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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
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Gli accenti di Windows
Nota del 2015: nell'articolo parlo di due programmi Windows che salvano in ascii, oggi direi ansi.
Se sei un po' inserito nel mondo dei normodotati, ti capiterà sempre più
spesso di trovarti tra le mani un file scritto con Windows. I vedenti ormai
scrivono con quello! Magari ti diranno che si tratta di un file ascii perché
scritto con il blocco note di windows; questo programma salva in ascii ma non
è perfettamente compatibile con il Dos. Certi segni e gli accenti hanno un
codice diverso da quello del Dos; anche per il Write di windows è la stessa
cosa. Non possiedo una tabella e quindi, per il momento, mi limito a fornirti
i segni che sono riuscito a ricavare da alcune prove da me eseguite. Per
ripulire un file da tali codici e inserire i segni giusti (compatibili con il
Dos) puoi usare un editor di testi (con ricerca e sostituzione) oppure puoi
costruirti una tabella adatta al programma Pulisci di Giuliano Artico. Se usi
la sintesi, leggi la tabella scritta qui di seguito in modalità di Controllo
(per il parla) in Esplora per i filtri vocali e il Voisis e in modalità Rivedere (o "Per vedere" non ricordo bene) per chi possiede l'Infovox; per chi ha
la barra non c'è problema! Il segno dell'uguale serve solo ai fini della
tabella.
Accenti e segni di Windows
Codice windows segno dos
224 = à
232 = è
233 = é
236 = ì
242 = ò
249 = ù
163 = £
231 = ç
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Scrivere la musica in braille
Questo paragrafo è dedicato in modo particolare a quelle persone che possiedono
un dispositivo braille o parlante dotato di una tastierina simile a quella
di una dattilobraille. In questi dispositivi (vedi braille mate, audio braille, notex40 eccetera) sono stati aggiunti altri due tasti che, ovviamente,
servono per i punti sette ed otto. Il metodo qui di seguito proposto ti permette di scrivere la musica senza usare l'Italbra o altri programmi di conversione per la stampa in braille.
La prima cosa da fare è quella di regolare il dispositivo con il quale scriverai e la stampante braille, con lo stesso codice braille. In sostanza si
tratta di regolare i dispositivi in modo identico, cioè che, ad esempio, se
digiti i punti 1 4 6 ti vengano scritti i punti 1 4 6 anche sul foglio. Le
cose non sono sempre così semplici. Personalmente uso il braille germanico (o
eurobraille) presente sul notex40 e lo stesso braille germanico (o tedesco che
dir si voglia) presente nella stampante Versapoint. Purtroppo anche se si
tratta della stessa tabella, alcuni codici sono diversi. Questo mi comporta un
piccolo problema facilmente risolvibile. Chi scrive la musica in braille saprà
che il segno della terza ottava si fa con i punti 4 5 6; facendo tali punti
con il notex, la stampante non mi stampa un'accidente! Infatti per il notex
quei punti corrispondono al codice ascii 127 che corrisponde al tasto esc; per
ovviare a tale problema devo scrivere la terza ottava con l'aggiunta del punto
7; sulla riga braille viene fuori il segno del sottolineato (_) con il punto sette che però
non dà alcun fastidio se si stampa a sei punti come è opportuno fare. Per
tutti gli altri segni non c'è problema. A noi non importa quale segno appare
sullo schermo. Se usi una barra braille, potrai avere gli stessi segni sia
sulla carta che sui tuoi archivi su dischetto e questo facilita notevolmente
la consultazione. Non usando un programma di conversione braille, ovviamente i
numeri di pagina non vengono scritti; questo non è un problema. Generalmente
la musica viene scritta più lentamente di un normale testo e quindi, fermarti
un attimo per mettere il numero di pagina non sarà un problema. Se ad esempio
usi una carta per stampante nella quale ci stanno 28 righe, quando scrivi lo
spartito musicale basterà inserire il numero sulla riga 28 e successivamente
nelle righe corrispondenti al multiplo di 28. Se usi l'edit del dos puoi
facilmente leggere in quale riga ti trovi. Puoi anche aggiungere il segno del
segnanumero che, tral'altro, corrisponde all'intervallo di quarta. Anche per i
ritorni a capo non c'è problema. Se usi una riga braille ti sarà facile vedere
quando sei vicino ai 38 caratteri (numero che generalmente va bene per i
formati di carta più comuni) e potrai dare un invio che corrisponde al ritorno
a capo. Se usi una sintesi devi controllare dov'è il cursore con l'apposito
comando. Per il parla devi digitare ctrl-c in fase di controllo. In giro
esiste un programma che simula la tastiera di una dattilobraille usando la
normale tastiera da computer; una volta l'ho provato ma non dava risultati
eccezionali, sono passati anni e potrebbe essere stato migliorato. Per finire
ti dirò che io per scrivere la musica in braille uso il Wordstar per il quale
però bisogna avere qualche accorgimento in più.
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Wordstar, vecchio ma buono
Nota del 2015: Titolo ampliato rispetto all'originale.
Consiglio la lettura di questo paragrafo anche alle persone che non usano
Wordstar; in esso troveranno un esempio di come si possa adattare un programma
alle proprie esigenze senza continuare a cambiare software in continuazione.
Quando, dieci anni fa, mi sono comprato il computer, come tutti ho ascoltato
vari consigli cercando di imparare il più possibile. Non sempre i consigli
sono buoni! Il radio club ciechi d'Italia consigliava il programma Easiwrite
che serve per la stesura di testi. Dopo pochi anni, ma soprattutto quando ho
cominciato ad avere la barra braille (e quindi cambiando nettamente il modo
d'usare il computer) mi sono reso conto che tale programma era veramente
schifoso! Innanzitutto non si potevano scrivere grossi file e questo è un bel
problema. Quando scrivevo ad una ragazza vedente che mi interessava, dovevo
sempre stare attento alla lunghezza del file! Poi le conversioni in ascii non
erano molto buone e tante altre cose che non sto qui ad elencare. Ho cominciato ad usare Wordstar versione 6.0 e lo uso tutt'ora. Ci sono persone che
affermano che il word per dos è migliore di Wordstar, non lo metto in dubbio
ma, a mio avviso, oggi è un po' assurdo imparare un nuovo wordprocessor per
dos, se devi imparare un nuovo programma di videoscrittura, fallo in ambiente
Windows. Questa è una delle ragioni per la quale sono rimasto fermo al Wordstar, che, per il Dos, va più che bene. Tra i non vedenti circolano diversi
libri su wordstar, due sono stati trasmessi da televideo, uno di questi l'ho
convertito in ascii perché era scritto in Word; capitava infatti che qualche
non vedente ti desse il libro e poi lo potevi leggere solo in parte. Poi ho
visto qualche riassunto del manuale di wordstar 4 fatto dalla Tiflosystem, da
Pasquale Marino, da Guglielmo Zerbinati e anche alcune istruzioni trasmesse
sempre da televideo all'interno di un corso didattico. Per farla breve dirò
che, il manuale originale di wordstar 6 non l'ho mai visto e quindi forse le
soluzioni da me adottate possono essere approssimative perchè si basano solo
sull'esperienza e sui libri che ho potuto leggere (non ho letto tutti i libri
elencati prima che tuttavia, oltre a non essere il manuale originale, arrivano
al massimo alla versione 5.5).
Due parole su come usare Wordstar: innanzitutto bisogna dire che i margini, anche quelli su schermo, dipendono anche dalla stampante installata; dalla
versione 5 in poi, i comandi si possono anche dare scegliendoli da un menu e
digitando invio sopra il nome dell'azione desiderata. Inoltre, bisogna sfatare
la diceria con la quale si afferma che con Wordstar si devono sempre usare i
comandi con il tasto Ctrl seguiti da altri due tasti. Ad esempio, per andare a
fine file, basta premere Ctrl e il tasto Fine, proprio come l'Edit del Dos o
altri programmi di video scrittura. Ho regolato Wordstar in modo che mi salvi
i documenti in una determinata directory (a meno di non specificare diversamente). L'ho anche regolato in modo che, dopo un determinato periodo nel quale
non si scrive niente, mi salva automaticamente il file. Non ho mai trovato la
documentazione del programma Convert presente nella versione 6; attenzione:
non confondere questo programma con un altro software di conversione per
Wordstar che possiede lo stesso nome. Il programma convert della versione 6 va
regolato prima dell'uso; con esso è possibile convertire i file di Wordstar in
vari formati come ad esempio, in Wordperfect, Wordstar 2000 eccetera; tra
questi formati vi è anche l'ascii che io uso regolarmente. Tuttavia, nella
maggioranza dei casi, faccio sempre la conversione da ascii e wordstar, per
fare l'operazione inversa uso la stampa su disco della quale parlerò tra
breve. Il programma Convert prevede poi tutte le altre regolazioni come, ad
esempio, l'interlinea, dove mettere i file convertiti o quelli temporanei e
tante altre cose. Per convertire in ascii da Wordstar risulta più comoda la
stampa su disco. A tale scopo mi sono fatto una macro che, al suo interno,
contiene i seguenti comandi punto:
.mb0
.mt0
.po0
.pl0
Nota del 2015: successivamente a questo articolo, alla macro aggiungerò il comando
.oj off
che disattiva la giustificazione del testo facendo in modo che tra una parola e l'altra vi sia sempre un unico spazio.
Con questi comandi,
quando si stampa su disco, non vengono lasciati i bordi superiore ed inferiore
della carta (che altrimenti lascerebbero delle righe vuote sul file)e),
Sempre per evitare spazi vuoti, con i comandi punto elencati sopra non viene
lasciato alcun margine sinistro e si evita che vi sia il salto pagina (con la
conseguenza di una riga vuota). In questa maniera, una volta scritto un documento, sarà semplice aggiungere o togliere i comandi punto sopra elencati a
seconda che esso debba essere convertito in ascii o stampato dalla stampante
installata. Per stampare su disco basta scegliere l'opzione asc256 come nome
della stampante, è poi possibile dare un nome di file diverso da quello proposto. Con l'installazione della mia stampante, il margine destro è a 80 colonne. Avevo l'esigenza d'avere anche il margine standard di 66 colonne. Con
questo, infatti, fare le regolazioni dei margini con i comandi punto è decisamente più semplice. Tuttavia non volevo rinunciare all'altra regolazione (cioè
con la stampante Epson e il margine destro a 80. Il programma Wschange mi è
venuto in aiuto. Con esso è possibile installare varie versioni di Wordstar.
Ma non spaventatevi, non servono molti mega, viene aggiunto solo un file per
ogni versione (o forse qualche altro piccolo file, dovrei controllare). A
queste versioni dovremo dare un nome; consiglio di lasciare il nome ws per la
versione che si usa di più e nomi diversi per le altre versioni. Adesso,
quando scrivo ws il mio wordstar parte con stampante Epson, quando digito ww,
parte con stampante di bozza. Uso il wordstar anche quando devo correggere i
libri acquisiti con lo scanner. Innanzitutto porto il testo con il margine
destro a 78 colonne (così sto dentro alle 80 della mia configurazione di
wordstar); tolgo poi tutte le righe vuote. Queste funzioni le faccio con il
programma Fox. Poi converto in Wordstar tramite il programma convert che ho
regolato in maniera che sia compatibile con ciò che devo fare. Una volta
corretto il testo, converto nuovamente in ascii ed il gioco è fatto. Qualcuno
starà dicendo che tutte queste manovre mi portano via un sacco di tempo.
Niente di più sbagliato. Ormai, fare queste cose mi è diventato talmente
facile che non ci penso nemmeno. D'altra parte, correggere i testi con un
editor è veramente scomodo (ovviamente per l'impaginazione del testo). Poi
esiste qualche altro programma di wordprocessor in ascii, è vero ma si tratta
quasi sempre di programmi copiati male (quante volte ho visto programmi senza
qualche pezzo), di programmi in inglese, programmi che accettano solo piccoli
file eccetera. E poi chi me lo fa fare ad imparare un altro programma per Dos?
Quando ero iscritto al radio club ciechi d'Italia, si diceva che fare i blocchi di testo, spostarli, copiarli e cancellarli, era difficile. Sinceramente
io non l'ho mai trovato difficile; con Wordstar è anche possibile scrivere un
blocco di testo in un altro file, aggiungere un blocco di testo ad un file già
esistente o acquisire un file incollandolo al punto prestabilito del documento
attuale. Sono anche comode le macro; puoi anche collegarne due insieme cosa
che io ho fatto per farci stare il mio indirizzo con il numero telefonico; per
scrivere il mio indirizzo adesso digito solo esc seguito da i. Con queste
informazioni non intendo dire che tutti devono fare come faccio io, intendo
far capire che, continuare a cambiare programma (soprattutto quando non si
passa a qualcosa di veramente migliore) è una perdita di tempo.
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Appunti sui Cdr e cdrw
Nota del 2015: traendolo da un giornale, di seguito scrivevo che nel 1998 la Philips
farà in modo che tutti i suoi lettori possano leggere i cdrw. Segnalo che negli anni 2000 la Philips vendevaun modello di radioregistratore che non lo faceva e questo non per un problema tecnico ma per un vantaggio commerciale:
se acquisti un apparecchio che non fa certe cose che ti servono in seguito, ovviamente ne acquisti un altro che le fa facendo aumentare il profitto.
Inoltre qui dico che nello scorso numero abbiamo parlato del cdr, è vero ma in esso chiamavo i supporti semplicemente cd scrivibili una sola volta e cd riscrivibili.
Abbiamo già parlato del cdr nello scorso numero, che vi ricordo si tratta di
un cd registrabile una sola volta con un apparecchio hi fi; il cdrw è un cd
registrabile più volte tramite un apparecchio hi fi che lo consenta. Leggendo
un giornale, ho preso alcuni appunti che vi invio volentieri sperando che lo
scanner non mi abbia tradito.
In diverse occasioni non è possibile leggere un cdrw dai lettori tradizionali,
in altre sì, provare. Il cdr, invece, è sempre leggibile dai lettori tradizionali. per il 1998 la Philips farà in modo che tutti i suoi lettori possano
leggere i cdrw (oltre, ovviamente, i cdr e i cd tradizionali). Questa parziale
incompatibilità è dovuta al fatto che per un cdr il contrasto del segnale
generato in rilettura è variabile dal 40 al 70 per cento mentre per il cdrw è
variabile tra il 15 e il 25 per cento. Il cdr possiede una traccia già fatta
dalla fabbrica e viene registrato per via ottica tramite il laser che riscalda
localmente il supporto, deformandolo, a una temperatura di 250 gradi e una
potenza di 11 MW; la potenza viene ridotta a 4 MW nei punti bianchi. lo strato
registrabile del cdrw è formato da una lega d'argento, antimonio, indio e
tellurio; in origine è una struttura policristallina riflettente. Con una
temperatura di 500-700 gradi e una potenza di 14 MW di un raggio laser pulsante, viene cambiata la fase dei cristalli e la superficie diventa non riflettente simulando il pit (controlla se è giusto quest'ultimo termine). la cancellazione viene eseguita ad una temperatura di 200 gradi circa che consente
di riportare allo stato originale (riflettente) la superficie di registrazione. Per cancellare un cdrw occorrerebbero 37 minuti; per tale ragione viene
cancellata solo la pma (program memory area) nella quale sono contenute le
indicazioni dei brani; in tal modo la cancellazione di un disco richiede poco
tempo (un po' come avviene con il computer con il quale, quando si cancellano
i file, viene cancellato solo il primo carattere); poi, quando si registra
nuovamente il cdrw, il resto della superficie del disco viene cancellata a
mano a mano che la registrazione lo richiede.
Attenzione: stanno arrivando nuovi supporti, ne parleremo nei prossimi numeri.
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Limiti dei programmi Doc e Fox
Nota del 2015: titolo leggermente cambiato rispetto all'originale.
Non tutti i file di testo vengono letti dal programma Doc. Un esempio in cui
ciò avviene è rappresentato dai file catturati con il programma per modem
Terminate. Con Terminate è possibile riindirizzare l'output ad un file (con il
comando Alt-l.) In tal modo, ti sarà possibile acquisire le informazioni di
una banca dati, la posta elettronica e l'elenco dei nuovi file a partire da
una data specifica, senza doverli leggere in linea; poi, una volta chiusa la
linea (solievo per le tue tasche) potrai leggere il file acquisito che, ovviamente, contiene tutte le informazioni che hai visualizzato velocemente quando
eri collegato alla banca dati. Doc non legge questi file e non ne legge anche
altri come quelli che costituiscono i codici postali dati dalle poste italiane. In questi casi, uso il comando interno List di Ndos. Molte persone poi,
credono che con Fox si possa fare una vera e propria riimpaginazione del
testo; questo non è previsto dal programma. Fox lavora sulle righe non tenendo
conto però del testo in modo globale (o per lo meno ne tiene conto in maniera
assai scarsa, almeno credo.) Per capirci, faccio un esempio. Tieni conto però
che, da una prova da me fatta, risulta che a volte Fox fa degli arrotondamenti
e quindi l'esempio non sarà perfetto al cento per cento dal punto di vista
matematico, ma sarà giusto dal punto di vista pratico e cioè dal punto di
vista dell'impaginazione. Supponiamo d'avere una riga lunga 100 caratteri,
una seconda riga lunga 80 e una terza lunga 60. Come si comporta fox se noi
inseriamo l'opzione che serve a limitare il testo a ottanta caratteri per
riga. La prima riga del nostro esempio viene spezzata, ovviamente, a ottanta
caratteri; ci rimangono altri 20 caratteri che fox mette in una seconda riga.
La seconda riga dell'esempio viene posta alla riga 3 e, ovviamente, rimane ad
ottanta caratteri. La terza riga del nostro esempio viene portata alla riga
quattro e viene lasciata a 60 caratteri anche se dopo di essa c'è dell'altro
testo. Tutto questo discorso per dire che, quando riimposti le righe con Fox
ad un determinato numero di colonna, vuol solo dire che le righe non supereranno quel numero, ma avrai comunque delle righe più corte e, molte di queste
righe corte, saranno rappresentate dai caratteri in eccesso tagliati dalle
righe lunghe. Quando correggi un testo così formattato, dovrai togliere i
ritorni a capo delle righe corte in modo che il tuo word processor possa fare
un'impaginazione globale del testo.
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Esperienze hi fi
Quando si deve scegliere un impianto hi fi è sempre un dramma. Ci sono un
sacco di modelli e di prezzi; di quest'ultimi non parlerò, ognuno conosce
quanti soldi ha in tasca e quanti ne potrà dedicare all'impianto hi fi; nella
maggioranza dei casi, quando si spende di più si ha anche un apparecchio più
eddiciente ma...... "non sempre". In ogni caso una persona arriva sempre a un
compromesso che dipende dal grado di interesse che nutre per l'alta fedeltà e
da tutta una serie di fattori che non è il caso di analizzare. Parliamo invece
di caratteristiche tecniche e musicali. Innanzitutto, quando scegliamo un
impianto hi fi, fidiamoci delle nostre orecchie. Ciò ti sembrerà banale ma, se
leggerai gli esempi che seguono, vedrai che non lo è più di tanto. Fino a
prova contraria, l'impianto deve piacere a noi, in altri termini, ci deve
regalare emozioni piacevoli e non spiacevoli quando ascoltiamo la musica. Solo
il nostro gusto personale è quello che conta, non quello di altri! Un giorno
vado in un negozio per far riparare un paio di casse che, oltretutto, non
erano nemmeno mie. Dopo qualche settimana vado a ritirarle e chiedo cos'era
stato riparato. Mi leggono il bigliettino che le accompagnava su cui c'era
scritto: "prova ed ascolto, lire ottantamila". Rimango un po' interdetto ma mi
riprendo subito e chiedo: "scusa, ma oggi le casse si riparano solo provandole
ed ascoltandole"? in altri termini ho chiesto se oggi le casse acustiche si
riparano con la forza del pensiero, già perchè è ovvio che provare ed ascoltare non significa riparare! E poi, quanti soldi può prendere un tecnico in una
giornata se ti "ruba" ottanta mila lire solo per collegare un paio di casse ad
un amplificatore e ascoltarle per un po'? Purtroppo mi sono dimenticato di
chiedere quanto dura la seduta d'ascolto, con tale dato sarebbe stato possibile fare il conto per otto ore lavorative! Continuando il racconto di prima, io
dico: "prova a collegare queste casse e vedrai che non si sono certo riparate
da sole". Le proviamo, il negoziante, in un primo momento, non sente niente;
aveva messo un disco di disco music (hai presente quella musica che fa solo
Tun tun tun tun tun tututun e basta?) Chiedo se ha un disco un po' più decente, cerca qualche attimo e poi, grazie al cielo, trova una musica per pianoforte suonata da Aldo Ciccolini, non è un pianista che mi piaccia in modo
particolare ma senz'altro ottimo per provare le casse. E qui casca l'asino. Le
casse cominciano a distorcere, lo fanno sulle frequenze medioalte; a questo
punto mi chiedo: saranno gli alto parlanti o qualche filtro posto all'interno
della cassa? Proviamo a cambiare gli altoparlanti, esclusi quelli dei bassi, e
il problema si risolve anche se per la soluzione finale bisognerà aspettare
ancora qualche settimana, ero in un punto vendita e non in un centro di assistenza; gli altoparlanti provati, appartenevano a casse nuove che, ovviamente,
non potevano stare senza. Questa storiella cosa ti dice? Innanzitutto di
storie analoghe a questa oggi ce ne sono molte, anzi troppe. Questa storia ti
fa capire che a volte "gli "esperti" tanto esperti non sono! Oggi si fa un
gran parlare di suoni, di effetti speciali, e di qui e di là; ma poi quante
sono le persone che realmente sanno distinguere un suono buono da uno cattivo?
A mio avviso sono molto poche e non potrebbe essere altrimenti. Oggi, la
maggioranza delle persone, ascolta solo musica da discoteca; in essa trovano
posto suoni campionati, sintetizzati, distorti con effetti speciali eccetera;
inoltre, ad eccezione di qualche mixaggio, la musica da discoteca non prevede
certo segni d'espressione come piano, forte, crescendo e diminuendo! La melodia, ammesso che ci sia, è scarna e fatta da tastiere elettroniche o da voci
che, nella maggioranza dei casi, sembrano persone in crisi d'astinenza per
effetti di stupefacenti! Come può una persona che ascolta solo ed esclusivamente questo tipo di musica conoscere il bel suono e, di conseguenza, giudicare se un impianto hi fi suona bene o male? Un discorso un po' a parte meriterebbe la musica leggera un po' più impegnata, quella che insomma si avvicina
un po' di più alla parola "musica". Di tale musica, magari, parleremo in un
altro numero. Non sono contro la musica leggera, anzi ne ascolto molta, sono
certamente contrario a certa musica che a mio avviso non è tale. Ma torniamo
al nostro esperto. E come fa il nostro esperto a riconoscere un bel suono da
uno cattivo se non ha mai sentito (o quasi) uno strumento dal vivo? Oggi, la
maggioranza delle persone, quando ascolta qualche strumento musicale dal vivo,
lo sente suonare solo da tastiere elettroniche che, per quanto buone possano
essere, non sono mai come uno strumento tradizionale. E poi c'è una bella
differenza nell'ascoltare un pianoforte che proviene da due casse di una
tastiera (anche buona) e un suono che proviene da una cassa armonica. Inoltre,
ascoltando strumenti classici, l'orecchio si affina moltissimo. Vi è una bella
differenza di suono tra un violino originale del 600-700 e uno moderno. Se
invece ascoltiamo un violino riprodotto da una tastiera elettronica, cento
tastiere di modello uguale lo riprodurranno sempre allo stesso modo. Se vuoi
essere in grado di scegliere un impianto hi fi, innanzitutto devi aver ben
presenti i suoni reali degli strumenti riprodotti e, di conseguenza, scegliere
un impianto che si avvicini il più possibile ai suoni veri (naturalmente
tenendo anche presente il prezzo che si è disposti a pagare). Quando puoi,
ascolta un pianoforte, un violino, un oboe, una banda, l'organo, un'orchestra
dal vivo; vedrai che poi la scelta ti sarà più facile. Non è possibile dire
che un suono assomiglia molto all'originale se non si conosce il suono originale; sarebbe come se una persona dicesse che una bottiglia di vino comprata
al supermercato assomiglia o è uguale a quello prodotto in casa se quello di
casa non l'ha mai assaggiato!
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