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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone.
Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.
Indice
Dvd-rw, approfondimento
Desidero segnalare che nel mese di luglio u.s. ho trovato dei
dvd-rw della Verbatim a 4x. Quindi, se per caso il negoziante ti dirà che i
dvd riscrivibili in modo negativo si trovano solo a 1x digli che sta affermando una fesseria!
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Alimentazione dei dischi sata, approfondimento
Nell'articolo del numero 40 dicevo che il disco serial ata Maxtor da me acquistato si
alimentava in modo tradizionale; è vero ma può essere anche alimentato attraverso la spina specifica per serial ata come del resto succede nel disco da
160 giga che ho comprato ultimamente sempre della stessa marca. L'ho capito
dopo aver preso in mano un adattatore che può essere inserito tra una spina di
alimentazione tradizionale e quella serial ata, cosa che non avevo avuto modo
di fare quando ho scritto il numero 40. Mi chiedevo infatti a cosa potesse
servire quella specie di connettore piatto che sentivo sul bordo del disco;
d'altra parte in negozio mi avevano detto che quel disco si alimentava con la
spina tradizionale ed allora... Come le altre, anche questo tipo di spina di
alimentazione entra in un sol senso. Guardando un disco serial ata della
maxtor dal retro e partendo da sinistra verso destra abbiamo i seguenti contatti:
1: spina piatta di alimentazione per dischi serial ata,
2: cavo dei dati,
3: jumper,
4: alimentazione tradizionale.
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Creative wave studio 4.50.08, approfondimento
Si trova nel cd della mia audigy
2; nel pentium III, dove ho installato windows millennium, ho la sound blaster
live di cui ho inserito solo i driver. Dovendo fare un lavoro con wave studio,
ho provato ad installare in quel sistema la versione del programma che si
trova nel cd della audigy 2 ed è andata a buon fine; quindi wave studio non è
legato al tipo di scheda audio o per lo meno non è strettamente legato alla
versione di scheda; non ho mai provato ad installarlo con schede di altra
marca. Tuttavia, nel pentium III ho un problema con jaws di cui ho parlato nei
vecchi numeri. La sintesi non legge direttamente i menu, lo fa solo con in-
sert+freccia su. Tenendo conto di quanto già scritto nei vecchi numeri, si può
affermare che tale difetto non è legato alla versione di wave studio ma al
tipo di computer in cui si fa girare jaws. Nel pentium 4 la stessa versione
del programma e la stessa versione di jaws, cioè la 451, non causano il problema. Nel pentium III, invece, il problema esisteva anche con versioni più
vecchie di jaws.
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Aggiunta sul bios e la sequenza di avvio, approfondimento
Nello scorso numero, vedi
articolo inerente, mi sono dimenticato di aggiungere che una buona soluzione è
anche quella di far avviare il disco fisso come terzo dispositivo. In tal
modo, pur avendo il sistema operativo nell'hardisk, è possibile caricare il
sistema da un cd avviabile. Il computer si avvia, trova il floppy aperto e
passa oltre; poi trova il lettore cd-rom chiuso con un cd avviabile e quindi
carica quello senza passare al sistema operativo presente nel disco fisso.
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Cassetti per dischi sata: come montarli e differenze tra i modelli
Come succede per i dischi ide, anche per quelli sata esistono dei
"cassetti" che permettono di rendere il dispositivo rimovibile e trasportabile
da un computer all'altro. Sono un po' meno diffusi di quelli per l'ide e più
costosi ma penso che nei prossimi mesi le cose cambieranno visto che i dischi
sata vengono montati sempre più frequentemente. Un cassetto del genere
va montato in un alloggiamento da 5 pollici del computer come se si trattasse
di un lettore di cd-rom. Il loro prezzo, che qui a Padova e nei due negozi che ho visitato nel luglio 2005
variava da 19 a 47 euro, (roba da matti), non dipende solo dal tipo di materiale con cui sono fatti (alluminio o plastica), ma anche da come sono cablati. In linea generale quelli in plastica costano di meno rispetto a quelli di
alluminio (o quasi tutto alluminio). Tuttavia, puoi trovare dei cassetti per
sata in alluminio a 19 euro ma con prestazioni meccaniche scadenti. Se
hai la necessità di cambiare frequentemente il disco, dovrai acquistare due
cassetti perché non è molto comodo rimuovere l'hardisk dal cassetto stesso.
Inoltre, proprio perché alcuni di questi cassetti sono abbastanza scadenti
meccanicamente, a lungo andare rischi di rovinare i cavi del cassetto o i
contatti del disco. Dovrai acquistare due cassetti identici perché la guida in
cui si inseriscono è leggermente differente tra un modello e l'altro; questa
non è una necessità tecnica, serve al maledetto profitto su cui si basa,
purtroppo, la società che abbiamo costruito. Comprerai due cassetti anche se,
ad esempio, devi trasportare il disco da casa all'ufficio. Ecco come sono
fatti. Una volta tolto l'imballo, alza la maniglia che trovi sul frontale;
tenendo fermo il dispositivo con l'altra mano posta sul perimetro di esso,
tira la maniglia verso l'esterno fino ad estrarre completamente il cassetto.
Per il momento metti da parte la cornice in cui era inserito. Noterai però che
il cassetto non è ancora aperto; in pratica, più che un cassetto hai estratto
una scatola. Il coperchio di essa si toglie premendo leggermente sopra la
scatola vicino al frontale; dopo un piccolo scatto tirerai il coperchio verso
il retro, cioè dalla parte opposta al manico. In altri casi c'è una specie di
pulsante con una molla posta più o meno nella stessa posizione. Adesso hai il
cassetto dentro il quale puoi mettere il disco. Qui cominciano le differenze
sostanziali; ne ho esaminati due modelli entrambe in alluminio, (ma è meglio
dire quasi tutto alluminio).
Primo modello: il disco si appoggia direttamente sul fondo e andrà avvitato
con le viti atraverso i fori che si trovano sui lati lunghi del cassetto. Sul frontale ci sono due ventoline, una terza ventolina si trova sul retro della cornice che abbiamo messo da parte. Il cavo per alimentare il disco e quello
dei dati si trovano all'interno e sul retro del cassetto e sono molto corti;
l'alimentazione è di tipo sata, cioè con connettore piatto. Per inserire
il disco dovrai prima collegare i cavi tenendolo verso il retro e magari a
"coltello". La scheda del disco andrà appoggiata sul fondo del cassetto;
inserirai prima la parte anteriore del dispositivo (ovviamente girata verso il
frontale del cassetto) e successivamente quella posteriore. I cavi si schiacciano parecchio perché c'è pochissimo spazio tra la fine del disco e il retro
del cassetto; se li togli frequentemente, sopratutto se di materiale scadente
come in questo modello, i contatti diventeranno laschi visto che sono già un
po' piegati per il poco spazio. Adesso puoi mettere le viti al disco; non è
strettamente necessario ricoprire il cassetto con il coperchio, anzi io preferisco lasciarlo senza per una maggiore circolazione dell'aria, i dischi sata scaldano molto.
Nota del 2015: in seguito scoprirò che i dischi sata Western digital scaldano assai meno dei Maxtor con cui stavo facendo la prova.
Metterai il coperchio per un eventuale trasporto da casa
all'ufficio. La cornice che abbiamo messo da parte va avvitata in un alloggiamento del computer; ad essa verrà collegato il cavo di alimentazione tradizionale proveniente dall'alimentatore del pc, quello dei dati del disco proveniente dal controller e quello per il led del disco; quest'ultimo è in dotazione solo nel modello che sto descrivendo e non è strettamente necessario.
Adesso puoi inserire il cassetto nell'alloggiamento facendo attenzione che
entri fino in fondo dopo un piccolo scatto ed il gioco è fatto. C'è anche la
serratura che, teoricamente, dovrebbe impedire ad un figlio di puttana di
fregarti il disco quando, dopo diverse ore d'ufficio, ti assenti cinque minuti
per andare in bagno. In realtà basta che il maleintenzionato abbia un cassetto
uguale perché, come succedeva con i portafloppy, le chiavi sono identiche se
fatte per lo stesso modello.
Secondo modello: è quello più costoso e che ho provato di più. C'è più plastica, vedi il coperchio e la cornice che non ospita la ventolina. Ci sono invece
le due ventoline sul frontale. Il disco non appoggia direttamente sul fondo ma
sopra un lamierino avvitato su di esso che fa un po' da molla. Oltre ai fori
sui lati lunghi del cassetto che consentono di avvitare il disco, ce ne sono
altri sul fondo che permettono di fissarlo tramite i fori che il dispositivo
possiede dalla parte della scheda. Ciò nonostante, ci sono problemi nell'avvitare i dischi sata della Maxtor; questi, a differenza di quelli ide
della stessa marca e di quelli sata di altre marche, sono più spessi e
quindi i fori sui lati sembrano non coincidere visto che, oltretutto, il disco
non appoggia direttamente sul fondo e quindi risulta un po' sollevato. Le viti
date in dotazione non sono adatte per fissare il disco tramite i fori posti
sul fondo perché hanno la testa troppo sottile. Forse perché da piccoli ci
hanno sempre detto che noi non vedenti non possiamo fare certe cose e inconsciamente c'è
sempre la paura di non aver compreso bene, ho fatto vedere la faccenda a un
vedente che ne ha capito meno di me. Non disperare se non puoi fissare il
disco con le viti, esso infatti, una volta nel cassetto, è abbastanza fermo
perché entra con una certa precisione soprattutto quando colleghi i cavi.
Inoltre, in questo modello ci sono dei gommini che tengono fermo il disco e
non lo fanno sbattere sulle pareti del cassetto. I cavi sono più lunghi e di
materiale migliore rispetto al modello precedente; quello di alimentazione ha
la spina ricurva, così non prende molto spazio e viene schiacciato di meno
quando il disco è inserito. Quello dei dati, quando il disco è inserito,
penetra leggermente in un foro posto sul retro del cassetto guadagnando così
un po' di spazio e schiacciandosi di meno. Il disco andrà inserito nel cassetto facendo un po' di pressione sul cavo dei dati, per il resto si monta come
l'altro modello. Non bestemmiare se una volta acceso il computer il disco non
parte; se hai un modello di cassetto simile a quello appena descritto, la
chiave fa anche da interruttore; il disco e le ventoline non vengono alimentate se il cassetto non è chiuso a chiave. Questa, che apparentemente può essere
una scocciatura, può diventare un'ancora di salvezza se hai un bambino in casa
che, nel bel mezzo di un lavoro, va a tirare la maniglia del cassetto. Dovendo
per forza lavorare con il cassetto chiuso a chiave, questo problema non sussiste; certo, tirando forte si ppotrebbe anche spaccare tutto ma.... Questa è
un'altra faccenda. A causa delle ventoline, il rumore del computer aumenta un
pochino soprattutto perché al classico fruscio si aggiunge una specie di nota
che non so da dove provenga. La si sente soprattutto con un determinato disco
ma non ho provato a mettere quell'hardisk nell'altro cassetto. Quello che
invece so è che lo stesso cassetto e lo stesso disco fanno un rumore irrisorio
se provati all'esterno del computer tramite un alimentatore che tengo per
provare gli apparecchi. Evidentemente c'è qualcosa che entra in vibrazione per
simpatia quando le ventoline aspirano l'aria all'interno del pc. C'è chi
sostiene che questi cassetti rallentano i dischi. Per quel che riguarda il
sata posso affermare che sono tutte palle. Da dos reale e senza nessuna
cache ho cronometrato la copia di quasi ottocento mega da una directory
all'altra dello stesso disco prima e dopo l'installazione del cassetto senza
trovarvi differenze.
Nota del 2015: avrai notato che non ho mai menzionato le marche dei cassetti: all'epoca non acquistavo in internet dove è facilissimo sapere la marca e il modello di ciò che si acquista anche per un non vedente. Non è altrettanto facile saperlo quando si compra in negozio dove magari ti dicono una marca strana che non conosci e poi non ricordi oppure non la chiedi per quel componente e magari poi non ti metti ad acquisire la documentazione con lo scanner.
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Come aggiungere prese telefoniche alla linea di casa senza guardare il colore
dei fili; tipi di cavi e prese, un problema con i vecchi modem analogici
Un giorno un non vedente doveva aggiungere una presa telefonica alla linea di
casa e ci ha rinnunciato per i troppi fili da collegare. Quando si vuol fare
una cosa per la prima volta, l'importante è cominciare a farla nel modo più
semplice possibile. una volta capito il principio di base, si aggiungeranno
gli altri elementi a mano a mano che diventeranno necessari. L'articolo ha due
obbiettivi principali: la descrizione dei contatti di alcune prese telefoniche
e l'aggiunta di una presa alla linea di casa. Per fare quest'ultima operazione
basta collegare solo due fili e, volendo, possiamo fregarcene dei colori. Ma
andiamo con ordine. In commercio ci sono delle prese telefoniche che, oltre al
muro con le solite viti, possono essere fissate in altri posti tramite del
biadesivo in dotazione, ad esempio su una scrivania. Tuttavia, se devi fissare
una presa al muro, per metterla ben dritta ti puoi far dare un occhio da
qualcuno, a meno che tu non abbia una livella acustica; io non la possiedo e
quindi non ti so dire se sia davvero efficace in questo lavoro. C'è chi aferma
che con tale strumento riesce a mettere perfettamente dritti gli interruttori
della luce ma viste le diverse informazioni sbagliate ricevute da tale persona non sono sicuro che questa informazione sia esatta.
Potresti avere anche la necessità di fare un foro per passare da
una stanza all'altra; credo che l'uso di un trapano non abbia bisogno di molte
spiegazioni; adopererai un trapano adeguato con una punta da muro di piccole
dimensioni. Finora non ho mai fatto l'esperienza di ingraffettare il cavo
telefonico sopra il battiscopa dato che l'ho sempre passato dietro ai mobili
dove non si vede. Non passare il cavo del telefono all'interno delle canne o
canaline dell'impianto elettrico. Un cavo telefonico è costituito da una
guaina rotonda che lo ricopre; sotto di essa ci sono due o più fili isolati di
colore diverso, noi useremo quello con due fili. Analizziamo la classica presa
femmina da muro a tre poli, cioè la vecchia presa sip. Per farlo prendine una
che non abbia alcun filo collegato; aprila svitando la vite che trovi sopra di
essa. Appoggiala sul tavolo con il polo centrale verso di te. Osserva attentamente le varie viti che senti all'interno; ogni polo ha due viti ponticellate
tra loro con un lamierino. In tal modo è possibile collegare facilmente più
fili allo stesso polo. Verso il centro trovi due viti più grosse; svitandole,
vedrai che ognuna costituisce un portafusibile magari con un fusibile già
inserito. In fine ci sono altre due viti più piccole, una in basso a destra e
l'altra un po' più in alto. A queste due viti è possibile collegare i due fili
della linea telefonica solo se la presa contiene i fusibili. Non pensare di
proteggere un modem con quei fusibili che, dal punto di vista della sicurezza,
non servono ad un fico secco! Comunque, se sono inseriti, la vite in basso a
destra è in continuità con il polo superiore sinistro, quella un po' più in
alto è in continuità con il polo in alto a destra. Quest'ultimo polo è in
continuità con il polo centrale in basso perché la presa contiene anche un
interruttore. Prendi una spina maschio tipo sip priva di fili e inseriscila
nella presa, vedrai che, per effetto dell'interruttore presente nella femmina,
il polo superiore destro e quello centrale in basso non saranno più in continuità.
Nota: per provare la continuità tra due contatti ti basta un cicalino,
un tester scadente eccetera, l'importante è avere qualcosa che emetta un suono
quando i due poli vengono in contatto.
Togli la presa maschio e torna alla
femmina che appoggerai sul tavolo sempre con il polo centrale verso di te. Se
non usi i fusibili, i fili della linea, e ovviamente anche quelli per andare
ad una seconda presa, andranno collegati ai poli superiori. Il ppolo centrale,
che non useremo in questo articolo, serve per la commutazione della linea;
usando solo i poli superiori della presa o comunque solo le viti in continuità
con i fusibili, tutti i telefoni di casa saranno in parallelo e la comunicazione sarà udibile anche con più telefoni alzati. Fermo restando che se non ti
fidi della tua famiglia puoi usare il cellulare e chiuderti in bagno (cosa che
sarebbe odiosa perché non potersi fidare di chi ti sta accanto...) Ti dirò
che si riesce benissimo a sentire quando un altro telefono è alzato anche se
lo spione non parla. Attenzione: per avere una linea commutabile basta comunque collegare le varie prese di casa con il cavo a due fili come proposto in
questo articolo. I ponticelli andranno fatti all'interno delle prese. Adesso
che sai com'è fatta la presa sip, collega il cavo alle due viti della linea o
a quelle dei poli superiori a seconda che ci siano i fusibili o meno. L'altra
estremità del cavo la mandiamo ad una presa con plug, cioè quelle di tipo più
moderno e con un unico foro, di cui descriverò due tipi. Ci sono delle prese
plug con il foro della spina posto lateralmente, cioè posizionato sul lato che
determina lo spessore della presa. Queste prese possono essere fissate al muro
con le classiche viti oppure incollate con del biadesivo ad una scrivania; in
dotazione trovi un quadretto di biadesivo ma puoi usare anche quello di un
rotolo qualsiasi. Non ci sono viti per aprire questo tipo di presa, basta
forzare leggermente con un cacciavite a taglio dalla parte del plug in modo
che le due parti escano dall'incastro. Una volta aperta, metti la presa sul
tavolo con il plug verso destra. Puoi notare quattro viti che contengono già i
fili che provengono dal plug; a queste viti andranno collegati anche i fili
della linea ed eventuali ponticelli. Nella seguente tabella trovi la corrispondenza dei contatti tra questo tipo di presa plug e la presa sip vista
prima. Dovrai mantenere la presa appena vista con il plug verso destra.
Presa con plug laterale presa sip
in alto a sinistra in alto a destra
in basso a sinistra in alto a sinistra
in alto a destra polo centrale inferiore
in basso a destra vuoto.
in pratica, per la linea useremo le viti in alto a sinistra e in basso a
sinistra. Abbiamo un polo vuoto perché le prese plug ne hanno quattro mentre
la vecchia presa sip ne ha solo tre. Il secondo tipo di presa plug che vado a
descrivere è una bipresa con la vite per aprirla e i due plug posti sopra di
essa ma senza viti per fissare i fili; questi andranno vrappati con dei capuccetti che vengono dati in dotazione alla presa. Una volta aperta, forzando
leggermente attraverso appositi fori che trovi sul retro, puoi togliere i due
plug dal guscio della presa in modo da essere più libero nell'attaccare i
fili. Potrai notare che i plug sono collegati meccanicamente tra loro. Se
scegli questa opzione per attaccare i fili, ricordati il senso in cui erano
inseriti i plug nella scatola, lo noti facilmente tenendo presente da che
parte è la linguetta di un cavo plug eventualmente inserito nella spina.
Ricordati inoltre di passare il cavo nel foro della scatola prima di fissarlo
ai plug. Metti la presa o comunque i plug sul tavolo con la sede della linguetta verso di
te, partendo da sinistra verso destra ogni plug ha i contatti con le seguenti
sigle:
a1, a, b, g.
Nella tabella seguente trovi in contatti del plug e la corrispondenza della
presa sip:
bipresa con plug da vrappare presa sip
a1 polo centrale inferiore
a in alto a destra
b in alto a sinistra
g vuoto.
Praticamente la linea va collegata ai contatti a e b. Ovviamente, essendo una
bipresa ogni contatto del plug sarà ponticellato con il corrispondente del
plug accanto. Attenzione: se nel fare le prove di continuità usi un cavo con
una spina sip maschio e un plug all'altra estremità come quello del telefono
sirio per intenderci, avrai continuità anche tra il contatto g e quello in
alto a sinistra della presa sip. Questo perché in tali cavi al polo sinistro
del maschio vengono collegati due fili dei quattro che costituiscono il cavo.
Per collegare i fili a questo tipo di spina plug procedi come segue: avendo un cavo a due fili, togli
la guaina ma non l'isolante dei fili sottostanti. Passa il cavo nel
foro della scatola, infila uno dei due fili nel foro del contatto A. Certamente sarebbe meglio e didatticamente più corretto metterci quello con il colore giusto, ma come vedremo più sotto, certi casi la polarità non ha importanza.
Prendi in mano uno dei cilindretti in dotazione alla presa. Puoi notare che oltre ad
essere forato, da un lato ha anche un taglietto. Il filo posto nel contatto A
va piegato verso l'esterno del plug in modo che, infilandovi il cilindretto
con il taglietto in corrispondenza di esso, vada ad incastrarsi nel
taglietto del cilindretto. Spingi con una certa forza in modo da far penetrare
il cilindro per tutta la sua corsa nel contatto A. In tal modo sul filo avvengono delle micro spellature che servono al contatto elettrico.
Togli il cilindretto, il filo resta comunque collegato al contatto A tramite le microspellature della guaina e il contatto metallico della presa. Prendi un pezzettino di filo per ponticellare il contatto A del primo plug con lo stesso contatto del secondo ed inserisci il cilindretto come sopra lasciandovelo permanentemente se non hai altri fili da collegare su quel contatto.
Nota: se dalla bipresa che stai mettendo vuoi andare ad un'altra
presa, metti il cavo per collegarla sul secondo plug là dove metterai l'estremità ancora libera del ponticello.
Fai le stesse operazioni con il contatto B. I fili si tolgono compiendo l'operazione inversa anche
se non è molto pratica. Adesso abbiamo la nostra linea che in molti casi sarà
funzionante anche se non abbiamo guardato il colore dei fili. Per il classico
telefono sirio della telecom la polarità non ha nessuna importanza, ce l'ha
invece per l'euroset 812; se il tuo apparecchio pretende la polarità giusta e
per caso l'hai invertita, succede quanto segue. alzando il telefono avrai il
segnale di libero come al solito che rimarrà tale per un certo periodo, poi
passerà ad occupato. Riagganciando il telefono ovviamente il suono si interromperà ma, rialzando la cornetta, non verrà ripristinato il segnale di libero e sentirai ancora l'occupato.
Per avere il segnale di libero in modo da poter fare
il numero, dovrai staccare e riattaccare la spina dell'apparecchio. Naturalmente è una cosa scomoda. Cambia la polarità ai due fili che abbiamo collegato, meglio se lo fai in una presa con le viti. Le prese plug utilizzate in
ambito domestico accolgono una spina con sei contatti anche se ne vengono
usati solo quattro, sono liberi quelli laterali. Per contare i contatti di una
spina del genere metti l'unghia in cima ad essa dalla parte opposta alla
linguetta. Sentirai dei taglietti che percorrono la parte che verrà infilata
nella presa. Nel contarli di fretta potresti sbagliare perché quelli laterali,
non essendo usati, sono leggermente più stretti; anche un vedente può sbagliare perché, come ho potuto notare, tende a guardare solo quelli colorati in
maniera diversa rispetto alla spina saltando quelli non usati. Per costruire
un cavo con queste spine è necessario avere una pinza adatta e si usa un cavo
piatto con quattro poli. La spina della cornetta telefonica è più piccola e ha
quattro contatti; non ho mai osservato se il cavo in essa inserito ha quattro
poli o solo tre come nei vecchi telefoni a disco il cui cavo andava all'interno della cornetta. C'era una massa comune, il filo del microfono e quello
della cuffia. Forse ti sarà già capitato di collegare un telefono alla seconda
presa di un modem analogico e di scoprire che non funziona. In alcuni modem
molto vecchi tale presa era funzionante ma non perfettamente parallela alla
prima visto che, come capitava in un vecchio intel del 1994, non era del tutto
indifferente collegare la linea o un telefono a una delle due prese; il telefono funzionava in entrambi i casi ma non il collegamento via modem. In altri
apparecchi un po' più recenti, nella seconda presa non arriva il segnale di
libero; evidentemente l'hanno fatta per altri standard non domestici o per
Paesi che usano standard diversi, ma in pratica non lo so. Quello che invece
posso affermare con certezza è che con quattro o addirittura sei fili di una
spina del genere si possono fare molte combinazioni di collegamento soprattutto quando ci vogliono solo due fili per far funzionare la linea telefonica.
Tuttavia, anche se tale presa funzionasse, a mio parere non è mai cosa saggia
collegare il telefono in quel modo; se prima di coricarti stacchi il modem per
paura di eventuali temporali, rimarrai anche senza telefono che invece può
servire per qualsiasi evenienza.
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Winmedos: utility poco vantaggiosa, problemi con mb408l, internet come pappagallo e altre note su windows millennium, 98 e freedos
Forse questo titolo ti sembrerà una cozzaglia di argomenti e ti aspetti un
articolo strampalato. Non so come sarà questo scritto, certo è che a me capita
di mettermi a fare una cosa e di incontrare un problema; nel cercare di risolverlo ne scopro molti altri ed allora... Pensa che alcune note che troverai in
questo articolo partono da un problema di windows xp di cui parlerò in quello
successivo. Ma basta con i preamboli. Le prove sono state fatte con windows
millennium versione 4.90.3000. Winmedos è un'utility che permette di caricare
windows millennium in modalità dos reale partendo da disco fisso come si
faceva con windows 98 senza tuttavia modificare il flag bootgui nel file
msdos.sys. Siccome io con internet mi rompo le scatole, un amico mi ha inviato
la documentazione e tre versioni di questa utility di cui ho provato solo la
1.3 scaricabile dal sito:
www.geocities.com/mfd4life_2000/mfddme13.zip
Il sito contiene alcune spiegazioni in italiano su questa utility e raccomanda
di leggere anche quelle in inglese che si trovano all'interno di essa. Ti
posso assicurare che tale raccomandazione non serve perché all'interno
dell'utility ci sono le stesse cose che hai letto in italiano, lo capisce
anche uno come me che con l'inglese non va d'accordo. In italiano ed in inglese viene fatto lo stesso esempio di caricamento di windows millennium che, per
i motivi scritti più avanti, è davvero assurdo. Ecco perché nel titolo dico
che internet è un pappagallo o se preferisci un ripetitore. Spesso, internet
non fa altro che ripetere a pappagallo ciò che altri siti riportano senza
metterci un minimo di creatività e di autocritica. Scompatta il file zip in
una cartella vuota. L'utility serve a modificare tre file che copierai nella
stessa cartella in cui l'hai scompattata; essi sono: command.com, io.sys e
regenv32.exe. Per comodità, i primi due li trovi nel percorso:
\windows\command\ebd
dove non sono nascosti; il terzo file lo trovi solo in:
\windows\system
Lanciando l'utility senza alcun parametro, essa modificherà i tre file scritti
sopra ammesso che si trovino nella stessa cartella in cui risiede il programma. Puoi notare che viene cambiata la data dei file ma non le dimensioni; con
il programma dos fc ho fatto il confronto tra il command modificato e quello
vecchio ed in effetti ci sono delle differenze; non ho provato con gli altri
due. Adesso copia il file io.sys appena modificato sovrascrivendo quello che
si trova in radice; fai la stessa cosa con il command che copierai anche nella
cartella windows; nella cartella \windows\system sovrascriverai il file
regenv32.exe.
Nota: io.sys e command.com posti in radice del disco in windows
millennium sono nascosti.
Internet non dice che per il funzionamento del
sistema non è necessario che questi due file siano nuovamente nascosti. Fai
invece attenzione che a volte io.sys non viene sovrascritto esattamente dove
si trovava il vecchio file, non so il perché ma succede. L'ho notato nel
ripristinare i vecchi file in modo da mettere windows millennium allo stato
originale. Il computer non partiva più e avevo il messaggio
invalid system disk
Per mettere a posto le cose dovrai far partire il sistema con il floppy di
ripristino di windows millennium e trasferire i file di sistema in c: tramite
il programma sys.com del dos. Attenzione: il disco di ripristino di windows
millennium è fatto per chi vede; per caricare il computer in dos reale partendo da floppy dovrai modificare il config.sys e l'autoexec.bat in modo che
all'avvio il computer vada al prompt di A: senza tanti fronzoli; poi caricherai la sintesi o la barra braille. Il programma sys.com lo trovi nel disco
fisso in
\windows\command
oppure nel file ebd.cab del floppy. Ma torniamo alle
cose da fare per far caricare windows millennium in dos reale da disco fisso.
Al config.sys aggiungi la riga seguente:
device=c:\windows\ifshlp.sys
Il sito e le istruzioni in inglese dell'utility dicono anche di fare un'ultima
modifica al sistema aggiungendo la riga seguente in autoexec.bat:
c:\windows\win.com
D'accordo, ma con una stringa del genere il computer di certo non si ferma al
dos ed inoltre non era necessario specificarne tutto il percorso; win.com farà
partire windows in automatico a meno che, dal menu Esecuzione automatica, non
si prema maiusc+f5 per andare al prompt dei comandi. Infatti il loro esempio
non consiste nel fermare il computer al dos ma di fare il caricamento passo-
passo. Si tratta di un esempio fasullo visto che tale operazione la si poteva
fare anche senza l'utility e senza le modifiche scritte sopra. A tale proposito vedi il menu Esecuzione automatica di microsoft windows millennium descritto nel numero 52 al quale si accede premendo ctrl durante l'avvio del pc. Con
le modifiche scritte sopra, tale menu contiene meno opzioni; in particolare,
con i numeri si accede solo all'avvio normale; è riapparso invece il comando
maiusc+f5 per andare al prompt dei comandi. In alternativa a maiusc+f5 puoi
non mettere la riga
c:\windows\win.com
in autoexec.bat; così il computer si fermerà al prompt del dos e per far
partire windows digiterai semplicemente win come si poteva fare con il 98.
Ricordo anche che il computer si ferma al dos indipendentemente da come è
settato il flag bootgui in msdos.sys. Per chi usa la barra braille mb408l c'è
una brutta sorpresa. Indipendentemente dal fatto che si usi il floppy di
ripristino o le modifiche scritte sopra per andare al dos reale di windows
millennium, quando carichi il programma mb408l.exe la macchina si imballa. Il
programma xparla.com con la vecchia difon2 funziona. Per far funzionare la
barra braille bisogna caricare il keyb della tastiera italiana e la sintesi
vocale difon2; dopo queste operazioni, se hai un'altra porta seriale a disposizione, puoi lanciare mb408l.exe, roba da matti! Invece la riga braille funziona
benissimo con il programma dos se lanciato dalla finestra di windows.
Chi ha letto i vecchi numeri di Fuori serie saprà come si comportava un disco
serial ata da 120 Gb collegato ad una scheda Asus p4pe ed il programma fdisk
di windows 98. Con un disco Maxtor da 160 gb, dopo aver fatto gli array su di
esso come spiegato nel numero 41 ma senza formattarlo, fdisk /status di windows millennium mi ha dato capacità sballate come del resto sono sballate
quelle che mi dà fdisk /status di windows 98 se usato con lo stesso disco.
Dopo la formattazione fatta con windos 98, la capacità è quasi giusta, mancano
circa quattro giga. Prima della formattazione, anche fdisk di freedos presente
nel cd della scheda madre, dà capacità assurde. Tornando al millennium, termino l'articolo segnalando quanto segue: quando siamo sopra ad un file, usando
il menu di contesto avremo sempre la voce Apri con senza premere lo shift e
anche quando quel tipo di file è già stato associato ad un programma. Con word
di office 2000, jaws 451 legge male la finestra che serve a cambiare carattere
in un testo. In particolare, scorrendo con le frecce l'elenco dei caratteri,
legge sempre quello sopra al punto in cui ci si trova; per leggere quello
attualmente selezionato premi insert+freccia su. La prova l'ho fatta solo con
un pentium III, potrebbe non succedere con altre macchine. Sempre con jaws
451, con outlook express in dotazione a windows millennium c'è un problema
quando scrivo un nuovo messaggio di posta usando la macro ctrl+n; la sintesi
legge il pulsante visualizza icone grandi e non l'indirizzo del destinatario.
Funziona un po' meglio se faccio la stessa operazione usando la barra dei menu
selezionando nuovo, messaggio di posta; che scocciatura!
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Prove di installazione di windows xp con la scheda asus p4pe, considerazioni sui dischi sata e il fulmine stramaledetto
Sabato 13 agosto 2005: mi viene l'idea di installare windows xp e quindi
chiamo una persona per avere due occhi funzionanti tramite i quali registrare
i passaggi di installazione.
Nota importante: un amico mi ha inviato i passaggi di installazione di windows xp professional ma non possono essere utilizzati dai non vedenti perché la registrazione che mi è stata fornita si limita a
dire ciò che verrà selezionato nella schermata x senza specificare come arrivare allo scopo. Se, con un vedente, ti capita di registrare passaggi del
genere, ricordati di metterti alla tastiera del computer in modo da essere tu
a manovrarlo; per forza di cose lui dovrà dirti cosa fare per andare avanti e
quindi, eseguendo fisicamente i passaggi, li capirai meglio.
Inoltre, chi ha
esperienza di installazioni "al buio," sa bene che non basta sapere la successione delle schermate per installare un programma, bisogna conoscere anche
come arrivare a selezionare una determinata cosa.
Torniamo al 13 agosto. Provo
ad installare windows xp in un disco serial ata maxtor da 160 gb collegato
alla solita scheda Asus p4pe con chipset Intel 845 di cui ho parlato nei
vecchi numeri che, se non l'hai fatto, dovrai leggere per capire fino in fondo
quanto dirò di seguito.
Nota: il modello della scheda è solo p4pe; le altre
sigle riportate nei vecchi numeri riguardano il chipset che in questo caso è
l'Intel 845. In internet, da non prendere mai per oro colato, il modello
veniva riportato come scritto in fuori serie. Presumo che la i stia per Intel;
sono invece sicuro che 845 non fa parte del modello perché ho controllato la
cosa in un negozio dove, purtroppo solo in forma virtuale, avevano una p4pex.
Nel manuale della mia scheda viene sempre scritto solo p4pe come riportato in
questo numero.
Torniamo a windows xp. Sapevo che non avrebbe funzionato ma
sono curioso e così all'inizio abbiamo provato ad installare xp senza premere
f6 per accedere ai drivers del disco serial ata. Come già accennato in un
vecchio numero, durante l'installazione windows xp può caricare dei drivers
che non sono presenti nel cd di installazione, lo si fa tramite la pressione
di f6. Non premendolo, xp carica una montagna di drivers, frulla, frulla e
alla fine mi dice che non riesce ad accedere al disco. In un floppy avevo
preparato i drivers di xp per il disco serial ata che sono posti nel cd della
scheda madre. Tuttavia, una volta premuto f6 per installarli, nell'andare a
leggere il floppy il computer diceva di non trovare un determinato file. Fatte
alcune ricerche ho scoperto che tale file si trovava nella cartella principale
dei drivers Promise e non in quella specifica per xp. Quindi, quando metti in
un floppy i drivers per il disco serial ata, copia anche i file che si trovano
in radice della cartella dedicata a quel dispositivo; anche se non ti servono,
puoi copiare pure le altre sottocartelle dedicate a windows 98 eccetera, tanto
si tratta di poca roba. Nel caso della scheda Asus p4pe basta copiare integralmente la sottocartella promise che si trova all'interno della cartella
drivers. Ti faccio notare che Promise non è solo la marca del software ma
anche quella del controller serial ata che si trova sulla scheda madre p4pe.
Una scheda madre della stessa marca ma di modello diverso può avere un controller serial ata di marca differente come quella che ho visto in negozio
lunedì scorso di cui non ricordo la sigla anche perché non l'ho acquistata.
Una volta copiato il software nel floppy, l'installazione sembrava continuare
senza problemi fino a quando è arrivato il momento di creare una partizione.
Il sistema non riusciva a vedere il disco fisso. Il mio amico mi dice di
controllare d'aver collegato correttamente il disco ma sia io che lui non
avevamo più tempo di fare prove e così abbiamo rimandato il tutto a quando
sarebbe tornato da Colonia dove andava per partecipare alla giornata della
gioventù. Mi sembrava strano d'aver collegato male il disco fisso e pensavo che
se avessi fatto gli array come spiegato nel numero 41, il sistema l'avrebbe
visto subito. Così, domenica 14 agosto, dopo essere stato a suonare in chiesa,
mi sono messo a fare gli array e il disco è stato subito visto dal sistema
senza intervenire sui collegamenti. Fin che l'amico era a Colonia ho fatto le
prove con i vari fdisc come forse hai letto nell'articolo precedente. Domenica
21 agosto: sono passate le 19 da un pezzo e c'è un temporale con tuoni abbastanza forti; durante il giorno quel computer non l'avevo mai acceso e quindi
ero tranquillo perché alla sera, prima d'andare a dormire, stacco sempre la
corrente e anche il modem. Ad un certo punto si sente uno scoppio e in mezzo
secondo vanno a farsi friggere: un televisore con relativo impianto d'antenna,
un relè delle lampade, un fusibile del trasformatore del citofono, una radio
trasmittente, un alimentatore (che forse si può ancora riparare), la presa
principale della linea telefonica, il modem che, porca puttana, non avevo
staccato e... la scheda madre del computer. Uno dei telefoni si è ulteriormente scassato. Già nel 2001, dopo un fulmine, aveva cominciato a fare un po'
di ronzio notevolmente aumentato dopo quello del 2005. Così, visto che non ne
trovo una identica, con assoluta certezza non saprò mai se, una volta fatti
gli array con la scheda Asus p4pe, windows xp si installa senza problemi.
Nota: dal 2001, quando ho bruciato un'altra scheda madre e l'alimentatore del
pc a causa del fulmine, avevo preso l'abitudine di staccare, oltre alla corrente, anche il modem; lo facevo anche d'inverno quando, salvo eccezzioni, non
ci sono temporali. Ma quando le cose devono capitare succedono lo stesso, alla
faccia delle precauzioni. Chissà poi perché non l'ho staccato proprio sabato
20 agosto, e perché ho scollegato la corrente e non il modem come le altre
volte?
Ritornando alla scheda p4pe e gli array, leggendo il manuale in inglese
sembra che questi non vengano scritti sul disco ma nella flash della scheda.
Poi c'è chi afferma che quando io eseguo gli array non faccio altro che attivare il controller del serial ata; e perché non lo attivano in fabbrica? E
perché non rimane attivo quando cambio disco? Si dice anche che l'utility per
gli array imposta la scheda per quel determinato disco; ma allora, se le cose
stanno così, bisogna dire che le impostazioni di un disco da 160 giga vanno
bene anche per uno da 120 visto che nel ritornare a quest'ultimo non devo
usare l'utility per gli array. Sinceramente mi sembra una spiegazione un po'
troppo arzigogolata.
Nota del 2015: come già scritto, gli array su disco non me li sono sognati io, avevo trovato informazioni in internet. E tuttavia probabilmente le impostazioni con l'apposita utility andavano a modificare o le impostazioni del bios della scheda madre o comunque una flash facente parte del controller anche se questa spiegazione non mi risolve tutti gli interrogativi scritti sopra. Pur non avendo potuto eseguire l'installazione di xp con tale scheda a causa del fulmine, da quanto scritto in questo articolo sono quasi certo che una volta fatte le impostazioni con l'apposita utility avrei potuto installare xp senza problemi. Certo è che non bastava slamente caricare i driver con f6 come mi avevano fatto credere e come avevo ipotizzato nel numero 41.
Le schede madri che proverò in seguito non necessitano di tale impostazione per i dischi.
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Dove vivono i non vedenti?
Inverno 2005: telefono a una persona ma trovo la madre con la quale faccio due
chiacchere. Poi sento i miei che hanno portato a casa un elettrodomestico e
armeggiano un po' e allora più o meno dico: "ti saluto perché vado a vedere
cosa fanno." Lei rimane un po' perplessa e poi dice: "ma usi anche tu la
parola vedere?" Rispondo di sì e che la utilizzo in senso lato; le faccio
capire che non voglio nascondere il fatto che non ci vedo ma non sono nemmeno
sempre lì a sottolinearlo quando non è necessario. In fin dei conti anche tra
ciechi si dice: "hai guardato quel programma?" Di certo quella persona non ha
avuto molti contatti con chi non vede. Agosto 2005: vado a mangiare una pizza
e tra le persone ce n'è una che non avevo mai visto prima di quella sera. Di
solito non faccio discorsi sui ciechi ma se mi vengono fatte delle domande non
mi tiro indietro e cerco di rispondere meglio che posso. Così ho scoperto che
anche quella persona non aveva mai frequentato ciechi e che non ne sapeva un
fico secco! La sera sucessiva vado ad una cena organizzata in una parrocchia
vicino al mio paese dove suono la domenica. Anche in quell'occasione mi vengono poste delle domande da una persona che mi conosce poco anche perché abita
lì solo da qualche anno e così scopro che dei ciechi non sa un tubo. Settembre
2005: Ho bisogno delle parole di una canzone e telefono a Meris ma trovo la
segreteria. In tarda serata vengo richiamato dalla madre perché l'interessata
non era a casa. Ad un certo punto mi chiede se ho visto Meris in televisione
su rai tre; rispondo di no anche perché la tv non la seguo molto. Comincia a
farmi mille scuse per il fatto d'aver usato il verbo vedere; dice che non è
abituata ai ciechi eccetera. Rispondo che anch'io uso il termine
"guardare la televisione" e che lo faccio in senso lato; le dico che la cosa
non mi dà per nulla fastidio, anzi! Il fatto d'aver parlato spontaneamente
come si fa con tutti mi fa piacere. A questo punto però mi sorge spontanea una
domanda; ma dove vivono i non vedenti? Possibile che io nel mio piccolo incontri così spesso persone che dei ciechi non sanno un tubo? Oltretutto, le
persone menzionate provengono da Paesi diversi ma sempre dalla provincia di
Padova che ha un alto numero di non vedenti. Certamente un numero così basso
di fatti non è sufficiente per una statistica ma rimane comunque un segno da
non sottovalutare.
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