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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Sostituire il toner di vecchie stampanti
La necessità di stampare mi capita assai raramente: qualche fotocopia, due
righe da lasciare sul tavolo per chi si alza prima di me e poco altro. Ed è
così che nella mia vita ho acquistato solo due stampanti: la preistorica Epson
fx850 a nove aghi adoperata dall'89 fino al 2000 o 2001 e poi l'Hp laserjet
1100 della quale solo ora ho avuto la necessità di sostituire il toner. Al di
là della data d'acquisto, l'Hp laserjet 1100 è una stampante concepita alla
fine degli anni '90 e quindi con caratteristiche abbastanza obsolete ma sufficienti per chi come me stampa raramente e in prevalenza solo testo. Funziona
dal dos a windows 10 ma purtroppo il suo punto debole è che lo fa solo con
driver a 32 bit e che non si trova, o comunque non ho trovato, un driver
generico per windows a 64. Soprattutto pensando all'epoca in cui è stata
costruita, si nota che la caratteristica più interessante di questa stampante
è rappresentata dalle dimensioni assai contenute che sono:
14.5 x 12.2 x 14.9 cm,
un ingombro assai ridotto soprattutto rispetto a quei grandi cassoni delle multifunzioni odierne.
Se anche tu desideri sostituire il toner di questa o altre stampanti dei tempi
andati, è ovvio che non puoi sperare di trovare l'originale ma che devi fare
affidamento su uno compatibile ed un sito in cui lo puoi trovare è
www.offertecartucce.com
in cui basta inserire il modello della stampante nell'apposita casella per
ottenere, se presente, il toner da acquistare con tutti i modelli supportati.
Ad esempio, il c4092a è compatibile con le stampanti seguenti:
Canon: lbp1110, lbp1120, lbp1160, lbp250, lbp350, lbp800, lbp810;
Hp: laserjet 1100, 1100a, 1100se, 1100XI, 3200, 3200 serie, 3200m, 3200se.
Questo toner lo danno per 2500 fogli, sarà vero? Quello che ho sostituito ne
ha stampati poco più di 500 ma un amico mi faceva notare che il primo toner è,
diciamo così, a scopo dimostrativo con una durata minore e anche in internet
ho trovato la stessa cosa ma non so se fosse così fin dalla fine degli anni
'90.
Al di là delle scritte, il toner compatibile da me acquistato è fisicamente
identico all'originale ed è ovvio che sia così visto che in caso contrario non si adatterebbe
all'incastro della stampante. Un amico a cui ho fatto vedere il vecchio toner mi ha detto che quello della sua moderna stampante
multifunzione è più lungo e la cosa mi lascia un po' perplesso visto che si tratta comunque di una stampante a4 e non di una a3.
Soprattutto se sei non vedente e non puoi vedere le figure e magari, come è
capitato a me, quando hai comprato la stampante il negoziante ti ha inserito il toner così da non capirci un fico secco, ecco come fare per sostituirlo e a titolo
d'esempio mi riferirò all'hp laserjet 1100 e quindi adotterai le opportune
variazioni se necessarie per altri modelli.
Nota: non appoggiare il toner al tuo corpo perché potresti macchiare i vestiti, così almeno dicono le istruzioni, personalmente non ci ho provato. Se li
macchi, l'inchiostro si toglie con l'acqua fredda perché quella calda lo fa
penetrare maggiormente nei tessuti.
1) premendo leggermente, tira verso di te la parete esterna del cassetto in
cui vengono raccolti i fogli stampati; non devi toglierla completamente, si
apre come una porta di un forno;
2) se hai già acquistato il toner oppure se ne hai già preso in mano uno ti
sarà facile localizzarlo. Personalmente non l'avevo ancora comprato e non ne
avevo mai preso in mano uno e quindi per localizzarlo sono andato ad intuito.
Il motivo per cui l'ho
voluto togliere prima dell'acquisto è che ho provato a mettere in pratica
quanto scrivono le istruzioni e cioè che togliendolo e squotendolo delicatamente da destra a sinistra per un po', la polvere al suo interno si dispone
omogeneamente ed è possibile stampare per finire il lavoro anche se non specificano per quante pagine. Addirittura tanti anni fa un negoziante mi ha detto
che così facendo mi sarebbe durato ancora a lungo ma in realtà non è così e le
stampe che ho potuto fare sono state poche e di scarsa qualità. Il toner
percorre tutta la larghezza della stampante e sopra vi è una maniglia/manico
con delle tacche verso di te; tienilo a mente perché è così che andrà inserito. La cosa che mi ha dato qualche problema è stata su come toglierlo e forse
qualcuno se ne meraviglierà perché in effetti basta tirare verso l'alto e un
po' verso di te per sfilarlo dall'incastro. Semplice no? Certo, ma quando fai
una cosa per la prima volta, non sai quanto tirare e come tirare e hai paura
di scassare tutto e se pur non vedendo nella mia vita non ho commesso tanti
errori, è stato proprio perché ho cercato di fare le cose con cautela;
3) prendi il nuovo toner. Noterai che in esso è inserita una carta che va
tolta ma non tirarla. Tenendolo con le tacche della maniglia verso di te, sul
lato corto alla destra trovi una strisciolina in plastica quasi come un nastroadesivo; tirala verso l'esterno facendo attenzione di toglierla completamente visto che è abbastanza lunga e poi tira verso l'esterno la carta fino a togliere completamente anche quella.
4) Gira il toner con la maniglia verso il basso così da non far uscire la polvere
e scuotilo delicatamente tre o quattro volte da destra a sinistra in modo che la polvere
al suo interno si disponga ommogeneamente se per caso durante il trasporto fosse andata tutta in prevalenza da una parte e poi
inseriscilo nella stampante com'era incastrato il precedente e chiudi la stampante stessa.
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Se la vecchia stampante non stampa un file immagine jpg
Sto parlando di stampanti anziane come l'hp laserjet 1100 e di un file immagine jpg proveniente dall'iphone 8 che mi è arrivato tramite mail. Inviandolo
alla stampante hp laserjet 1100, oltre a non essere stampato va a bloccarla
come segue. In un primo momento va nella coda di stampa rimanendovi per un po'
per poi cancellarsi automaticamente o comunque non essere più visualizzato. A
quel punto la stampante è bloccata e lo si nota perché mandando in stampa un
semplice file di testo da blocco note va in errore che tuttavia non viene
visualizzato automaticamente da windows ma lo si nota andando in Pannello di
controllo, Dispositivi e stampanti in cui si seleziona la stampante in uso e
poi cliccando su Visualizza stampa in corso. Windows fa un po' fatica a cancellare dalla coda di stampa il documento che ha dato l'errore, ma anche
quando ci riesci, la stampante rimane bloccata come puoi notare inviandole
nuovamente il testo da stampare. A questo punto spegni il pc e la stampante e riaccendi il tutto. A volte la stampante parte automaticamente stampando il testo che aveva in coda mentre altre volte lo devi cancellare manualmente dalla coda di stampa ma in entrambe i casi ricomincerà a stampare regolarmente quando le invii nuovamente il testo che prima non stampava.
Non essendo un esperto di file immagine, quella che faccio di seguito è solo
una supposizione. La stampante hp laserjet 1100 va bene con i file di testo
mentre già con i file jpg con profondità di 8 bit provenienti dal mio vecchio
scanner hp 5400c comincia ad arrancare visto che una volta dato l'ok alla
stampa bisogna attendere un bel po' prima che questa vada in esecuzione e
forse dipende dalla scarsità di memoria della stampante o qualcosa del genere.
Il file proveniente dall'iphone 8 ha una profondità di 24 bit e con molta
probabilità è proprio questa caratteristica a darle fastidio. Non sono nemmeno
un esperto dell'iphone e quindi non ti so dire se sia possibile regolarlo in
modo che produca file jpg ad una profondità in bit più bassa di 24.
Un modo per stampare ugualmente il file in oggetto con la vecchia stampante è
quello di convertirlo in pdf usando PdfCreator che trovi anche nella sezione
programmi del mio sito.
Una volta installato il programma, invece d'inviare il file jpg alla stampante
fisica, l'hp laserjet 1100 in questo caso, lo mandi a quella virtuale costituita da PdfCreator che creerà un file pdf che potrai stampare con la vecchia
stampante come al solito.
Ammesso che parlare di profondità in bit abbia un senso anche per i pdf, non
trovo questa proprietà nei dettagli del file e nemmeno quardando tutte le
proprietà aprendolo con adobe e quindi non so se sia stata modificata o meno
ma l'importante è che i file vengano stampati.
Ho fatto vedere l'immagine che è risultata buona a parte delle righe che non
c'entravano con essa che non so se erano già presenti in origine o se sono
scaturite dalla conversione.
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Se con la linea telefonica tradizionale non riesci a rispondere all'avviso di chiamata e
due parole sui telefoni gigaset
Ormai ad usare il telefono fisso sono in pochi e tra questi c'è chi ha la
fibra mentre qui mi riferisco alla tradizionale linea telefonica col doppino
in rame anche se parlarne è un po' fuori moda. Tuttavia, il fatto che venga
utilizzata da pochi significa anche avere meno persone a cui chiedere qualcosa
quando si ha un problema e quindi forse è bene scrivere quanto segue.
Può capitare di collegare un telefono alla linea tradizionale e di non poter
utilizzare l'avviso di chiamata che, ormai lo sanno tutti, si esegue quando
durante una conversazione si sente l'avviso tramite segnale acustico premendo i
tasti R 2. Se alla pressione di questi tasti l'interlocutore non cambia,
significa che devi cambiare il tempo di flash del tuo telefono da 100 a 280
millisecondi e lo si fa tramite l'apposito commutatore/switch posto sul telefono stesso.
Su quale tempo di flash utilizzare vengono scritte informazioni contrastanti
anche tra un modello e l'altro della stessa marca di telefoni come la Gigaset.
I modelli da210 e da310 di gigaset vengono forniti con le istruzioni cartacee
in tedesco che servono solo a sprecare carta e a rovinare l'ambiente visto
che, Trentino alto adige a parte, in Italia sono poche le persone a sapere
tale lingua. Per fortuna è possibile scaricare i manuali in italiano andando
su:
www.gigaset.com
Con la mia vecchia linea tim/telecom, gli apparecchi citati sopra si comportano così. Innanzitutto, lo switch accennato sopra si trova incassato nel telefono in modo che non possa essere spostato accidentalmente. nel modello da310
con forma abbastanza classica, lo switch si trova sul retro del telefono e può
esserespostato con un piccolo cacciavite. Il da210 è invece un telefono compatto con i tasti sul microtelefono e quindi lo switch, più piccolo rispetto a
quello del da310, si trova sul microtelefono stesso e va spostato con un
cacciavite assai piccolo come quelli da orologiaio. In entrambe i casi lo
switch può essere regolato in tre posizioni come segue:
t1=tempo di flash 100 millisecondi,
t2=tempo di flash 280 millisecondi,
dp=selezione decadica o a impulsi (quella che si usava prima delle centraline
elettroniche).
Quando lo switch è settato su t1, 10 milli secondi di flash, alzando il telefono e premendo il tasto R il segnale di linea s'interrompe esattamente come
avviene con i vecchi telefoni sirio di Telecom. Al contrario, setttandolo su
t2, 280 millisecondi di flash, il segnale di linea non s'interrompe, al massimo senti una scarica. Oltre che per una curiosità tecnica, il motivo per cui
ho scritto il diverso comportamento di t1 e t2 con il segnale di linea è che
può essere utile a chi non vede per sapere com'è settato lo switch visto che
la posizione centrale di quest'ultimo cambia a seconda del modello. Nel da210
la posizione centrale è t2 mentre nel da310 è t1. Naturalmente la posizione dp
è facilmente rilevabile anche senza vedere le scritte visto che genera gli
impulsi come i vecchi telefoni a disco.
Le istruzioni del da210 dicono che per usare l'avviso di chiamata in Italia lo
switch deve essere settato su 100 millisecondi; in realtà, almeno con la mia
linea, con il da210 l'avviso di chiamata funziona sia con t1 che con t2. Al
contrario, le istruzioni del da310 dicono che per i privati il tempo di flash
va settato a 280 millisecondi, t2, e che i 100 millisecondi, t1, vanno bene
per i posti pubblici. A meno che in un posto pubblico non vi sia un centralino, perché la linea dello stesso operatore telefonico dovrebbe comportarsi in
modo diverso tra il privato ed il pubblico? Comunque con la mia linea il
da3110 fa funzionare l'avviso di chiamata solo con i 2180 millisecondi di t2 e
quindi si evince che a parità di linea le cose cambiano da modello a modello
anche quando provengono dalla stessa marca.
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Controllare il cablaggio di una porta usb 2.0 con elettrobippo
Elettrobippo è un apparecchietto di
tecnocreazioni
costituito da un piccolo alimentatore a spina su cui è inserita una spina usb
di tipo A sulla quale è incollato un buzzer, ossia un cicalino, che suona quando il tutto
viene collegato ad una presa elettrica con i 220 volt e fa altrettanto se
stacchiamo la spina usb dall'alimentatorino e la colleghiamo ad una porta
omonima del pc o altro dispositivo; della porta in prova viene rilevata solo
l'alimentazione ma non la ricezione dei dati.
In passato abbiamo già visto che con opportuni accorgimenti anche una
persona impossibilitata a vedere i colori dei fili può collegare correttamente
una porta anteriore usb 2.0 del pc in quei cabinet con cablaggio a fili singoli; dato che il buzzer di elettrobippo è polarizzato e quindi non bruci niente
se per caso inverti la polarità dell'alimentazione, dopo aver fatto il lavoro
di cui sopra e dato che non sappiamo se le periferiche usb sono polarizzate,
puoi utilizzarlo per controllare ulteriormente che l'alimentazione sia correttamente collegata. naturalmente potresti aver invertito anche i fili dei dati, ma
in tal caso la periferica non funziona e non bruci niente e quindi basta
semplicemente capovolgerli.
I buzzer per circuito stampato provati finora, ossia quelli simili a quello
utilizzato in elettrobippo in mio possesso, suonano a bassa tensione in corrente continua e sono polarizzati e quindi non necessitano di un diodo per
impedire che l'inversione di polarità li bruci. Al contrario, in passato
c'erano, e non so se vi siano ancora, dei buzzer venduti con uno spezzone di
filo collegato che non essendo polarizzati si bruciavano quando venivano
collegati con la polarità sbagliata.
Nonostante fossi già a conoscenza delle informazioni scritte sopra e visto il basso costo dell'apparechietto in oggetto,
prima di
pubblicare questo articolo ho fatto la prova concreta d'inviare al buzzer di
elettrobippo e per più volte 5 volt in polarità invertita; ovviamente in quel
caso il buzzer non suona ma quando ritorni alla giusta polarità ricomincia a
fischiare... d'accordo, è un fischio monotono ma quanto basta a controllare
una porta usb. Ho scelto d'inmviare 5 volt per simulare la tensione che arrriva ad una porta usb dandogli anche poca corrente perché assorbe
davvero poco e lo noti dal fatto che quando togli l'alimentazione continua a
fischiare per un bel po'.
Per svolggere la prova, ho tagliato la spina maschio di una prolunga usb 2.0 in modo da essere più comodo nei collegamenti una volta estratti i quattro fili dalla guaina.
In questo caso, e purtroppo non succede in tutti i cavi usb, i due dell'alimentazione erano riconoscibili anche senza vedere i colori perché più grossi dei due dedicati ai dati. Per avere la conferma che quelli più grossi erano dedicati all'alimentazione e per conoscerne la polarità, mi sono arrangiato da
solo cercandone la continuità con quel cavo visto in passato per cablare le porte usb con fili singoli costituito da una spina usb maschio e quattro morsetti mammut che, dall'alto al basso contengono i fili seguenti:
1=rosso, +5 volt,
2=bianco, negativo dei dati,
3=verde, positivo dei dati,
4=nero, negativo dell'alimentazione.
Naturalmente forse, e sottolineo forse, avrei fatto prima a farmi guardare i colori ma il cavo citato sopra già l'avevo e quando
esiste un modo per fare da soli pur non vedendo preferisco adottarlo non per essere bravo e non avere bisogno di nessuno ma semplicemente per avere un po' di soddisfazione in ciò che si fa.
D'accordo, c'è anche chi prova soddisfazione nel far fare le cose agli altri ma quella è una caratteristica che non fa parte della mia persona.
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Approfondimento su pulsanti e altri elementi delle pagine web che jaws ed NVDA non riconoscono immediatamente
Questa breve nota è rivolta in modo particolare a coloro che non amano imparare i concetti di base per l'uso del pc preferendo memorizzare di volta in
volta tutti i passaggi per svolgere una determinata operazione; lo scopo è
quello di far capire quanto questo modo d'apprendere sia inefficace e soggetto ad errori.
Nell'articolo precedente, su questo argomento dicevo che una volta entrati nel
sito intel e trovato il software da scaricare bastava cliccare sopra il file
per poter cercare la parola
licenza
ed accettarla anche se jaws e NVDA non la vedono come pulsante. Oggi sono
andato a fare la stessa cosa con un altro programma intel e quando non sono
riuscito a trovare il testo/pulsante per accettare la licenza e poi constatando
che questo appare solo quando si clicca anche su download, ho pensato che l'articolo precedente contenesse un errore. Per averne conferma sono tornato a
scaricare il software scaricato in passato constatando che per accettare la
licenza bastava cliccare solo sul nome del file. Risultato: a volte basta
cliccare solo sul nome del file mentre in altri casi bisogna cliccare sul nome del
file e anche su download. Morale: se chi ha letto l'articolo precedente è una
persona che memorizza i singoli passaggi senza imparare il concetto ed è
incappato in un software che richiede di cliccare anche su download per accettare la licenza, beh, se li segue alla lettera quel software non lo scaricherà mai. Questo è solo uno
dei tanti esempi che si possono fare per comprendere quanto il memorizzare
singoli passaggi ripetendoli ostinatamente senza imparare un concetto sia poco
producente. Basta una distrazione da parte di chi scrive, un leggero cambiamento del sito o una leggera incompatibilità del software affinché l'elenco
dei passaggi venga meno e non ti faccia più fare un fico secco!
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Adattatore hdd-ssd da 2,5 a 3,5 pollici inline 39950b troppo piccolo per
cabinet standard
Serve a montare hard disk o ssd da 2,5 pollici in cabinet con alloggiamenti per
hard disk da 3,5 pollici; contrariamente ad altri adattatori con lo stesso
scopo, questo non è costituito da un frame ma bensì da due singoli bracket che
verranno avvitati lateralmente sul fondo del disco. Per chi non può consultare
le figure in rete, un singolo bracket si presenta così: una barretta metallica
lunga e stretta con il lato lungo ripiegato verso l'esterno sia sulla parte
inferiore che in quella inferiore in modo da formare due angoli, praticamente
una specie di guida. Siccome la piegatura non è identica, la parte inferiore
risulta più larga ed è quella che costituisce lo spessore per adattare l'alloggiamento da 2,5 a 3,5 pollici. Sul fondo del disco verrà appoggiata e
avvitata la parte più stretta; a causa dei due angoli visti sopra, la prima
volta che compi questa operazione da non vedente ti sarà un po' difficile
mettere le viti ma vedrai che già con il secondo bracket farai molto prima. In
dotazione ci sono otto viti, quattro per avvitare i due bracket sul disco e
quattro per avvitare il tutto nel cabinet.
Una volta avvitati i due bracket, il tutto mi sembrava un po' piccolo e, da
cieco, ci avevo visto giusto! Infatti mettendo il tutto sopra ad un adattatore
Corsair costituito da un frame, l'ssd con i due bracket Inline era leggermente
più stretto; inoltre, andando a montare il tutto in un cabinet standard, il
disco scivolava dall'alloggiamento e le viti per avvitarlo al cabinet risutavano troppo corte.
A questo punto un amico mi ha consigliato di mettere degli spessori oppure di
tentare di allargare l'angolo dei bracket mettendoli in morsa ma ho lasciato perdere perché per
fare il tutto devi avere l'attrezzatura adatta e se te lo fai fare, alla fine,
quanto ti costa un banale adattatore?
Naturalmente sorge spontanea una domanda: questo adattatore inline, farà bene
il suo lavoro con cabinet della stessa marca? Se ne hai esperienza, scrivi un
commento nel blog, grazie.
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Provare un alimentatore per pc desktop tramite il connettore xspc atx starter
Nel lontanissimo gennaio 2004, informavo su come provare un alimentatore atx
con connettore a 20 pin senza usare la scheda madre e per i dettagli puoi
leggere Fuori serie n.40.
Per gli attuali alimentatori con connettore a 24 pin il principio è lo stesso
e vengono ponticellati sempre gli stessi due fili. Se nel corso di tutti
questi anni hai provato qualche alimentatore, forse ti sarà capitato che non
si avviasse perché il ponticello si muoveva magari a causa del filo troppo
sottile che usavi o semplicemente perché muovevi qualcosa sul tavolo. Per
avere un contatto più stabile, puoi usare il connettore a 24 pin della Xspc che
ovviamente al suo interno ha i pin già ponticellati e basta infilarlo così
come faresti con lo stesso connettore di una scheda madre. L'ho trovato su:
drako
Nell'articolo del 2004 dicevo di non sapere se vi erano alimentatori atx che
necessitavano di un carico come accadeva con il tipo precedente at; in realtà per
tutti gli alimentatori con 20 e 24 pin provati finora il carico non è stato
mai necessario.
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Classic menu for office 2007, 2010 e 2013, speranza delusa
Di questo programma ho provato solo la versione per office 2007 perché mi
serviva quella e perché, pur avendo un costo assai contenuto, non ho ritenuto
opportuno spendere altri soldi solo per provare e suppongo che quanto dirò per
la versione adatta ad office 2007 sia valido anche per quelle successive;
naturalmente se hai provato le versioni per office 2010 e 2013 e le cose sono
diverse puoi smentirmi mettendo un commento nel blog.
Per scaricare/acquistare questo programma vai
qui
Classic menu for office 2007 serve ad inserire i menu classici nei vari programmi di office, ossia quei menu che si adoperavano fino ad office 2003. Pur
non sperandoci molto, il mio obiettivo era quello di trovare un programma che
cambiasse integralmente i menu di office annullando i menu ribbon presenti
dalla versione 2007 in poi, ma non sarà così. La mia speranza era basata
sull'analoga possibilità offerta da take owner ship, presente anche nel
mio sito,
che per annullare i menu ribbon di windows 10 esegue una modifica al
registro dando così la possibilità di rinominare una determinata libreria in
modo che il sistema, non trovandola, non l'adoperi e quindi usi i menu classici presenti in windows 7.
La versione 8.05 di classic menu for office 2007 mette sì i menu classici in
tutti i programmi office che abbiamo installato, ad esempio access, excel
eccetera, ma lo fa lasciando al suo posto i menu ribbon ed inserendo il menu
tutto in cui troviamo i menu classici del programma che stiamo adoperando;
praticamente usa la stessa procedura adoperata da UbitMenu IT per mettere i
menu classici in word 2007.
L'installazione di classic menu for office 2007 non richiede istruzioni particolari; al termine entra nel programma e, dalla scheda in cui ti trovi, esegui
la registrazione tramite il codice che hai ricevuto durante l'acquisto. Per
chi non vede, jaws e l'assistente vocale non dicono il nome del campo di
editazione; affinché la licenza risulti valida, nel primo campo s'incolla il
numero di licenza mentre nel secondo si mette il nome utente completo del
trattino e del numero 1 al termine di esso. Probabilmente il numero 1 indica
il numero di licenze acquistate. Fatta la registrazione, uscendo e rientrando
nel programma ti troverai ancora sulla scheda about che, oltre alla registrazione, serve ad effettuare una eventuale modifica alla licenza stessa. Con ctrl+tab
ci si sposta sulle altre schede relative ai programmi di office installati
e ordinati alfabeticamente, ad esempio Access, Excel eccetera. Sempre dalla
scheda About, con freccia sinistra si va alfabeticamente a ritroso e quindi,
se installato, la prima scheda che incontreremo sarà quella di word. La freccia a destra non fa un fico secco. Per ogni componente di office è possibile
effettuare più di una regolazione ed è anche possibile disattivare classic
menu for office per il singolo componente. Ad esempio possiamo disattivare
classic menu for office per outlook lasciandolo attivo per tutti gli altri
componenti di office.
Ho provato ad usare il programma soprattutto in word e si comporta così:
1) con un documento aperto, anche vuoto, premi alt per far apparire i
menu;
2) con tab raggiungi e premi il pulsante Tutto;
3) con freccia giù seleziona il sottomenu corrispondente al menu classico
della versione di office precedente al 2007, ad esempio File, Modifica eccetera, entraci con freccia destra e scegli la voce desiderata.
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Installazione di windows 10, assistente vocale e riproduzione audio
Quanto segue avrei dovuto scriverlo durante l'estate 2019 ma gli impegni,
l'essermi dimenticato e i problemi che la vita impone...
Ormai la versione 1809 di windows 10 è obsoleta e, salvo il caso in cui per
vari motivi sia necessario installare una vecchia versione, quanto scritto di
seguito serve solo a scopo tecnico e non per l'installazione di windows 10 anche
perché, almeno con i miei computer, il problema descritto in Fuori serie n.105 è stato risolto con la versione successiva di windows tornato a essere funzionante come la versione 1803.
L'informazione tecnica che desidero dare è la seguente: per motivi che non mi
dilungo a spiegare, durante la scorsa estate ho installato la versione 1809 di
windows 10 a 64 bit nel computer desktop che ha la vecchia scheda madre Gigabyte ga-p55a-ud3 scoprendo che l'assistente vocale continuava a non parlare
anche dopo l'installazione se le casse o la cuffia erano collegate al jack
posteriore. Inoltre ho anche scoperto che NVDA faceva la stessa cosa: parlava
con il jack anteriore e rimaneva zitta con quello posteriore.
Ciò nonostante, mandando in esecuzione un mp3, l'audio usciva correttamente
dal jack posteriore e ciò conferma quanto pensavo in passato: non è la disattivazione dell'audio per il jack posteriore o la mancanza dei driver audio a
non far parlare l'assistente vocale, e, come abbiamo appena visto nemmeno NVDA, ma bensì un mal funzionamento della versione 1809 di windows 10 che in certi casi inibisce le sintesi vocali.
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Usando take owner ship, differenze rispetto alle istruzioni
Take owner ship è costituito da due file di registro .reg, uno per installarlo
e l'altro per rimuoverlo. L'installazione chiede conferma alla modifica del
registro e al termine si clicca su ok. In questo modo sarà possibile rinominare alcuni file che per default il sistema operativo non lascia rinominare e
tra questi anche uiribbon.dll, la libreria che abilita i menu ribbon in windows 10. Prima di rinominare un file è necessario cliccare sulla nuova voce
Take Ownership che si è aggiunta nel menu di contesto, successivamente rinominare il file desiderato e riavviare il sistema per rendere operative le modifiche. Naturalmente rinominando uiribbon.dll, il sistema non troverà più la
libreria per caricare i menu ribbon e sarà costretto ad usare quelli classici.
Finora avevo usato take owner ship solo con i 32 bit, ma adoperandolo con la
versione 1903 di windows 10 a 64 bit ho notato due cose diverse rispetto al
leggimi contenuto nel pacchetto che trovi anche nel
mio sito.
In pratica si tratta di questo:
1) per abilitare take owner ship dal menu di contesto non è necessario
essere proprio sul file che si desidera rinominare; ne puoi selezionare uno
qualsiasi, cliccare su Take Ownership dal menu di contesto e poi selezionare
e rinominare il file desiderato come al solito;
2) la seconda diversità rispetto alle istruzioni è quella più importante. Il file leggimi dice che per
i 64 bit bisogna rinominare uiribbon.dll presente in
\windows\syswow64
mentre per i 32 bit bisogna rinominare uiribbon.dll presente in
\windows\system32.
In realtà, con i 64 bit la rinomina del file uiribbon.dll presente in syswow64 non
produce alcun effetto apparente nemmeno dopo aver riavviato il sistema e per
togliere i ribbon devo rinominare uiribbon.dll presente in system32. Sempre
per i 64 bit, è da notare che i menu ribbon vengono tolti anche solo rinominando uiribbon.dll in system32 anche se per sicurezza e con lo scopo di evitare eventuali problemi nascosti ho rinominato anche uiribbon.dll presente in
syswow64. In pratica, uiribbon.dll in syswow64 apparentemente sembra non serva a nulla ma se ce l'hanno messo, forse, e sottolineo forse, in qualche occasione servirà e se scoprirò qualcosa lo dirò nei prossimi articoli.
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Se la posta in uscita di alice non invia messaggi ad altri tipi di caselle
Quanto scritto di seguito non capita se invii la posta dal sito web dal quale
tutto continua a funzionare regolarmente; succede invece se adoperi un programma di posta come outlook eccetera. Inoltre, anche usando un programma di
posta, la casella alice continua a ricevere regolarmente sia da alice che da
altri tipi di caselle, il problema è solo per la posta in uscita.
Dato il tipo d'errore e il pochissimo tempo che in questo periodo posso dedicare al pc, inizialmente pensavo fosse un problema del destinatario che non
veniva accettato dal server dandomi l'errore 550. La cosa si è protratta per
più di un mese e con indirizzi differenti e quindi ho capito che dipendeva dalla mia
configurazione e solo oggi ho potuto approfondire la cosa come segue.
Ho l'abitudine di salvare gli account di posta e quindi ho cancellato l'account alice che non funzionava ed importato quello salvato anni fa che sicuramente era a
posto ma l'errore continuava ad esistere. Quindi ho provato con più programmi
di posta notando che davano tutti lo stesso errore. A quel punto, Pur essendo strano, ho pensato ad un problema di sistema e con image for dos ho ripristinato la partizione di windows tramite un'immagine dell'anno scorso quando l'errore non
c'era ma non ho risolto nulla. Infine ho cercato di approfondire il comportamento della casella, cosa che avevo tralasciato di fare perché, avendo poco
tempo di stare al pc, desideravo dare un taglio netto al problema senza perderci tanto tempo ed invece... Così ho notato che la posta in uscita di alice
funzionava su se stessa e sulle altre caselle alice; inviando in una casella
tin, gmail ed email diceva che uno dei destinatari non era stato accettato dal
server con l'errore 550; inviando invece su virgilio ottenevo l'errore sconosciuto 554. A quel punto il problema era ben circoscritto: dal web tutto bene
mentre usando pop3 ed un programma di posta, la casella alice inviava su alice
ma non su altri tipi di caselle e non mi rimaneva che telefonare al 187 sperando di trovare qualcuno in grado di capirci qualcosa.
Inizialmente pensavo che l'operatore avesse capito il problema dandomi però una risposta incompleta; successivamente,
grazie alle dritte di un amico, ho capito che, come al solito, ho avuto una risposta quasi sbagliata ma andiamo con ordine.
Secondo l'operatore del 187, La porta 25 usata per la posta in uscita è stata chiusa e al
suo posto bisogna adoperare la porta 587. Ciò che invece non mi ha detto, è
che oltre a cambiare il numero di porta bisogna anche attivare l'autenticazione del server perché in caso contrario non si riesce nemmeno ad inviare da
alice ad alice ma in questo caso il messaggio d'errore è chiaro anche se in
inglese e ci sono arrivato da solo e tutto è andato a posto. Ma se davvero la porta 25 è stata disattivata, come mai i messaggi vengono inviati da alice ad alice anche con quella porta? Da inesperto dei server di posta, mi viene da pensare che la porta 25 di alice sia stata solo resa incompatibile con le altre caselle; infatti la stessa porta 25 in uscita viene adoperata da tin che, finora, funziona con tutti i tipi di caselle.
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Approfondimento sulla posta in uscita di alice che non invia ad altri tipi di caselle
Faccio una rettifica e approfondisco quanto scritto
nell'articolo precedente
perché un amico che non riusciva più ad inviare da alice ad altre caselle mi ha segnalato la possibilità di
continuare ad usare la porta 25 per la posta in uscita attivando però l'autenticazione del server che non avevo provato ad attivare perché fino a
qualche mese fa non era necessario e tutte le impostazioni dell'account mi sembravano a posto..
In pratica le cose stanno così:
1) contrariamente a quanto scrivevo, la risposta ottenuta dal 187 era errata e, almeno per il momento, la porta 25 per la posta in uscita di alice rimane valida;
2) per la posta in uscita di alice è possibile attivare sia la porta 25 che la 587 ed in entrambe i casi bisogna attivare anche l'autenticazione del server;
3) con l'autenticazione del server disattivata, la porta 25 invia messaggi solo alle caselle alice mentre dà errori fittizi con le altre. Sempre con l'autenticazione del server disattivata, la porta 587 non invia nessun messaggio e dà l'errore che t'invita ad attivare l'autenticazione.
Conclusione: almeno per il momento, per la posta in uscita di alice puoi usare sia la porta 25 che la 587, l'importante è che l'autenticazione del server sia attiva.
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Come montare un ssd m.2 PCIe NVMe
Cosa occorre
- un ssd m.2 PCIe NVMe, ad esempio l'Intel 660p con cui ho
fatto la prova e di cui in seguito vedremo alcune caratteristiche, o un modello analogo o superiore;
- una scheda madre con il connettore m.2 o un adattatore con il connettore analogo anche se di quest'ultimo non ho esperienza. per ulteriori informazioni sul connettore m.2 puoi leggere Fuori serie n.107;
- Se non è avvitata sulla scheda madre, serve una vite per ssd m.2;
- siccome il componente va infilato direttamente nel connettore m.2 da cui prende i dati e si alimenta, non serve nessun cavo.
Note sulla vite per ssd m.2
E' costituita da un piccolo tubicino metallico esagonale con filettatura su
cui viene avvitata una piccola vite. Tralasciando le dimensioni, è identico a
quelli che trovi nei computer e che servono ad avvitare le spine delle porte
parallele, seriali, Vga, dvi-d e la scheda madre ed infatti lo puoi anche
chiamare distanziale per schede. Oltre alle dimensioni di questo piccolo
esagono, ciò che cambia tra un modello e l'altro è anche il diametro e la
lunghezza della filettatura che lo avvita al supporto, nel nostro caso alla
scheda madre. Ad esempio, puoi trovare due di questi tubicini esagonali apparentemente identici che invece hanno la filettatura con diametro o lunghezza
differenti e ciò fa sì che non tutti si adattino alla scheda madre in cui li
vuoi avvitare e questo succede anche con quelli appositamente acquistati per
montare un ssd m.2. Non so se una determinata marca faccia più di un modello
di viti per ssd m.2, per certo so che le viti Asus da me acquistate non vanno
bene sulle schede madri Gigabyte ga-z170-hd3p e ga-z270-hd3p perché hanno la
filettatura troppo sottile. La ga-z170-hd3p non ha nessuna vite per ssd m.2 ma
solo i fori in cui mettercela e per essa vanno bene dei vecchissimi distanziali che ho acquistato negli anni '90, peccato che non ho il calibro per misurare il diametro della filettatura. Nella ga-z270-hd3p vanno bene gli stessi
distanziali ma, anche se con un esagono un po' tondeggiante, ha già la vite
per gli ssd m.2 più comuni e cioè quelli con la schedina lunga 80 mm. Volendo
montare una schedina con dimensioni diverse, bisogna metterci una vite acquistata a parte e a tale proposito c'è anche chi sostiene di trovarle in ferramenta.
Nota: oltre a comprare un'altra vite per montare un ssd di dimensioni differenti sulla scheda madre Gigabyte ga-z270-hd3p, teoricamente sarebbe possibile spostare
quella esistente in un altro foro. Non so però se si possa effettivamente svitare e non ho forzato molto per farlo perché per vedere esattamente com'è fissata dovrei analizzare l'altra faccia della scheda madre e ciò significa doverla togliere dal cabinet... Una bella scocciatura!
Nell'articolo dedicato agli appunti sul connettore m.2 abbiamo visto che un
determinato modello di scheda madre può non supportare tutte le lunghezze
delle schedine e ciò è dovuto non tanto, o comunque non solo, ad una questione
elettrica ma per il fattore meccanico. Ad esempio, le schede Gigabyte citate
sopra non supportano le schedine m.2 lunghe 30 mm perché manca la vite e manca
il corrispondente foro in cui avvitarne una. La ga-z170-hd3p supporta le
schedine con la massima lunghezza di 80 mm e non quelle da 110 perché per
queste ultime manca la vite e il foro in cui avvitarla.
Caratteristiche principali dell'ssd m.2 usato per il montaggio
- Marca e modello=Intel 660p,
- capacità=512 gb,
- formato=m.2 22 per 80 mm,
- interfaccia PCIe NVMe 3.0 x 4 (quindi compatibile da 3.0 a 4, il modello superiore è compatibile solo da 3.1 in poi),
- data di lancio=marzo 2018, quindi non recentissimo,
- usato in=pc/client/tablet,
- lettura sequenziale=1500 mb/s, (il modello 760p arriva a 3230),
- scrittura sequenziale=1000 mb/s, (il modello 760p arriva a 1625).
- la lettura e scrittura random viene espressa in iops che non so valutare.
- stato di alimentazione attivo=0,1 wat (quindi bassissimo),
- inattivo=0,0440 wat (praticamente nullo),
- shock operativo e non operativo=1000 g (un chilogrammo, non so valutare bene questo dato),
- Funzionamento da 0 a 70 gradi,
- scritture totali=100 tbw, (non so valutare questo dato),
- mean time beetwen failures (mtbf) (tempo medio prima del guasto)=>=1.6
milioni di ore,
- incorrectable bit error rate (uber)=<1 sector per 10^bits read (non so valutare questo dato),
- Garanzia=5 anni, (vorrei proprio vedere se te lo cambiano dopo quattro anni e mezzo!
- peso=10 g,
- monitoraggio temperatura=no.
Uno sguardo al componente
Finora ho preso in mano solo l'ssd m.2 PCIe NVMe Intel 660p che si presenta
come una sottile schedina lunga e stretta con 80 mm di lunghezza e 22 mm di
larghezza che andrà montata con l'etichetta verso
l'alto. Su entrambe i lati corti troviamo una scanalatura, su
uno è posta al centro e serve come incastro per avvitare la schedina
mentre dall'altro lato è spostata verso destra e serve a farla entrare nel
connettore m.2 in un sol senso. La parte superiore di entrambe i lati lunghi
termina con una rientranza e ciò fa sì che la schedina possa entrare nel connettore m.2.
Montaggio dell'ssd m.2
Soprattutto se sei non vedente e stai assemblando un nuovo pc desktop, andrai
assai meglio a montare questo componente quando la scheda madre è fuori dal
case perché i bordi di quest'ultimo ostacolano il montaggio sia nel caso in cui devi inserire il tubicino esagonale visto sopra e sia quando devi avvitare la piccola vite sopra di esso. Inoltre può capitare d'aver aggiunto
una scheda grafica e che questa ostacoli il montaggio della schedina che va a
posizionarsi tra la scheda grafica e la ventola del processore. Questo non
significa che da non vedenti non si riesca a montare l'ssd in oggetto in un
computer già assemblato, vuol dire che da non vedente non lo puoi fare in modo assai veloce. Personalmente ho fatto il montaggio in un computer già assemblato in cui per agevolarmi un po' ho tolto la
scheda grafica. Procedi così:
1) localizza il connettore m.2; i contatti sono su uno dei due lati lunghi
e, come dicevo in passato, sembra quasi un integrato;
2) tenendo presente che la schedina andrà infilata nel connettore in modo
orizzontale e non verticale, dal lato in cui si trovano i contatti del connettore m.2 prosegui a toccare la scheda madre fino ad incontrare i fori in cui
avvitare il tubicino esagonale visto sopra o il tubicino in cui avvitare la
schedina. Ad esempio, come si evince da quanto scritto sopra e come si può
comprendere da quanto scritto in passato nell'articolo dedicato agli appunti
sul connettore m.2, la scheda madre Gigabyte ga-z270-hd3p non ha il foro per
le schedine lunghe 30 mm; possiede invece i fori per quelle lunghe 42, 66, e
110 mm, mentre per quelle più comuni da 80 mm ha già avvitato un tubicino
esagonale;
3) sia che il tubicino esagonale sia già sulla scheda madre o che lo debba
avvitare su di essa, svita la piccola vite posta sopra di esso e mettila da
parte (va bene una scatolina) e poi, se necessario, avvita il tubicino sulla
scheda madre sul foro corrispondente alla lunghezza della schedina che dovrai
montare;
4) prendi la schedina e con l'etichetta verso l'alto infilala orizontalmente
nel connettore e appoggia il secondo lato corto sopra al tubicino esagonale in
modo che s'incastri nella scanalatura vista sopra e, Tenendola ferma, avvita la
piccola vite sopra il tubicino in modo da fissarla.
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Ssd m.2 PCIe NVMe ed il software
Con la mia scheda madre, l'ssd m.2 PCIe NVMe Intel 660p viene visto senza
essere attivato da bios e riconosciuto da freedos ed image for dos anche se
quest'ultimo non ne visualizza il modello e, stranamente ed indipendentemente
dal canale in cui collego un altro disco sata, l'ssd m.2 viene rilevato come
ultimo disco. Ad esempio, se nel computer oltre all'ssd m.2 vi è un disco sata
e lo avvio da chiavetta dos, le unità sono:
chiavetta=disco 0,
disco sata=disco 1,
ssd m.2=disco 2.
L'installazione di windows 10 avviene come per qualsiasi altro disco e quindi
può essere fatta con o senza la piccola partizione di sistema e, se la scheda
madre prevede la modalità csm, anche in modalità legacy usando il tradizionale
mbr; non ho provato la configurazione gpt che non dovrebbe dare problemi per
l'installazione del sistema operativo mentre per quanto dirò poi la cancellazione completa è più difficile. Quando nel computer vi è solo l'ssd m.2,
ovviamente diskpart di windows lo vede come disco 0; ricordo infatti che la
numerazione di diskpart parte da 0. Indipendentemente dal canale usato, Se
collego anche un disco sata l'ssd m.2 viene rilevato sempre col numero superiore e quindi, in questo caso, come disco 1; non so se vi sia la possibilità
di regolare il bios in modo che l'ssd m.2 diventi il disco 0. Aomei partition
assistant vede i dischi allo stesso modo anche se la numerazione di essi parte
da 1 e quindi l'ssd m.2 sarà visto come disco 2. Diskpart di windows, e probabilmente anche aomei partition assistant con cui non ho fatto questa prova,
non cancella l'ssd m.2 perché in uso dal sistema. Ma visto che l'ssd m.2 era
configurato con il classico mbr, l'ho potuto cancellare con il programma
omonimo di Terabyte avviando il pc tramite una chiavetta con freedos. Ma se
l'ssd m.2 fosse stato in gpt, come avrei fatto a cancellarlo completamente e soprattutto correttamente?
Naturalmente non avrei potuto adoperare il programma mbr di Terabyte che
cancella correttamente solo i dischi in mbr e non avrei potuto usare diskpart
di windows perché il disco era adoperato dal sistema. In questi casi, l'ideale per
cancellare i dischi di sistema è di portarli in un altro pc collegandoli ad
una porta usb in modo che vengano visti come un disco esterno qualsiasi e non
come un disco di sistema ma in questo caso non so se da qualche parte vi sia
un adattatore per poterlo fare.
Un'altra soluzione potrebbe essere quella d'avviare il pc tramite una chiavetta linux e cancellare l'ssd m.2 in quel modo ma è un qualcosa che non ho sperimentato.
Nota del 2021: un'altra cosa che non ho sperimentato è quella di cancellare il disco avviando la chiavetta d'installazione di windows 10 con la quale non ci dovrebbero essere problemi.
Anche dopo gli aggiornamenti, per l'ssd m.2 PCIe NVMe Intel 660p, windows 10
inserisce un driver vecchissimo del 2006 apparentemente assai obsoleto e che
tuttavia, almeno per le funzioni principali svolte, sembra funzionare. Ma forse è meglio installare il driver scaricandolo dal sito intel, cosa che
purtroppo windows 10 non fa da solo. Per il disco scritto sopra nel sito intel
trovi sia un eseguibile valido per 32 e 64 bit che due file zip, uno per i 32
e l'altro per i 64.
Ho provato ad installare il driver solo con i 64 bit e l'installazione tramite
l'eseguibile non richiede spiegazioni. Peccato che al riavvio del pc si è
imballato tutto e l'ho dovuto spegnere brutalmente dall'alimentatore e che al
sucessivo avvio sia capitata la stessa cosa e che si sia avviato correttamente
e stabilizato solo al terzo tentativo. Sarà stata per un'incompatibilità di
jaws di aprile 2019 che avevo all'avvio o per qualche altro motivo? Le installazioni fatte con i problemi scritti sopra non mi piacciono per niente e così
ho ripristinato il sistema con image for dos, e e visto che l'eseguibile mi ha
dato problemi ho scompattato il file zip per i 64 bit ed installato il driver
da Gestione dispositivi, Controller di archiviazione in cui ho scelto il
secondo elemento ossia Controller standard nvm express e dal menu di contesto
cliccato su aggiorna driver. Quindi si clicca sul pulsante Cerca il software
del driver nel computer, gli si dà il percorso in cui cercarlo che ovviamente
sarà la cartella in cui abbiamo scompattato lo zip e si clicca su Avanti, poi
su Chiudi e si riavvia; in questo caso non ci sono stati problemi. L'unico
cambiamento che noti in Gestione dispositivi è il nome del secondo elemento in
Controller di archiviazione che diventa intel(r) 660p series con un driver del
2019 stranamente posizionato in
\windows \system32\drivers
anche se hai installato quello per i 64 bit. Per il resto il disco è gestito
con i vecchissimi driver di windows 10 risalenti al 2006 quando non c'era
ancora windows 7. Hai capito a cosa servono gli aggiornamenti di windows?
Come abbiamo visto nell'articolo precedente, l'ssd m.2 con cui ho fatto la
prova è più veloce di un normale ssd sata III e vi sono ssd m.2 ancora più
veloci. Naturalmente tale velocità la si nota quando copi diversi giga di dati
da cartella a cartella posta sullo stesso disco m.2 perché, se ad esempio copi
da disco esterno a disco m.2, ovviamente devi fare i conti anche con la velocità di lettura del disco esterno. Tornando alla copia da cartella a cartella
sullo stesso ssd m.2, ho trovato un rallentamento saltuario le cui cause sono
un po' difficili da trovare proprio a causa della saltuarietà.
succede che la copia di circa 31 giga di dati avvenga rapidamente per circa il
70 per cento o anche fino al 90 per cento per poi rallentare; mi è sempre
capitato con jaws e mai con NVDA e quindi forse ci potrebbe essere un'incompatibilità saltuaria tra jaws di aprile 2019 e l'ssd M.2 ma ovviamente la cosa richiede ulteriori verifiche.
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Trasferire windows 10 da ssd m.2 a ssd sata
Perché trasferire il sistema operativo e i vari programmi da un velocissimo
ssd m.2 ad un più lento ssd sata? I motivi per farlo sono diversi e uno di
questi è che un ssd m.2 risulta più scomodo da maneggiare in tutti quei casi
in cui si deve rimuovere e sostituire un hard disk velocemente per quando fai delle prove con il pc ed in modo particolare se sei non vedente e quindi con più
difficoltà ad accedere al bios. Ad esempio, per provare velocemente una chiavetta avviabile con il tradizionale mbr, con i dischi sata basta scollegare
quello di avvio oppure togliere il cassetto sata o spegnerlo con il power sata
switch ed inserire la chiavetta che, senza fare altre regolazioni, se correttamente configurata si avvierà per forza da quella perché il computer non ha altre
periferiche da cui partire. Naturalmente è possibile rimuovere e poi reinserire anche un ssd m.2 ma, come puoi vedere dall'articolo dedicato al montaggio,
la cosa è più scomoda ed in modo particolare quando non vuoi
spostare il pc che magari non è nella posizione migliore per lavorarci dentro.
La prova di trasferimento l'ho svolta con l'ssd m.2 Intel PCIe NVMe 660p e
l'ssd Samsung 860 pro; con Aomei partition assistant 7.2, windows 10 64 bit
si è trasferito senza problemi e siccome da non vedente non potevo scegliere a
colpo sicuro l'ssd da cui avviare il pc, ho tolto il disco m.2 e poi avviato
il pc che purtroppo si è imballato fino al punto di doverlo spegnere brutalmente dall'alimentatore e la cosa si è ripetuta per tre o quattro volte fino a
quando ha pensato bene di avviarsi. Praticamente windows si caricava abbastanza
perché, dal fruscio delle casse, l'audio funzionava ma la tastiera e il tasto
del pannello frontale non funzionavano, chissà cosa cavolo scriveva su schermo!
Un secondo trasferimento l'ho fatto con Image for dos tramite un'immagine che
avevo in un hard disk tradizionale e anche in questo caso si è svolto senza
problemi; purtroppo però al primo avvio dell'ssd samsung il computer si è
imballato come sopra ma in questo caso è partito al secondo tentativo.
Presumendo che ad imballare il pc fosse il driver Intel dell'ssd m.2 che
rimaneva nel sistema, sempre con Image for dos ho provato a trasferire il
sistema da un'immagine senza tale driver e l'ssd Samsung è partito al primo
avvio. Non ho provato a trasferire windows 10 con aomei partition assistant senza il driver Intel perché mi toccava rimontare l'ssd m.2.
Non avendo fatto migliaia di prove, naturalmente non posso essere sicuro al
100% che a dare problemi sia proprio il driver Intel, ma per quanto scritto
sopra, se non si ha un'immagine senza tale driver consiglio di disinstallarlo
prima d'effettuare il trasferimento. Infatti, anche se prima o poi l'ssd
samsung parte, dover spegnere brutalmente il pc dall'alimentatore significa
che all'avvio deve mettere a posto i file e non è una buona partenza per un sistema appena trasferito.
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