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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Notizie con il contagocce (display braille)
Nota del 2015: titolo ampliato.
Lo scorso ottobre sono andato a far sostituire i puntini della mia riga braille, un notex40 di vecchia generazione. Ho acquisito, con fatica, qualche altra
notizia sui puntini e l'usura delle barre braille che desidero portare a
vostra conoscenza. Non so se qualche vedente te l'ha detto, i puntini delle
barre braille non sono tutti dello stesso colore. Alcune montano quelli bianchi e altre quelli neri. Attenzione: se fai guardare, devi riferirti ai puntini veri e propri e non alle caselle dalle quali fuoriescono; comunque, anche
quest'ultime possono essere bianche o nere ma non hanno molta importanza. Nel
caso della riga braille notex40, i puntini bianchi vengono montati sul tipo di
vecchia generazione, quelli neri nei notex40 più moderni. Quando, qualche anno
fa, dicevo che non tutti i notex40 sono uguali dal punto di vista dei puntini,
certe persone mi hanno dato dello scemo! Ma andiamo avanti. Il colore non è
l'unico parametro da guardare. Ad esempio, la barra braille mb408l monta
puntini bianchi ma questi sono ben diversi dai puntini bianchi del notex40 di
vecchia generazione. Ovviamente cambia la marca. E poi chissà se le righe
braille vengono tutte assemblate con gli stessi pezzi! Generalmente, quando
vengono sostituiti i puntini di una riga braille, vengono cambiati i puntini
veri e propri e le caselle dalle quali fuoriescono. Queste ultime vengono
cambiate solamente per non stare lì a pulirle, la manodopera costa; in realtà
esse non hanno alcuna usura (salvo danni eccezionali). Con un po' di fatica
sono riuscito ad ottenere i pezzi vecchi della mia riga braille e quindi li ho
esaminati a casa con molta calma. Innanzitutto non erano così sporchi come si
lascia ad intendere. Certamente un po' di polvere e di unto c'era, cosa del
tutto normale dopo sei anni di duro lavoro. Contrariamente a quanto mi si
diceva, non si consuma molto la parte superiore del puntino braille ma, al
contrario, la parte inferiore.
Nota del 2015: l'informazione qui sopra è inesatta. Essendo la prima volta che avevo tra le mani puntini braille smontati dalla loro sede e notando che questi avevano dimensioni assai diverse tra loro, pensavo che ciò fosse dovuto all'usura ma non è così. Nel seguito dell'articolo tieni conto di questa nota, grazie.
I puntini da me esaminati si presentano come un
piccolo cilindro la cui sommità è più sottile (la parte che verrà toccata
dalle mani e che uscirà dalle caselle). Come dicevo prima non è questa parte
superiore che si consuma molto, questa viene sì in contatto con le mani ma non
con la carta vetrata! La parte inferiore si consuma molto di più perché probabilmente c'è una certa usura dovuta al continuo spingere in su della parte
piezzoelettrica della cella braille. Siccome molto spesso io uso il notex40
senza il punto sette delle maiuscole (lasciando però inserita la funzione che
mi fa vedere gli accenti con il punto otto), (da notare che questa funzione
non è disponibile nella barra braille mb408l, si può solo avere la scrittura a
otto o sei punti), era facile riconoscere quali erano i puntini montati sulla
parte inferiore della cella braille che, ovviamente, risultavano poco consumati e quindi più lunghi. Questa è una cosa ovvia perché, anche se come ho detto
prima io lascio sempre inserita la funzione che mi fa vedere il punto otto
sugli accenti, questi sono in minoranza rispetto alle altre lettere. Comunque
ho fatto uno sbaglio, già che c'ero era meglio se avessi cambiato anche la
parte piezzoelettrica delle cellette braille; avrei avuto un lavoro più omogeneo, infatti certe caselle hanno qualche puntino troppo basso o troppo
(molle). La spesa sarebbe stata superiore ma ne valeva la pena. Quindi, anche
se magari ti diranno di non cambiare tutta la cella braille, se sono passati
cinque o sei anni fallo tranquillamente, non ascoltare le altre persone! Chi
mi conosce un po' dovrebbe sapere che io non tengo a nessun negozio per ciechi, mi limito ad usarli quando non ne posso fare a meno. Ciò nonostante devo
dire che a Bologna sono meno cari della tiflosystem; per fare il lavoro il
tecnico ha lavorato un'ora circa più il test per un totale di circa un'ora e
mezza. Ho pagato un'ora di manodopera più i pezzi di ricambio e ho speso circa
centocinquanta mila lire (adesso la cifra esatta non la ricordo, mi scoccia
andare in cerca della fattura). Comunque una volta ho visto la tiflosystem
sostituire una normale pila che mantiene il setup del computer (quelle che
costano al massimo dieci quindici mila lire a farla grande); per fare questo
lavoro il tecnico ha "lavorato" un'ora, poverino, se la prende calma! Il
prezzo è stato di centocinquanta mila lire; chi ha orecchi per intendere
intenda. Concludo dicendo che i puntini bianchi montati sulla riga braille
mb408l sono decisamente migliori di quelli del vecchio notex40, quelli neri
montati sui notex40 più recenti (adesso non lo fanno più) sono migliori di
quelli bianchi montati in quelli di vecchia generazione.
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Poche parole su rar
Un giorno stavo parlando del più e del meno con un non vedente; ad un certo
punto mi dice che il compattatore rar gli crea qualche problema quando mette i
commenti ai files e cioè che il files si scompatta da solo senza che lui gli
dia l'ok per farlo. Ho fatto qualche prova ed ecco il risultato. In realtà
questo avviene solo quando il commento è stato aggiunto ad un file compresso
con il comando c. Quando andremo a scompattare quel file, apparirà una schermata a tempo con il commento; dopo un tempo relativamente breve, il file si
scompatta. Questo non avviene se il commento al file è stato inserito con
l'opzione /z nomefile; nomefile è un archivio contenente il commento che
vogliamo scrivere sul file compresso.
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La sostituzione di un vecchio cd-rom
Il mio cd-rom (un vecchio 6x) faceva le bizze; a volte funzionava, a volte
no. A volte andava subito al prompt del cdrom mentre in altri casi dovevo
resettare la macchina (a volte anche più di una volta) per farlo ripartire. La
stessa cosa capitava anche con i dischi audio, mentre in altri casi andavano
ma in maniera strappata cioè l'audio saltava qualche frammento di brano. Dopo
averlo pulito con il cd atto a tale operazione (si trova regolarmente in
commercio ed ha un piccolo spazzolino nella parte inferiore del disco che,
girando, va a pulire la lente del lettore cd), dopo essermi accertato che non
vi fosse un problema di cavi, mi sono deciso a cambiarlo. Nei mesi scorsi
avevo chiesto ad un negoziante se, cambiando il cdrom potevo continuare a
collegarlo al controller presente nella sound blaster awe32. Chiedevo questo
perché non ero sicuro che tale controller potesse accettare anche un cd-rom
veloce (dove li trovi oggi i 6x?) Come al solito non ho ottenuto le
informazioni che cercavo; poi, qualche settimana fa, un altro negoziante mi ha
detto che potevo collegare indifferentemente il cd-rom sia al controller della
sound blaster che al controller secondario del mio pc. Comunque, secondo lui era
meglio l'ultima soluzione. Sarà, ma per quest'ultima soluzione bisognava
(almeno così mi hanno detto) mettere le mani sul setup del computer, cosa che
oggi i non vedenti non possono fare (vedi i vecchi numeri di "fuori serie").
Ed allora l'ho collegato alla sound blaster anche se ho qualche dubbio che vada
effettivamente alla velocità di 40x, farò altre prove. Comunque, se
ti capita di cambiare un vecchio cdrom, non gettare via i vecchi cavi, nel mio
caso, il cavo audio non era uguale e non sarebbe andato bene sulla mia sound blaster. Inoltre, quando compri un cdrom, possibilmente acquistalo con due
pulsanti sul frontale; il secondo pulsante è il play che ti permette di suonare un cd anche senza l'uso di un programma atto a tale scopo. Questo risulta
utile quando vuoi essere certo che il malfunzionamento non dipenda dal programma che stai usando. Inoltre, se possiedi un alimentatore per computer da
tavolo, per fare delle prove ed accertarti che il lettore di cdrom sia effettivamente difettoso, puoi collegarlo a tale alimentatore ed ascoltare la
musica in cuffia dopo aver premuto il tasto play sul frontale del lettore.
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Sgradite sorprese (dischi di musica)
Nota del 2015: titolo ampliato.
Capita di cercare un vecchio disco che magari ricorda la tua infanzia, magari
ce l'hai da qualche parte ma è strisciato, oppure hai delle registrazioni su
cassetta che fanno schifo! Finalmente trovi il disco sognato riversato su
compact disc, lo acquisti subito senza badare a spese. Poi lo porti a casa e
lo ascolti e può capitare, soprattutto quando il disco che cercavi era bene
impresso nella tua memoria, che qualche cosa non corrisponda più a quanto da
te sognato. Ma stai tranquillo, non è la tua memoria che non funziona più,
sono le case discografiche che rompono le scatole; ecco qualche esempio di
brani molto noti confrontati con il vecchio vinile.
Claudio baglioni: e tu..., Rca 1974: bastano le prime note per capire che
la strumentazione presente nel cd è diversa, ciò vale sia confrontando il cd
con il 45 giri che con il 33 giri.
Claudio Baglioni: questo piccolo grande amore, Rca 1972: questa volta il
confronto è stato fatto con il 33 giri e una raccolta che conteneva solo la
canzone che dà il titolo all'album. La strumentazione è identica ma cambia in
modo vistoso l'equalizzazione del disco; la versione su cd è meno metallica ma
anche meno brillante; il vinile, è vero, ha un'equalizzazione troppo spinta,
con le S distorte; tuttavia, cambiando tale stato di cose, a mio avviso si
peggiora la situazione per due motivi: 1: per il fatto che la canzone non è
più quella di prima, 2: perché, alla faccia degli equalizzatori, una correzione del genere fa perdere al brano molta naturalezza, diventa per così dire
"artificiale".
Riccardo cocciante: dal concerto per margherita prendiamo in esame la
canzone "Margherita", Rca 1976: anche in questo caso il confronto è stato
fatto tramite il 33 giri e una raccolta su cd che conteneva solo la canzone
"Margherita". Se non sei molto attento ti sembreranno uguali. Ma anche in
questo caso le case discografiche hanno voluto modificare (di poco) l'originale. Infatti, l'effetto d'eco di qualche strumento, nel 33 giri in certi punti
si sposta da un canale all'altro della stereofonia, nel cd rimane statico al
centro.
Forse dirai che tutte queste cose sono piccolezze, sarà, ma la musica a mio
avviso è fatta soprattutto di particolari; particolari che a mio avviso bisogna cercare di tenere in considerazione per non rischiare di attrofizzare la
nostra sensibilità che, nei casi più disperati, porta alle conseguenze della
storia che segue:
si tratta di una storia vera accaduta forse dieci anni fa o anche più. Una
mattina trovo un professore di musica che non vedevo ormai da tempo. Io ero
assieme ad un'altra persona con la quale si è messo a parlare di soldi (argomento che a me non interessa). Ma poi il discorso è passato alla musica e sono
rimasto sbalordito nel sentire che, secondo questo professore, le orchestre
sinfoniche sono più o meno tutte uguali, lui i cd li sceglieva solo in base
alla qualità tecnica della registrazione fregandosene di quella dell'esecuzione. Dopo diversi anni ho fatto un esperimento. Possiedo tre edizioni delle
stagioni di Vivaldi; da queste ho preso un pezzettino della primavera (forse
quella più nota) e l'ho fatto ascoltare ad una bambina di dodici anni circa.
Ebbene, anche questa bambina, che non è molto esperta di musica, ha saputo
riconoscere, anche se non a spiegare con parole chiare, quale delle tre edizioni le piaceva di più. Secondo lei la migliore era quella con i musici, poi
era quasi uguale quella suonata dall'orchestra da camera di praga diretta da
Libor Hlavacek; quella che proprio non le piaceva (mi scusi il signor direttore) è quella suonata dall'accademia della musica antica con Christopher Hogwood; evidentemente, oggi i ragazzi non sono più abituati al timbro e al modo
di suonare tipico delle orchestre che usano strumenti originali e un numero di
elementi adeguato all'epoca in cui la musica è stata scritta. In ogni caso, da
qui a dire che le orchestre sono tutte uguali........... Deve passare ancora
molta acqua sotto i ponti
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Collegi virtuali
E se i ciechi avessero scoperto il mondo virtuale prima dei normodotati? Forse
stai pensando che sono matto, sì, forse un po' lo sono e me ne vanto! Leggi
quanto dirò ora, e poi vedrai che la mia affermazione non è così strana. Il
caso più disperato è quello di una bambina (ormai diventata donna) di mia
conoscenza. Questa, pur non essendo stata in collegio, si era costruita un
mondo del tutto virtuale e faceva finta di vivere in esso. A suo dire, lei era
una bambina orfana, proveniva dall'argentina e altre stupidaggini che ora non
ricordo bene. Alcune di queste stupidaggini sono state anche pubblicate su
Genariello (il giornale per i bambini fatto dall'unione italiana ciechi).
Evidentemente questa bambina aveva una situazione familiare e sociale bruttissima tanto che il suo inconscio la rifiutava costruendo una realtà virtuale.
Ma c'è una virtualità tra i non vedenti che è quasi di norma. Io li chiamo i
collegi virtuali! Evidentemente il cieco non è così inserito e così felice
come ci vogliono far credere certi personaggi. Credo sia proprio per questo
che, in molti casi, il non vedente sente quasi l'esigenza "di ritornare in
collegio". In collegio dove si sentiva protetto, dove, essendo tra ciechi e
non avendo la possibilità di inserirsi con i normodotati, lo faceva sentire
più tranquillo e sereno (anche se di una falsa serenità). Questa esigenza la
noti quando li vedi tutti tra loro, ieri con la radio trasmittente e oggi in
internet; ci sono persone che si sono abbonate ad internet per andare nel sito
dell'unione; non c'è nulla di male a visitare quel sito, solo che internet è
tanto vasto che mi sembra un po' riduttivo fare solo questo! Un giorno parlavo
con una persona e chiedevo di internet, al di là di "www.uiciechi.it" non
aveva in mente altro. Ma poi arrivano i giorni di vacanza e li trovi tutti
riuniti in un albergo (magari il centro studi di Tirrenia) a comportarsi come
se fossero tornati in collegio. Qualche anno fa ero in un albergo con altri
ciechi e mi sono veramente vergognato. Potrei raccontare diverse cose ma ne
dico solo una per ragioni di brevità. Un giorno andiamo a pranzo, ogni commensale aveva due bicchieri, uno per l'acqua e uno per il vino. Un cieco prende
uno dei due bicchieri e beve; dopo un breve assaggio si mette ad urlare:
"portate via quest'acqua marcia, portate via quest'acqua marcia!". La cameriera, allarmata dalle grida, accorre e gli lascia un solo bicchiere e forse ha
portato via anche la bottiglia dell'acqua (questo cieco beveva acqua solo al
mattino presto per lavarsi le budella). Non so chi avesse versato dell'acqua a
quel cieco ma non era il caso di fare così tanto baccano! L'acqua non era
marcia, era acqua minerale (forse naturale). Il cieco in questione è sposato e
aveva circa sessant'anni, dopo così tanto tempo non si era ancora scrollato
via le scorie di un'educazione insulsa derivante dai collegi. E del resto puoi
anche notare che molti ciechi, quando si ritrovano, si rimettono a passeggiare
per un corridoio proprio come quando erano in collegio, come tanti animali in
gabbia. Ci sono poi altri ciechi che hanno ancora tutte le paure e le fisime
strane del collegio; personalmente mi capita che un cieco mi telefoni e mi
dica: "quando senti mister x, gli chiedi.... bla bla bla bla, sì perché io non
ho confidenza, non so come parlargli". E la cosa non mi stupisce più di tanto.
Verso la fine degli anni 70, nel collegio di Padova c'erano diversi ciechi che
si vergognavano ad ascoltare la radio in cortile, si chiedevano quanti registratori è lecito avere (ma, forse non più di due perché sai com'è, be sì, in
certi casi, se uno di questi è un po' scassato, se ne possono anche avere tre,
cosa ne dici?). Avevano paura a mangiare un panino in cortile perché visti da
altra gente e così via. Anche se con fatica, personalmente ho sempre avuto
contatti con le persone che vedono. Purtroppo, come tutti, ho molte difficoltà
e capita anche a me d'avere dei periodi un po' negativi, negativi nel senso
che non è sempre facile avere amici e conoscenti vedenti. Comunque, quando
andavo a casa dal collegio (magari al sabato e la domenica) vedevo persone che
ascoltavano la radio in piazza senza problemi, vedevo gente che mangiava in
corriera e così via. Sinceramente, quando tornavo in quel collegio avevo
l'impressione di entrare in un ambiente di stupidi. Stupidi che, pur vergognandosi delle cose appena descritte, non si vergognavano affatto a bestemmiare in pubblico, a ruttare come maiali eccetera. Sono le contraddizioni di
un'educazione fatta dentro quattro mura. Sinceramente non so come si possa
avere tanta voglia di ricreare quegli ambienti nei quali la creatività era
bandita. L'unica cosa che si poteva fare era quella di passeggiare per i
corridoi come scemi, inventando bestemmie per passare il tempo. Ricordo come
fosse ieri la mia passione per la radio e le radio private (allora appena
nate). ). Ma chi parlava di radio era scemo. Per non parlare di chi voleva
occuparsi di elettronica come il sottoscritto. Dal punto di vista morale il
collegio non era certo un esempio di santità; c'era chi rubava e nascondeva la
roba in chiesa, oppure scopava in chiesa; c'era anche un po' di droga (per i
vizi i ciechi sono sempre al passo coi tempi). Ma non vorrei essere frainteso,
so bene che anche tra i normodotati vi sono molti vizi; se ho portato certi
esempi l'ho fatto solo per far capire che non è il caso d'avere tanta nostalgia di certi ambienti; cerchiamo di non ricostruire quegli ambienti che,
grazie al Cielo, ci siamo scrollati di dosso con fatica, cerchiamo di non
ricostruirli (anche se solo in modo virtuale). Per me non è stato facile
togliermi dalla testa certe abitudini insulse; quando ho smesso d'andare in
collegio, c'erano delle volte in cui mi sarebbe venuto spontaneo fare quattro
passi per un corridoio! Tuttavia, al contrario di certi ciechi, non sono mai
stato chiuso nei confronti dei vedenti, anzi! Spesso mi capita di essere molto
chiuso nei confronti di chi non vede, forse perché certe persone mi ricordano
il collegio da me sempre rifiutato. Ma non vorrei essere frainteso. Io non mi
vergogno della mia cecità, credo di viverla in modo naturale. A tale proposito
ci sono certi ciechi che si vergognano del proprio handicap quando non dovrebbero farlo mentre in altri casi lo mettono sempre in piazza per ottenere
pietismo. Mi spiego con degli esempi. Ci sono non vedenti che si vergognano a
leggere il braille quando sono in pubblico. Addirittura conosco un musicista
che non legge la musica in braille quando è in classe perché tale lettura è
troppo emarginante. Personalmente non ho difficoltà a portarmi un foglio
braille quando vado in un negozio, perché devo ricordarmi tutte le sigle dei
componenti con il rischio di sbagliarne qualcuna? Poi ci sono non vedenti che
non sanno, o non vogliono, parlare di argomenti che non siano strettamente
legati al mondo dei ciechi. Il ponte radio 2 alfa del coroncina fino a qualche
tempo fa era veramente un obrobrio. Adesso le cose sono cambiate. Prima però
c'era in particolare un cieco che al di là dell'unione italiana ciechi, delle
sintesi, delle righe braille eccetera non sapeva dire altro e liquidava le
persone vedenti (magari con la scusa che arrivavano male) per poter continuare
a parlare solo di quello, (un esempio di collegio virtuale). E con questo non
voglio dire che ci si debba vergognare a parlare di righe braille o altre
cose. Voglio dire che in certe situazioni bisogna saper parlare di argomenti
generici che interessino un po' tutti o comunque saper dare lo spazio anche ad
altri argomenti. Al contrario, ci sono dei non vedenti che si vergognano a
parlare di una sintesi vocale, (le paure del collegio). Magari telefonano ad
una ditta, gli viene chiesto di leggere ciò che appare sullo schermo del
computer e, per non dire che sono non vedenti e che con la sintesi non è
sempre facile accedere direttamente a certe scritte (o addirittura impossibile, vedi il setup dei computer moderni), si inventano la scusa che il monitor
non si vede bene. Chissà come faranno ad aiutarli quei ciechi! Se uno mi dice
che ha il monitor annebbiato, penso ad una cattiva regolazione dello schermo,
al malfunzionamento del monitor oppure della scheda grafica eccetera. E ci
sono i ciechi che vogliono essere più ciechi di quello che sono. Prima che la
Minetti andasse a Sanremo, un pomeriggio era ospite alla radio circuito Marconi. L'hanno fatta cantare, il conduttore le fa notare che la tastiera usata
dal suo accompagnatore è di grosse dimensioni. In realtà si trattava di un
pianoforte elettrico, quindi con ottantotto tasti, ecco perché il conduttore
lo vedeva più grande delle solite tastiere. E lei sapete cosa risponde? "non
mi dite queste cose che io non le vedo" (o comunque una frase del genere). Che
figura! Oltretutto non è nemmeno nata cieca ed inoltre, contrariamente a ciò
che la stampa vorrebbe far credere, un po' ci vede, almeno così mi hanno
detto. Insomma si va da un estremo all'altro, certi ciechi credono di poter
accogliere le persone con bestemmie e parolacce, altri (o anche gli stessi)
hanno paura di leggere in treno.
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