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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Tester per alimentatore pc parzialmente sonoro Recom t8
E' una scatolina con led e conettori ma senza pulsanti che verrà alimentata
dall'alimentatore per pc che desideri testare. Incorpora un cicalino che, a
parte ciò che dirò di seguito, risulta utile soprattutto a chi non vede e
costa meno di 20 euro (nei mesi scorsi ne costava quasi 18 mentre adesso nello
stesso negozio costa 16 o 16 e qualche centesimo). L'alimentatore da testare
dovrà essere completamente scollegato dal resto del pc e momentaneamente
spento visto che i collegamenti e la rimozione dei connettori va fatta senza
che al tester arrivi corrente. Collega il connettore p1 da 20 o 20+4 pin
all'apposito ingresso del Recom t8 che trovi su un lato corto della scatolina
e successivamente accendi l'alimentatore. Se sentirai un solo beep, significa
che l'alimentatore funziona a dovere e si accenderà la fila di led più vicina
all'ingresso che hai utilizzato che indicano le seguenti tensioni:
+5v, +12v, +3,3v, -5v, -12v, +5vsb pg.
Nota: un conoscente mi ha spiegato che +5vsb è la tensione presente sulla
scheda madre quando il computer è spento ma con l'alimentatore acceso. Deduco
che sb significhi standby ma non lo so con certezza e non so invece cosa
significhi pg.
Se non hai sentito nessun bep oppure ne sono stati emessi più di uno, l'alimentatore ha dei problemi. Per quanto dirò di seguito, deduco che i segnali
sonori sono associati solo al test del connettore p1, il più difficile da
testare con i normali tester, ma sarebbe stato meglio ci fossero stati anche
per gli altri connettori. A questo punto le istruzioni dicono di spegnere
l'alimentatore e di collegare un connettore molex per testarlo ma non dicono
di togliere dal tester il connettore p1 come invece avviene per gli altri
connettori. In coda alle istruzioni si dice anche di testare un connettore
alla volta ma suppongo che ciò sia valido per tutti i connettori ad eccezione
di p1 perché togliendolo l'alimentatore non potrebbe più partire a meno di non
ponticellare i fili sul connettore stesso come abbiamo visto nel numero 40. A
scanso di equivoci ho proseguito le mie prove in entrambe i modi. Dopo aver
tolto il connettore p1 dal tester e ponticellato gli appositi fili in modo che
l'alimentatore possa partire, ho collegato un molex all'apposito ingresso del
tester che si trova su uno dei lati lunghi della scatolina. Una volta acceso
l'alimentatore, dal tester non è uscito nessun beep mentre si sono accesi i
led dei +12v e dei +5v che servono anche per il floppy ed il sata posti però
quasi all'estremo opposto rispetto ai led del connettore p1. Per avere la
certezza che il mancato segnale non dipendesse da un guasto dell'alimentatore
ho fatto la prova anche con un altro apparecchio ottenendo lo stesso risultato. Testando il molex o gli altri connettori con il connettore p1 da 20 o 20+4
pin inserito, ovviamente il beep si sente ma si riferisce solo al connettore
p1 stesso. Per avere la certezza anche di questo, oltre al connettore p1 ho
collegato un connettore floppy tramite degli adattatori che avevano un filo
interrotto e quindi teoricamente avrei dovuto sentire più di un beep per
segnalare il guasto ma così non è stato perché evidentemente il cicalino
funziona solo per p1 e tra l'altro sarei anche curioso d'avere un alimentatore
con l'uscita p1 parzialmente guasta per vedere se effettivamente fa più di un
beep come dicono. Cosa volete farci, sono peggio di san Tommaso! Togliendo il
connettore p1 e testando quello del floppy con gli adattatori guasti non si
sente alcun suono. Il connettore per floppy si trova sul secondo lato corto
della scatolina ed accanto ad esso troviamo le due versioni del connettore p4
per l'alimentazione supplementare delle schede grafiche: uno con 6 pin ed il
secondo con 8. Con quello a 6 pin non ho avuto problemi mentre non sono riuscito ad infilarci il connettore da 6+2 pin presente nell'alimentatore della
Cooler master descritto nel numero 77. Per questo connettore si devono controllare solo i +12v e suppongo che il led relativo sia quello posto tra i due
led del molex visti sopra (in questo caso non ho fatto controllare da un
vedente). Il connettore sata si trova sul secondo lato lungo del tester mentre
mancano i connettori p2 e p3 ossia quelli collegati al secondo cavo di alimentazione della scheda madre che un tempo era costituito solo dal connettore p2
con 4 pin mentre attualmente incorpora p2 e p3 con 4+4 pin. Con il rilevatore
di luce datomi da Antonio Azzalin tanti anni fa, ho provato a rilevare i led
del molex visti sopra: ci si riesce a patto d'avere molta pazienza per centrarli e di non mettere il rivelatore di luce troppo accostato perché altrimenti è lui stesso a fare da scudo alla luce che deve rilevare. L'intensità
del beep per p1 cambia da un apparecchio all'altro, saranno i Wat dell'alimentatore a fare la differenza? Un beep corto lo si sente anche quando si spegne
l'alimentatore ma le istruzioni non lo dicono.
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Televisore Tlg tl-15a2, digitale terrestre e come riceverlo in un televisore senza presa scart
Nota: in questo articolo tralascio volutamente le considerazioni sulla risoluzione dell'ingresso vga e hdmi del televisore in oggetto perché mi servono per
l'articolo successivo dedicato alle schede grafiche e all'ingresso hdmi del
televisore.
Il mio interesse per la televisione è sempre stato assai scarso non perché non
la vedo ma per i contenuti banali che spesso trasmette: quiz ridicoli, film
stupidi, trasmissioni apparentemente scientifiche che mischiano la scienza con
la fantascienza per fare spettacolo (vedi voyager in prima serata su rai due)
e dibattiti in cui ha ragione chi urla più forte o chi ha la dialettica più
spiccata. Ovviamente ci sono delle eccezioni che forse sono aumentate con il
digitale terrestre ma non lo so per certo visto che i nuovi canali li ho
"Guardati" assai poco. Ma anche se fossecosì, sinceramente non ho sentito
l'esigenza d'avere nuovi canali come invece forse avrei potuto sentire venti o
trent'anni fa quando non usavo internet ed il televisore era uno dei mezzi per
apprendere qualcosa. E' vero che anche in internet si trova tanto ciarpame, ma
è altrettanto vero che qualcosa d'interessante si trova e che lo si può cercare quando se ne ha effettivamente bisogno senza sperare ed aspettare che
qualche canale televisivo trasmetta proprio ciò che ti interessa.
Un altro apparecchio che m'interessa assai poco è il monitor per pc visto che
in un anno non arrivo a farmelo guardare dieci volte.
Nota: mi capita di sentire non vedenti che con il computer fanno qui e fanno
là ma poi, scavando un po'., scopro che spesso lo adoperano con una persona
vedente a fianco. Beh, se la mettiamo su questo piano, allora anch'io posso
dire di guidare la macchina perché la so mettere in moto, so le marce e altri
comandi e con uno a fianco, piano piano, l'ho anche guidata. Ma farlo per
davvero è tutta un'altra cosa!
Visto lo scarso interesse per tv e monitor e visto che sembrava che il mio
televisore Itt in bianco e nero privo di presa scart non fosse più utilizzabile con il digitale terrestre, nel novembre 2010, poco prima che in veneto
venissero spenti i canali analogici (e bada bene che vengono realmente spenti,
non restano accesi come dice qualche non vedente che non sa come passare il
tempo, altrimenti quanti sarebbero passati al digitale?) Dicevo che nel novembre 2010 ho acquistato il televisore Tlg tl-15a2 senza badare alla qualità ma
semplicemente perché in quel centro commerciale era l'unico da 15 pollici (non
è il caso di occupare tanto spazio per un qualcosa che interessa poco) e
perché aveva l'ingresso vga. Era mia intenzione adoperare il televisore per
sentire il telegiornale della sera senza usare il computer del quale a fine
giornata sono stufo (certamente saprai che con un programma adatto è possibile
accedere ai canali televisivi così come si fa con le radio). E tuttavia dopo
l'acquisto l'ho utilizzato poco e fatto solo qualche prova lasciandolo perdere
per molti mesi nei quali mi sono dedicato a cose più interessanti e nei quali
non l'ho acceso nemmeno per il telegiornale visto che da tempo a mio padre è
venuta una malattia: la mania del telegiornale e delle previsioni del tempo
che guarda in continuazione. E siccome adesso lo fa sia a mezzogiorno che alla
sera quando si mangia, dopo cena ne ho già due palle... Che poi non ho capito
perché uno debba passare la vita a deprimersi guardando cinquanta telegiornali
al giorno che più o meno dicono sempre le stesse cose da un anno e anche più:
la crisi, Sara, Iara, Melania, la guerra di qui, il furto di là... Ma basta!
Che ne diresti se invece di guardare cento volte le stesse cose le guardassimo
una volta sola e il tempo delle altre 99 volte lo impiegassimo per migliorare
il mondo facendo magari poco ma facendo qualcosa di concreto? Negli ultimi
mesi, un po' stimolato dalle domande oppure dalle considerazioni di chi nel
frattempo è passato al digitale terrestre, ho ripreso in mano la cosa e ti
dico quel poco che so. Per chi non vede, la parte più ostica nell'approccio al
televisore è quando lo si è appena acquistato senza che sia stato preventivamente sintonizzato oppure quando nello svolgere alcune funzioni si sbaglia
qualcosa rendendolo completamente muto.
Nota per le persone vedenti: siccome un non vedente non può leggere le scritte
o i simboli dei tasti del televisore e del telecomando, se vuoi dargli una
mano la prima cosa da fare è quella di dettarglieli in ordine su più righe da
sinistra a destra come se stessi leggendo un foglio anche quando le funzioni
dell'apparecchio non sono in quell'ordine. Personalmente le scrivo col computer e poi le vado a leggere con la barra braille ed il vecchio dos perché pone
le scritte sul display braille rispettando maggiormente gli spazi ed i rientri
inseriti durante la scrittura. Naturalmente quanto scritto sopra è valido
anche per altri apparecchi.
Lo so anch'io che la caratteristica principale di un televisore è quella d'essere guardato e quindi non può essere certo considerato un apparecchio ideale
per i non vedenti, ma so altrettanto che tecnicamente sarebbe assai semplice
dotarlo di accorgimenti che lo renderebbero più fruibile da chi non vede
semplicemente agendo sul firmware senza sostanziali modifiche ai circuiti (e
quindi con costi assai contenuti). L'ideale sarebbe quello di incorporare nel
firmware, cioè nel programma del televisore, una sintesi vocale escludibile
per chi non la vuole. In giro ce ne sono di gratuite che, con gli opportuni
aggiustamenti, potrebbero essere inserite nei televisori con costi irrisori
senza far gonfiare le tasche di chi sta pensando ad un decoder parlante che
naturalmente verrà venduto a prezzi altissimi e costringerà l'utente non
vedente ad un solo modello. Ma anche senza arrivare alla sintesi vocale, se
alle funzioni di un televisore venissero associati dei beep come avveniva fin
dagli anni '80 nei trasmettitori per radioamatori della Kenwood e della Standard, l'utilizzo per chi non vede sarebbe notevolmente facilitato.
Nota per chi non è radioamatore: nel 1989 veniva venduta la radiotrasmittente
portatile Standard C500 dotata di beep: grave=funzione errata, acuto=funzione
giusta, acuto e lungo=funzione memorizzata correttamente. Il tutto con la
possibilità di escludere i suoni.
Con le dovute maniere, ho fatto notare la faccenda dei beep alla Tlg che purtroppo non mi ha risposto. Una cosa buona della Tlg è che nel suo sito
www.tlggroupspa.com
ho trovato il manuale in pdf del televisore. Peccato che la tabella in cui si
illustra la risoluzione dell'apparecchio si legga malissimo con Jaws e anche
con Nvda mentre, pensa un po', la si può leggere bene acquisendola con un
vecchio scanner dell'hp ed il vecchissimo Recognita per dos dei primi anni
'90, alla faccia della tecnologia moderna! Un'altra cosa che ostacola l'uso
dei televisori da parte di chi non vede sono i menu circolari presenti non
solo nel mio Tlg ma anche nei televisori Sony, una ditta che invece in altri
apparecchi ha inserito i menu con un inizio ed una fine (vedi i registratori
minidisc). Un'altra cosa da tenere presente per il Tlg e per altri televisori
come quelli della Sony è che una volta premuto il tasto Menu sei vicino alla
prima voce che lo compone ma questa non è ancora selezionata come invece
accade con il computer o con altri apparecchi. Per essere davvero sopra la
prima voce, che nel mio caso è la sintonizzazione automatica, bisogna premere
una volta la freccia in basso e successivamente invio se si desidera mandare
in esecuzione proprio quella voce di menu. A titolo indicativo dico che nel
mio Tlg la sintonizzazione automatica si fa così: tasto menu, freccia in basso
per selezionare la prima voce del menu stesso e tre invii per far partire la
scansione dei canali. Con il primo invio entri nella sintonizzazione automatica, il secondo conferma il country ed il terzo fa partire la scansione dei
canali che dura circa 8 minuti e mezzo.
Non ho fatto prove con altri televisori ma probabilmente il tempo della scansione varia da televisore a televisore e dipenderà anche dal numero e dalla
qualità dei segnali dei canali che s'incontrano.
Dopo qualche mese dall'avvento del digitale terrestre è bene rifare la sintonizzazione automatica perché
potresti incontrare canali che prima non c'erano ed in questo caso noi non
vedenti siamo facilitati perché l'audio viene azzerato nel momento in cui la
scansione ha inizio e quindi abbiamo una certa conferma d'aver selezionato la
funzione giusta, conferma che sarà totale se dopo una decina di minuti lo
sentiremo di nuovo. E se durante la scansione ci fosse qualche beep ascendente
per segnalare la percentuale che appare su schermo... sarebbe una pacchia!
Prima che venisse spento, ho fatto qualche prova con l'analogico constatando
che con la sintonizzazione automatica i canali non venivano collocati in
memoria nell'ordine giusto e che la loro collocazione variava a seconda del
tipo di antenna, esterna o interna, e per quest'ultima anche da come era
girata. Quindi per l'analogico è certamente indispensabile fare un riordino
dei canali oppure selezionarli con la sintonizzazione manuale (cosa che non ho
provato ma che risulta assai ostica per chi non vede). All'inizio pensavo
d'aver sintonizzato dei canali digitali perché l'audio arrivava leggermente in
ritardo rispetto al vecchio televisore in bianco e nero ma poi ho scoperto che
era solo un effetto dovuto dai circuiti del televisore. Certo che per ciò che
riguarda l'analogico, questo Tlg è assai sordo e per fortuna non lo si usa
più: il segnale che il vecchio Itt riceveva anche con la sua antennina abbassata, nel Tlg veniva ricevuto malamente anche con un'antenna amplificata.
Naturalmente non c'erano problemi con l'antenna sul tetto! Il digitale terrestre facilita la sintonizzazione automatica perché nel pacchetto di dati viene
trasmesso il logical channel numering ossia quello che di solito viene abbreviato con la sigla lcn che in maniera poco tecnica può essere spiegato così:
immagina che la memoria del televisore sia costituita da tante caselle numerate e che all'interno di ognuna venga posta una determinata trasmissione televisiva. Anche per ragioni di praticità, i signori del profitto hanno deciso in
quale casella dovrà o dovrebbe essere posta una determinata trasmissione e
l'lcn trasmesso assieme ai dati digitali che compongono l'informazione
audio/video lo comunica al televisore in modo che possa collocare quella
determinata trasmissione nella casella che le è stata assegnata. Per due
ragioni prima ho usato anche il condizionale: perché con la sintonizzazione
manuale o con il riordino dei canali è possibile mettere rai1 sul numero 50, e
perché non sempre l'lcn funziona correttamente e non so se la cosa dipende da
una qualche incompatibilità dei televisori o dalla scarsa qualità dei dati
trasmessi o da entrambe le cose. Quindi può essere utile, ma non indispensabile, riordinare anche i canali del digitale terrestre o fare la sintonizzazione
manuale. E tuttavia avere una determinata trasmissione al numero 31 piuttosto
che sul 26 non ti cambia la vita, l'importante è saperlo! Addirittura ci sono
dei televisori in cui è possibile disattivare o attivare l'lcn i quali però
continuano a collocare le trasmissioni televisive nel numero sbagliato anche
quando l'lcn è attivato. Per i pochi canali che ho controllato finora, il Tlg
tl-15a2 sembra utilizzare bene l'lcn ma per essere certo che funzioni davvero
dovrei verificarli tutti. Ho qualche dubbio per i canali radio perché nel
rifare la sintonizzazione, oltre ad inserirmi una radio francese che prima non
c'era, mi trovo delle radio doppie e non so se davvero nella mia zona hanno
una doppia frequenza o se fa lo scherzetto di non azzerare i canali radio
precedenti. Sarebbe bene poter usare i preferiti del televisore che funzionano
esattamente come i preferiti di windows. Una zona della memoria del televisore
è destinata ad ospitare la duplicazione dei canali che usiamo maggiormente e
che possiamo inserire nell'ordine che desideriamo senza doverci ricordare che
il canale x è nel 51 mentre il canale y è nel 65. Probabilmente l'accesso ai
preferiti è più veloce del normale accesso ai canali che nei televisori moderni è lentissimo. Non mi sono cimentato nella memorizzazione dei preferiti che,
almeno con questo Tlg, mi sembra ostica per chi non vede. Per sapere se l'antenna tv dovrà essere installata verticalmente oppure orizontalmente e per
conoscere i canali e le frequenze rai, puoi andare nel sito:
www.raiway.it
in cui selezionerai il comune in cui risiedi. La tabella che ti verrà mostrata
non è completamente leggibile con Jaws e per leggerla bene esporta la pagina
su un altro programma come Word o Wordpad. Troverai il termine mux che sta per
multiplex ed è l'impianto con il quale vengono trasmessi i segnali di alcuni
canali e che suppongo sia costituito da un unico trasmettitore. In giro ci
sono antenne specifiche per il digitale terrestre anche se in passato ho letto
in internet che le largabanda amplificate da interni sono praticamente le
stesse che si usavano in passato a cui hanno appiccicato un'etichetta ma non
le ho provate. Certo è che dove abito una vecchia antenna amplificata da
interni non fa funzionare nemmeno il bel televisore Sansung che mio padre
adopera per le previsioni del tempo ed il telegiornale, trasmissioni per cui
sarebbe bastato un decoder da 20 euro! Quindi mi sento quasi di affermare che
con il digitale terrestre la portatilità dei televisori è andata a farsi
friggere visto che sono legati ad un buon impianto d'antenna che non è possibile avere in tutte le situazioni (vedi ad esempio quando ci si portava
all'ospedale o in montagna un piccolo televisore). Proprio perché il segnale
del digitale terrestre è delicato, nel ripristinare nel mio studio il cavo
d'antenna tv che in passato avevo tolto a causa di un fulmine, pensavo di
mettere in soffitta una centralina per distribuire il segnale nelle prese
della casa ma qui non mi ascoltano mai e hanno messo un partitore di segnale
che va bene ma che secondo me non è il massimo. E' vero che con il rivelatore
di campo con cui abbiamo provato sembra funzionare tutto bene ma è altrettanto
vero che un televisore da quattro soldi come il mio può avere una scarsa
sensibilità in ricezione e una minima perdita di segnale può essere importante
ed è per questo che consiglio la centralina che dà la sicurezza d'avere il
massimo del segnale disponibile.
Nota: non pensare che qui dove abito non abbia questionato per questa faccenda, ma la tv m'interessa poco ed allora ho lasciato un po' perdere perché non
si può vivere tutta la vita sempre incazzati.
Nel collegare un cavo ad una spina d'antenna tv, ricordati di stringere molto
ma molto bene la calza metallica che ne costituisce la schermatura e fai anche
attenzione che nell'entrare nella presa, la spina non abbia del lasco. Se ce
l'ha, cerca una spina migliore magari cambiando marca. Basta che la massa del
cavo o che la spina abbia un po' di lasco per avvertire dei tic durante la
ricezione di certi canali. Là dove con l'analogico potevi avere un leggero
effetto neve o un leggero fruscio o anche niente, con il digitale terrestre
spesso hai dei disturbi: i bit non li inventi, o ci sono o non ci sono. Questo
è uno dei motivi per cui le trasmissioni radiofoniche in digitale non hanno
avuto molto successo visto che per farle funzionare correttamente quando ci si
trova in automobile bisognerebbe costituire una fitta rete di ripetitori come
quella dei telefonini. Come certamente sai, con il digitale terrestre è possibile accedere al secondo canale audio dove la rai trasmette, quando ci sono, i
film con il commento per i non vedenti. Contrariamente a quanto afferma qualche non vedente, l'accesso a questa funzione cambia da televisore a televisore
e non sono riuscito a trovarla nel manuale del mio Tlg. Ho scritto per due
volte alla ditta ma non mi hanno risposto. Proverò una terza, al massimo mi
manderanno a fanculo! Il Sansung di mio padre emette suoni all'accensione e
allo spegnimento e sarebbe interessante vedere se li dà anche in altre situazioni ma toccare il televisore a mio padre è come togliergli dieci anni di
vita! L'unica facilitazione per chi non vede che invece è presente nel mio Tlg
è che a certe funzioni ci si può accedere tramite un tasto specifico senza
muoversi tra i menu come accade per la selezione della sorgente per la quale
tra l'altro hai anche dei riferimenti audio e c'è un tasto specifico anche per
la regolazione dell'audio. Se non ci vedi, puoi ascoltare i canali televisivi
solo con il decoder provvisto di uscita audio o di uscita audio digitale che
collegherai all'ingresso di un amplificatore hi fi o qualsiasi altro dispositivo adatto a ricevere il tipo di input disponibile.
Nota del 2015: purtroppo non tutti i decoder hanno l'uscita audio
E se hai un vecchio videoregistratore ma non possiedi un televisore con presa scart, puoi collegare il decoder al videoregistratore e da questo, tramite il cavo rf, andare
all'antenna del televisore che sintonizzerai nel canale del video registratore. C'hè chi questa cosa l'ha fatta e a me che non la conoscevo adesso dispiace d'aver gettato il piccolo
televisore in bianco e nero acquistato, pensa un po', nel maggio o giugno del
1983.
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Scheda grafica Zotac Nvidia geforce 8400gs e dintorni, risoluzione e collegamento hdmi
Così come accade per le schede madri che spesso montano componenti di terze
parti, ad esempio Gigabyte che inserisce controller Intel o Nec elettronics,
succede la stessa cosa con le schede grafiche ed in particolare con la gpu,
ovvero il processore grafico che ovviamente è il componente principale di una
scheda grafica. Analogamente ad Intel, la ditta Nvidia è assai diffusa e
specializzata per le schede grafiche e così non è raro trovare il suo processore grafico montato in altre marche come ad esempio nella Zotac Nvidia geforce 8400gs. Windows rileva il processore grafico e non la ditta che l'ha inserito sulla scheda e quindi se non guardi la scatola potresti pensare d'aver
acquistato una Nvidia al posto di un'altra marca. A confonderti maggiormente
le idee ci pensa anche il programma installato dalla scheda Zotac vista sopra
perché usa il software Nvidia. Insomma: certe ditte di schede grafiche non
fanno altro che montare il processore grafico di un'altra ditta e forse metterci quei pochi componenti che ci stanno attorno come il dissipatore, la
ventola, le prese, qualche condensatore eccetera, e usano lo stesso software
del processore grafico. Gli slot in cui inserire le attuali schede grafiche
sono di tipo pci express x16 oppure x4 (vedi il secondo slot per la grafica
della Gigabyte ga-p55a-ud3 visto in passato). Ovviamente ogni modello e marca
di scheda grafica ha le sue peculiarità come ad esempio la quantità e il tipo
di memoria che può essere ddr2 o ddr3 (e non so se ce ne sono altri). Quelle
con raffreddamento passivo hanno meno prestazioni grafiche ma il vantaggio di
non contribuire al rumore del computer con il movimento di una ventola. Probabilmente di per sé producono meno calore rispetto a quelle con la necessità di
una ventola e la dissipazione viene fatta attraverso un radiatore metallico
fissato sulla scheda che ovviamente non produce rumore. E se hai un alimentatore modulare ed una scheda grafica come la Zotac citata sopra che si alimenta
solo dallo slot, puoi staccare i cavi dell'alimentatore dedicati all'alimentazione delle schede grafiche in modo d'avere meno fili all'interno del pc con
una migliore circolazione dell'aria per il raffreddamento. La Zotac Nvidia
geforce 8400gs ha tre prese:
1: la classica uscita analogica vga,
2: l'uscita digitale dvi costituita da una presa femmina diversa dalla vga
con la quale però non ho fatto esperienza perché non ho un monitor a cui
collegarla,
3: l'uscita digitale hdmi che significa high definition multimedia interface
(interfaccia multimediale ad alta definizione), simile ad una usb.
In questa scheda è possibile togliere il lamierino con gli incastri delle
prese e anche la presa vga che è collegata ad essa con un connettore e ciò
serve per montare una mascherina più corta per usare la scheda in cabinet
compatti a scapito però della vga che non potrà essere utilizzata. Pur essendo
della stessa lunghezza, una mascherina in dotazione ha solo l'incastro per la
presa dvi mentre l'altra può ospitare il dvi e l'hdmi. Nelle istruzioni delle
schede grafiche, che possono valere per più modelli e che possono non essere
state aggiornate con le ultime implementazioni del modello acquistato, può
capitare di leggere che per far uscire l'audio digitale dalle prese digitali
della scheda grafica occorre prelevare il segnale da un'uscita digitale interna della scheda madre tramite un apposito cavo che andrà collegato alla scheda
grafica. Forse la cosa è valida per i modelli più vecchi o comunque solo in
alcuni perché nonostante ci sia scritta questa cosa anche nelle istruzioni
della Zotac vista sopra, in realtà sulla scheda non c'è nessun ingresso digitale e l'audio digitale esce tranquillamente dall'hdmi e viene prelevato
direttamente dallo slot su cui è infilata. Per far funzionare l'hdmi bisogna
che sia installato un software specifico che il programma di installazione
della mia scheda grafica si è limitato a mettere in una cartella posta in
radice del disco ma senza installarlo forse perché stavo usando l'uscita vga e
non l'hdmi ma questa sarebbe una cosa da verificare. E visto che l'installazione dell'audio della scheda madre non mi aveva installato proprio la parte
che riguarda l'hdmi, vedi l'articolo sulla scheda madre di questo numero per i
dettagli, l'hdmi non funzionava e quindi ho installato il software che la
scheda grafica mi aveva posto in radice del disco. L'installazione del software per l'hdmi non richiede spiegazioni particolari, si clicca su setup e si
seguono le solite istruzioni a video. Naturalmente bisogna anche collegare il
computer ad un monitor o ad un televisore con ingresso hdmi nel quale sarà
selezionato l'ingresso omonimo tramite il menu source o equivalente per fare
in modo che l'audio ed il video trasmessi dal pc vengano captati dal
monitor/televisore. Nel mixer di Windows viene aggiunta una nuova sezione che
regola l'audio del monitor/televisore collegato tramite l'interfaccia hdmi e
che nel mio caso si chiama Nvidia high definition audio, nome dato dalla
scheda grafica da cui arriva il video e l'audio digitale. Quando il cavo hdmi
è collegato al televisore, dai jack audio posteriori e da quello anteriore
della scheda madre non esce alcun segnale nemmeno se il televisore è spento
perché evidentemente viene visto il carico collegato al cavo. Quindi con il
collegamento hdmi puoi eliminare l'ingombro delle casse acustiche e dei cavi
che le collegano ma dovrai accontentarti dell'audio fornito dal monitor/televisore che nel mio caso non è certo dei migliori e chi non vede dovrà lavorare
sempre con lo schermo acceso anche quando non c'è nessuno a guardarlo solo per
sentire la sintesi vocale. La risoluzione dell'ingresso vga del mio televisore
può essere regolata solo in due modi: 800 per 600 e 1024 per 768. Quest'ultima
risoluzione è abbastanza buona ma sarà decisamente superata tra qualche anno.
Le cose vanno decisamente meglio per l'hdmi anche se la risoluzione riportata
nel manuale viene data con valori di cui non ho capito fino in fondo il significato nonostante abbia letto wikipedia. Quello che ho notato finora è che
una determinata risoluzione dell'hdmi corrisponde ad un numero più alto della
risoluzione "classica" riportata dalle proprietà di Windows. Per l'hdmi il
televisore Tlg tl-15a2 mette a disposizione le seguenti risoluzioni:
480i, 480p, 576i, 576p, 720p, 1080i, 1080p.
Un po' per curiosità e un po' per capire qualcosa in più, sono andato nel
programma della scheda grafica che non è il massimo del confort nell'uso con
sintesi e barra braille ma che con un po' di pazienza si adopera e sono riuscito a selezionare l'hdmi e ad impostare la risoluzione video consigliata che
era di 720p, (il programma mostra però anche l'equivalente della risoluzione
"classica" che era di 1280 per 720 e non so se per consigliarla guarda il
monitor a cui è collegata la scheda o quant'altro). Una volta uscito dal
programma della scheda video sono andato nelle proprietà dello schermo ma la
barra braille mi si è bloccata e quindi ho riavviato il pc e nel guardare
nuovamente le proprietà dello schermo fornite da Windows ho constatato che in
effetti la risoluzione era proprio di 1280 per 720. Un'altra piacevole sorpresa dell'hdmi è che lo si può utilizzare per guardare il bios e addirittura per
visualizzare l'ambiente ms-dos nel quale forse non è possibile usare l'audio
digitale ma se si tiene conto che l'hdmi è uscito nel 2002 e che l'ultima
versione di freedos è del 2006, la cosa non è poi così impossibile. Ho notato
inoltre che nel momento in cui il bios comincia ad inviare le scritte al
monitor, e ciò avviene subito dopo il beep di ok, nel televisore si sente un
piccolo tic che potrebbe essere utile a chi non vede sopratutto in caso di
guasto all'altoparlante del pc o quando nel bios è stata attivata la funzione
quick boot. E visto che da una presa hdmi escono dati nel formato digitale più
facilmente convertibili rispetto a quelli analogici di una vga, ho fatto
notare ad un programmatore che sarebbe più facile costruire uno strumento che
permetta la lettura del bios anche a chi non vede. E' vero che non tutti i
computer hanno l'uscita hdmi, ma è altrettanto vero che è sempre meglio poter
regolare almeno quelli che ce l'hanno piuttosto che niente ed inoltre non è
detto che da qualche parte non ci sia un adattatore che converte i dati analogici vga in hdmi perché allora sarebbe proprio una pacchia. Per certo so
invece che esistono adattatori che convertono dal formato digitale dvi
all'analogico di una vga e vengono utilizzati per i monitor che non hanno
l'ingresso dvi. Tv/monitor e monitor/tv a quanto pare non sono un semplice
gioco di parole. Si dice che questi ultimi siano maggiormente curati per ciò
che riguarda la sezione monitor pc e che lascino un po' a desiderare per ciò
che riguarda la televisione ma non ne ho esperienza.
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Disco esterno da 500 gb Lacie rikiki usb 3.0, considerazioni e prove sulla velocità reale delle usb 2.0 e 3.0
Oggi, 9 dicembre 2011, non sarebbe il momento più adatto per parlare di hard
disk visto che da qualche tempo se ne trovano pochi e i prezzi di quelli che
prima costavano intorno ai 50 euro sono più che raddoppiati. Non ho tutti gli
elementi per approfondire la faccenda ma pare che una delle fabbriche della
Western Digital sia stata danneggiata da un'innondazione e quindi quei pochi
dischi rimasti di quella marca te li fanno pagare più che il doppio con una
garanzia che non vale niente visto che la fabbrica per il momento non è operativa. Le altre ditte seguono a ruota aumentando ingiustificatamente i prezzi
esattamente come accadeva con le memorie nei primi anni '90. Questo stato di
cose ha fatto diminuire drasticamente i modelli di hard disk disponibili
probabilmente perché grossisti e negozianti sono restii ad acquistare ad un
prezzo elevato. Ma il 3 ottobre quando ho preso il Lacie rikiki questa situazione non c'era e sul mercato c'era un'ampia scelta di dischi interni ed
esterni.
Il disco esterno Lacie rikiki usb 3.0 da 500 gb ha dimensioni assai ridotte
tanto da poter stare comodamente in tasca e forse è proprio per questo che nel
sito della ditta viene elencato tra i dischi fissi tascabili. La confezione
consiste in un semplice nylon sopra al quale ci sono le istruzioni per l'installazione che io ovviamente non ho visto e ho gettato via pensando fosse
solo una semplice copertura del disco e del cavo usb 3.0 in dotazione. Oggi
con questo stramaledetto risparmio non si mette più nemmeno un foglietto
d'istruzioni! Se ti capita la stessa cosa puoi sempre leggere fuori serie o
scaricare tutte le istruzioni e tutto il software del disco dal link:
www.lacie.com/it/support/
Il cavo usb 3.0 in dotazione, un po' più spesso dei soliti cavi usb 1.1 e 2.0
non solo per la doppia schermatura ed il rivestimento ma anche perché dovrebbe
contenere nove fili al posto dei soliti quattro, dal lato pc ha la solita
spina maschio di tipo A mentre dal lato del disco ha una spina come quelle dei
caricabatterie dei telefonini ma più larga. Non ho ancora distrutto un cavo
usb 3.0 per toccare con mano il numero di fili, deduco che siano nove guardando wikipedia (la quale quando mi sono collegato non dava ancora la piedinatura
delle porte usb 3.0 come invece fa per gli altri tipi), e anche perché su chl
ho trovato più di un cavo usb 3.0 descritto in quel modo. La certezza che le
usb 3.0 abbiano più fili rispetto ai soliti quattro mi viene data dal fatto
che se al cavo usb 3.0 aggiungo una prolunga 2.0 e la collego ad una porta
3.0, il disco si mette a funzionare come un 2.0. Wikipedia dice che la spina
femmina di tipo A è più profonda in modo da poter contenere i contatti supplementari e a quanto pare nei cavi usb 3.0 non è possibile usare la spina di
tipo B, cioè quella quasi quadrata delle periferiche usb 2.0. L'alimentazione
del Lacie rikiki viene fornita dalla porta usb e quindi sarà necessario utilizzare un cavo ad y in modo da prelevarla da due porte qual'ora la corrente
risultasse insufficiente ma non ho mai provato questa configurazione e nelle
usb 2.0 e 3.0 in cui l'ho collegato finora non ho avuto la necessità di
farlo. Quindi al rikiki bastano i 500 milliampere delle usb 2.0 quando è
collegato ad esse mentre potrebbe usarne di più se collegato alle 3.0 visto
che funziona più velocemente ed ha a disposizione 900 milliampere. Contrariamente a quanto avveniva per i dischi esterni Lacie dei primi anni 2000 che
erano formattati in fat32 e pronti all'uso, il rikiki da 500 gb, come del
resto capita per altri modelli, deve essere preparato prima di poterlo utilizzare. Una volta collegato al pc, windows rileva una piccolissima
partizione in ntfs di circa 10 mega di cui 9 sono già utilizzati, peggio
dell'Olivetti m24 con cui ho cominciato ad usare il computer che almeno aveva
20 mega! PartitionMagic 8.5 rileva più o meno tutto il disco ma dà un errore
che non ho corretto. Per tanto il disco sembra guasto ma non lo è: si comporta
così perché necessita della preparazione che, come dicono le istruzioni, si
può fare con il programma caricato sul disco stesso o più semplicemente con
Gestione disco di windows. Nel collegare il disco, a volte xp lo nota come
Lacie rikiki usb3.0 mentre in altri casi oppure andando nelle proprietà della
periferica dà la sigla: st950032 5as usb device e ciò avviene perché guarda il
disco che si trova all'interno del minibox Lacie come avveniva con i vecchi
dischi della stessa marca che contenevano un disco Maxtor. In questo caso però
non credo proprio si tratti di una marca ma semplicemente del modello del
disco. Invece di usare Gestione disco per la preparazione, non mi sono lasciato scappare l'occasione di sperimentare il software in dotazione. Nel disco ci
sono dei file che costituiscono il programma Lacie setup assistant e tra
questi c'è l'eseguibile start.exe e autorun.inf con le righe:
icon=start.exe
shell=shell00
shell\shell00=setup lacie disk
Lacie setup assistant partiziona e formatta il disco in base alle proprie
esigenze, copia la guida per l'utente e le utility sull'unità e installa il
software precaricato sull'unità. E' ovvio che per compiere queste operazioni
deve poter ricavare i file o da una zona del disco non ancora visibile oppure
da qualche file compresso con estensione insolita visto che non ho trovato
zip, rar o altre estensioni comuni. Da quanto ho letto nel sito, quella in
dotazione al mio disco è la versione A di Lacie setup assistant perché la
versione B non solo permette di variare la capacità di una partizione tramite
una barra di scorrimento (hanno copiato da linux ubuntu), ma anche di registrare il software. Oltre che con l'autorun, Lacie setup assistant può essere
eseguito cliccando sul file start.exe oppure dal menu di contesto selezionando
la voce setup lacie disk. Appare la finestra lacie setup assistant in cui con
Jaws non si legge niente, come del resto accade con le sucessive, ed i grafici
presenti in esse non sono etichettabili con l'etichettatore automatico di Jaws
alla faccia dell'accessibilità. Lacie setup assistant è compatibile anche con
i computer mac e chi ne ha uno potrebbe verificare se in quel caso un non
vedente può leggere cosa appare sullo schermo. Presumendo che il pulsante di
default fosse quello più consono ad una configurazione standard e cioè un
disco con un'unica partizione in ntfs, ho dato tre invii alla cieca e mi sono
trovato in una finestra leggibile da Jaws, dal titolo lacie install, dalla
quale sono uscito perché per il momento non volevo installare il software ma
verificare che razza di partizione e formattazione ero riuscito a fare senza
leggere lo schermo. In seguito scoprirò che quest'ultima finestra non fa parte
di Lacie setup assistant ma bensì del software installato da esso. Comunque
aveva le voci seguenti:
applicazioni,
documenti,
prodotti,
uscita.
Una volta uscito, ho notato con piacere che avevo fatto una partizione ntfs
grande quanto il disco e che l'etichetta di volume non era più lacie ma la-
public. Nel disco c'erano dei file e delle cartelle che prima non esistevano
con data di creazione del giorno corrente, mancavano invece i file di Lacie
setup assistant. Le istruzioni dicono che questo programma viene mantenuto in
una zona nascosta del disco e, per quanto vedremo in seguito, potrebbe anche
essere vero. Peccato però che non si riesca a visualizzarla nemmeno con parti-
tion magic e che le istruzioni non dicano come visualizzarla per un eventuale
riutilizzo del programma. Lanciando il file lacie.exe posto in radice, appare
la finestra da cui sono uscito in precedenza dalla quale è anche possibile
installare i programmi che si possono però installare direttamente dalla loro
cartella o, meglio ancora, scaricare da internet e fare la normale installazione. La cartella lacie contiene invece i manuali con un pdf in italiano e
del software per mac e windows con adobe reader, un programma per il backup
online e il Lacie desktop manager che, oltre a non essere di grande utilità,
quello presente nel disco serve assai poco perché una volta lanciato ti fa
scaricare un eseguibile che poi andrà installato normalmente come qualsiasi
altro programma scaricato da internet e quindi tanto vale scaricarlo ed installarlo direttamente utilizzando l'indirizzo della ditta scritto sopra che
trovi anche nel manuale. Dopo aver scaricato Lacie desktop manager, si lancia
l'eseguibile e le prime schermate non hanno nulla di particolare. Poi ti
chiede di inserire il disco compatibile con lacie desktop manager per l'installazione e, forse perché era già collegato, l'unica possibilità era quella
di premere su ok. Successivamente appare la solita stupidaggine: il programma
non ha superato il test Microsoft e quindi si consiglia di non installarlo.
Fregatene facendo il contrario, Lacie non ha pagato Microsoft, tutto qua.
Successivamente appare un messaggio in spagnolo dove si dice di reinizializzare il disco e c'è solo ok che una volta cliccato ti porta allinterno del
programma appena installato dove si lavora aggiustandosi con il cursore jaws
perché, come spesso accade, la finestra potrebbe non essere riconosciuta da
quest'ultimo. Nella prima scheda, info, dà il nome del disco, il modello, il
numero di serie, il tipo di connessione e la capacità. C'è poi il pulsante
Riformattazione raggiungibile con tab che riformatta il disco utilizzando però
Gestione disco di windows e quindi tanto vale utilizzare quest'ultimo o più
semplicemente Risorse del computer. La scheda Eco contiene le impostazioni per
lo standby. Per default il disco va in standby dopo cinque minuti di inattività ed è possibile variare questo tempo o farlo rimanere sempre acceso. Le
funzioni di questa scheda sono le uniche per cui valga la pena installare il
programma, quindi se lo standby ti va bene così com'è non è il caso di perderci del tempo. Oltretutto, ma non ho provato, potrebbe essere possibile regolare lo standby anche dalle Opzioni risparmio energia di windows. La scheda
Preferenze contiene tre opzioni:
Avvia lacie desktop manager all'accesso: se attiva, lacie desktop manager
sarà presente nella barra delle applicazioni;
Attiva registri: dove e quali non lo so;
open the configuration window when a device is connected: attivando questa
opzione che si sono dimenticati di tradurre, ad ogni avvio del pc si apre
Lacie desktop manager, che scocciatura!
La chiusura della scheda Eco o Preferenze riporta alla scheda Info.
Il programma per il bakcup online non l'ho nemmeno preso in considerazione per
due motivi:
1) non so fino a che punto sia garantita la riservatezza dei dati,
2) anche se mi danno parecchio spazio, 10 giga, spesso questi servizi adoperano un server assai lento e se mi capita d'avere solo mezz'ora di tempo per
fare qualcosa, questa non mi basta nemmeno per scaricare i dati che mi servono.
Il Lacie rikiki ha una luce che si comporta nel modo seguente:
sempre accesa=disco acceso,
lampeggiante=accesso ai dati,
accesa per un secondo, spenta per trenta=modalità eco, cioè standby),
Spenta=ovviamente disco non collegato.
Probabilmente la dicitura rikiki comprende dischi di varie capacità visto che
nel manuale non vengono annunciati altri modelli e tuttavia si parla di dischi
addirittura superiori a due terabyte. Con un'apposita utility, non in dotazione, è possibile formattare il disco in fat32 fino a 2 terabyte accettando però
il limite di grandezza massima di un file di 4 giga. Il formato ntfs mbr,
quello classico usato da xp a 32 bit, accetta volumi a partire da 10 mega fino
a 2 terabyte. Per volumi superiori a 2 terabyte bisogna usare il formato ntfs
gpt che non ha limiti ai quali però si accede solo con xp 64 bit, vista e
windows 7. Quest'ultimo dovrebbe avere la possibilità di convertire dal formato ntfs mbr a ntfs gpt. Nei computer mac è possibile formattare il disco in
hfs, nel più recente hfs+ e in fat32 (che nei mac viene chiamato modalità dos,
almeno così dicono le istruzioni). Tornando alla fat32 di windows, si ha
l'errore -50 quando nel nome di un file ci sono i caratteri:
? < > / \ :
e altri. Insomma, quelli non consentiti nei nomi dei file dos. Un altro errore
si può avere quando si usa l'ibernazione di windows di cui ho sempre sentito
parlare ma di cui non ho esperienza. Ho notato che il software in dotazione
occupa circa 250 mega mentre lo spazio occupato è di circa un giga e quindi i
conti non tornano. Infatti, una volta cancellato tutto il software ad eccezione della cartella system volume information che xp non mi lascia cancellare
perché in uso e che comunque è di pochi k, nel disco mi rimane ancora uno
spazio utilizzato di 712.347.648 byte, troppo grande!
Nota: per cancellare system volume information avrei potuto utilizzare un'utility che sblocca i file in uso oppure caricare il computer in dos ed agire
tramite ntfspro ma non era il caso.
Visto che lo spazio utilizato è così grande, mi è venuto da pensare che windows rilevi anche lo spazio occupato dalla zona in cui viene conservato Lacie
setup assistant, sempre ammesso che tale conservazione esista davvero visto
che per quanto leggerai qui sotto ho dei forti dubbi. Formattando il disco con
xp sia con la formattazione veloce che con quella estesa e lasciando tutte le
altre opzioni di default, lo spazio utilizato va su valori normali. Successivamente, con PartitionMagic ho aggiunto una partizione estesa/logica in fat32
facendo però la puttanata di metterla prima della primaria (sapevo che non era
bene farlo ma a volte le puttanate si fanno semplicemente perché siamo esseri
umani). Così ho ricancellato tutte le partizioni e già che c'ero ho rifatto
una sola partizione in ntfs per controllare se lo spazio occupato tornava ad
essere elevato come in effetti è accaduto anche se lo spazio era leggermente
inferiore al precedente. Per farla breve: quando nel disco c'è un'unica partizione in ntfs formattata con Lacie setup assistant o con PartitionMagic 8.5,
lo spazio utilizzato visto da xp risulta troppo elevato mentre PartitionMagic
lo rileva solo un po' più alto del normale. Riformattando il disco con xp, lo
spazio utilizzato va su valori normali che vengono visti in modo identico da
Windows e da PartitionMagic. Il lacie rikiki dovrebbe essere compatibile
addirittura con le usb 1.1 ma nel pentium III in cui ho provato appare il
messaggio "Periferica non riconosciuta". Non c'è problema invece se con lo
stesso computer utilizzo le usb 2.0 che ho aggiunto tramite una schedina ed
ovviamente non ci sono problemi sia con le porte usb 2.0 del pentium IV e del
computer i5 e quindi diciamo che la compatibilità verso il basso nel complesso
è buona. Con il dos non sono riuscito a farlo funzionare nel pentium III
perché, tra quelli che ho, non ho trovato un driver aspi adeguato. Al massimo
si carica il driver ma poi Guest dà errori nell'assegnare la lettera di unità
oppure ci sono errori quando si tenta di lavorare con il disco. Il blasonato
di1000dd.sys da usare al posto di Guest non risolve il problema. Sempre in
dos, le usb integrate del pentium IV, che non necessitano di aspi, funzionano
bene ma si bloccano se il disco ha la configurazione fasulla di una partizione
estesa/logica in fat32 prima della primaria in ntfs. Le usb 2.0 del computer
i5 funzionano addirittura anche con questa configurazione stupida! Le usb 3.0
integrate nel computer i5 ed il dos funzionano quasi sempre e al momento non
ho capito il motivo per cui a volte non lo fanno visto che quando penso d'aver
trovato l'inghippo arriva un altro elemento a smentirmi. Per certo so una
cosa: quando funzionano, se resetto il pc con ctrl+alt+del non vanno più e per
ripristinarle lo devo spegnere completamente, cosa che non succede con le 2.0.
Basandosi solo sul dato numerico della velocità delle usb 3.0, c'è chi pensa
che una periferica usb 3.0 collegata a tali porte raggiunga una velocità dieci
volte superiore rispetto alle 2.0 ma, come vedremo, sarebbe già una bella cosa
poter raggiungere la metà di quella velocità. Parlando invece della velocità
delle porte usb in generale, un grossolano errore che spesso si fa è quello di
confondere i bit con i byte e la cosa è per certi aspetti giustificabile visto
che ogni giorno i sistemi operativi ci mostrano le dimensioni di file e cartelle in byte (e quindi siamo abituati con quelli) mentre le velocità delle
porte usb e altri dispositivi, come ad esempio i controller sata, vengono dati
in bit. Come se tutto ciò non bastasse, a volte l'abbreviazione mb viene
utilizzata sia per indicare i megabyte che i megabit. Tenendo ben presente che
un byte è costituito da otto bit, quando ti viene data la velocità di una usb
ti conviene dividere quel valore per otto in modo da ottenere i byte, cioè la
misura che sei abituato ad usare tutti i giorni con file e cartelle. Le porte
usb 2.0 raggiungono una velocità massima di 480 mbit/s, cioè, teoricamente,
sono in grado di far passare 480 megabit al secondo. Per ottenere il valore in
byte con cui siamo abituati a confrontarci ogni giorno, fai 480 diviso 8 ed
avrai 60 megabyte. Se davvero le usb 2.0 riuscissero a far passare 60 mega al
secondo potremmo già stare contenti visto che in un minuto, 60 per 60, potremmo trasferire 3 giga e 600 mega! Le usb 3.0 teoricamente raggiungono una
velocità massima di 4800 mbit/s che a volte viene scritto anche con 4,8gb/s.
Eseguendo l'operazione di 4800 diviso 8 avrai i byte e cioè 600 megabyte al
secondo. E' una cifra spaventosamente alta a cui forse non era abituato nemmeno il vulcaniano Spock dei libri di startrek! Wikipedia si affretta a dire che
più concretamente le usb 3.0 raggiungono una velocità di 3,2 gb/s che, aggiungo io, sono pari a 3200 mbit/s che divisi per otto diventano 400 megabyte. Se
davvero riuscissimo a trasferire 400 megabyte al secondo, in un minuto passerebbero 24 giga di dati. Beh, se trovi una periferica usb 3.0 che fa questo,
ti raccomando di scrivermi o telefonarmi immediatamente! Fermo restando che
l'aver provato un'unica periferica usb 3.0 non mi dà il diritto d'avere chissà
quale esperienza, vediamo concretamente come si comporta il Lacie rikiki sia
con le usb 3.0 che le 2.0. Testando la velocità con hd_speed, programma che
abbiamo visto nel numero 77 e di cui trovi altre informazioni anche in questo
nell'apposito articolo, rilevo quanto segue:
nel computer i5, con le usb 3.0 e partizione ntfs la velocità media in lettura
è di 76.3 megabyte al secondo pari a 610.4 mbit al secondo (decisamente al di
sotto della velocità teorica della porta). Questo valore non è statico e oltre
a variare nel tempo, diminuisce a mano a mano che ci si avvicina alla fine del
disco. Facendo il test al 90% del rikiki la velocità diminuisce fino a circa
42 megabyte al secondo ed in scrittura abbiamo grosso modo gli stessi valori
riportati sopra.
Sempre con le usb 3.0 del computer i5 ma in fat32, la velocità media in lettura è di 62.1 megabyte al secondo pari a 497.2 mbit al secondo (quindi un po'
inferiore rispetto alla ntfs vista sopra). In questo caso non ho provato la
velocità in scrittura perché comporta la distruzione della formattazione e mi
scocciava perdere ancora del tempo e anche perché per provarla fino in fondo,
e la cosa è valida anche per quella in lettura, avrei dovuto configurare il
disco con un'unica partizione in fat32 per verificare la differenza tra la
parte iniziale e finale del disco.
Ancora sul computer i5 ma con usb 2.0: la velocità media in lettura in ntfs è
di 33.4 megabyte al secondo pari a 267.0 mbit al secondo e non cala se il test
viene fatto verso la fine del disco come avveniva con le usb 3.0. La velocità
in scrittura è grosso modo sugli stessi valori.
Sempre con le usb 2.0 del computer i5, in fat32 la velocità media in lettura è
di 32.7 megabyte al secondo pari a 261.8 mbit al secondo.
I numeri visti fin qui ci dicono che la velocità in lettura del disco è più
che dimezzata quando è collegato alle usb 2.0 e che, anche in questo caso, è
al di sotto delle possibilità teoriche della porta. Con le 2.0 però la differenza tra ntfs e fat32 è irrisoria e la velocità non cala verso la fine del
disco (o per lo meno non lo fa in modo significativo).
Nel pentium IV ovviamente ho potuto provare il rikiki solo con le usb 2.0 e la
velocità media in lettura in ntfs è di 30.9 megabyte al secondo pari a 247.4
mbit al secondo, in fat32 è di 30.3 megabyte pari a 242.0 mbit. Anche qui la
differenza tra ntfs e fat32 è irrisoria ma faccio notare un leggero calo
rispetto alle usb 2.0 del computer i5.
I valori rilevati da una usb 2.0 su slot nel pentium III ci confermano che la
stessa periferica funziona a velocità diverse in computer differenti anche
quando viene collegata allo stesso tipo di porta (che non è detto però abbia
le stesse caratteristiche). Infatti la velocità media in lettura nel pentium
III è di soli 14.4 megabyte in ntfs e di 14.3 in fat32. I valori riportati non
vanno presi alla lettera sia perché sono un po' variabili nel tempo e perché
non so fino a che punto hd_speed sia preciso ma sono comunque un buon indizio
su come funziona una periferica.
Tenendo presente che a parità di condizioni i tempi scritti di seguito possono
variare in più o in meno di circa dieci secondi per cause che non so ma che ho
constatato facendo più di una prova e tenendo presente che le prove scritte di
seguito sono state fatte con il disco quasi vuoto e quindi con la possibilità
di leggere e scrivere all'inizio di esso là dove, soprattutto con le usb 3.0
ed in ntfs, la velocità è più elevata, ecco come si comporta il rikiki quando,
restando sempre all'interno di esso, si trasferisce da una zona all'altra del
disco una cartella con 86 cartelle e 1360 file mp3 (ce ne sono diversi di
piccoli) con dimensione totale di 4,36 gb pari a 4.687.737.701 byte. Con le
porte 3.0 del computer i5 e su una partizione ntfs ci mette 3 minuti e 55
secondi. Con le stesse condizioni ma in fat32 il tempo è di 4 minuti e qualche
secondo e quindi direi che tra ntfs e fat32 la differenza è infima. Ancora sul
computer i5 in ntfs ma con usb 2.0 abbiamo il tempo di 5 minuti e 20 secondi
(quindi poco più di un minuto rispetto alle usb 3.0 su ntfs viste sopra). Con
le stesse condizioni ma in fat32 ci mette 5 minuti e 50 secondi (la differenza
tra ntfs e fat32 non è molto marcata).
Nel pentium IV, dove ovviamente ho potuto fare la prova solo con le usb 2.0 e
ho cronometrato solo il trasferimento in ntfs, la durata è di 6 minuti e 17
secondi (quindi maggiore rispetto al trasferimento in ntfs delle usb 2.0 del
computer i5). Anche nel pentium III ho fatto la prova solo in ntfs ed il
trasferimento ha impiegato la bellezza di 12 minuti. i tempi cambiano quando
si trasferiscono dati dal disco interno del pc al rikiki o viceversa perché
allora entrano in gioco anche i tempi di accesso di lettura/scrittura del
disco interno da cui si prelevano o si inviano i dati stessi.
Nota del 2015: con il senno di poi, penso che i tempi per trasferire i dati da un punto all'altro del disco Lacie rikiki
possano cambiare da un computer all'altro anche perché windows potrebbe usare dei file temporanei durante il trasferimento che vengono posti nel disco interno al pc.
Dal disco Western Digital del computer i5 al rikiki in ntfs e su usb 3.0, la copia della
cartella precedente ci mette quasi due minuti. Lo stesso trasferimento fatto
però con le usb 2.0 del computer i5 impiega invece quasi 3 minuti (quindi la
differenza tra un tipo di porta e l'altro è di circa un minuto). Tornando alle
usb 3.0 e trasferendo la stessa quantità di dati della cartella precedente ma
costituiti solo da tre file di cui un grosso wav, uno più piccolo ed un piccolo mp3, il tempo per trasferirli dal disco interno al rikiki si riduce a 1
minuto e 10 secondi. Gli stessi dati trasferiti invece da una zona all'altra
del rikiki collegato alle usb 3.0 del computer i5 impiegano 4 minuti e alcuni
secondi e quindi grosso modo lo stesso tempo di quando la stessa quantità di
dati era costituita da molti file. Per completezza e curiosità ho fatto anche
delle prove di trasferimento da una directory all'altra del rikiki con il
vecchio dos senza smartdrv e senza verify. Sapendo che i tempi si sarebbero
allungati, ho trasferito solo un file di 1.631.838.208 byte. Come dicevo
sopra, non sono riuscito a far funzionare il disco con il dos nel pentium III
e quindi non ho il dato. Questa volta le usb del pentium IV sono le più
veloci con 3 minuti e 10 secondi. Seguono le usb 2.0 del computer i5 con 3
minuti e 40. Stranamente le usb 3.0 dello stesso computer vanno ancora più
piano con 4 minuti e 20 secondi. La stessa usb 3.0 fatta funzionare come una
2.0 con l'ausilio di una prolunga in modo che possa adoperare solo i soliti
quattro fili ci mette la bellezza di 7 minuti e 18 secondi che sono diventati
addirittura 7 e 34 nella seconda prova e quindi assai più lenta delle classiche 2.0 e non so se la cosa dipenda dall'uso della prolunga (un metro e 50 più
il cavo usb 3.0 di circa 60 cm), o dalle caratteristiche della porta che
potrebbero essere diverse visto che sulla 3.0 viene usato il controller Nec
Elettronics mentre la 2.0 è di marca Intel. Se non sei ancora diventato matto
a forza di numeri, lasciando stare le stranezze del dos e tornando a windows
le cose si possono riassumere così: il Lacie rikiki, ma penso anche altre
periferiche usb 3.0, va ben al di sotto delle possibilità teoriche di queste
porte come del resto vanno al di sotto le periferiche usb 2.0 compreso lo
stesso rikiki quando lo si fa funzionare in quelle condizioni. Pur lavorando
all'interno di una periferica usb collegata allo stesso tipo di porta, i tempi
cambiano da computer a computer (ho fatto prove anche con le pen drive), e,
nel rikiki, tra ntfs e fat32 non ci sono differenze notevoli. Mi è stato fatto
notare che il lavoro svolto all'interno di un disco usb 2.0 è molto lento
quando si tratta di elaborare, ad esempio, dei file wav abbastanza grossi e mi
si chiedeva se con il 3.0 ci si riesce bene. Direi che i tempi sono abbastanza
accettabili fin che il disco è abbastanza vuoto. Non ho provato con il disco
quasi pieno che, come ci dicono i dati scritti sopra, fa funzionare la periferica solo un po' più velocemente di quando è collegata alle usb 2.0. E tuttavia sarebbe necessario fare altre prove e le cose andrebbero per le lunghe
visto che gli elaboratori di file wav hanno tempi diversi. Ad esempio, creative wave studio apre un file wav di grosse dimensioni in un attimo mentre Wave
editor di Nero ci mette assai di più (questo almeno con una vecchia versione).
La differenza tra usb 2.0 e 3.0 la si nota, ma è molto ma molto meno marcata
rispetto ai dati teorici e le pubblicità.
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Scheda usb 3.0 pci express Hamlet husb302pcx e quello che può succedere ad inserirne una quando il computer usa le stesse porte integrate
Se il computer che stai usando non ha le porte usb 3.0 ma possiede comunque
una scheda madre con slot pci express x1 (quelli assai corti), lo puoi aggiornare con le porte usb 3.0 ad esempio con la scheda della Hamlet descritta di
seguito. Dato che per quello che ho potuto notare finora i dischi sata III
lasciano a desiderare per quel che riguarda la velocità, avrai un computer
perfettamente aggiornato anche senza il controller sata3.
Nota: per ciò che riguarda i dischi sata III nutro ancora dei dubbi e dovrei
provarne uno su un'altra scheda e magari con cache a 32 e non a 16 come invece
ho fatto finora. Ho anche scritto in un forum ma ho avuto solo una risposta
sciocca e poi basta. Se nel forum c'è qualche negoziante o grossista d'informatica, di certo non si tira la zappa sui piedi dicendo che un disco sata III
funziona alla stessa velocità di un buon sata II.
Come accade per le schede madri e le grafiche di una determinata marca che al
loro interno utilizzano componenti di un'altra ditta, Hamlet usa il controller
usb 3.0 della Nec Elettronics che viene utilizzato anche per le usb 3.0 integrate della scheda madre ga-p55a-ud3 della Gigabyte. Per avere la corrente di
900 Milliampere delle usb 3.0, oltre ad essere infilata in uno slot libero e
fissata come al solito, la scheda dovrà essere collegata all'alimentatore del
pc tramite un connettore di alimentazione sata ed è per questo che in dotazione trovi un adattatore molex-sata da utilizzare se nell'alimentatore del
computer non hai un cavo sata disponibile o se ti risulta più comodo raggiungere la scheda tramite l'adattatore. Oltre alle istruzioni, nella confezione
trovi il cd con il driver. Se ti venisse la bruttissima idea di provare questa
scheda in un computer in cui sono già integrate le usb 3.0 con controller Nec
Elettronics (e finora le usb 3.0 le ho viste solo di quella marca), sappi che
ti può capitare quanto segue. Una volta inserita la scheda nello slot e riacceso il computer, sarà subito funzionante perché adopera lo stesso driver
delle usb 3.0 integrate nel pc anche quando la versione del driver installata
nel pc e quella del cd della scheda sono diverse. La prima volta che spegni il
computer andrà tutto bene e continuerà a funzionare tutto regolarmente anche
al riavvio. Ma se poi ti sei stufato e decidi di farti un giro... A quel punto
il computer non si spegnerà mai più (salvo, ovviamente, spegnerlo di brutto
con l'interruttore dell'alimentatore o togliendo la spina). Una volta cliccato
per spegnere il pc, dopo un po' la ventola del processore comincerà a girare
più velocemente e l'alimentazione del disco fisso verrà tolta solo per qualche
attimo durante il quale le altre ventole continueranno a girare. Il computer
si riavvierà automaticamente come se avessimo cliccato sul riavvio e verrà
fatta la solita segnalazione degli errori di Windows che puoi inviare o non
inviare a Microsoft. Aggiornare il driver non risolve il problema. Se per il
momento ti scoccia aprire il computer per togliere la scheda, la puoi disattivare tramite Gestione periferiche. Il difetto continuerà a verificarsi per la
sessione di lavoro corrente perché evidentemente c'è qualcosa in memoria ma
non sarà più presente in quelle successive. insomma: le porte usb 3.0 Nec
Elettronics integrate nel pc non vanno d'accordo con quelle su slot della
stessa marca. E se uno ha una scheda madre che ne ha solo due e ne vuol mettere delle altre, come fa? Nei computer in cui non sono ancora presenti le usb
3.0 non ci dovrebbero essere problemi ed il driver si installa semplicemente
cliccando su setup del cd in dotazione e seguendo le varie schermate che non
richiedono spiegazioni. Alla fine, in xp te lo troverai nel seguente percorso:
\windows\system32\drivers\nusb3xhc.sys.
La velocità delle porte usb 3.0 di questa scheda è grosso modo la stessa di
quelle integrate nella scheda Gigabyte. Per far funzionare la scheda in dos
occorrerebbe un aspi ma non so se ce n'è uno adatto: ho provato solo con
aspiehci che non è stato in grado di riconoscere la periferica.
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Altre informazioni su hd_speed
Nel numero 77 ho descritto dettagliatamente il programma hd_speed che serve a
rilevare la velocità dei dischi interni ed esterni e quindi di seguito trovi
solo un approfondimento che riguarda il burst rate ed il test in scrittura. In
un sito c'era la descrizione in italiano di questo programma e ne ho approfittato per fare altre prove aggiungendo farina del mio sacco come segue.
Il sito dice che la casella burst rate si attiva per verificare la massima
velocità a cui un controller ide/scsi può inviare i dati al sistema operativo.
Non specifica se per ide si intende sia la modalità ide dei sata che la vecchia connessione pata ma dalle prove che ho svolto pare proprio di sì. Per
quanto scritto sopra, apparentemente sembra sia possibile verificare la velocità effettiva di un controller installato nel pc ma non è proprio così visto
che il valore che si ottiene è fortemente influenzato dal tipo di periferica
collegata ad esso (vedi ad esempio la differenza tra un disco sata ed un
masterizzatore). Questa casella non ha nessun effetto con i dischi usb mentre
con il floppy si comporta come spiegato nel numero 77. Per il momento ho
attivato questa casella solo con il test in lettura e nutro ancora molti dubbi
su di essa. Una volta attivata, la velocità in lettura dei dischi sata è più
alta rispetto a quando è disattivata. I masterizzatori fanno il contrario
dando una velocità in lettura più bassa quando la casella burst rate è attiva
e più alta quando la casella è disattivata. Con un masterizzatore dvd della
Pioneer funzionante nel modo pata, Hd_speed mi ha imballato il computer. La
cosa non succede se con lo stesso computer faccio il test al lettore cd della
Lg anch'esso collegato nel modo pata. Ho notato che non è possibile testare la
velocità in lettura di un masterizzatore o un lettore cd/dvd utilizzando un cd
audio, e la cosa è anche abbastanza logica, e quindi dovrai fare questa prova
con qualsiasi altro file ad eccezione di quelli con estensione cda.
Per il test in scrittura tieni presente quanto segue: per default hd_speed
esegue il test in lettura e scrittura sul drive fisico 0 che corrisponde al
primo hard disk installato nel computer. Quindi se hai un solo hard disk che
ovviamente corrisponde al drive fisico 0 e fai il test in scrittura lasciando
inalterate le altre opzioni, sicuramente distruggerai tutti i dati di quel
disco mandando fuori uso il computer visto che naturalmente verrà distrutto
anche il sistema operativo. Quando nel computer è installato un solo hard
disk, un eventuale disco esterno viene visto come drive fisico 1. Oltre che
con il numero di drive, quando i dischi hanno capacità differenti ci si può
basare proprio su quella per capire quale disco è selezionato. Inoltre, nel
caso di un disco esterno è possibile fare momentaneamente il test in sola
lettura che non è distruttivo per rendersi conto che si sta lavorando proprio
su quel disco dato che le periferiche esterne sono ovviamente più lente. Così
come abbiamo visto nel numero 77 per il test in sola lettura, per fortuna è
possibile fare anche quello in scrittura selezionando la lettera di unità e
quindi, in questo caso, distruggendo solo quell'unità. Che poi non ho capito
perché questo canaglia di programmatore ha fatto un test in scrittura che va a
distruggere tutto! Non poteva fare un programma che andasse a scrivere in zone
libere del disco come avviene per la collocazione dei file e magari aggiungere
la possibilità di scegliere se utilizzare una zona libera all'inizio, a metà o
verso la fine del disco? Dopo questi doverosi avvertimenti che spero servano a
metterti in guardia e a non farti dimenticare di selezionare il drive o la
lettera giusta come ho fatto io lo scorso 27 dicembre che pur sapendo quanto
scritto sopra per distrazione ho cancellato tutto ugualmente, vediamo come
eseguire il test in scrittura.
Una volta selezionato il drive o la lettera di unità su cui farlo ed aver
selezionato Write come tipo di test, cliccando su Start avrai il primo avvertimento e dovrai cliccare su Sì per proseguire. Al secondo avvertimento digita
la stringa seguente:
destroy data
che significa appunto distruggi i dati. Dopo averla scritta, per far partire
il test in scrittura basta dare invio perché il pulsante predefinito è Ok. Se
hai selezionato una lettera di unità, verrà distrutta la formattazione di
quella unità ma non la partizione. Eventuali altre partizioni dello stesso
disco non verranno minimamente toccate e tutti i dati in esse saranno salvi.
Se al contrario hai selezionato un drive fisico, verrà distrutta la formattazione e anche tutte le partizioni presenti in esso, il disco sarà bello bianco
come un hard disk appena comprato! Nonostante la distruzione dei dati, è
possibile ripetere il test in scrittura nelle sessioni di lavoro successive.
Se in precedenza hai selezionato un drive, ovviamente hd_speed non vedrà più
le lettere di unità di quel drive perché non ci sono più le partizioni e
l'unico modo per rifare il test sarà quello di selezionare lo stesso drive di
prima. Se invece hai selezionato una lettera di unità, hd_speed continuerà a
vederla perché la partizione c'è ancora ma ovviamente non ti darà l'etichetta
di volume perché è andata distrutta con la distruzione della formattazione. E'
possibile fare il test in lettura anche con la formattazione e addirittura con
la partizione distrutta.
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Ancora sulla scheda madre Gigabyte ga-p55a-ud3
Nel parlare per la terza volta di questa scheda non è mia intenzione tediare
nessuno, spero invece di fare cosa gradita nell'aggiungere informazioni che,
con le opportune rettifiche, possono essere utili anche per altri modelli e
marche di scheda madre. A proposito del momentaneo arresto delle ventole
all'avvio del computer e dei due tic di cui ho parlato in passato, in internet
ho trovato un utente incavolato come una peste per i due tic mentre invece non
parlava delle ventole forse perché non aveva il problema. Per risolvere i due
tic che si sentono nel'altoparlante durante l'avvio e che nel mio caso avverto
quando utilizzo il sata3, diceva di spostare i due moduli di memoria dagli
slot 1 e 3 ai 2 e 4. Ho provato ma, nel mio caso, il problema non era lì. Un
po' per passione, un po' per necessità ed un po' perché difficilmente mi
capiterà d'avere ancora tra le mani una scheda madre che oltre ad avere la
porta parallela permetta anche di stampare il bios, l'estate scorsa ho lavorato molto con la mietitrebbia, pardon, stampante braille, consumando un sacco
di carta per le regolazioni e gli esperimenti sul bios stesso ma d'altra
parte... Difficilmente si trova una persona vedente disposta a darti una mano
in queste cose e spesso quando lo fa se ne sta lì un pochino e la cosa che
dice di più è: baaahhh... mmmmmm.... maaaahhh... qua no ghe se gnente!". Frase
veneta che possono capire anche i sardi! Sempre l'estate scorsa mi sono messo
a leggere e a tradurre dall'inglese una parte del secondo capitolo del manuale
della scheda, cosa che per me non è facile visto che l'inglese non lo so e non
mi piace, ma in caso di necessità... Alla fine però qualche risultato l'ho
avuto come quello di scoprire il parametro che va a blocare momentaneamente le
ventole e a fare quei due tic anche se non ne conosco fino in fondo le cause
come potrai leggere negli appunti del bios in coda a questo articolo. A proposito di quest'ultimo, confermo non solo la possibilità di salvare la configurazione in otto profili diversi su cmos ma anche la possibilità di salvare le
impostazioni del bios su disco con la possibilità d'importarle nuovamente
quando qualcosa non funziona senza star lì a ripetere tutte le regolazioni. Se
il file che ne risulta fosse in qualche modo elaborabile con qualche programma
permettendoci di variare le impostazioni, diciamo che noi non vedenti avremmo
risolto il problema per i computer che hanno questa funzione e piuttosto di
niente è sempre meglio piuttosto! In passato qualche programma del genere
c'era, ma dai pochi esperimenti che avevo fatto non mi sembrava tanto efficace
e nel frattempo i bios si sono evoluti e quindi i programmi vecchi non sono
più adatti. Per salvare la configurazione del bios Award software versione f11
del 2010 presente in questa scheda, innanzitutto bisogna attivare l'apposita
opzione che leggerai negli appunti in coda a questo articolo (purtroppo per
default è disattivata e una persona vedente che ti guarda il bios solo un
attimo quasi sicuramente non la trova). Poi si procede così: dalla pagina
principale del bios premere f11. Appare una schermata in cui sono elencati gli
otto profili salvabili nella cmos ognuno con il nome che gli hai eventualmente
assegnato. Se non è stato assegnato nessun nome, accanto al numero di ogni
profilo troverai la scritta empty che significa svuotare, vuoto o qualcosa del
genere. L'ultima voce della pagina, mischiata purtroppo a scritte della pagina
precedente che confondono la stampa braille già un po' ingarbugliata, è file
in hdd/fdd/usb cioè la possibilità di salvare un file su hard disk, su floppy
o su una periferica usb. Visto che questa è l'ultima voce del menu circolare,
il modo più semplice per attivarla è quello di premere una volta freccia su e
confermare con invio. Qui, sempre mischiata a scritte o grafici precedenti,
appare la schermata in cui è possibile scegliere dove salvare il file e il
numero delle possibilità varia a seconda delle unità installate. Non so se
venga guardata la sequenza di boot, forse sì visto che nel mio caso la prima
unità riguarda il floppy e mi è bastato premere invio per confermare e sentirlo muovere un pochino. Poi si digita un nome di file ed invio per salvare.
Eventuali caratteri scritti dopo l'ottavo nel nome del file vengono ignorati
ed il file non avrà nessuna estensione e sarà di soli 288 byte. Non ho provato
a ripristinare la configurazione del bios tramite il file salvato che si fa
premendo f12 dalla pagina principale e poi seguendo e guardando bene ciò che
appare sullo schermo!
Scherzi a parte, attualmente le schede madri hanno un sacco di connettori
sata, questa ne ha otto numerati però da 0 a 7. E tuttavia a questi connettori
sono assegnati dei canali che non corrispondono con il numero totale di essi:
manca il cinque ed alcuni canali possono funzionare nella modalità master e
slave mentre altri solo nel modo master. Oltre a non comprendere che significato possa avere la modalità master e slave nei dispositivi sata che non hanno
tale regolazione, non ho ancora sperimentato fino in fondo a quale canale è
associato il singolo connettore (ho fatto solo qualche prova). Comunque i
canali di questa scheda sono i seguenti:
Canale 0=master e slave,
canale 1=master e slave,
canale 2=solo master,
canale 3=solo master,
canale 4=master e slave,
canale 6=master e slave,
canale 7=solo master.
Probabilmente in questi canali è compreso anche il connettore ide pata che non
ho mai usato in questa scheda. Come leggerai negli appunti sul bios scritti in
coda, la modalità dei connettori sata può essere cambiata nei modi:
ide (default),
raid,
ahci.
Siccome i primi sei connettori sono gestiti dai controller Intel mentre gli
altri due dal Marvell utilizzato da Gigabyte, ad esempio è possibile lasciare
i primi sei connettori nella modalità ide e gli altri due settarli in raid o
ahci. Come supponevo, l'installazione manuale del software di questa scheda è
decisamente migliore di quella automatica e per farla non occorre selezionare
i vari moduli presenti nel cd ma, soprattutto per chi non vede, procedere come
segue:
1) Installa xp con il file di risposta collegando al computer le casse usb in
modo d'avere un riscontro sonoro al termine dell'installazione;
2) mantenendo le casse usb collegate, da una chiavetta carica la sintesi Nvda
per installare la scheda grafica. Con una configurazione standard di un hard
disk ed un masterizzatore, la chiavetta sarà associata alla lettera E e se
l'hai messa in radice della chiavetta stessa, da Esegui digita:
e:\nvda
3) Una volta installata la scheda grafica, installa Jaws (volendo puoi anche
continuare ad usare Nvda anche se non ho provato a farlo). E' bene comunque
installare Jaws dopo la scheda grafica perché in caso contrario quando ti
sposterai nel menu di avvio, a volte certe voci vengono saltate e devi trafficare un po' con le frecce prima di acchiapparle;
4) Dal cd della scheda madre clicca su run.exe. Apparirà una pagina web in
cui, oltre all'installazione automatica, è possibile eseguire quella manuale
con la possibilità di selezionare driver e programmi e di vedere quali di
questi sono già stati installati.
Come accennavo in uno degli articoli precedenti su questa scheda, con l'installazione automatica non viene installata
una parte di software che riguarda l'audio e quindi in Gestione periferiche si
avranno delle periferiche non installate. La cosa capita anche con l'installazione manuale in cui non vengono trovati i driver per audio device on high
definition audio bus. Windows, come al solito, non trova nessun software
nemmeno cercandolo in internet e la cosa in questo caso è assai strana visto
che in seguito scoprirò che a mancare era il supporto per l'hdmi costituito
proprio da software Microsoft che abbiamo visto nell'articolo sulle schede
grafiche di questo numero. E ho anche notato che nella sezione audio del cd di
questa scheda madre c'è la sottocartella config completamente vuota dove forse
ci sarebbe dovuto essere il supporto per l'hdmi e certamente la cosa costituisce un errore della ditta. Una cosa che non ho provato a fare durante l'installazione del cd della scheda madre è quella d'installare l'audio collegandomi ad internet per vedere se trova il pezzo mancante nel sito della Gigabyte. A tale proposito, prima dell'audio è necessario installare la scheda di
rete. Nel cd, oltre ad esserci del software per linux che non ho sperimentato,
c'è anche il driver gcdrom.sys per far funzionare i masterizzatori o i lettori
cd/dvd sata in dos. E' una cosa che non uso mai nemmeno io che il dos lo
adopero tutti i giorni per scrivere e catalogare ma rimane comunque una possibilità in più da sfruttare all'occorrenza. Gcdrom.sys va utilizzato con gli
stessi parametri e la stessa modalità con cui vengono adoperati i driver dos
per cd-rom di tipo ide e potrebbe funzionare anche in schede di altra marca.
Tornando all'audio, ormai da anni le schede madri sono provviste di molti jack
che alla fine servono solo a complicare la vita visto che certe configurazioni, ad esempio con sette altoparlanti, possono essere belle per giocare ma non
per lavorare anche tenendo conto del fatto che l'audio integrato in una scheda
madre non è certo il massimo dell'hi fi. Come se tutto ciò non bastasse, gli
effetti audio delle schede integrate lasciano assai a desiderare. Ad esempio,
l'effetto "Auditorium" di questa scheda che viene fatto aggiungendo del riverbero, sembra una palestra e non una sala per la musica. Un'altra pecca delle
schede audio integrate è l'ingresso per il microfono che lascia davvero a
desiderare per la scarsa sensibilità e per i rumori del pc che preleva non
dall'ambiente esterno ma dai campi magnetici ed elettrici che acchiappa (vedi
ronzii del disco fisso). E d'altra parte non si può pretendere che all'interno
di una scheda madre ci possa essere una buona scheda audio come quelle da
mettere su slot di un tempo quando costavano assai di più di una scheda madre
dal prezzo medio di oggi. La cosa buona invece di questo ingresso per microfono, almeno per ciò che ho provato finora, è che non provoca l'effetto Larsen.
Avendo il pannello posteriore della scheda davanti a te, da sinistra a destra
su due righe trovi i seguenti jack audio:
Prima riga:
grigio=casse laterali, (configurazione 7.1);
nero=casse posteriori, (configurazione 4, 5.1 e 7.1;
arancione=casse centrali o subwoofer (configurazione 5.1 o 7.1);
seconda riga:
rosa=microfono;
verde=uscita linea, (per cuffie, casse a due canali o casse frontali nella
configurazione 4, 5.1 e 7.1);
blu=ingresso linea.
Mentre l'ingresso per il microfono corrispondente al jack rosa resta sempre
associato a quel jack, agli altri è possibile abbinare di volta in volta la
periferica che si collega. Apparentemente questa può sembrare una comodità ma
alla fine diventa solo una scocciatura perché ogni volta che inserisci un jack
il programma, come parlasse ad un cretino, ti avverte che l'hai collegato e
chiede, ogni volta, il tipo di periferica che intendi abbinargli. Visto che
questa scelta non è sempre del tutto accessibile con Jaws e che i jack in
questione non sono cinquanta e fai presto a provarli tutti se al primo colpo
la periferica che hai collegato non funziona e che non danneggi niente se per
errore colleghi una periferica là dove non dovrebbe andare, puoi disattivare
questa scocciatura in modo che ai jack restino sempre associate le funzioni di
default e per farlo basta richiamare Msconfig e dall'avvio disattivare il programma:
rthdcpl.exe.
Come al solito, i programmi che gestiscono le schede audio non sono molto
accessibili ai non vedenti e anche in questo caso dovrai lavorare con il
cursore jaws. Adoperando il mixer di windows invece non ci sono problemi ma
tieni presente che in diversi casi il nome della regolazione non si riferisce
al nome della periferica ma al colore del jack scritto in inglese. Ecco perché
anni fa quando il mio amico "Io voglio tutto" mi ha chiamato perché non riusciva ad attivare il microfono non riuscivo a capire cosa cavolo dicesse
quella schifosa di sintesi e non abbiamo concluso niente. Il mixer di windows
in questo caso è diviso in tre parti: l'audio in uscita, quello in ingresso ed
il digitale. Ad esempio, per regolare il volume del microfono per l'audio in
uscita dovrai agire sul controllo:
rear pink In
per il jack posteriore (pink significa appunto rosa) e su:
front pink In
per il jack anteriore.
Nota: oltre alle tre sezioni scritte sopra, il mixer di Windows ne avrà una
quarta se stai sfruttando l'uscita digitale hdmi di una scheda grafica montata
su slot, (non ho esperienza con quelle integrate nella scheda madre o dei
portatili).
Non mi dilungo sull'uso del mixer di Windows perché ne ho già parlato in
passato.
Come promesso, ecco i miei appunti incompleti sulla regolazione del bios Award
software versione f11. Sono solo appunti che ho preso e, come tali, soggetti a
variazioni e possono contenere degli errori. A parte qualche piccolo ritocco
per renderli più leggibili, te li invio così come sono solo per darti un'idea
delle regolazioni che si possono fare, dei problemi che ci possono essere in
caso di una regolazione errata e, solo per chi non vede, per darti una lieve
infarinatura che ti potrà essere utile quando ti farai aiutare per sistemare
il bios, o, se ti piace essere un po' temerario, se ti cimenterai nella regolazione "Al buio" (per quel poco che si puòfare ) o se userai una mietitrebbia/stampante braille là dove è possibile adoperarla. A proposito di quest'ultima, la scritta della regolazione che stai facendo viene stampata nel bel
mezzo delle altre che compongono il menu e la sua posizione cambia un pochino
di volta in volta e, se non ricordo male, si trova sempre nella prima pagina
delle due che compongono la schermata stampata e per tanto in certi casi puoi
fermare la mietitrebbia quando arriva al termine della prima pagina in modo da
risparmiare carta. Un'opzione attiva viene contrassegnata dai segni:
[>]
mentre quando è disattivata avrai i segni:
[ ]
praticamente lo spazio al posto del maggiore indica che non è attiva.
Appunti incompleti sul bios Award software versione f11
Il floppy si attiva con una delle voci presenti nel secondo menu richiamabile
dalla pagina principale e cioè standard cmos features. Per default è disattivato.
advanced bios features (terza voce della pagina principale):
Nota: il numero di voci forse varia a seconda delle periferiche disco collegate.
1: hard disk boot priority: determina da quale disco interno o esterno
(comprese le pen drive) verrà fatto il boot. Premere enter per l'elenco dei
dischi e per selezionare quello desiderato. Con un solo disco, il numero 1 dà
ovviamente il modello di disco che sto utilizzando, il 2 è bootable add-in
cards che passa al 3 se collego un disco esterno. Dal nome, add-in cards,
sembrerebbe un'opzione adatta alle porte usb aggiuntive, su schedina da mettere in uno slot, ma è solo una supposizione visto che il manuale non me lo
dice.
2: quick boot: velocizza il boot del pc e per default è disabilitato.
Abilitandolo non si guadagna quasi niente e non si ha più il beep di ok che
invece è utile mantenere soprattutto per chi non vede.
3: first boot device: qui ci sono le righe per la priorità nella sequenza
di boot e come prima periferica ho messo il floppy, nella riga successiva c'è
il cdrom e in quella più sotto l'hard disk.
Nota: di seguito si passa alla sesta voce perché quella appena vista ne comprende tre.
...6: password check: non uso password per il bios. Se la imposti sarà
necessario digitarla tutte le volte che entri nel bios e se la dimentichi
dovrai azzerare le impostazioni del bios togliendo la batteria della scheda o
cancellando la regolazione tramite jumper.
7: hdd s.m.a.r.t. capability: per default è disattivata, funziona solo con
certe cpu e serve per la salute e la capacità del disco ma è un controllo che
non ho capito fino in fondo.
8: limitid cpuid max to 3: per default è disabilitata e va abilitata quando
si usa windows nt 4.0 o simili. Da verificare.
9: no-execute memory protect: è l'antivirus che per default è abilitato.
10: delay for hdd (sec): per default è a 0 e si può mettere un ritardo per
il disco fisso fino a 15 secondi ma non spiega quando usarlo.
11: full screen logo show: per default è abilitato, mostra il logo della
scheda durante il boot e non serve ad un fico secco e quindi lo si può tranquillamente disabilitare.
12: backup bios image to hdd: abilita il backup del bios su disco fisso,
per default è disabilitato.
13: init display first: dice il tipo di scheda grafica che deve settare per
prima e per default è su pci. Mettere peg per una pci express a 16 e peg2 per
una pci express a 4. Non so se guarda proprio la scheda o il tipo di slot in
cui è inserita (in uno slot a 16 è possibile inserire schede grafiche con
velocità inferiore).
Integrated peripherals (quarta voce del menu principale):
La ventesima e ultima voce, parallel port mode, non è visualizzata quando si
entra in questa pagina ed è raggiungibile premendo la freccia in basso diciannove volte. Con la freccia su si rimane alla prima voce. Probabilmente c'è
anche un metodo più rapido per farla apparire ma non posso consumare un sacco
di carta per verificarlo.
1: extreme hard drive (xhd): per default è disabilitato e serve ad abilitare il raid xhdd per i controller Intel sata2. Questa funzione è legata alla
voce successiva di questo menu.
2: pch sata control mode: cambia la modalità dei controller Intel sata2 con
le opzioni: ide (default), raid (legata alla voce precedente di questo menu),
ahci (advanced host controller interface) che supporta il command queuing dei
dischi sata (vai a sapere di cosa si tratta). Per ulteriori osservazioni vedi
i numeri 16 e 17 di questo menu relativi al controller Marvell usato da Gigabyte per i sata3 chiamato anche gsata, (g sta per Gigabyte). Da windows deduco
che i controller Intel sono due: uno per i primi due connettori e l'altro per
gli altri quattro sata2.
3: sata port0-3 native mode: per default i controller Intell funzionano in
modalità native. Disabilitando questo parametro, i controller funzionano in
modalità legacy utilizzando irq specifici senza condividerli con altri dispositivi. Il parametro va lasciato su native o regolato su legacy in base al
tipo di modalità supportata dal programma di installazione del sistema operativo ma il manuale non fa nessun esempio. Variando questo parametro con il
sistema operativo già installato, in xp ed in dos a 16 bit, quest'ultimo
caricato però da floppy, non ho notato differenze. Il parametro dovrebbe agire
solo sui connettori da 0 a 3 se con il termine port si intende il connettore e
non il canale.
4: usb controllers: per default è abilitato. Teoricamente il parametro
dovrebbe agire solo sui controller Intel delle usb 2.0 mentre le usb 3.0
gestite da Nec Elettronics non dovrebbero essere influenzate. In realtà,
disabilitando i controller Intel delle 2.0, le 3.0 fanno quanto segue: continuano a funzionare in windows (ho provato solo con una tastiera) ma non funzionano più in dos e con una tastiera collegata ad esse non permettono nemmeno
di entrare nel bios per riabilitare i controller Intel, cosa che dovrai fare
con una tastiera ps2 visto che per fortuna questa scheda ha anche quella
presa. In caso contrario dovresti agire sul jumper della scheda madre che
porta il bios ai valori di default (non ricordo però se c'è in questa scheda
ma di solito esiste) oppure togliere la batteria.
5: usb legacy function: per default è abilitata. Se disabilitata, una tastiera usb non funziona in dos mentre continuerà a funzionare in windows e
anche prima del caricamento del sistema operativo, ad esempio per entrare nel
bios e regolarlo.
6: Usb storage function: per default è abilitata. Disabilitandola non è più
possibile avviare il sistema con periferiche collegate alle usb. Così sembra
dicano le istruzioni in inglese ma in realtà disabilitando questa funzione ho
notato che non viene solo inibito il boot ma anche il normale riconoscimento
da dos di un disco usb o pen drive. Quando questo parametro è disabilitato,
mettere un driver aspi per caricare una periferica in dos non risolve la
situazione.
7: turbo sata3/usb 3.0: se la scheda grafica inserita nello slot a 16 funziona sopra gli 8x, i controller Marvell 9128 (sata3) ed il Nec Elettronics
d720200f1 (usb 3.0) si settano su gen 2 (probabilmente è la seconda generazione) oppure su gen 1. Per default il parametro è su auto e si setta su gen 1 o
gen 2 a seconda della periferica. Altri parametri: Turbo sata3, setta il Marvell su gen 2. Turbo usb 3.0, setta il nec elettronics su gen 2. Disabled,
forza entrambe i controller su gen 1. Con la scheda grafica Zotac nvda 8400 gs
ed il disco western digital wd5000aakx sata3 collegato su sata3, quando il
parametro è su auto le ventole del pc si spengono dopo un secondo circa
dall'accensione del computer per riprendere dopo circa 4 secondi. Settandolo
su turbo sata 3 o su turbo usb 3.0, le ventole si spengono quasi immediatamente dopo l'accensione del pc e nel ripartire il masterizzatore fa un brutto rumore. Il
problema con le ventole non c'è se il parametro si trova su disabled e vengono
eliminati anche i due tic che si sentono durante l'avvio. L'arresto momentaneo
delle ventole durante l'avvio non c'è nemeno quando, pur lasciando il parametro su auto, il disco è settato su sata2 tramite jumper ma collegato comunque
al controller sata3. Non ricordo però se anche in questo caso vengono eliminati i due tic durante l'avvio. Non sono sicuro che il settaggio da gen 1 a gen
2 riguardi solo i controller o anche il resto del bus dei dati.
8: Azalia codec: attiva e disattiva la scheda audio integrata. Per default
è su auto e c'è solo la possibilità di disattivarla come viene detto di fare
quando se ne installa un'altra. Non ho fatto prove in merito.
9: onboard h/w lan: è la scheda di rete integrata. Per default è abilitata,
disabilitarla quando si usa un'altra scheda di rete. Non ho fatto prove in
merito.
10: green lan: per default è disabilitata. Abilitando questa funzione, la
scheda di rete si spegne quando non c'è nessun cavo collegato ad essa o forse
quando all'altra estremità del cavo non trova un dispositivo. Non ho fatto
prove in merito.
11: smart lan: esegue la diagnostica della rete analizzando la lunghezza
del cavo, la velocità e che il cavo sia collegato. Questa opzione non si
regola con le frecce, bisogna dare invio per entrare in un menu che con un
normale collegamento al router non mi dà le voci presenti nel manuale ma solo
segni incomprensibili. Parla di un hub gigabit, perché non gigabyte? Dice che
in ms-dos funzionano solo i 10 ed i 100 mbps ma non i 1000. Funzione da approfondire.
12: onboard lan boot rom: abilita il boot tramite la lan, per default è
disabilitato ed il manuale dice solo questo.
13: onboard usb 3.0 controller: abilita o disabilita il controller Nec
elettronics delle usb 3.0, per default è abilitato, non dice altro.
14: Onboard ide controller: abilita o disabilita questo controller, per default è abilitato, non dice altro. Forse per ide si intende solo il pata e non
la modalità ide dei sata.
15: Gsata controller: abilita o disabilita il controller Marvell, ossia
quello Gigabyte. Per default è abilitato e se disattivato i connettori sata 6
e 7 non funzionano più. Continuano invece a funzionare i connettori da 0 a 5,
cioè i sata2, perché gestiti da Intel.
16: gsata ctrl mode: configura il controller Marvell nella modalità ide
(default) o ahci (vedi l'omonima impostazione per il controller Intel al
numero 2 di questo menu. Qui non c'è la possibilità di scegliere raid come
avveniva al numero 2 per gli altri controller, lo si fa con la voce 17 di
questo menu. Quando ho attivato la modalità ahci, nel primo avvio xp è
partito malamente ed ha installato driver della Marvell Semiconductor inc ma
siccome ho fatto varie prove non sono sicuro se li ha presi dal cd della
scheda o da windows stesso. I driver si trovano all'interno della voce scsi e
raid che viene aggiunta in Gestione periferiche. Se la si disinstalla, al
riavvio xp la installa nuovamente. Dicendogli di non riavviare il sistema
in modo da poter spegnere il computer ed andare a modificare il bios mettendo
la modalità ide in modo che windows non trovi più l'ahci al riavvio, il computer non si spegne e lo devo spegnere dall'alimentatore. Una volta cambiata la
modalità del controller tornando ad ide, al riavvio sembra tutto a posto visto
che la voce scsi e raid in Gestione periferiche non c'è più e che in principio
la copia dei dati sembra funzionare, ma ad un certo punto si blocca e l'unico
modo per rimettere a posto le cose è quello di fare il Ghost. In una prova
precedente il disco era lentissimo e si bloccava di più ma forse dipende dal
fatto che avevo fatto esperimenti anche con il raid.
17: sata3 raid configuration: configura il raid per il controller marvell e
quindi per i connettori sata3. Dando invio si entra in un sottomenu dove
vengono elencate alcune caratteristiche (forse se il Marvell fosse nel modo
ahci ce ne sarebbero di più con la possibilità di fare più regolazioni). Dà la
velocità del pcie che è di 5.0gbps ma non so interpretare fino in fondo questo
dato. Dopo aver fatto prove con questa opzione, il disco era lentissimo e
c'erano errori nella copia dei dati e ho dovuto ripristinare windows con
Ghost. Ma la cosa potrebbe essere dipesa solo dal fatto d'aver eseguito prove
con l'ahci come spiegato al punto precedente.
18: onboard serial port 1: regola o disabilita la porta seriale. Per default è su 3f8/irq4 e sembra corrispondere al parametro auto ma non guardo per
non consumare carta. Mette il numero di porta seriale anche se c'è solo quella.
19: onboard parallel port: regola o disabilita la porta parallela, per default è su 378/irq7.
20: parallel port mode: regola la modalità della parallela con: spp (standard parallel port, default), epp (enhanced parallel port), ecp (extended
capabilities port), ecp+epp (windows xp la vede sempre solo come ecp).
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Buchi di PartitionMagic 8.5 e Windows xp
Partition Mmagic è un bel programma e, contrariamente alle perplessità che
aveva un non vedente quando l'ho cominciato ad usare, è anche molto accessibile con sintesi e barra braille. Ma il fatto che sia bello non significa che
non abbia qualche buco come illustrato di seguito. Immagina d'avere un disco
"bianco" da 500 gb e di fare una partizione primaria in fat32 senza specificarne le dimensioni in modo che venga scritta alla massima dimensione consentita in fat32 che per questo programma è di 196.600,1. Con lo spazio libero
che ti rimane, fai una partizione estesa/logica anche questa volta senza
specificare le dimensioni in modo che il programma utilizzi tutto lo spazio
libero presente nel disco e durante l'operazione annotati le dimensioni che
PartitionMagic assegna automaticamente alla partizione estesa/logica. Una
volta cliccato su Fine, avrai un errore perché le dimensioni della partizione
sono troppo grandi. Ripeti la creazione della partizione estesa/logica riducendola manualmente di circa un giga. Adesso cliccando su Fine non ci saranno
errori ma ti rimarrà dello spazio non assegnato. Posizionati sullo spazio non
assegnato e poi, dal menu Attività, scegli la voce Riassegna spazio libero. La
partizione in fat32 è già alle massime dimensioni e quindi non verrà utilizzata per il riassegnamento, verrà invece usata solo la partizione in ntfs la
quale, al termine dell'operazione, avrà esattamente le dimensioni che abbiamo
annotato in precedenza e cioè quelle che PartitionMagic le assegnava automaticamente e che poi riteneva errate. Insomma: in certi casi quando assegna le
dimensioni automaticamente non gli vanno bene mentre gli vanno bene se lo
stesso numero viene utilizzato tramite la riassegnazione dello spazio libero.
Facendo una partizione in fat32, saltuariamente mi è capitato che non venisse
inclusa l'etichetta di volume che ovviamente puoi aggiungere tramite windows.
Sempre con una partizione in fat32, saltuariamente succede che xp non la
riconosca come tale ma bensì come file system di tipo raw, basta riavviare per
risolvere il problema.
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Non usare la formattazione automatica di Word
su un documento proveniente da Wordstar e riassunto su come creare un sommario
Senza pretendere che al mondo ci sia un altro pazzo come me che nell'utilizzare programmi dos risalenti a più di vent'anni fa si diverte come un matto,
scrivo queste note perché se ti capita tra le mani un vecchio documento Wordstar da convertire in Word è bene saperlo fare nel migliore dei modi e in poco
tempo. Ciò che segue l'ho sperimentato su Word 2000 ma suppongo vada bene
anche per le versioni 2003 e 2007 (per la 2010 non faccio ipotesi perché non
l'ho mai utilizzata). Per motivi che spiegherò poi, per convertire in poco
tempo e senza problemi un documento Wordstar in Word procedi così. Dopo aver
scompattato o installato l'apposita utility nel percorso:
\programmi\file comuni\microsoft shared\textconv
come abbiamo visto nei numeri 71 e 73, apri un documento vuoto in Word e,
senza attivare la funzione Conferma conversione all'apertura, dal menu Inserisci scegli File. Digita il nome del file da convertire completo di estensione
ws. Non occorre scegliere il tipo di file perché word si regola in base
all'estensione e quindi clicca su Inserisci. Seleziona tutto il documento e
dal menu Formato scegli la voce Carattere per selezionare il tipo di carattere
e le dimensioni di default ((times new romans a 12 punti con lo stile normale
su word 2000). Contrariamente a quanto avviene per un txt importato allo
stesso modo, non ho provato però il txt con layout, il documento è già ben
impostato senza usare la formattazione automatica che, come ho notato in
quest'ultimo periodo, crea dei problemi soprattutto se si desidera creare un
sommario fatto non di semplice testo ma con la possibilità di cliccare su una
voce ed andare direttamente al paragrafo inerente come previsto da Word. Per
meglio comprendere quali sono i problemi della formattazione automatica, riassumo il concetto di base per creare un sommario in Word e lo faccio in modo
particolare per chi non usa correntemente questo programma o lo adopera in
minima parte anche se non posso certo ritenermi un esperto di questo programma
visto che ho imparato a fare un sommario solo lo scorso inverno grazie agli
appunti di un amico. Supponi d'avere un libro diviso in tre parti con vari
capitoli al loro interno e d'avere l'esigenza di poter richiamare una parte o
un capitolo di essa semplicemente cliccando su una voce del sommario. Per fare
questo, Word usa gli stili del carattere ed esattamente lo stile titolo 1,
stile titolo 2 e stile titolo 3 che puoi notare premendo ctrl+l e successivamente freccia giù dall'interno del documento. Per il nostro libro, possiamo
assegnare lo stile titolo 1 ai nomi delle tre parti, lo stile titolo 2 ai
capitoli e, volendo e se ci sono, lo stile titolo 3 ai paragrafi di quest'ultimi. Uno dei modi per farlo è quello di posizionarsi su un titolo e di usare
i comandi rapidi da alt+1 ad alt+3 della tastiera alfanumerica che corrispondono al numero di stile che s'intende usare. In ambiente Word, Jaws usa questi
comandi per le tabelle e può capitare di dovergli dire che il comando seguente
è di Word e non suo e lo si fa premendo insert+3 della tastiera alfanumerica
prima di premere alt+3 o altro numero. Finora, e non so il perché, mi è
capitato di dover compiere questa manovra solo ad inizio file. Una volta messi
a posto tutti i titoli, vai nel menu Inserisci e scegli indici e sommari e poi
vai sulla seconda scheda dove ci sono le varie voci come quella per selezionare il livello del sommario. Ad esempio, se non hai cambiato lo stile ai titoli
dei paragrafi perché non li vuoi inserire nel sommario, sceglierai il livello
2 e non il 3 che appare per default. C'è anche il pulsante Opzioni dove, per
motivi che vedremo qui sotto, puoi dire al programma di non includere nel
sommario un tipo di stile titolo, ad esempio l'uno. Una volta terminate tutte
le impostazioni, il sommario verrà posizionato là dove hai lasciato il cursore
e per andare ad una determinata sezione del libro basterà cliccare sulla voce
appropriata tenendo presente che con la tastiera bisogna essere almeno sul
secondo carattere della stringa per dare invio perché in caso contrario invieremo al'applicazione un semplice ritorno a capo. Siccome da qualche mese i
fuori serie arrivano regolarmente anche a persone vedenti alle quali per
ragioni estetiche li invio nel formato Word con relativo sommario e siccome
continuo a scriverli con il vecchissimo Wordstar e quindi necessitano della
conversione in word, ho scoperto che la formattazione automatica eseguita dopo
l'importazione del file mi inserisce lo stile titolo dove in Wordstar c'erano
le righe centrate con i titoli e che lo fa anche se dal documento Wordstar
tolgo la centratura perché evidentemente Word inserisce lo stile titolo basandosi su altri parametri o comunque non solo sulla centratura delle righe
(dovrei fare delle prove per verificare bene la cosa). In particolare, inserisce lo stile titolo 1 all'inizio del testo dove si legge Fuori serie n.79
gennaio 2012, e lo stile titolo 2 in quasi tutti gli altri titoli visto che
per alcuni devo inserire lo stile titolo 2 manualmente. Lo stile titolo 1
all'inizio del testo e lo stile titolo 2 negli altri paragrafi mi vanno benissimo a parte il fatto che non desidero includere lo stile titolo 1 nel sommario. Se tutto funzionasse a dovere, la cosa potrebbe essere risolta benissimo
andando nelle Opzioni del sommario dove è possibile escludere un determinato
stile dal sommario stesso, cosa che in questo caso il programma non mi lascia
fare. Stranamente nelle Opzioni del sommario lo stile titolo 1 non c'è e al
posto degli stili titolo che si trovano di solito mette: elenco, elenco 2,
elenco 3, elenco continua 3. Lasciando le cose inalterate, nel sommario viene
incluso anche lo stile titolo 1 presente all'inizio del testo, e tuttavia non
visualizzato nelle opzioni del sommario, e la cosa non mi piace. D'accordo,
potrei selezionare i titoli ed inserirvi manualmente lo stile titolo che mi
pare e forse le cose andrebbero a posto ma allora tanto vale non usare la
formattazione automatica e fare tutto manualmente come proposto all'inizio di
questo articolo.
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Vecchi computer: una batteria che non avevo mai incontrato
Sto parlando dell'archeologia del'informatica quando la batteria per mantenere
il setup del computer o anche solo l'orologio di esso era costituita da un
cilindro saldato alla scheda oppure da un cilindro con due fili ed un connettore che andava ad essa o ancora da una batteria a pastiglia con dimensioni
introvabili anche nei negozi di computer. Ma quando nel maggio scorso la
batteria del mio vecchio pentium 66 ha smesso di fare il suo dovere dopo 17
anni, (l'ho acquistato il 2 luglio del 1994), non solo non ho trovato la
classica pila a pastiglia che ormai viene usata in tutte le schede madri ma
non ho trovato nemmeno i tipi di batteria scritti sopra. E la cosa mi faceva
un po' star male perché pensavo d'essere io a non trovarla e ragionavo così:
"Sono in grado d'assemblare un computer e poi... mi perdo per una batteria, ma
dove cavolo l'hanno messa!" Mostrandole una batteria in modo che sapesse cosa
cercare, ho fatto guardare a mia madre ma non ha trovato nulla così come non
ha trovato niente quel prete che nel tardo autunno è venuto a casa mia. E
siccome si tratta di un prete un po' come don Camillo che conosce la liturgia
ma che sa districarsi altrettanto bene con le cose del mondo, sono arrivato
alla conclusione che la batteria della scheda madre Intel premiere/pci baby-at
l'hanno inserita all'interno di qualche componente e quindi introvabile ed insostituibile. Pazienza, in fin dei conti
è durata 17 anni rispetto ai 10 previsti dal manuale.
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