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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Quando per congiungere cartelle è necessario usare junction
Junction è un piccolo programma in inglese che, come dice il nome, serve a
congiungere cartelle ed è un'alternativa a mklink che abbiamo utilizzato nello
scorso numero per spostare i preferiti di microsoft edge.
Oltre al file della
licenza, il programma, che si usa dal prompt dei comandi, ha un eseguibile a
32 bit, che tuttavia funziona anche con il sistema a 64, e due eseguibili per
i 64; nel mio computer funziona solo junction64.exe mentre junction64a.exe non
gli piace e dice che non è adatto al mio computer ma non mi specifica quale
sistema a 64 bit desidera e se ne sai qualcosa, per favore, metti un commento nel blog.
La licenza va accettata solo la prima volta che l'adoperi e lo puoi fare anche dall'interfaccia di windows ma poi non puoi fare il resto equindi tanto vale accettarla direttamente dal prompt dei comandi.
Non sto qui a rispiegare la giunzione delle cartelle che puoi leggere nell'articolo citato sopra; La sintassi è la seguente:
junction collegamento destinazione
A differenza di mklink, qui per fare una giunzione non è necessario inserire
l'opzione /j perché il programma esegue solo quel tipo di collegamento.
Guardando le opzioni del programma con il comando
junctiont /?
ho pensato che per includere le sottocartelle bisognasse utilizzare l'opzione
-s ma ho fatto una cartella con una sottocartella ed ho visto che le ha collegate entrambe e allora se scopri a cosa serve tale opzione per favore metti un
commento nel blog.
Junction funziona fino a windows 10 ma secondo me è utile utilizzarlo in xp
dove non c'è il comando mklink. Se come il sottoscritto in xp hai solo un
disco e magari solo una partizione in ntfs, puoi fare delle prove con un disco
esterno formattato in ntfs; naturalmente quando scolleghi il disco esterno il collegamento
non funzionerà più.
Puoi scaricare junction anche dalla sezione programmi del mio sito.
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Approfondimento su come sbloccare la pompa per l'impianto di riscaldamento e dintorni
Per motivi che potrai facilmente intuire, nonostante l'argomento trattato
pubblico questo articolo anche nella categoria dell'attualità del blog.
Quanto segue approfondisce ma non esaurisce l'argomento in oggetto iniziato in
Fuori serie n.92.
Lo scorso 13 dicembre la vecchia pompa di trent'anni fa con la manopolina per
lo sblocco vista nel precedente articolo si è bruciata e al suo posto me ne
hanno messa una che chiamano pompa elettronica.
A parità di potenza, quelle che chiamano pompe elettroniche sono più piccole delle altre; naturalmente, stringi stringi, se vuoi che la pompa giri, un motorino
esiste comunque e di elettronico c'è solo una schedina che svolge le seguenti
funzioni:
- segnala l'accensione della pompa con una luce,
- regola la velocità della pompa tramite un pulsantino e un menu circolare con
numeri da 1 a 3,
- segnala con una E quando la pompa è in errore, ad esempio quando è bloccata.
Nota: siccome dove abito le cose spariscono nel nulla, non ho potuto consultare le istruzioni e, per quanto dirò poi, l'idraulico che è venuto questa
mattina mi ha detto che l'errore era segnalato con E2 ma presumo che la E
stesse per error/errore mentre il 2 fosse solo il numero della velocità a cui
era settata. Inoltre non so se la E è davvero maiuscola come ho messo qui per
distinguerla da una e congiunzione e se viene segnalato l'errore anche in
occasioni diverse dal semplice blocco.
La potenza da scegliere per la pompa del riscaldamento dipende dall'impianto
della tua abitazione ma siccome non sono un idraulico non ti so dire come va
calcolata; probabilmente lo si fa in base ai metri e al diametro dei tubi,
dall'altezza della casa (ossia per quanti piani la pompa deve spingere l'acqua), e dal numero di termosifoni ma per tutte queste cose devi guardare un
manuale d'idraulica.
Certo è che quando sostituisci la pompa l'idraulico che viene si limita a guardare i dati
di quella precedente così che se il primo
della serie ha sbagliato i calcoli te li tieni sbagliati a vita!
Pur avendo letto qualcosa in rete, non mi è ancora del tutto chiaro con quale criterio si sceglie la velocità della pompa
e quindi l'ho chiesto all'idraulico ottenendo questa risposta: "io le metto sempre a due..." Come a dire: facciamo una via di mezzo che va sempre bene!
Una delle difficoltà che gli idraulici incontrano quando devono sostituire la pompa è che i punti d'innesto devono ovviamente avere lo stesso diametro della pompa precedente.
In quella fredda mattina dello scorso 13 dicembre, per farmi sostituire la pompa ho dovuto
chiamare tre idraulici:
il primo mi ha detto che la
pompa era molto grossa e che non la poteva sostituire perché introvabile...
che si sarebbe informato... Sì, ma al 13 dicembre non posso star lì a cincischiare! Cavoli, vuoi che una pompa così grossa/potente l'abbiano fatta solo
per me?
Il secondo mi ha detto che la sua ditta fa assistenza e pulizia alle caldaie ma non alle parti esterne di esse.
Ed infatti quando la stessa ditta era venuta a pulire la caldaia, per farmi sostituire una valvolina di un tubo esterno ho dovuto insistere un pochino! Certo che abbiamo costruito una strana società! Immagina di dover far sostituire un tubo che dall'esterno entra in caldaia; cosa facciamo? chiamiamo due idraulici perché il primo lo mette fino ai bordi della caldaia mentre il secondo lo collega all'interno?
Finalmente Il terzo idraulico mi ha sostituito la pompa mettendo quella elettronica che,
a suo dire, costa di più ma consuma di meno... La solita presa in giro! Ammesso che consumi davvero un po' di meno, e vorrei sapere se a parità di potenza
qualcuno si è messo a misurare l'assorbimento del vecchio e del nuovo tipo senza fidarsi delle etichette,
anche se alla fine di un anno risparmiassi qualche euro, quanti anni devono
passare prima d'assorbire il costo maggiore della pompa? E siamo sicuri che le
pompe elettroniche durino quanto le altre? Io ho dei seri dubbi anche per ciò
che vedremo di seguito.
La nuova pompa è andata bene per tutto l'inverno ma quando sono andato ad accenderla
in questo ottobre non è più partita. Mettendoci l'orecchio, qualche volta
faceva un leggero ronzio come se volesse partire ma nulla più. Ho pensato
subito che si fosse bloccata ed ho anche pensato che quella precedente, ossia
quella con la manopolina vista nello scorso articolo, è durata anni e anni
senza mai bloccarsi. Quindi ho svitato la vite vista nell'articolo precedente
presente anche sulla pompa elettronica notando subito una differenza. Dalla
parte interna, la vite/tappo di questa pompa ha un cilindretto non presente
nella pompa sbloccata nello scorso articolo.
Una volta inserito lo stesso
cacciavite per sbloccare il motorino, non sono riuscito a farci nulla perché
sembrava che all'interno non ci fosse nessuna vite. Quindi ho provato con
altri due cacciaviti a taglio più piccoli senza risolvere niente e scioccamente mi sono fermato lì perché se avessi provato ancora con cacciaviti diversi...
Nel compiere queste operazioni notavo che all'interno il cacciavite mi portava
verso l'alto come se la vite non fosse al centro del foro e se avessi approfondito la faccenda...
Parlando al telefono con uno che un tempo lavorava con materiale elettrico, mi
ha detto che certe pompe non si possono sbloccare; possibile? Mi sembra strano! Poi una sera ho avuto l'occasione d'avere a casa un vedente e già che
c'era gli ho fatto guardare il foro ma al suo interno non ha visto nulla a cui
inserire un cacciavite. Sembra impossibile ma anche i "Normodotati" che vedono
benissimo a volte non vedono ciò che hanno davanti; non avendo mai visto non
so come ciò possa accadere ma è un dato di fatto che ciò succede e se qualcuno
me lo spiega... E' altrettanto un dato di fatto che se un cieco non trova una
vite o quant'altro certi normodotati esclamano: "Eh, ma se è cieco, come vuoi
che faccia? E' ovvio che non la trova!". Ma quando succede la stessa cosa ai normodotati allora è un fatto normale. Perché?
Così, fidandomi della vista altrui e quindi anch'io convinto che in quel foro
non ci fosse nulla, ho chiamato l'idraulico che, porcaccia miseria, con venti
euro mi ha semplicemente sbloccato la pompa!
Ma tu pensi che io sia stato lì zitto zitto senza guardare/toccare con che attrezzo l'aveva sbloccata?
In pratica, la vite/tappo la sviti con il solito grosso cacciavite a taglio
mentre al suo interno ci devi andare con un cacciavite a stella e va bene
quello comunemente utilizzato per aprire i computer. Siccome quando l'idraulico se ne è andato ho fatto la prova, ho notato che la vite interna in questo caso non è al
centro del foro ma verso l'alto e se solo avessi ascoltato di più il mio
intuito, se avessi provato con cacciaviti a stella e se non mi fossi fidato
della vista altrui... Ma con i se e con i ma non si torna indietro e quindi
spero che questo articolo serva ai non vedenti a non fare gli stessi errori e a certi normodotati ad essere meno prevenuti nei confronti di chi non ha la vista.
Concludo aggiungendo una cosa che mi ero dimenticato: andando in caldaia, la nuova pompa risulta assai silenziosa; ciò nonostante, girando per la casa, quando è accesa si sente un suono che si propaga per i tubi dell'impianto
abbastanza fastidioso soprattutto se lo tenessi acceso di notte, cosa che non accadeva con la vecchia pompa.
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Accordatore, generatore di suoni e metronomo cherub wmt-555c
Sommaria descrizione e primi approcci
Oltre a descrivere tecnicamente l'apparecchio, e nei prossimi paragrafi lo
farò dettagliatamente, per me è importante far sapere quali sono stati i primi
approcci ed il motivo te lo lascio immaginare.
Il cherub wmt-555c, sigla che in rete a volte trovi priva del trattino presente nel manuale, comprende un accordatore, un generatore di suoni e un metronomo a più ritmi in cui è possibile impostare anche il conteggio vocale, il tutto
racchiuso in una scatolina piatta che sta comodamente in tasca che costa poco
meno di sedici euro e che, display a parte, è facilmente gestibile anche da
chi non vede.
Pur essendo così piccolo, dispone di un altoparlante dal suono chiaro e abbastanza potente e un largo display a due colori.
Una volta inserite le batterie, non potendo leggere le sigle dei vari pulsanti, tanto per verificare se funzionava li ho premuti a caso ma non succedeva
niente; poi si è acceso senza che sapessi come e perché. La solita e utile
radiolina in onde medie messa vicino all'apparecchio in modo da essere disturbata da esso mi ha fatto capire con quale pulsante si accende, che per accenderlo e spegnerlo bisogna tenerlo premuto un po' e che è acceso anche quando
non emette nessun suono; in seguito capirò che anche gli altri pulsanti svolgono una funzione diversa a seconda di quanto a lungo vengono premuti.
Poi ho scaricato il pdf da
www.strumentimusicali.net
dove ho acquistato il wmt-55c ma il file è risultato inleggibile con gli
screen reader per non vedenti e per tanto l'ho tradotto in testo tramite l'ocr
di omnipage ma oltre ad essere solo in inglese si è acquisito male e quindi
utilizzabile solo in parte.
Nota: solo quando ormai avevo quasi scoperto tutto come descritto in seguito
ho pensato di fare l'ocr conveniente di jaws 2020 che usa una versione di
omnipage più recente della mia; non so perché ma i primi due tentativi sono
andati a vuoto mentre al terzo ha acquisito il pdf un po' meglio ma non in
modo sufficiente a farmi svolgere da solo il lavoro.
Per cercare una soluzione a quanto scritto sopra ho acquisito con lo scanner il foglietto
d'istruzioni che si è acquisito meglio del pdf e mi ha sorpreso
perché oltre all'inglese contiene anche l'italiano. L'ho acquisito più volte
con parametri di scansione differenti perché essendoci le figure mi dava
l'elenco dei pulsanti e le istruzioni in ordine sparso ma alla fine non ho
trovato la soluzione ottimale ma piuttosto di niente...
Un'altra difficoltà è stata quella che il manuale, sia in inglese che in
italiano, all'inizio elenca le parti dell'apparecchio con il loro nome mentre
durante la descrizione delle funzioni mette solo il numero di esse, un numero
che nell'elenco delle parti non si acquisisce o non c'è e così, ad esempio,
trovi scritto: "premere 11" ma non sai questo 11 a che pulsante corrisponde.
Inoltre, visto che i manuali fanno uso delle figure, ovviamente non mettono
mai "premere il pulsante in basso a destra" e quindi chi non vede deve andare
per tentativi e deduzioni.
Per cercare una soluzione migliore sono andato nel sito del costruttore
www.cherubtetchnology.com
dove ho scaricato il manuale in pdf anch'esso inleggibile con gli screen
reader per non vedenti e addirittura protetto da password se lo si va ad
acquisire con l'ocr e quindi alla fine mi sono arrangiato con ciò che avevo
anche se forse sfruttando un vecchio bug del vecchissimo omnipage 12 sarebbe
stato possibile ovviare al problema pasword.
Andando per esclusione, ho capito tutte le funzioni senza farmi aiutare da un
vedente; qualche esempio: siccome non compro metronomi dagli anni '90, non
sapevo se la successione numerica del metronomo era quella di un tempo o se
procedeva per numeri contigui. In passato, e forse anche ai nostri giorni in
certi modelli, la scala metronomica partiva da 40 fermandosi a 208 e i numeri
non erano contigui: ad esempio, da 40 a 60 si procedeva per due con 40, 42
eccetera; da 60 a 72 si procedeva per tre e così via.
La frequenza di accordatura udibile col generatore di suoni va da 430 a 450 hz
e l'ho portata al suo massimo ben distinguibile tramite un'ulteriore spostamento del menu circolare che la riporta a 430. Di lì a contare quante volte
occorrono per andare al suo massimo il gioco è stato facile e una volta scoperto che i numeri erano contigui ho pensato che lo fossero anche nel metronomo ed era così. Per accertarmene ho fatto delle prove partendo dalla velocità più bassa
per poi impostarla a dei tempi comuni che mi sembravano giusti e che ho controllato con il vecchio metronomo che fa fatica ad andare ma prima o poi si avvia.
ma alla fine avevo dei dubbi:
- Non ero sicuro che lo strumento fosse dritto così come me l'ero raffigurato;
- Nel percorrere la scala metronomica avanzavo sempre dei numeri e non capivo
perché;
- mi sembrava strano che non avesse un minimo di piedistallo in modo che, alzandolo un po' da un lato, il display fosse più comodamente visibile;
- non sapevo se il microfono era sotto la stessa griglia dello speaker o se
fosse il forellino che sentivo in un punto;
- per la mancata descrizione del manuale non mi era chiara un'impostazione del
metronomo.
Così mi sono fatto dare qualche occhiata scoprendo che alcune cose le avrei
notate da solo se avessi aspettato un pochino come elencato di seguito:
- come dirigere l'apparecchio: inizialmente me l'ero raffigurato sbagliato. Dopo
aver inserito le batterie pensavo che sul retro non vi fosse nient'altro da
osservare. Di lì a qualche giorno e per caso ho notato una fessura da cui si
poteva tirare fuori un ferro ricurvo che fa da piccolo piedistallo che ti fa
capire com'è dritto il wmt-555c;
- Numerazione del metronomo: in più siti è scritto erroneamente che va da 30 a
230 bpm mentre nelle istruzioni giustamente è scritto che va da 30 a 250.
Forse qualcuno ha scritto in rete il dato sbagliato e gli altri l'anno copiato
oppure le caratteristiche del wmt-555c sono cambiate nel tempo; fatto sta che
avevo dato per buono il dato scritto in internet con la conseguenza che i
conti non mi tornavano. Tra l'altro in rete vi sono anche altri dati sbagliati.
accensione e descrizione delle parti
Tramite lo sportellino che trovi sul retro inserisci le batterie AAA (ministilo) in dotazione; dalla fessura posta sempre sul retro estrai il piedistallo
in modo che appoggiandolo sai com'è dritto anche nel caso che tu non possa
vedere le scritte.
Sul lato lungo superiore, un po' zigrinato sulla destra, trovi la presa mono
per cuffia e la rotellina che regola il volume. Quest'ultima ha una regolazione un po' blanda in certi punti ma è un apparecchio economico...
Sulla faccia superiore del wmt-555c e in alto a destra trovi lo speaker mentre
sotto c'è il microfono che sembra un led interno. Più a sinistra e in basso
trovi il pulsante power/play che per accendere e spegnere l'apparecchio va
premuto a lungo.
Nota 1: quando dico di premere a lungo intendo per un secondo o un secondo e
mezzo circa. Premere brevemente significa rilasciare subito il pulsante.
Nota 2: i nomi dei pulsanti sono quelli del foglietto in italiano; sull'apparecchio ci sono simboli e nomi diversi.
Spegnendo l'apparecchio, tutte le impostazioni svolte vengono salvate e quando
lo riaccendi lo trovi là dove l'hai lasciato, ad esempio nel metronomo alla
velocità che avevi impostato. Ho notato che le impostazioni vengono mantenute
anche lasciandolo senza batterie per molte ore e quindi per resettarlo occorre grosso modo una notte intera.
Se una volta acceso non riceve segnali per cinque minuti si spegne automaticamente (cosa che ho verificato).
A sinistra di power trovi una riga verticale con quattro tasti che dall'alto
al basso sono:
1: mode switch: per commutare le varie modalità eccetera;
2 e 3: tasti parametri: per cambiare in più e in meno la frequenza di accordatura, le note del generatore di suoni e la velocità del metronomo;
4: ritmo/tuning: per cambiare ritmo e strumenti.
Più a sinistra c'è il display e sul bordo sinistro ci sono tre led per l'accordatura mentre Sul lato corto a destra c'è la presa per il pick-up in dotazione.
Accordatore e generatore di suoni
Queste due modalità sono strettamente legate tant'è che tutte le impostazioni
vengono settate contemporaneamente in entrambe.
Per default, una volta acceso sei nella modalità accordatore settata con la
frequenza di accordatura a 440 hz ma l'apparecchio produrrà quel suono solo se
con il microfono o il pick-up in dotazione lo riceve da uno strumento musicale
accordato con lo stesso diapason. Esempio: supponi d'avere una tastiera musicale con il la 4 accordato a 440 hz (spesso è così); suonando una nota, prima
s'illumina il led verde centrale visto in precedenza sul bordo sinistro dell'apparecchio
e poi si accende anche il generatore di suoni con quella nota. Se la
frequenza di accordatura della tastiera è superiore si accende il led superiore
mentre se è inferiore si accende l'ultimo in basso e per entrambe senza che il wmt-
55c produca suoni; i led sono rilevabili tramite led bip colori ma naturalmente chi non vede fa molto prima ad accendere il generatore di suoni e regolare
lo strumento con quello. Naturalmente, se avessimo impostato la frequenza d'accordatura a 435, il led centrale si sarebbe illuminato quando nell'accordare lo strumento avessimo raggiunto i 435 hz del la 4 oppure la frequenza giusta di altre note rispetto al diapason impostato.
Risulta un po' refrattario con certi timbri e note molto gravi o acute e
qualche volta invece di fare la nota giusta la fa nell'ottava superiore ma si
tratta di uno strumento economico con un piccolissimo microfono ed inoltre
entrano in gioco le armoniche e i riverbveri della stanza, la distanza e il
volume dello strumento e, nel caso di strumenti elettrici, la distorsione e la
qualità degli altoparlanti. Da notare anche che nell'imitare certi strumenti a fiato o a corda le tastiere musicali emettono una frequenza un po'
tremolante proprio per imitare il soffio umano o il vibrato dell'esecutore e ciò fa sì che sia un po' meno rilevabile.
Non essendo uno strumento professionale, se imposti il diapason a 441 mentre
la tastiera musicale è settata a 440, lui suona ugualmente anche se ti accorgi
che ci sono dei battimenti ma guarda che la differenza è davvero minima; battimenti che tra l'altro ho notato anche confrontando il la 4 a 440 hz con lo stesso la del vecchio metronomo il quale però non permette la regolazione della frequenza ma evidentemente un minimo di scarto c'è sempre ed infatti nel caso del cherub la precisione è dell'1%. mentre non conosco quella del vecchio metronomo
Mantenendo il default di 440, andando a provare con un pianoforte acustico che
non viene accordato da tempo potresti non ricevere alcun suono o riceverlo
solo con qualche nota; ciò succede perché l'accordatura del pianoforte si è
abbassata, ad esempio da 440 a 437; tuttavia le note di un pianoforte non si
scordano tutte allo stesso modo e quindi potresti avere una o più note accordate col diapason a 437, altre a 438 eccetera. Inoltre devi tener conto che le
note più gravi di un pianoforte hanno una sola corda, quelle mediobasse ne
hanno due mentre le medie e le acute ne hanno tre e che queste corde per ogni
nota non si scordano omogeneamente e quindi producono dei battimenti con la
conseguenza che l'accordatore non sa bene che frequenza sia.
A parte il filo ed il jack mono, il pick-up si presenta come una
pinzettina/clips con una parte tondeggiante da applicare ad uno strumento musicale ma le
istruzioni non dicono niente e non avendo altri strumenti l'ho provato con una
chitarra acustica e funziona ma non so in quali casi è utile adoperarlo; se ne
sai qualcosa metti un commento nel blog.
Restando nella modalità accordatore, con i tasti parametri aumenti o diminuisci la frequenza di accordatura da 430 a 450 e il suono della regolazione lo
senti premendo brevemente power/play che accende il generatore di suoni;
un'ulteriore breve pressione dello stesso tasto ferma il generatore.
Con il generatore di suoni acceso i tasti parametri non cambiano il diapason
ma le note e per default sei nella modalità cromatica e quindi aumenti o
diminuisci la nota di un semitono dal la 2 al la 6. Tuttavia il wmt-555c
riceve e può riprodurre un intervallo più ampio di frequenze ed esattamente
da 27,5 hz corrispondente al primo tasto di un pianoforte classico a 4186 hz
che è la nota più acuta dello stesso pianoforte.
Con ritmo/tuning premuto brevemente si cambia la modalità delle note e lo strumento come segue:
c=cromatica, (default),
g=chitarra (guitar),
b=basso,
v=violino,
u=ukulele.
Premi una volta brevemente ritmo/tuning in modo da passare dalla modalità cromatica alla chitarra, premi brevemente play e poi i tasti
parametri; le note che senti sono quelle prodotte da una chitarra suonata con
corda libera, ossia senza che la mano sinistra prema le corde e ciò accade
anche per gli altri strumenti che si possono selezionare.
Premendo brevemente mode/switch si abbassa l'accordatura di chitarra e basso
di un semitono per un massimo di due semitoni (un tono).
Naturalmente per l'accordatura del basso servono le note gravi e spostandola
di un tono arrivi ad usare i 27,5 hz. A causa delle caratteristiche del generatore ma soprattutto per il piccolo altoparlante, le note più gravi non
sono ben definite e quindi ti conviene usare una buona cuffia oppure delle
casse amplificate per strumenti musicali o quelle per pc con woofer (bastano
le 2.1). Attenzione che se usi casse hi fi con volumi alti potresti danneggiarle.
A mio avviso, se hai un minimo d'orecchio musicale, per accordare uno strumento fai molto prima ad usare il generatore di suoni senza aspettare che l'accordatore riconosca la frequenza.
Metronomo
Per passare al metronomo accendi l'apparecchio e poi premi mode switch lungo e
successivamente power/play corto per avviarlo; lo stesso tasto lo ferma.
Premendo nuovamente mode switch lungo torni alla modalità accordatore/generatore di suoni.
I tasti parametri cambiano la velocità da 30 a 250 bpm (battiti al minuto) e
lo puoi fare anche con il metronomo spento o tenendo premuto a lungo uno dei
tasti parametri in modo da scorrere velocemente i numeri.
Premendo brevemente mode switch si cambiano i beat da 0 a 6, vedremo in seguito come si usano. Premendo brevemente ritmo/tuning si cambia ovviamente il
ritmo in otto modi:
- semiminime,
- crome,
- terzine di crome,
- semicrome,
- due semicrome e una croma,
- una croma e due semicrome,
- croma col punto e semicroma,
- pausa di croma e croma.
Per default il metronomo parte con i beat a 4 e il ritmo in semiminime (quarti) ad una velocità non molto elevata che non so e che mi scoccia andare a
controllare perché per resettarlo devo lasciarlo senza batterie almeno per
mezza giornata! L'inglese non lo so ma in questo caso con il termine beat,
battito, credo s'intendano i battiti di una battuta musicale o battito d'inizio battuta oppure battuta musicale. Fatto sta che il metronomo contrassegna
l'inizio di ogni battuta con un suono percussivo più grave. Lasciando il beat
a 4 ed immaginando d'essere in tempo quattro quarti, e quindi scandendolo
contando da uno a quattro, per default sentirai: un battito con tono grave e
tre con tono acuto, uno grave e tre acuti ed avanti così. Naturalmente possiamo utilizzare qualsiasi unità di misura come ad esempio gli ottavi. Imposta il
beat a 3 in modo da sentire un battito grave d'inizio battuta e due acuti.
Quei battiti li possiamo considerare quarti, e quindi battute di tre quarti, ma
anche ottavi e quindi con battute in tre ottavi tenendo presente che per questi
ultimi in genere va selezionata una velocità più elevata rispetto a quella che
si adopera per i quarti ma se stai studiando un pezzo ovviamente prima lo suoni
lentamente per poi portarlo gradualmente alla velocità necessaria. Capita la
stessa cosa con il beat a 6 con il quale possiamo immaginare un tempo di sei
quarti o il più comune sei ottavi. Mettendo il beat a 1 il metronomo farà
tutti battiti gravi; impostandolo a 0 sentiremo tutti battiti acuti e decidiamo noi dove inizia la battuta.
Nel fare le prove scritte sopra senz'altro ti sarai accorto che spegnendo e
riaccendendo il metronomo spesso inizialmente si sente un battito acuto al di fuori del
tempo impostato.
Dopo essere tornato al default con il beat a 4 ed immaginando il solito tempo
di quattro quarti, premi brevemente ritmo/tuning in modo da impostare il ritmo
in crome. Sentirai due battiti per ogni quarto e, come al solito, l'inizio
battuta sarà contrassegnato da un battito più grave; praticamente, visto che
per fare quattro quarti ci vogliono otto crome, sentirai un battito grave e
sette acuti e così via e per i beat e i ritmi rimanenti viene adottato lo
stesso principio ossia quello di far sentire con tono più grave solo l'inizio
della battuta musicale.
Il ritmo pausa di croma e croma ha richiesto un'attenzione particolare. Il
manuale non elenca i ritmi disponibili che in rete ho trovato con nomi strani
e incompleti. Comunque si vedono le figure musicali sul display e ciò basta a
chi vede. Naturalmente i ritmi si sentono e se conosci un po' la musica li sai
classificare anche senza vedere il display; tuttavia non conoscendo le opzioni
del metronomo quel ritmo non è immediatamente comprensibile. Per semplicità
immagina il tempo di quattro quarti ed imposta il metronomo alla velocità di
60 bpm (vanno bene anche altri valori, questa è solo per fare l'esempio).
Imposta il beat a 4 e poi metti il ritmo pausa di croma e croma. Sentirai
tutti battiti acuti che apparentemente scandiscono i quarti alla velocità di
60 bpm; in realtà il metronomo ti sta facendo sentire la nota croma di ogni
quarto. Infatti, pur avendo impostato il beat a 4, non può farti sentire
l'inizio della battuta perché rappresentato da una pausa e continuerà a fare
pausa anche per i quarti successivi battendo sulla nota croma di ogni quarto.
Lo stesso effetto si ha con i beat 1, 2, 3, 5 e 6. Lasciando inalterata la
velocità e mantenendo lo stesso ritmo, imposta il beat a 0. Qui i programmatori
hanno fatto una scelta discutibile. Infatti sentirai due battiti per ogni
quarto, e quindi delle crome; con il primo battito e nonostante la pausa il
metronomo non si preoccupa di fare silenzio perché tanto il beat non è impostato e se ne frega; con il secondo battito si fa sentire come se
dovesse contrassegnare la nota preceduta dalla pausa come quando i beat sono
impostati da 1 a 6. Da notare che mantenendo inalterata la velocità ed il beat
a 0 ma impostando il ritmo in crome ottieni lo stesso effetto sonoro e di qui
i dubbi di chi esplora l'apparecchio per le prime volte senza vedere il display.
Premendo ritmo/tuning lungo si attiva il conteggio con voce umana; avviando il
metronomo, oltre ai battiti sentirai i numeri; solo uno se il beat è impostato
a 1, fino a due se impostato a 2 e così via fino a sei. Contrariamente a
quanto avveniva in precedenza, con il conteggio vocale attivo l'inizio di ogni
battuta viene contrassegnato da un suono acuto mentre per le altre opzioni dei
ritmi si comporta come sopra.
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Malfunzionamento di Pulizia disco in windows 10 versione 20h2, comando sfc e dintorni
In passato scrivevo che pulizia disco di windows pulisce il disco come potrebbe pulire la casa un cieco ubriaco. Sono passati tanti anni e questo programma
continua a funzionare malissimo, alla faccia dei tanti aggiornamenti e di
windows 10 20h2! In pratica mi succede questo:
effetto la pulizia disco cliccando anche sul pulsante Elimina file di sistema
in modo da poter rimuovere i file di windows update eccetera; mi trova un
certo quantitativo di dati da rimuovere ed eseguo la pulizia. Non dà nessun
errore ma mi dà un po' da pensare la velocità con cui l'operazione si conclude
e quindi vado a rifare il tutto scoprendo che non ha tolto niente. A quel
punto posso ripetere Pulizia disco fin che mi pare ma quei file da rimuovere
rimangono al suo posto, compresi quelli di windows update.
Con una piccola ricerca in rete ho scoperto che non sono l'unico ad avere
questo problema e, con risultato nullo, ho provato a mettere in pratica tre
soluzioni proposte:
- usare lo strumento per la risoluzione dei problemi,
- fare la scansione con sfc,
- eliminare i file temporanei.
Lo strumento per la risoluzione dei problemi non ne ha visto nemmeno uno; ma siamo
sicuri che funzioni per davvero o che non sia solo un qualcosa messo lì a far
bella mostra?
La scansione con sfc mi trova dei file di sistema danneggiati che sostituisce e
la cosa mi lascia perplesso per quanto segue:
- avviene in due dischi ed è un po' strano che entrambe le copie di windows si
siano corrotte nello stesso momento,
- ma soprattutto uno dei dischi è un ssd con l'installazione di windows 10 che risale solo alla
scorsa primavera in cui non ho mai fatto esperimenti ed usato pochissimo.
Praticamente sembra proprio che l'installazione di windows o gli aggiornamenti abbiano creato il problema.
Nota 1: per quanto scrivevo in Fuori serie n.105, sfc trova sicuramente dei
file danneggiati se stai usando outlook express modificato per windows 7 e 10
ma non è il mio caso.
Nota 2: se vuoi eseguire sfc solo per controllare il sistema senza apportarvi
modifiche, dal prompt dei comandi aperto come amministratore o con powershell
(amministratore), digita:
sfc /verifyonly
In ogni caso, la sostituzione dei file di sistema fatta con sfc ed il riavvio
non mi hanno risolto il problema di Pulizia disco e non me l'ha risolto nemmeno la terza soluzione, ossia quella di cancellare manualmente i file temporanei e riavviare in modo da togliere di mezzo quello o quelli che magari creano
il problema. Tra l'altro, la messa in pratica di questa soluzione presenta dei
problemi perché alcuni file temporanei sono in uso e non si cancellano, mentre
altri all'interno delle cartelle presenti nella sottocartella temp non vengono trovati
e anche questo mi lascia perplesso. Perché vede dei file da cancellare che poi
all'atto pratico non trova? Comunque se vuoi andare velocemente nella cartella
dei file temporanei, premi il tasto windows e nella casella in cui cerchi qualcosa digita:
%temp%
e una volta trovata la cartella dai invio.
Oltre alle soluzioni viste sopra, in alternativa a Pulizia disco ho provato ad
usare Sensore memoria che, contrariamente al nome, non serve per la memoria
ram ma per cancellare dati nei dischi. A parte il fatto che a volte sembra non
fare un fico secco esattamente come Pulizia disco, contrariamente a quanto ho
letto in rete non mi dà mai la possibilità di togliere le versioni precedenti
di windows, ossia il backup che windows esegue quando, ad esempio, fai, o per
meglio dire ti fanno fare, l'aggiornamento dalla versione 2004 alla versione
20h2.
In conclusione mi sono tenuto i file da rimuovere ed è stata confermata la mia
antipatia per windows 10. Non sono contrario alla tecnologia e al nuovo, ma
continuare ad aggiornare un sistema operativo senza risolvere i buchi presenti
da anni è come continuare ad abbellire una casa con fondamenta instabili. Sono
anche consapevole che a volte trovare gli errori nei programmi è molto difficile, questa è una cosa che ho imparato anch'io che negli anni andati ho
scritto solo qualche riga di basic per dos; ma proprio per questo, penso che,
se proprio lo si vuol fare, l'aggiornamento di un sistema operativo dovrebbe
essere meno frequente e dovrebbe esserci l'obbligo di testarlo e correggerlo
prima di metterlo sul mercato. Invece si obbligano gli utenti ad aggiornarlo e
testarlo i quali, a parte crash clamorosi, lo testano per niente ritrovando
gli stessi errori nel pprossimo aggiornamento.
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Quando jaws 18 non permette d'incollare tutto il testo selezionato di una
pagina web
A volte lavorando s'incontrano difetti strani come quello esposto di seguito
che senz'altro succede in windows 7 e 10 32 bit usando jaws 18 e i browser google chrome
e microsoft edge ormai quasi identici; non so se con lo stesso software accade la stessa cosa con i 64 bit ma presumo di sì. Oltre che per curiosità tecnica e
perché il problema potrebbe capitare anche a te, descrivere il difetto seguente mi dà modo di parlare di una regolazione del cursore virtuale di jaws che
finora non avevo preso in considerazione.
Dopo aver elaborato un file html di solo testo che conteneva più articoli,
l'ho aperto con edge e sono andato all'ultimo e ho selezionato e
messo tutto il testo negli appunti per incollarlo in wordpress; infatti chi
non vede va molto meglio ad incollare un testo in wordpress piuttosto che
elaborarlo direttamente online. Dopo l'operazione mi sono accorto che mancava
una buona parte del testo selezionato e che in pratica era stata incollata
solo la parte finale di esso. Possibile che fossi diventato così rimbambito?
Quindi ho ripetuto l'operazione scritta sopra andando però ad incollare il
testo in blocco note scoprendo che succedeva la stessa cosa.
Tralasciando la descrizione di tutte le prove, le cose stanno così.
Il problema non succede con NVDA o jaws 2020 e non capita nemmeno con jaws 18
se si adopera internet explorer o firefox oppure, se pur usando chrome ed
edge, si seleziona il testo da inizio a fine file. Succede quando con chrome o
edge e jaws 18 si seleziona un testo da una determinata zona del file fino al
termine, diciamo da tre quarti in poi ma dovrei fare altre prove per dire la
giusta percentuale da cui partire. Il numero di caratteri selezionati è adeguato alla quantità di testo selezionato ma quando andiamo ad incollare il
tutto in blocco note o altro elaboratore di testi, oltre a notare che manca una
buona parte del testo, riselezionandolo all'interno di blocco note si nota una
drastica diminuzione dei caratteri.
Pensando d'aver impostato qualche regolazione di jaws 18 che desse fastidio,
sono andato a controllare le varie opzioni ma tutto sembrava a posto. Poi,
andando per intuito ed esclusione, ho trovato una soluzione che non sarebbe
necessaria se jaws 18 andasse proprio d'accordo con chrome ed edge però...
Vai in una pagina web e con insert+v attiva le impostazioni rapide di jaws;
con freccia giù vai alle impostazioni del cursore virtuale; tra queste trovi:
Seleziona e copia
che per default è settata su
Contenuto completo.
Come dice il termine, quando questa opzione è attiva mettiamo negli appunti il
testo con tutte le sue caratteristiche ossia la formattazione, gli attributi
eccetera e forse anche le immagini. Premendo spazio sull'opzione vista sopra, possiamo dire a jaws di
selezionare dal cursore virtuale ma così facendo il testo verrà inserito negli
appunti senza eventuali immagini e senza formattazione Ed è con questa opzione
attiva che ho risolto il problema.
La cosa è strana per quanto segue:
- La mia pagina web è di solo testo e senza formattazioni particolari; perché
non può copiarla completamente?
- con explorer e firefox il testo si copia completamente anche senza attivare
l'opzione specifica vista sopra;
- jaws 2020 non necessita di questa regolazione per copiare del testo con chrome
ed edge.
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Un modo economico e tecnicamente valido per riparare i display braille
L'articolo che segue non va inteso come pubblicità ad una ditta e nemmeno come
un qualcosa per agraziarmi qualcuno; chi un po' mi conosce o ha letto i miei
articoli sa bene che quando serve non le mando a dire! Però penso sia giusto
segnalare anche i fatti positivi in modo che possano essere di stimolo per
altre persone sia dal punto di vista tecnico che da quello umano.
Sommaria descrizione di un display braille
L'unico scopo di questa poco dettagliata descrizione è quello di far capire
grosso modo di cosa sto parlando a chi non ha mai avuto l'opportunità di vedere
un display braille.
Display braille, barra braille o riga braille sono tutti sinonimi per descrivere l'apparecchio che alcuni non vedenti adoperano per leggere le informazioni che appaiono sullo schermo di un pc o di un telefonino oppure per leggere
dei testi inseriti nella memoria interna o esterna, ad esempio una chiavetta
usb, di quei display braille che possono funzionare anche senza essere collegati al pc o al cellulare.
Come dice il termine, questi display usano l'alfabeto braille che si ottiene
tramite la combinazione di punti che il non vedente tocca con le dita ma
sarebbe meglio dire con il dito indice della mano destra o sinistra; in passato tale combinazione era di sei punti poi aumentata a otto per poter inserire
tutti i segni informatici.
I display braille più comuni sono costituiti da una riga con quaranta caselle e
quindi possono visualizzare quaranta caratteri alla volta senza che si debba
premere un tasto per passare ai successivi o ai precedenti caratteri di un
testo. Ci sono poi display braille con ottanta caselle che risultano maggiormente
comodi proprio perché possono visualizzare più caratteri senza la pressione di
un tasto ma poco vantaggiosi per il prezzo elevato e per l'ampio movimento che
il non vedente deve compiere per leggere tutta la lunga riga che stanca parecchio dopo ore di
lavoro. Inoltre ci sono display braille con una ventina di caratteri più
scomodi perché spezzano una riga di testo in più frammenti ma particolarmente
adatti ad essere usati fuori casa per la loro portatilità.
Le caselle viste sopra vengono comunemente chiamate cellette ed ognuna è
costituita da otto puntini che fuoriescono dagli appositi fori e dal meccanismo sottostante che li fa uscire e rientrare in modo adeguato. Sopra ai puntini di ogni celletta braille vi è poi un pulsantino che, per dirla in modo poco
dettagliato, fa da mouse permetendo di clicare sul simbolo che il non vedente
ha sotto le dita.
Usura e riparazione delle cellette braille
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ciò che si usura in una celletta
braille non sono i puntini ma il meccanismo che li fa uscire. Certo, a lungo
andare i puntini si sporcano a causa della sudorazione delle mani che s'impasta con i residui di polvere e in certi casi per non star lì a pulirli e a
pulire le plachette forellate da cui escono si fa la sostituzione di puntini e
plachette anche se non sono questi componenti ad essere consumati.
Il delicato meccanismo che fa uscire i punti di una celletta braille è costituito da otto piccole e sottili barrette che si alzano e si abbassano poste sotto ad ogni puntino; questo
meccanismo, così come accade per le gomme di un'automobile che possono essere
più o meno buone ma che alla fine dopo tanti chilometri le devi cambiare, a
lungo andare si usura e non fa più uscire il puntino posto sopra di esso
oppure lo fa uscire poco o lo fa diventare "fiappo" nel senso che appena lo
tocchi tende a rientrare ostacolando la lettura.
Facendo sempre il paragone con le gomme di un'automobile, quando le devi
sostituire il loro prezzo è relativamente basso rispetto al costo totale
dell'auto e ti conviene cambiarle anche se il veicolo ha diversi anni. Al
contrario, l'elevato costo di una celletta braille fa sì che se le devi cambiare tutte ti vengono a costare più che comprare un display braille nuovo.
Oltre che per l'usura, capita che una celletta si guasti per un difetto di
produzione come penso sia capitato a me con l'ultimo esemplare di display
braille mb408l che mi sono fatto costruire quando ormai non era più in produzione. Visto che sono ventotto anni che adopero i display braille e quindi ho
una certa esperienza,sono sicuro che i pezzi erano nuovi ma evidentemente c'è
stato un problema di fabbricazione per il quale ho già fatto tre riparazioni:
la prima in garanzia, la seconda con la garanzia scaduta da mesi ma che
comunque non mi hanno fatto pagare e quindi ringrazio, e poi l'ultima
che è l'oggetto di questo articolo.
Quando una celletta braille si guasta con poche ore di lavoro, spesso a rompersi non è tutta la celletta ma solo una parte di essa costituita magari da
un solo puntino e ciò può avvenire in due modi:
- Il puntino non esce
- il puntino esce poco quando il display è appena acceso oppure quando durante
la lettura quel determinato puntino non viene usato per un po' di tempo e,
come se fosse un condensatore che si carica, fuoriesce completamente lasciandolo attivato per un po' di tempo.
Naturalmente anche se dopo un po' di tempo un determinato puntino va a posto,
non è il caso di lasciarlo così sia perché il guasto tenderà ad aggravarsi nel
tempo e sia perché in fase di lettura non possiamo star lì ad aspettare che il
puntino si decida a far capolino! Tra l'altro, se leggi delle parole fai
presto a comprendere quella con una lettera sbagliata ma se lavori con i
numeri un puntino in meno significa un numero diverso con tutto ciò che questo
comporta.
Con i guasti visti sopra, finora mi erano state sempre sostituite cellette
intere anche quando era un'unica barretta a non funzionare e se la cosa fosse
avvenuta anche questa volta avrei speso parecchio visto che il guasto era su
sei caselle. Avrei fatto comunque la riparazione perché a me il display mb408l
interessa molto perché pur essendo obsoleto per il tipo di memoria usata e per
le dimensioni fisiche, oltre a funzionare con windows e linux permette d'adoperarlo con freedos. Lo so, il dos è superato e fuori moda ma a me interessa sia per ripristinare il sistema con image for dos che per leggere testi con il solo braille, cosa che
risulta più scomoda con windows.
Inoltre trovo assurdo che un non vedente debba spendere migliaia di euro per un display braille che poi non gli permetterà di leggere del semplice testo come
appare con il vecchio dos... Roba da matti! Questo non succede alle persone che possono guardare il monitor, un apparecchio che un tempo usava la vga mentre adesso adopera, ad esempio, l'hdmi ma che continua a funzionare anche con il dos.
Quindi ho contattato
ausiltech
per la riparazione e sono stato piacevolmente sorpreso nell'apprendere che
potevano essere sostituite anche le singole barrette di una celletta braille
abbassando così il costo dell'intervento tant'è che all'inizio pensavo ci
fossimo spiegati male. Ho fatto sostituire sei barrette poste in sei diverse
cellette e ogni barretta costa dodici euro e cinquanta centesimi per un totale
di 75 euro compresa la manodopera, trasporto escluso. Lasciando perdere le
persone che non vogliono spendere un euro, a me sembra un prezzo assai
ragionevole soprattutto se penso a quanto avrei speso nel cambiare sei cellette intere. Se quella da me sostituita è l'ottava parte del meccanismo di ogni
celletta, a cambiare tutto il meccanismo avrei speso cento euro per celletta
con un totale di seicento euro!
Finora la riparazione risulta valida anche dal punto di vista tecnico anche se
sinceramente non so come sia stato possibile cambiare le singole barrette
ma se l'hanno fatto è ovvio che in qualche modo è fattibile! Nel lontano 2007 un amico
mi ha dato delle cellette braille guaste che sembrano della baum. Per come le
osservo io, non mi sembra possibile sostituire la singola barretta però...
Inoltre non so se la sostituzione fatta da ausiltech è fattibile in più modelli di display braille; ma visto l'alto costo delle cellette braille, sarebbe
bene che qualcuno pretendesse che i nuovi modelli venissero costruiti con la
possibilità di sostituire le singole barrette in modo d'abbassare i costi per
la manutenzione.
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Pdf editabile con l'autocertificazione per gli spostamenti e jaws
Esistono documenti in pdf che invece d'essere costituiti da un file in sola
lettura contengono delle parti editabili con il classico adobe reader e la
cosa è particolamente utile quando si tratta di un modulo da compilare ed in
modo particolare quando a svolgere questa operazione è una persona non vedente
che non può usare la penna. Purtroppo non tutti i moduli recenti sono fatti
così, ad esempio nel maggio scorso quelli dell'enel erano ancora non editabili
e gli unici modi per compilarli erano quelli di stampare il pdf e scriverne i
dati con la penna oppure di convertire il file in txt, a scapito però della
formattazione originale, e poi compilarlo con blocconote o altro programma
mettendo i dati al posto dei trattini/sottolineati o dei puntini che contrassegnano i punti
in cui inserirli.
Un modulo compilabile è quello per l'autocertificazione per gli spostamenti
scaricabile dal sito del nostro caro Giuseppe, pardon,
Governo.
Il file si chiama
modello_autodichiarazione_editabile_ottobre_2020.pdf
e per me che amo le cose pratiche e mi innervosisce la burocrazia è un po'
ridondante perché, ad esempio,
cosa serve che io metta il numero della carta d'identità quando è stata
rilasciata eccetera? Basta mettere l'obbligo di portare con se un documento
valido per chi si sposta e poi si spera che le forze dell'ordine sappiano
verificare se una carta d'identità con tanto di fotografia è scaduta oppure no
e se appartiene all'individuo che hanno di fronte; ma, si sa, siamo in Italia!
Burocrazia a parte, tecnicamente parlando chi vede non dovrebbe avere problemi
a compilare il modulo. Al contrario, chi adopera lo screen reader jaws per non
vedenti è meglio se conosce quanto segue ed inizialmente avevo mandato il
modulo ad un altro non vedente esperto di jaws con la speranza che avesse
qualcuno a guardargli lo schermo in modo da capire bene come stavano le cose
ma poi mi sono dato del cretino perché ho visto che potevo fare tutto da solo
come segue.
Una volta aperto il file, scorrendo con le frecce noterai dei punti in cui
sembrerebbe possibile inserire dei dati che però jaws non identifica come
campi di editazione; proseguendo ancora con le frecce troverai campi editabili
con nome analogo ma non identico a quelli visti sopra, alcuni campi di editazione in cui jaws non dà l'etichetta del campo e altri in cui dice Undefined.
Al contrario, tornando ad inizio file e spostandoti solo con tab trovi subito
i campi editabili con le stesse caratteristiche viste sopra, alcuni con l'etichetta, altri vuoti e altri con la sigla Undefined.
Tanto per chiarire, prendiamo in esame il primo campo del file: affinché jaws
abbia per forza il comportamento scritto sopra, chiudi e riapri il file e poi
spostati solo con le frecce; il primo punto non editabile in cui descrive il
campo per inserire i dati lo chiama:
Il/La sottoscritto/a
al contrario, tornando ad inizio file e spostandoti solo con tab il primo
campo di editazione è contrassegnato con:
il sottoscritto
Oltre a quanto scritto sopra, forse avrai notato che spostandoti con le frecce
in certi punti jaws dà dei problemi facendoti venire dei dubbi sulla reale
composizione del modulo. Per questo, anche se perdi il tipo carattere, converti il pdf in txt in modo da chiarirti le idee; dopo alcune righe vuote noterai
che il nome dei campi è quello testuale non editabile che hai trovato immediatamente spostandoti con le frecce dall'inizio del pdf; ogni etichetta è seguita da vari
segni di sottolineato in cui vanno inseriti i dati, non ci sono campi privi
del nome mentre altri sono costituiti dalle parentesi e saranno quelli che in fase di compilazione verranno chiamati Undefined.
Naturalmente a questo punto qualcuno giustamente potrebbe dire che se compiliamo il txt tanto vale che il pdf sia editabile; Tuttavia con qualche annotazione come vedremo poi è anche possibile compilare direttamente il pdf ed
inoltre il mio scopo è quello di far comprendere le cose dal punto di vista
tecnico.
Siccome non sono uno che capisce sempre tutto, ti dirò che al momento non ho
le idee molto chiare e quindi ti dico quello che mi sembra d'aver intuito.
Visto che i nomi dei campi da compilare sono analoghi ma non identici a seconda di come li si raggiunge, evidentemente un conto è il loro nome testuale e
un altro il nome che il programmatore ha previsto per la compilazione diretta
del pdf tralasciandone alcuni. E visto che non ho mai prodotto un pdf editabile, mi riservo d'approfonndire
l'argomento se avrò la possibilità di farlo.
Compiliamo il pdf
Con la speranza che vi siano pdf programmati in modo tale da far dire a jaws
tutti i campi editabili, per il momento ecco le indicazioni per compilare
quello per l'autocertificazione. Il txt che abbiamo prodotto segue pari pari i dati
da inserire spostandoti nel pdf tramite tab e quindi tramite il txt puoi
annotarti i campi in cui jaws non dice niente ma siccome quando non mi arrabbio sono tanto buono, ti risparmio la fatica e dopo aver aperto il pdf muovendoti sempre con tab immetti quanto segue:
1) il sottoscritto: se non hai bevuto troppo spumante, qui sai per certo cosa inserire;
2) qui trovi tre campi vuoti in cui inserire rispettivamente giorno, mese e anno di
nascita;
3) a: comune di nascita;
4) undefined: sigla della provincia di nascita, da inserire senza parentesi;
5) residente in: comune di residenza;
6) undefined: sigla della provincia di residenza, senza parentesi;
7) via: inserire la via e senz'altro anche il numero civico di residenza;
8) e domiciliato in: qui e nei successivi due campi s'inserisce rispettivamente il comune, la provincia e l'indirizzo del proprio domicilio. Non so se è
obbligatorio editare questi campi qualora, come in molti casi, il domicilio è
identico alla residenza ma se li scrivi penso proprio che non fai del male a
nessuno;
9) identificato a mezzo: qui inserisci il documento per la tua identificazione, ad esempio la carta d'identità;
10) nr: il numero del documento inserito al punto precedente;
11) rilasciato da: l'ente che ti ha rilasciato il documento d'identificazione scritto sopra,
ad esempio comune di Roma;
12) qui abbiamo due campi vuoti e un terzo con undefined in cui rispettivamente vanno inseriti giorno, mese ed anno di rilascio del documento d'identificazione scritto
sopra;
13) utenza telefonica: anche qui, se non hai bevuto troppo, sai bene cosa inserire;
14) qui trovi un campo in cui spostandoti con le frecce jaws ti dice scelta 1,
scelta 2, scelta 3. Sono i motivi dello spostamento ed in particolare:
scelta 1=comprovate esigenze lavorative,
scelta 2=motivi di salute,
scelta 3=altri motivi ammessi dalle vigenti normative...
Nota: la terza scelta va inserita ad esempio per partecipare a funzioni religiose in un comune diverso da quello di residenza.
15) data e ora e luogo del controllo: salta questo campo che tra l'altro nel
txt trovi sotto ai successivi. Penso che la data del controllo la debbano
inserire le forze dell'ordine quando vieni fermato. In ogni caso, se stampi un
foglio lo puoi utilizzare per più giorni e far mettere la data del controllo
solo quando vieni controllato;
16) in questo campo vuoto si specifica ulteriormente il motivo dello spostamento... Certo che siamo proprio schedati!;
17) campo vuoto in cui inserire l'indirizzo e il paese di partenza;
18) campo vuoto in cui mettere l'indirizzo e il paese di destinazione;
19) note aggiuntive sui motivi dello spostamento... Ed è meglio che non faccia commenti!.
A questo punto uno dei modi per salvare il lavoro è quello di premere alt+f4 e
cliccare su Sì; per il salvataggio ti verrà proposta la cartella da cui hai
aperto il pdf e dovrai cliccarci sopra per accettare e successivamente inserire il nome del file, ad esempio potrai digitare il nome
modello compilato
e poi cliccare sul pulsante Salva. Se vuoi una cartella diversa da quella da
cui hai aperto il file devi cliccare sul pulsante Scegli una cartella diversa
e proseguire.
Adesso se apri il file che hai salvato vedrai che con tab ci sono i tuoi dati;
tuttavia se lo vai a convertire in txt verrà convertito solo il modulo senza i dati immessi.
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