regolarla con essa. Se
hai un altro registratore a 4 piste ben tarato, fai una registrazione con esso
e poi regola il registratore guasto con tale registrazione. Un'altra prova la
puoi fare mettendo la registrazione fatta con il registratore a 4 piste da
regolare in un apparecchio stereo. Il segnale della pista 1 deve corrispondere
perfettamente al canale sinistro. Un'ulteriore prova consiste nel verificare
che la cancellazione di una pista non influisca sull'altra e che non si sentano segnali audio provenienti da un'altra pista quando questa è bianca.
L'accesso alla vite o alle viti di regolazione delle testine si fa in vari modi a
seconda del modello del registratore. Quando sei fortunato non lo devi smontare. In alcuni trovi un foro sul bordo del vano cassetta. Si tratta, ad esempio, dei registratori mono da tavolo oppure nel registratore a quattro piste
per ciechi (quello da tavolo, non quello portatile). In altri registratori da
tavolo oppure in quelli portatili devi estrarre tutto il registratore dal suo
rac per accedere alla vite delle testine. Nel fare questo, fai attenzione che
in genere il registratore resta comunque collegato al rac tramite i fili
dell'altoparlante; fai attenzione a non rovinare la tastiera nell'estrarla. In
certe piastre di registrazione basta togliere, tirando dolcemente verso l'alto, il vetrino del vano cassetta. Poi si inserisce la cassetta come al solito
e si manda il registratore in play e si metterà il cacciavite in corrispondenza della vite della testina. In altri casi, siccome le ditte tendono al risparmio, il vetrino del vano cassetta non si toglie e, a meno che non si
riesca con qualche sforzo ad accedere ugualmente alla vite vista prima, sarai
costretto a togliere la meccanica del registratore in modo che il frontale di
essa sia accessibile. In altri casi ancora dovrai solo togliere il pannello
frontale della piastra lasciando la meccanica al suo posto. Il pannello frontale si toglie, dopo aver tolto il coperchio del registratore, svitando le
viti poste sul perimetro interno del frontale stesso. Un esempio di regolazione della testina tramite l'espulsione del frontale della piastra lo trovi
nella vecchissima piastra Aiwa ad-3600e.
Nota: in questa piastra è anche possibile togliere un po' tutto il coperchio del vano cassetta ma non conviene, poi
resta sempre un po' traballante; quest'ultimo modo, quello di togliere da una
parte il coperchio del vano cassetta senza smontare la piastra, l'ha scoperto
un tecnico specializzato con il quale ho litigato e da allora la regolazione
delle testine la faccio da solo.
Un esempio di regolazione con l'espulsione
della meccanica lo trovi in certe piastre economiche della Technics del 1987 o
1986 (non sono sicuro dell'anno d'acquisto). In esse, una volta tolto il
coperchio, si toglieva la meccanica svitando due viti poste sul davanti di
questa e avvitate sul frontale del registratore; poi dovevi togliere altre due
viti poste sul culo dell'apparecchio in corrispondenza della meccanica. Inoltre bisognava togliere la cinghietta del contagiri. Fatto questo, la meccanica
veniva via in un unico blocco collegata però al registratore tramite i cavi. A
questo punto la si tirava su dolcemente e la si metteva in modo che il vano
cassetta guardasse verso l'alto facendo attenzione a non strappare i fili; la
si appoggiava al bordo del registratore in modo che avesse, anche se un po'
instabile, un piano d'appoggio per poter lavorare; si doveva fare attenzione
al fatto che gli ingranaggi e i contatti elettrici della meccanica non toccassero le pareti del registratore. Poi si accendeva quest'ultimo con una cassetta inserita e si faceva la regolazione. Nel rimettere tutto a posto, la cosa
più scabrosa era la cinghietta del contagiri. Una regolazione analoga la
dovevi fare in una piastra Aiwa di quei tempi di cui non ricordo il modello;
era quella con i tasti posti su una basetta posta sotto il frontale.
Nota: non
so se l'Aiwa ha fatto più di un modello con questo tipo di tasti, mi riferisco
comunque a un modello abbastanza economico, sulle cinquecentocinquanta mila
lire di quei tempi.
Per accedere invece alle manopoline delle piastre Nakamichi viste prima, basta togliere il vetro del vano cassetta; in corrispondenza
delle testine vi è un lamierino tenuto con due viti che va tolto. Così facendo
si accede alle manopoline a scatti che si spostano a mano (una per la testina di riproduzione, due per quella di registrazione e una per la cancellazione). Se sei furbo conti gli scatti e se vuoi porti tutto come prima.
Questo modo di regolazione lo trovi nella vecchia bx300 (quella che ha anche
la possibilità di variare i giri dall'esterno) e nel modello successivo il
cr3e. Nel caso di registratori con autorevers con due viti di regolazione,
l'accesso è sempre uguale, dipende dal modello. Per la taratura delle testine,
non usare cacciaviti con la calamita perché altrimenti si magnetizzano con la
conseguenza di scariche indesiderate. Siccome le testine possono magnetizzarsi
anche per altre ragioni, in commercio esiste una cassetta per smagnetizzarle.
Bisogna inserirla e premere il play per pochi secondi con i volumi a zero del
registratore e dell'amplificatore. Non so se tutte le cassette smagnetizzatrici siano uguali, quella che ho io emette un suono lungo appena inserita e un
suono intermittente quando è ora di spegnere l'apparecchio. La cassetta contiene una pila tipo orologio. Le piastre di registrazione dell'Aiwa (almeno
fino a qualche anno fa, spero sia ancora così), non necessitano di questa
cassetta. Esse infatti smagnetizzano le testine ad ogni accensione. Nel caso
non dovesse bastare tale smagnetizzazione, basta spegnere e riaccendere l'apparecchio per un numero ristretto di volte. Nel vecchio modello ad3600 (forse
anche nel 3700, non ricordo bene) oltre alla funzione vista prima, era anche
possibile smagnetizzare le testine con la combinazione di tasti rec e recmute.
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