torna agli archivi del 2006
vai all'archivio generale
Home
Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Masterizatori dvd blue ray
Dire che si tratta di una tecnologia nuova
non è del tutto esatto; è giusto invece dire che la tecnologia blue ray,
raggio blu (ovvero laser blu), è stata messa a punto nel 2002 ma commercializzata solo nel 2006. I bastardi del profitto prima smaltiscono le vecchie cose
un po' alla volta facendo in modo che quasi ogni mese uno sia lì a comprare.
Così hanno smaltito (o quasi), i lettori/masterizzatori cd, i dvd "semplici",
per passare poi al double layer il cui supporto non sta vendendo tantissimo. I
masterizzatori blue ray usano una diversa tecnologia per quel che riguarda la
lettura/scrittura con il laser che permette di gestire supporti molto più
capienti. Sono ancora costosissimi; in un listino di questo mese quello che
costa meno è il Philips spd7000bd che funziona a 2x e costa 621,00 euro. Il
Pioneer dbr-101a, che scrive i nuovi supporti chiamati bd-r a 2x, ne costa
950,00. A proposito dei nuovi supporti, le voci di corridoio parlano di una
capienza di 50 giga, nello stesso listino i dvd blue ray, cioè i bd-r, hanno
la capienza di 25 giga. Il Tdk non riscrivibile costa 16,50 euro mentre per il
riscrivibile ce ne vogliono 19,30.
torna all'indice
Masterizzatori dvd sata
Si collegano al pc come un disco sata e
per il momento li ho visti solo in internet. Quelli della Plextor costano più
di cento euro, me ne ricordo uno che costava 130 euro meno una manciata di
centesimi. Non so se anche altre marche facciano masterizzatori di questo tipo
come sarebbe auspicabile che fosse visto che la Plextor è molto cara e, a
conti fatti e contrariamente a quanto dicevano certe riviste di un tempo, la
qualità non giustifica il prezzo.
torna all'indice
Porte usb su slot con controller Ali
Non ho provato la schedina in
oggetto con xp che probabilmente non richiede alcuna installazione software.
Contrariamente ad altri tipi di porta, l'installazione in 98 è molto semplice;
la si può fare in diversi modi ma quello più semplice penso sia questo.
1: installare il software per windows 98 che si trova nel cd in dotazione alla
scheda, (non occorrono istruzioni particolari); al termine spegnere il pc e
per il momento non riavviarlo.
2: inserire la scheda usb nel computer.
3: Riavviare il sistema; windows troverà il nuovo hardware e cercherai il
miglior driver; nel compiere questa operazione, contrariamente ad altre volte,
disabilita le caselle che riguardano il floppy e il cd-rom e anche quella in
cui si deve specificare un percorso. In tal modo windows cercherà solo nelle
sue cartelle dove abbiamo già installato il software del cd. Seguire le istruzioni a video fino al termine guardandole bene!
Il modello in prova ha quattro porte sul lamierino e due interne. Anche a
quest'ultime si collega un cavo usb tradizionale e questo, almeno nel mio
caso, è un problema. Pensavo infatti di sfruttare le prese interne della
scheda per mandare il segnale usb alle prese anteriori del cabinet le quali
però escono con otto fili singoli (4 per porta) non collegabili ad un cavo o
ad una presa tradizionale. Non ho trovato adattatori.
torna all'indice
Skype, fastweb e altre considerazioni
Come è noto, con il programma
skype è possibile comunicare gratuitamente da computer a computer salvo le
spese per il collegamento ad internet che dipendono dal contratto stipulato.
E' inoltre possibile comunicare da computer a telefono pagando una determinata
tariffa che risulta vantaggiosa se devi chiamare all'estero. Quando scarichi e
installi skype hai dei minuti di conversazione gratuita che tuttavia a mio
avviso sono meno di quel che viene dichiarato. A meno che non ci sia qualche
parametro da settare che finora non ho notato anche perché ho usato skipe
molto poco, chiamando un telefono collegato a fastweb non avrai nessuna risposta perché il programma considera quel numero inesistente. Come è noto, quando
si chiama un utente con fastweb, prima d'avere il segnale di libero passa un
certo tempo che forse è addirittura maggiore di quando non si usavano le
centraline elettroniche. Evidentemente per Skype il tempo di attesa del segnale di fastweb è troppo lungo e lo interpreta come numero inesistente. Non
avendo l'adsl, ho provato a comunicare con un altro computer che invece ce
l'ha. Il suono è molto nitido, sembra una radio in fm e non un telefono. C'è
però un forte ritardo nella comunicazione e, soprattutto all'inizio del collegamento, la mia voce arriva al corrispondente notevolmente rallentata come chi
fa fatica a parlare. Stiamo parlando di bit e se questi non arrivano dall'altra parte, è ovvio che non arrivino nemmeno le parole. Questa è una prova
empirica ma efficace che ti fa capire quante stupidaggini ci hanno detto a
riguardo del collegamento digitale tra gli apparecchi hi fi. Anche in quel
caso si tratta di bit e se per qualche metro di cavo in più non arrivassero a
destinazione in tempo utile, avremmo un rallentamento della musica senza che
questa si abbassi di tono.
torna all'indice
Pen drive da 4 e 8 gb, windows e dos reale
Ormai lo sanno tutti, le pen drive sono memorie flash fatte quasi come una
penna da collegare ad una porta usb. Attualmente quelle più capienti sono da 8
gb, io ne ho provata una da 4 gb proveniente da Taiwan. Le istruzioni, in
inglese e in cinese, dicono che può funzionare su xp, millennium, 98, linux e,
non ricordo bene, anche su mac oppure os2. Con xp basta collegarla ed il gioco
è fatto, viene vista come un disco rimovibile da 4 gb formattato in fat32.
Anche per millennium dovrebbe essere la stessa cosa ma non ho provato. Per il
98 bisogna invece installare il software. Pur non avendo letto le istruzioni,
ho notato che è meglio fare come segue: senza collegare la pen drive, installare il software; fatta l'installazione, che non richiede conoscenze particolari, collegare la pen drive alla porta ed il gioco è fatto. Ci sono poi
delle utility che possono essere installate anche su xp e che servono per
mettere la password alla pen drive, per partizionarla eccetera; tutte cose
che non ho provato. Siccome sono peggio di san Tommaso, ho provato la pen
driver in dos reale che si comporta come segue. Nelle schede madri che lo
prevedono, la pen drive verrà riconosciuta da dos reale senza alcun driver.
Sto parlando di quelle schede madri che riescono a riconoscere un disco usb
senza alcun driver come nel caso dell'Asus P4P800-X. La pen drive è appunto
un disco su memoria flash e quindi non ci sono problemi a patto che venga
collegata ad una delle porte integrate nella scheda e non a un'eventuale porta
su slot. Per le usb su slot, finora ho usato solo il driver aspiehci del
maggio o dicembre 2003 e guest 8.5 che serve ad assegnare la lettera al disco.
In particolare mi riferisco ai controller Via tech e Ali. Non ancora contento,
ho voluto fare una prova con le porte 1.1 integrate nel pentium III e ho visto
che funziona con aspiuhci.sys e guest 8.5. Se la tua scheda ti permette di
vedere la pen driver in dos reale senza alcun drive, fai attenzione che se
inserisci quest'ultima prima di accendere il computer e poi lo avvii in windows 98 ad essa verranno assegnate due unità, la prima è quella assegnata dal
dos mentre la seconda è quella assegnata da windows. Ovviamente non potranno
essere copiati dei file tra queste due unità visto che fisicamente si tratta
sempre della pen drive. Per ovviare a questo inconveniente, che in particolare l'ho notato con la scheda asus P4P800-X, inserisci la pen drive solo
quando windows 98 è caricato. Di solito io avvio il computer con windows 98
partendo da dos reale e scrivendo win e quindi pensavo che il problema fosse
lì ma non è così. Succede anche facendo partire il computer direttamente in
windows.
torna all'indice
Registratore digitale Edirol r4
Agli inizi di giugno u.s., un lettore di fuori serie mi ha inviato alcune note
scritte e sonore sul registratore Edirol r4. Di solito non pubblico esperienze di terzi anche se, ovviamente, potrebbero essere più importanti e interessanti delle mie. Non ho fatto questa scelta a tavolino, è scaturita spontaneamente probabilmente per evitare chiacchiere inutili (vedi quei non vedenti che
fanno passare le loro chiacchiere come se fossero esperienze vissute). Inoltre
penso che, in linea di massima, ognuno di noi debba comunicare agli altri le
proprie esperienze nel modo che ritiene più opportuno senza delegare altre
persone a farlo per lui. Non ha senso che io chieda a Gabriella di dire ad
Anna ciò che potrei dire a quest'ultima in modo diretto. Siccome nella vita
esistono anche le eccezioni, nei mesi scorsi sono stato io a chiedere a questo
lettore di fare un articolo per fuori serie sul registratore in oggetto visto
che si tratta di un apparecchio professionale abbastanza costoso e quindi non
di largo consumo e che non è facile da usare da un non vedente perché privo
della possibilità di inserirci il rockbox, un firmware opensource che permette
di vocalizzare i menu. Per il lettore in questione, scrivere un articolo non è
una passeggiata e così lo faccio io al suo posto sperando di esserne all'altezza e di non travisare le cose. Lo faccio con molto ritardo visto che quest'anno ho delle faccende personali che vanno a rovescio e quindi a risentirne
è anche Fuori serie. L'Edirol r4 è un registratore digitale professionale
dal costo elevato (circa mille e seicento euro nel novembre 2005),. Registra su disco fisso archiviando i dati in
file wav e può usare anche la frequenza di campionamento di 96 khz. Possiede
ingressi e uscite a 24 bit e dispone di quattro canali audio utilizzabili con
segnali mono o stereo. Può essere considerato un'interfaccia tra l'hi fi ed il
computer; infatti è possibile usare l'apparecchio come se fosse un registratore dat collegato all'impianto stereo oppure collegarlo al computer tramite la
porta usb. La robustezza del materiale con cui è stato fatto lo rendono particolarmente adatto alle registrazioni live. Possiede la registrazione retroattiva; quando si preme rec, nel file verranno memorizzati alcuni momenti precedenti alla pressione del tasto. Il tempo varia a seconda della frequenza di
campionamento usata ed è utile per non perdere l'inizio di eventi live. Praticamente è la funzione "macchina del tempo" presente anche in certi registratori di minidisc. Misura circa 25 x 22 x 8 cm e la sua forma, non squadrata, è
stata studiata per poterlo usare sia appoggiato su di un tavolo che a tracolla
tramite una borsa per il trasporto provvista di apposite aperture per accedere
ai comandi e alle connessioni. La forma variabile dei comandi, la rientranza
di essi e delle connessioni in modo da proteggere il tutto da eventuali urti,
le manopole sporgenti anche se protette tramite i piedini dell'apparecchio
fanno sì che un non vedente possa accedere alle varie parti del registratore
con molta facilità. Come accennato sopra, Dispone di piedini per l'appoggio,
di due microfoni incorporati posti sugli angoli e due piccoli speaker utili
per quando non si desidera usare la cuffia a scapito però di un suono poco
fedele. Sul fondo troviamo il vano per inserire otto batterie stilo. Se appoggiato su di un tavolo, davanti all'operatore ci saranno le parti più importanti; a sinistra troviamo il display, a destra le manopole per regolare i quattro canali d'ingresso e il volume di uscita. In alto ci sono i classici pulsanti di un registratore come rec, play eccetera. Sul top abbiamo altri comandi: sulla destra c'è una doppia manopola di cui quella centrale serve per un
controllo più fine ed è a scatti. Ciò permette anche a chi non vede di fare
delle regolazioni esatte. Ci sono poi altri comandi che svolgono funzioni
diverse a seconda dell'ambiente in cui si opera; troviamo i tasti cursore, i
tasti enter, esc, display, repeat, wave edit, efect (non ancora sperimentato),
system (per le impostazioni del registratore) e i tasti marker. Per accendere
l'apparecchio c'è un comando di tipo pulsante ma, una volta premuto, bisogna
attendere qualche istante perché si deve caricare il sistema per la lettura
del disco fisso. Sempre sul top ci sono altri quattro switch meccanici e
quindi particolarmente adatti all'uso di chi non vede. Uno blocca i comandi in
modo da non premerli accidentalmente, altri due switch attivano e disattivano
l'alimentazione phantom per i microfoni e, visto che i canali sono quattro, da
ciò si capisce che ogni switch agisce su due canali. Il quarto switch inserisce la registrazione analogica che ritengo molto utile. Altrettanto importante
è la possibilità di inserire la funzione di limiter che, come dice il termine,
limita il volume di ingresso delle prese microfoniche. Ciò risulta utile
quando si devono fare delle registrazioni live con segnali molto forti. Quando
si usa l'r4 a tracolla, le manopole principali sono verso l'alto ed in particolare è comoda quella per spostarsi nei menu, cosa che si fa anche con i
tasti cursore. I menu non sono circolari e quindi, con l'aiuto di un vedente o
provando, è possibile farsi delle tabelle in braille in modo da non tenerli
tutti a memoria; altrettanto comodo è scrivere i menu con il computer e leggerli poi con la barra braille; sconsiglio la sintesi perché non è pratico
regolare un apparecchio dovendo contare gli scatti o le volte che si preme un
tasto e contemporaneamente tenere il segno ed ascoltare un qualcosa che parla.
Sulla destra dell'r4 troviamo gli ingressi xlr e da un quarto di pollice per
quattro microfoni configurabili a piacere. Ad esempio li potremo usare come
microfoni mono oppure considerare i canali sinistro, destro, sinistro posteriore e destro posteriore. Successivamente alle quattro prese microfoniche
abbiamo due uscite linea a volume fisso a meno 10 db. Sul lato sinistro troviamo l'uscita cuffia, uno slot per le compact flash mentre verso il basso c'è
un piccolo slot per la sim security digital che va comprata a parte. Troviamo
poi l'ingresso di alimentazione, la porta usb e un connettore per la sincronizzazione con un altro apparecchio, cioè per avere lo star/stop sincronizzato
ad esempio con una telecamera digitale. In fine troviamo l'entrata e l'uscita
digitale spdif. L'hardisc è molto silenzioso ma non abbastanza per non farsi
sentire quando si registra con i microfoni incorporati. Lavorando con l'r4
connesso al computer tramite la porta usb e dovendo manipolare grossi file, ad
esempio due ore di registrazione, le modifiche saranno abbastanza lente e
quindi risulta utile spostare i file nel pc e manipolarli come si desidera. Al
fine di evitare la frammentazione del disco fisso dell'r4 con la conseguenza
di una maggiore lentezza nel manipolare i dati, risulta utile cancellare i
file da quest'ultimo solo quando abbiamo terminato di elaborare un progetto.
In tal modo il registratore potrà scrivere i dati in modo contiguo. Come
qualsiasi disco fisso, anche quello dell'r4 può essere suddiviso in cartelle.
Per facilitare l'accesso ad esse possiamo crreare dei piccoli file con il nome
di ciascuna ed inserirli nelle cartelle omonime. Basterà premere play per
essere sicuri di essere nella cartella desiderata. Quando si registra con l'r4, le tracce vengono numerate come al solito, traccia1, 2, 3, 4 eccetera;
tuttavia, quando si spezzano i file, ad esempio quello della prima traccia, i
vari spezzoni saranno numerati: 11, 111, 1111, 11111 eccetera. Quando modifichiamo un file, il registratore mantiene sempre la copia di quello originale
anche quando si tratta di uno spezzone prelevato dalla registrazione originale. I marker sono molto precisi ma servono soprattutto per memorizzare dei
punti di un file, ad esempio per poi farli suonare con il comando repeat. Per
tagliare i file si usa invece il wave edit che ha una precisione quasi esagerata. Sia con i marker che con wave edit è possibile ascoltare ciò che si sta
facendo e, dopo un po' di pratica, selezionare facilmente il punto d'inizio e
di fine del pezzo che si vuole elaborare. Per dare un'idea della precisione di
wave edit ho preso in considerazione la lettera F di una parola. Solo quella
lettera corrisponde a sei giri di manopola, ogni giro è pari a dieci scatti
per un totale di sessanta scatti. In pratica, volendo togliere tutta o in
parte la lettera F di quella parola, avrò la possibilità di intervenire su ben
sessanta punti. Quando si tagliano grossi file, occorre un certo tempo perché
l'operazione abbia termine. Con un po' di pazienza sarà possibile calcolare
grosso modo i secondi che occorrono ad un file di determinate dimensioni e
aiutarsi con un contatempo a scelta quale potrebbe essere il cronometro della
barra braille mb408l, dei segnali preregistrati su un secondo registratore
eccetera. Tuttavia, se si preme play prima che l'operazione di taglio abbia
termine non succede nulla, semplicemente non si ascolterà un fico secco! Per
una precisione perfetta e per evitare molti file di backup e dovendo operare
un secondo taglio al file che sto elaborando, senza passare per il play aspetto un tempo maggiore di quello che occorre per operare il primo taglio in modo
da essere sicuro che la cosa sia avvenuta. Così sfrutto il punto di fine del
primo taglio come punto d'inizio del secondo.
torna all'indice
Adolescenti a sessant'anni?
Durante la predica della messa domenicale il parroco sbotta: "ci sono sessantenni che vivono come adolescenti!" Mi sembrava una cosa esagerata ed invece a
volte mi accorgo che non lo è. Ecco un esempio. Una sera mi telefona un cieco
per dirmi che i tecnici gli hanno risolto un problema col pc del quale avevamo
parlato nei giorni precedenti senza trovare la soluzione. Però dalla voce
sembrava amareggiato e poco tranquillo tanto che alla fine gli dico: "ma non
sei contento?" Prende la palla al balzo e finalmente viene fuori il vero
motivo della telefonata, cioè quello di sfogarsi. E' una cosa naturale che
capita a tutti, tenersi tutto dentro fa venire il mal di stomaco o altre
malattie psicosomatiche. Niente di male quindi; ciò che invece mi ha lasciato
un po' perplesso è il motivo dello sfogo. Era incazzato perché durante la
giornata l'avevano criticato per aver acquistato una scheda televideo (cosa
che oltretutto avevo fatto anch'io nei giorni precedenti anche se, sia chiaro,
ognuno compra ciò che vuole; solo che mi sembrava più saggio fargli leggere il
televideo da internet visto che con quella scheda c'erano dei problemi e che
il soggetto non ha molta dimestichezza con il computer. Inoltre, per quel che
c'è nel televideo, mi sembrava un po' una spesa inutile anche se, ovviamente,
uno può acquistare un oggetto per farsi un'esperienza). Poi era incazzato
perché gli avevano detto che la barra braille è un oggetto ormai inutile,
lento eccetera. Oltre a sfogarsi, durante la telefonata continuava a
giustificare, giustificare e ancora a giustificare le sue scelte come se
dovesse renderne conto a qualcuno. Tutti sentiamo il desiderio di essere
approvati dagli altri, ma in quel caso c'era un desiderio sfrenato di approvazione e oltretutto per cose molto banali. Inoltre diceva: "sai, ti prendono
alla sprovvista e lì per lì non sai cosa dire; si sentono superiori!" Dopo
qualche giorno l'ho richiamato per dirgli una cosa e... Era ancora incazzato per le stesse vicende! Era lì che pensava di prendere in giro chi l'aveva
criticato. Non so bene come esprimere la cosa, la sua era l'arrabbiatura di
chi agisce in malomodo alle critiche perché perennemente insicuro e bisognoso
di conferme anche per cose banali. L'atteggiamento tipico di certi adolescenti. Consapevole d'avere tanti limiti e difetti e con molto rispetto per quelli
altrui, dico: quando riceviamo una critica è del tutto normale che, soprattutto in un primo momento, essa ci faccia stare male. Ci sono però tanti aspetti
da prendere in considerazione a riguardo di una critica. Bisogna vedere chi ce
la fa, se si tratta di un amico o di un parente stretto, insomma da che tipo
di persona arriva quella critica. Bisogna vedere che tipo di critica è, cioè
se va a toccare aspetti profondi della nostra persona o cose esterne e marginali; bisogna anche vedere quanti anni abbiamo. Non è la stessa cosa ricevere
una critica a quindici anni o a quaranta. Come è ovvio che sia, durante l'adolescenza una persona è estremamente insicura e gli basta un nulla per mandarla
in crisi. Non dovrebbe essere così quando si è adulti ma... L'incazzatura
così forte di quel cieco avrebbe avuto un senso se il soggetto avesse avuto 15
anni e non più di 60. In fin dei conti è stato criticato per cose davvero
banali. Personalmente uso sempre la barra braille perché un conto è leggere e
un altro è ascoltare, e ciò indipendentemente dal fatto che si ascolti una
sintesi o un registratore. Naturalmente questa è una cosa soggettiva e non mi
preoccupo se qualcuno dice il contrario e se fa il contrario a meno che questo
qualcuno non venga a spegnermi la barra braille o a leggere tutto il giorno a
casa mia con la sintesi a tutto volume! Mi basta già l'ascolto di tab tab
shift tab quando seguo il mio amico "io voglio tutto!" Il soggetto della
nostra storia è molto insicuro. Durante la telefonata ricordo d'avergli fatto
questo esempio: "immagina di dover andare da Padova a Torino; se ogni tanto
cambi strada, in quella città non ci arriverai mai o ci arriverai con molto
ritardo." Qui aprofondisco meglio la cosa. Pur restando aperti al cambiamento
(cioè alla crescita) e quindi aperti anche alle critiche costruttive, è ovvio,
come del resto ho già detto in altri numeri, che non si possa essere come una
canna al vento e cambiare direzione in continuazione solo perché qualcuno ti
critica e ti dice di fare il contrario di ciò che stai facendo. Come farà un
soggetto del genere a percorrere la propria strada se gli basta una critica
così banale a metterlo in crisi? E sarà vero che le persone che gli hanno
rivolto le critiche si sentono superiori? Non è che per caso invece è lui a
sentirsi inferiore agli altri solo perché acquista ciò che gli altri gli sconsigliano o perché usa un apparecchio che a loro fa schifo? Durante la telefonata il soggetto in questione mi ha parlato di altri due ciechi; non so se
questi si sentano davvero superiori agli altri, ma anche se fosse, beh, è un
problema loro. Ognuno deve essere sé stesso senza sentirsi superiore o inferiore agli altri. Ma se una persona si sente superiore solo perché usa una
sintesi al posto della barra braille penso che abbia dei problemi seri. La
grandezza di un individuo la si misura, se proprio lo vogliamo fare, guardando
le qualità interiori, cioè se è generoso, onesto eccetera; di certo non la si
misura guardando certe stronzate come, nel nostro caso, se uno usa la sintesi
o la barra braille, se ha o non ha una scheda televideo eccetera. A scanso di
equivoci dirò che i due non vedenti menzionati dal soggetto della nostra
storia io li ho frequentati molto poco e quindi non posso esprimere nessuna
opinione in merito. Uno l'ho incontrato più di vent'anni fa senza provare
alcun disagio, anzi, ricordo d'aver mangiato assieme a lui una buona pastasciutta eccetera, L'altro, dopo tanti anni, l'ho risentito per email
senza problemi. Oltre a quanto scritto in questo articolo, il protagonista era
incazzato anche per altre critiche che non ho riportato per questioni di
privacy e perché fuori serie non è un giornalino rosa. Comunque erano grosso
modo sullo stesso piano di quelle raccontate. Perché alcune persone rimangono
sempre adolescenti? qualche indizio ce l'ho ma è troppo flebile e confuso per
essere espresso in Fuori serie; magari fattelo spiegare da chi ne sa più di
me.
torna all'indice
torna agli archivi del 2006
vai all'archivio generale
Home