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Piccolo contributo all'autenticità; con il desiderio che siano sempre più le persone capaci di dire ciò che pensano. Il Centro elettronica e musica sperimentale non si assume alcuna responsabilità di danni a cose o persone derivanti dall'uso di questa pagina; "Fuori serie" non è una rivista, sono esperienze e considerazioni di chi desidera l'emancipazione delle persone. Se troverai degli errori non lamentarti più di tanto, cerca semplicemente di non farli.

Indice

La tecnologia raid

Come creare array su disco con l'utility Fastbuild e la stampante braille

Primi approcci e primi problemi con dischi serial ata

Hard disk esterno Lacie usb 2.0, programma Ghost e porte usb

Problemi nascosti della scheda audio integrata

La favola del mulo


La tecnologia raid

Di seguito trovi alcuni appunti sulla tecnologia raid con dati presi da internet arricchiti da mie considerazioni. Per esperienza personale conosco in minima parte questa tecnologia. Consiglio di leggere anche l'articolo successivo che spiega come usare l'utility fastbuild per la creazione di array su disco tramite la stampante braille.
Nota del 2015: probabilmente ciò che in questo e negli articoli successivi chiamo array su disco, non è altro che una configurazione dei primi controller sata ma non avrò il tempo di verificarlo perché, come leggerai in un numero successivo, un fulmine ha pensato bene di uccidermi la scheda madre prima che lo potessi fare. Tuttavia all'epoca anche in internet nel parlare di questa configurazione si diceva "fare la pelle al disco", ed infatti array significa anche rivestimento.
Raid significa redundant array of independent disk. In modi differenti, permette di intervenire sui seguenti aspetti degli hard disks:
1: capacità,
2: velocità,
3: sicurezza dei dati.
Il raid serve a configurare e legare tra loro in modo che lavorino in sincronia due o più hard disk possibilmente uguali come capacità e prestazioni. Questo legame può avvenire in modi differenti dipendenti dalla modalità raid adottata. Le modalità che ho trovato sono le seguenti:
raid 0: questo tipo di configurazione può essere fatto in due modi come segue:
raid 0 modalità striping: lega tra loro due o più hard disk facendoli vedere al sistema come se si trattasse di un'unica unità fisica. Praticamente il contrario di quanto si fa con le partizioni multiple dove, pur avendo un'unica unità, si fa vedere al sistema più di una (unità logiche). Tuttavia, la modalità raid 0 striping non esegue una semplice somma delle capacità degli hard disk collegati. La capacità totale degli hard disk collegati terrà sempre conto di quello più piccolo come nell'esempio seguente. Supponiamo di collegare in modo raid 0 striping tre dischi fissi con capacità di 4, 5 e 7 Gb; così facendo si ottiene un'unica unità da 12 Gb perché si multiplica il numero dei dischi, (in questo caso tre), per la capacità del più piccolo, (in questo caso 4 Gb); quindi avremo 3*4=12 perdendo però 4 Gb rispetto alla somma totale delle capacità dei dischi fissi che sarebbe stata di 16 Gb. Ciò nonostante questa modalità offre il vantaggio di una lettura sequenziale più veloce. D'accordo, e se io collegassi tre dischi di capacità uguale sempre in modo raid 0 striping?
raid 0 modalità spanning: con questa modalità si sfruttano tutte le capacità dei dischi collegati e quindi, tornando all'esempio fatto sopra, avremo un'unica unità da 16 Gb. Si perdono però i vantaggi in velocità di lettura sequenziale della modalità striping.
Raid 1 (chiamato anche mirroring): si collegano due dischi e i dati vengono scritti su entrambi in modo che il secondo sia l'esatta "fotocopia" del primo. La modalità mirroring non aumenta la velocità dei dischi che resta quella di un singolo hard disk; inoltre, si ha uno spreco di spazio perché la capacità totale degli hard disk rimane quella di un singolo disco. Ciò nonostante, questo tipo di collegamento offre molta sicurezza per i dati; se ad esempio abbiamo una perdita o il danneggiamento di dati nel primo disco, il sistema andrà a cercarli automaticamente nel secondo. E' anche possibile sostituire uno dei due dischi danneggiati senza fermare il sistema e ciò costituisce un vantaggio in quelle situazioni in cui non è conveniente spegnere i computer (vedi stazioni radio dove ormai la musica è tutta su mp3, o le banche). Non so dirti come il computer segnala l'errore; infatti, quando questo si verifica, bisognerà sapere quale dei due dischi sostituire perché se si toglie quello funzionante...
raid 0+1: questa modalità fornisce i vantaggi dello striping e del mirroring visti sopra. Servono quattro dischi; due in modo striping, mentre il terzo ed il quarto formano il mirroring dei primi due cioè la copia dei primi due. In questo modo con i primi due abbiamo le buone prestazioni dello striping mentre il terzo e il quarto disco danno la sicurezza dei dati tramite il mirroring. Certo è che in queste condizioni, oltre alla spesa dei quattro dischi, abbiamo un notevole consumo di energia e quindi bisognerà avere un alimentatore adeguato; avremo anche un notevole surriscaldamento del computer e quindi la necessità di mettere una o due ventole supplementari. Le ventole, unite al ronzio dei dischi, faranno sì che il computer sia molto rumoroso. La rumorosità di un computer non è un dato trascurabile soprattutto quando si lavora in ambienti chiusi (d'inverno) e per lunghe ore. Lo stesso rumore ascoltato per ore e ore alla fine stanca. Inoltre, anche in stazioni radio, la rumorosità del computer a volte dà fastidio. Se qualche volta ascolti radio 24, e magari con una buona cuffia che ti fa sentire le frequenze basse, sentirai che a volte quando c'è una telefonata, per diminuire il rumore di fondo il conduttore abbassa il cursore del microfono quando non deve intervenire.
Raid 5: due dischi contengono i dati mentre il controller, tramite un'espressione matematica, calcola la copia di parità (parity). Quest'ultima contiene le informazioni necessarie a riscrivere i dati su uno dei dischi qual'ora, per qualsiasi ragione, risultino danneggiati o persi. La copia di array viene distribuita su tutti i dischi che compongono la catena raid.
Da notare che, come forse ho detto nel numero 39, oggi il collegamento raid tra più dischi a mio avviso è abbastanza superfluo. Ad eccezione dei casi in cui la sicurezza è davvero importante, oggi i dischi fissi sono talmente capienti e talmente veloci che non serve aumentarne le prestazioni con questo tipo di collegamento che resta valido, oltre che per la sicurezza, quando si usano dischi di vecchia data con piccole dimensioni; con il raid possiamo unire due dischi in modo d'avere un'unica unità capiente.

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Come creare array su disco con l'utility Fastbuild e la stampante braille

Nota del 2015: probabilmente ciò che in questo e negli articoli successivi chiamo array su disco, non è altro che una configurazione dei primi controller sata ma non avrò il tempo di verificarlo perché, come leggerai in un numero successivo, un fulmine ha pensato bene di uccidermi la scheda madre prima che lo potessi fare. Tuttavia all'epoca anche in internet nel parlare di questa configurazione si diceva "fare la pelle al disco", ed infatti array significa anche rivestimento.
La scheda madre Asus presa in esame nel n.39 contiene l'utility Fastbuild della Promise inc. Probabilmente questa utility è comune a diverse schede Asus, non so nelle altre. In ogni caso, per sapere quale tipo di raid supporta la tua scheda e come attivare l'utility per creare array su disco devi far riferimento al manuale della scheda in uso. Per conoscere i tipi di raid leggi l'articolo precedente. La scheda presa in esame nel n.39 supporta il raid 0 modalità striping e il raid 1 mirroring. dal manuale dell'hard disk esterno usb 2.0 Lacie apprendo che la modalità ntfs (acronimo di new technology filing system e modalità nativa di windows nt, 2000 e xp) offre la possibilità di mirroring (raid 1) e del raid 5; quindi, stando al manuale, non sarà possibile fare questi tipi di raid con la fat32? All'interno dell'utility per il raid il raid 0 striping e il raid 1 vengono chiamati rispettivamente stripe e mirror. L'utility si avvia durante il caricamento del computer tramite i tasti ctrl+f; per tanto non puoi leggerla con la sintesi o barra braille. Nel mio caso ho potuto leggere e trascrivermi i menu da solo usando la stampante braille. Durante il caricamento del computer premi ctrl+f subito dopo il beep di ok; quando il computer continua a lamentarsi con dei piccoli suoni, vuol dire che sei entrato nell'utility. Per stampare la schermata premi il tasto Stampa; consumerai tre pagine perché il testo non è formattato per il braille e quindi ci sono righe saltate e segni che non servono; pazienza, l'autonomia è più importante dei soldi!
Nota: quando stampi queste schermate o videate simili, se possibile usa il braille germanico della stampante, così avrai i numeri con il punto sei che ti permette di differenziarli dalle lettere; ciò ti consentirà di non confonderti nel caso di sigle composte da numeri e lettere.
Tornando a Fastbuild, si tratta di un programma arcaico le cui scelte si fanno con i numeri, in altri casi con le frecce e la barra spaziatrice. Si salva con ctrl+y. Entrando nei vari menu, ad esempio View array, puoi continuare a stampare le schermate; siccome dovrai fare questa operazione per ogni scelta, per non sprecare carta e tempo ti conviene trascriverti i menu e le scelte possibili in modo da fare al "buio" il maggior numero di manovre e di stampare solo le schermate più interessanti, quando devi essere sicuro d'aver fatto la scelta giusta prima di salvare.

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Primi approcci e primi problemi con dischi serial ata

La prova è stata fatta con la scheda presa in esame nel n.39 e con un disco serial ata Maxtor 120 Gb. Non ho capito fino in fondo la faccenda, quindi, se ci saranno ulteriori sviluppi, ti aggiornerò nei prossimi numeri. Se la scheda che hai in uso ha due controller per il serial ata è del tutto indifferente collegare il disco al primo o al secondo.
Nota del 2015: certamente il disco funziona in entrambe i controller ma, come vedrò in futuro, il loro comportamento non è identico.
Fatta questa operazione e caricato il computer da floppy con il dos di windows 98, se fai fdisk /status noterai che il disco fisso non viene visto. Inoltre, se vai nell'unità del disco fisso, questa sarà non valida. Attenzione: se nel floppy di caricamento hai messo il driver per il cd-rom, questo si posizionerà in c perché tale lettera non viene occupata dal disco fisso. Anche chiamando fdisk senza alcun parametro avrai la spiacevole sorpresa di non poter accedere al disco per fare le partizioni. Mi è stato detto che tutto ciò è regolare ma... Insomma non lo so, ed inoltre ho provato solo su una scheda e un solo disco serial ata. E poi io sono peggio di San Tommaso! Lui almeno era ed è diventato santo! Per far vedere a fdisk il disco collegato, l'unica soluzione è stata quella di creare un array su di esso (vedi i paragrafi precedenti per ulteriori informazioni). Con autosetup dell'utility fastbuild vista nel paragrafo precedente, mi si è creato un array in modo stripe, quindi in raid 0. Così facendo però succedono cose abbastanza nebulose per la mia conoscienza, scusate, ognuno ha i propri limiti, non si può sapere tutto! Innanzitutto fdisk mi vede solo circa metà disco. Partizionandolo con un'unica partizione inizio/fine, succede che all'inizio della formattazione il computer dice che sta formattando circa metà disco (57 e rotti Gb, ora il numero esatto non lo ricordo), al termine di tale operazione però avremo 117 Gb (e rotti), quindi quasi tutto il disco che è da 120 Gb. D'altra parte, la perdita di qualche giga potrebbe essere dovuta al raid 0 striping (vedi primo articolo di questo numero); solo che qui non ci troviamo di fronte a due unità e inoltre, ammesso che il disco sia stato diviso in due parti, queste sono perfettamente identiche perché appartenenti alla stessa unità fisica. da quanto mi è stato detto in un negozio e da quanto ho letto in internet, gli array su disco andrebbero fatti solo quando si hanno a disposizione due unità; tuttavia è stato l'unico modo per far funzionare il tutto con windows 98se. Mi si dice che con windows xp le cose siano diverse. Durante l'installazione di tale sistema operativo, bisogna premere f6 per far caricare da floppy o da cd i driver che servono a far vedere al computer il disco serial ata. In tal modo non ci sono i problemi esposti prima e non si fa nessun array. Per il momento non ho fatto questa prova. Da notare infine che se si cancella l'array del disco i dati non vengono persi. Ripristinandolo con l'autosetup di fastbuild utility (ma penso proprio che si faccia anche con la funzione rebuild della stessa utility), tutti i dati scritti in precedenza riappaiono sul disco.
Nota del 2015: proprio perché tutti i dati riapparivano su disco nonostante fosse stato tolto e poi ripristinato l'array, mi fa pensare che la configurazione non venisse fatta su disco ma sul controller. Quanto poi alla faccenda di xp, è vero che chiede i driver tramite f6 ma questi servono a windows e non a far vedere il disco alla scheda. Spesso i negozianti non sanno più di chi chiede informazioni, anche se una risposta te la danno sempre.

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Hard disk esterno Lacie usb 2.0, programma Ghost e porte usb

L'articolo che segue contiene delle lacune che riguardano il programma Ghost; lo scrivo ugualmente sia perché lo spirito di Fuori serie non è quello di un libro e sia perché spero che qualcuno ne sappia più di me e metta a disposizione le sue informazioni.
L'hard disk usb 2.0 Lacie è un disco da 160 Gb che si collega alla porta usb 2.0 ma che funziona anche con la 1.1, naturalmente a velocità ridotta. Le porte usb 2.0 trasferiscono dati fino a una velocità di 480 Mbps mentre le 1.1 solo fino a 12 Mbps. Non ho letto tutte le istruzioni del disco Lacie ma penso siano esaustive. Tuttavia non troverai quello che segue perché parleremo del collegamento in modalità dos e dei problemi relativi ai programmi per non vedenti con l'uso di windows. Utilizzare il dos per le unità usb può essere utile, oltre che per il normale accesso ai dati con tale sistema operativo, anche per memorizzare l'immagine del proprio disco fisso sull'unità usb tramite il programma Ghost. Come molti sanno, Ghost è un programma della Symantec che permette di creare l'immagine del disco fisso e di memorizzarla su vari supporti. Il programma si installa da windows ma può lavorare in dos tramite un dischetto di avvio. Da windows puoi creare con Ghost il dischetto di avvio contenente i driver necessari al dispositivo che userai per la memorizzazione dell'immagine del disco fisso; poi da dos reale farai l'immagine vera e propria. La cosa è anche ovvia visto che in tal modo puoi fare il backup di tutto il computer senza avere file in uso da parte di windows. Naturalmente Ghost può essere chiamato da dos reale anche senza il dischetto di avvio ma in tal caso devi stare attento a tutti i problemi di memoria tipici del dos che, come sai, è molto legato a quella convenzionale. Se nel config.sys del tuo computer vengono caricati molti driver, potresti avere dei problemi di memoria insufficiente o dei conflitti. Anche da dos Ghost lavora in modalità grafica e quindi non è leggibile con le sintesi e le barre braille (il problema della grafica in dos non è mai stato risolto). Puoi aggirare questo problema facendo dei file bat con i parametri necessari al tipo di lavoro che stai facendo. Mi piacerebbe conoscere il significato di tutti i parametri di Ghost; tra i non vedenti girano dei dischetti di avvio, provenienti da fonti diverse, ma non ho mai trovato la traduzione della lista dei parametri. Ghost 2003 è in inglese e per chi conosce tale lingua molto poco come me è un problema. Tuttavia non sono stato con le mani in mano e ho cercato di far tradurre le istruzioni da due persone vedenti ma ho avuto delle belle promesse e niente fatti. Darò comunque un'occhiata alle istruzioni, per il momento ecco quanto segue. L'hard disk usb Lacie non è stato progettato per il collegamento dos o comunque non c'è nessun driver per quel tipo di funzionamento. Lo dico con sicurezza perché ho scritto al supporto tecnico. Siccome sono testardo l'ho fatto funzionare ugualmente anche se con i problemi e gli interrogativi scritti di seguito. All'inizio avevo un dischetto di avvio che mi ha dato il signor M.; M. è una persona che ha tante cose, che accumula, accumula, libri, programmi, sintesi, computer eccetera ma che poi di testa propria non fa un accidente; lo dico come dato di fatto, uno è libero di non fare un tubo, per carità! Solo che poi bisognerebbe comportarsi di conseguenza e cioè di non far vedere agli altri che si fa molto quando non è vero. E poi, se me lo consentite, a volte mi viene da pensare che certe persone si comportino come chi volesse dare un bel dolce ai maiali i quali Magari, più che mangiarlo, lo calpestano. Questa è l'immagine che ho a volte quando certe persone accumulano, accumulano e poi, di tutta questa grazia di Dio, non ne fanno un tubo e la disprezzano al punto tale da non guardarla nemmeno. Comunque ho scoperto che con Guest versione 8.5 del 2002 della Iomega e con aspiuhci.sys della stessa ditta potevo far partire il mio disco Lacie anche da dos. Al contrario, aspiohci.sys accluso al dischetto del signor M. non è adatto ai miei computer come vedremo. Pensavo che i programmi scritti sopra fossero acclusi a qualche apparecchio Iomega (potrebbe anche essere che lo siano), ma dopo aver chiesto al signor M. e non aver ottenuto risposte perché lui le cose se le fa fare e quindi non sa esattamente da dove provengano, mi sono messo a fare esperimenti con ghost 2003. Non ti sto a raccontare tutti i particolari delle prove perché al mondo ci sono romanzi più piacevoli di quello che dovrei scrivere per dirtele. Da windows carica Ghost e seleziona Ghost utilities e da queste norton Ghost bot Wizard che ti permette di creare il dischetto di avvio. Appare la schermata di benvenuto, scegli Avanti. Qui ci sono varie opzioni, vedremo solo quelle che ci interessano per il nostro articolo. Se attivi la casella Usb support, il programma non ti dà la possibilità di scegliere il tipo di usb e non ti mette il programma Guest nei dischetti di avvio, (che in questo caso sono due), anche se attivi la casella che assegna una lettera dos al drive; ti mette i file aspiuhci.exe e aspiohci.exe caricati da un device di config.sys; non ho provato a fare un'immagine del disco fisso con questo tipo di dischetto di avvio ma in condizioni normali di utilizzo del dos non si riesce ad assegnare nessuna lettera al disco usb sia perché guest non c'è ma soprattutto perché, anche mettendocelo, non riesce a farlo perché evidentemente non trova i sys caricati. Non so se questo succede solo con il disco Lacie, provaci! Al contrario, se lasci disattivata la casella Usb support e attivi il tipo di usb dal pulsante radio, avrai la seguente configurazione. Con usb 1.1 avrai un dischetto di avvio con aspiuhci.sys e aspiohci.sys, mentre con la 2.0 avrai aspiehci.sys. Ci sarà anche Guest.exe versione 8.5 del 2002 e i driver .sys avranno le opzioni /int e /all. Gli altri passaggi per completare il dischetto di avvio sono intuitivi e quindi non li scrivo. Tieni presente che se scegli di formattare il dischetto, a fare tale operazione non è Ghost ma windows; Ghost ritorna quando scegli Chiudi a formattazione terminata. Non far copiare i file di sistema durante la formattazione perché Ghost mette i suoi che sono decisamente più piccoli. Come già accennato, sono riuscito a far funzionare il disco Lacie solo con aspiuhci.sys e quindi solo in modalità usb 1.1; funziona con un pentium III e solo con due delle sei porte usb presenti nel pentium 4 in mio possesso. Evidentemente le due porte funzionanti del pentium 4 si differenziano dalle altre per le loro caratteristiche.
Nota del 2015: tenendo conto della correzione nel numero successivo e di quanto scoprirò in seguito dico: la scheda aveva sei porte usb di cui quattro 2.0 che, come avviene con altre schede e porte, non accettavano aspiuhci o aspiohci proprio perché 2.0 e non 1.1. Al contrario le altre due porte accettavano indifferentemente aspiehci e aspihuci e quindi, pur essendo 2.0, simulavano perfettamente le 1.1 anche da dos. al momento aspieci non funzionava per un'incompatibilità della versione del driver.
Per fare delle prove puoi mettere i driver .sys nel config del disco fisso nel quale metterai anche Guest in una directory servita dal path; tieni presente i problemi di memoria visti prima e anche il fatto che Guest 8.5 non funziona se il computer carica emm386 (almeno nel pentium III è così, nel pentium 4 non ne sono sicuro). Himem non gli dà fastidio. Quando fai questo tipo di prove è importante caricare il minimo indispensabile anche per poter leggere i messaggi che appaiono sullo schermo dei programmi in prova appena caricati. A tale scopo, se possibile, inibisci il messaggio di avvio del programma di sintesi o barra braille e fai in modo che non venga pulito lo schermo con qualche cls nell'autoexec.bat o altro file bat; così facendo non occuperai lo schermo e non lo pulirai dalle scritte e potrai leggere i messaggi del config.sys. In alternativa, una volta che il computer è caricato, stampa la schermata iniziale con la stampante braille senza caricare la sintesi o la barra. Le porte usb 2.0 possono simulare quelle 1.1 andando a una velocità ridotta. Se in dos reale una porta usb 2.0 non funziona in modalità 1.1, la causa potrebbe dipendere dalla disattivazione di tale modalità dal setup del computer. Sempre da dos reale, se una porta usb 2.0 funziona solo in modalità 1.1 ma non in modalità 2.0 potresti avere la modalità 2.0 disattivata dal setup del computer. Ho fatto queste prove da solo entrando nel setup e provando le relative opzioni. Non ne sono certo ma pare che windows se ne freghi delle opzioni delle usb impostate nel setup ma dovrei fare altre prove per poterlo dire in maniera definitiva. Tenendo presente queste nozioni, i messaggi del config.sys che puoi avere caricando i driver aspi delle porte usb sono i seguenti:
porte usb 1.1 o simulazione di porte 1.1 da parte di usb 2.0:
driver e porta funzionante: id1=nome dell'unità collegata.
Nota: il valore di id cambia in base a quale porta si sta utilizzando. Esso sarà di 0 se si utilizza la prima porta usb del computer; probabilmente il valore di id tiene conto solo delle porte usb dello stesso tipo.
Apparecchio spento o collegato a porta usb non valida per il disco in uso:
no devices found.
driver non adatto al tipo di porta:
adapter not present.
Porte usb 2.0 caricamento di aspiehci.sys:
porta abilitata e apparecchio acceso:
installed successfully. porta abilitata ma con apparecchio spento:
no devices found.
modalità 2.0 disabilitata dal setup o non supportata dalla porta:
adapter not present.
Nel manuale del disco Lacie c'è scritto che tale unità funziona correttamente solo con controller di tipo ohci che vuol dire open host controller interface. Così mi aspettavo che in dos funzionasse con aspiohci.sys e che tale driver fosse quello per le porte usb 2.0. In realtà il disco Lacie funziona con aspiuhci.sys perché adatto ai miei computer e, come abbiamo visto, aspiuhci.sys e aspiohci.sys servono per le porte usb 1.1; aggiungo che aspiuhci.sys serve per i controller usb Intel e Via, mentre aspiohci.sys serve per i controller usb Sis e altre marche che non ricordo. Aspiehci è invece per le porte usb 2.0 e dovrebbe essere generico. Queste informazioni, oltre che con le prove con il Ghost, le ho ricavate anche da internet. Aspiehci mi si installa (naturalmente sulla macchina in cui ho le porte 2.0), ma poi non riesco ad assegnare una lettera al drive con il programma guest.exe. Sarà colpa del disco Lacie o di Guest? Se hai un disco usb di marca diversa, come ad esempio un Iomega, puoi fare la prova. Inoltre non so se guest 8.5 sia l'ultima versione disponibile o meno. Il disco Lacie di questo articolo viene visto come tale da risorse del computer di windows ma dal programma che lo gestisce e da gestione periferiche, come del resto da dos, viene visto come Maxtor 6Y160P0. Questo è un modello di disco della Maxtor realmente esistente, lo puoi trovare in internet. Forse, all'interno di questi box per usb in pratica magari si montano dischi di altra marca ma questa è solo una supposizione. Lavorando in windows ho notato dei blocchi con questo disco quando si copiano cose molto lunghe; ciò succede in modo particolare con la barra braille mb408l caricata. Le prove che ho fatto in windows però sono troppo poche per dire una parola definitiva. Da notare infine che, contrariamente a quanto si dice, le porte usb non solo non hanno bisogno di windows 98 per poter funzionare ma, come abbiamo visto, funzionano anche con windows 95 e, da quanto appena scritto, pure in dos. Inoltre, per una porta usb 2.0 non occorre per forza windows xp; se Ghost ha il driver per tale modalità vuol dire che può funzionare anche in dos. Quindi, quando senti le innumerevoli bagianate di negozianti e tecnici... beh, fatti una bella risata!

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Problemi nascosti della scheda audio integrata

Spesso le apparenze ingannano e ciò può essere valido anche per le schede audio integrate. Mi sono accorto che, contrariamente a quanto pensavo, la scheda audio integrata nella scheda madre Asus p4pe con chipset 845 descritta nel numero 39 non ha l'ingresso digitale per il cd-rom ma solo quello analogico. Le prese sono due, una è quella normale di un cd analogico, l'altra, di forma uguale, ha un'impedenza diversa e quindi poco adatta per il cd-rom ma più apropriata per altri dispositivi analogici (così dicono le istruzioni) che se collegati a tale presa non possono essere regolati dal mixer del programma audio. Forse qualcuno ricorderà che la presa midi di tale scheda non era presente in internet ma c'era nel manuale. In realtà la ragione sta nel mezzo. Infatti la presa midi c'è ma funziona malissimo e forse avrebbero fatto bene a non metterla. Innanzitutto la sezione mixer dedicata alla registrazione non contempla la regolazione del midi che invece hai nella sezione riproduzione. Se installi Cakewalk, con tale scheda audio non potrai registrare (almeno in realtime, non so nell'altro modo perché non lo so usare). Tuttavia, se colleghi una tastiera musicale puoi suonare con i suoni della scheda audio integrata ma l'operazione risulta davvero ardua a causa del notevole ritardo con cui il suono viene prodotto dal momento in cui premi il tasto. Praticamente c'è un ritardo superiore a quello presente in certi organi liturgici con la consolle da una parte e le canne dalla parte opposta e mal costruiti. Così, invece di suonare, potrai solo giocherellare con i suoni o al massimo fare degli accordi di accompagnamento. Magari qualcuno ti dirà che dipende dal cavo o dal programma. Ho collegato la stessa tastiera musicale ad un altro computer (più lento) usando lo stesso programma e lo stesso cavo ma adoperando la Creative live del 99; non c'è alcun ritardo e se proprio c'è è talmente minimo che non si nota. I problemi appena esposti non si notano quando si va in un negozio e ti fanno sentire un file wav (magari un piccolo campione). Ma, come si sa, un conto è giocare, tutt'altra cosa è lavorare anche se si può lavorare divertendosi. Ormai le schede madri dei computer hanno tutte (o forse quasi tutte) la scheda audio integrata. Una volta acquistato il computer, se non hai comprato una scheda musicale a parte, ti conviene fare le prove viste sopra se devi lavorare con le tastiere musicali.

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La favola del mulo

Quella che segue non è tutta farina del mio sacco; questa favola l'ho sentita raccontare e mi è piaciuta perché significativa (vedi la morale al termine). Se vogliamo usare il linguaggio musicale diciamo che io alla melodia ho aggiunto delle note di passaggio e l'accompagnamento con i vari timbri per l'arrangiamento. Però secondo te, la melodia di base chi me l'ha suonata?
In un paesino di montagna c'era una volta una famiglia con il babbo, la mamma, un figlio e la figlia minore. Era una povera famiglia come quasi tutte quelle del paesino. Vivevano dei frutti della terra, di piccoli lavori manuali e di tanta, ma proprio tanta buona volontà. Così, finita la scuola, il figlio maggiore della nostra famiglia si mise subito ad aiutare il babbo che, di tanto in tanto, portava al mercato di un paese più grande i frutti del proprio orto. Era unamattina di primavera, quasi estate. Gli uccelli cinguettavano e l'aria era tiepida. Il ruscello scorreva placido rallegrando con il suo suono le case che lo costeggiavano. Di tanto in tanto qualche uccello ci andava a bere una goccia d'acqua sollevandosi però in fretta, qualche gatto poteva essere nascosto tra i cespugli della riva. Francesco, il figlio maggiore, dormiva ancora; d'altronde era presto e la sera aveva fatto un po' tardi perché all'osteria del paese aveva bevuto un po' troppo. Non gli capitava mai di alzare il gomito ma quella sera, dopo aver saputo che Anna si sposava con quello sporcaccione di Sandro, proprio non ce l'aveva fatta a trattenersi. Il babbo, entrando nella stanza di Francesco disse: "alzati, su, forza, sbrigati, sono le sei e dobbiamo essere al paese abbastanza presto per poter vendere tutte le ciliege che altrimenti marciscono per nulla". Francesco, alzandosi e stiracchiandosi un po', borbottava tra sé: "al diavolo le ciliege e il mercato, e soprattutto quel porco di Sandro; ma guarda un po', con tutte le ragazze che c'erano, proprio Anna si doveva prendere? Ho anche mal di testa, massì, un po' di aria fresca mi farà bene". Dopo pochi minuti Francesco scese in cucina e fece colazione assieme alla sorella Lucia che gli disse: "beato te che vai al paese grande, almeno vedi un po' di mondo". E Francesco: "beata te che vai ancora a scuola, almeno puoi dormire sul banco quando quella cicciona della professoressa Berti spiega le solite cavolate; quella, quando spiega, anche se dormi non se ne accorge, tonta com'è. Vede solo bignè e cannoli, ma sbrigati, guarda che la coriera passa tra poco e non ti aspetta". Così, salutato il resto della famiglia, babbo e figlio, una volta caricato il carretto con le casse piene di ciliege, attaccarono il mulo ad esso e cominciarono la discesa verso la valle dove c'era il grande Paese. Il mulo era vecchio ma il babbo non aveva soldi per comprarne uno giovane e sperava che la bestia tirasse avanti ancora un po'. Siccome questa volta il carico era davvero grosso, il babbo decise di non salire sul mulo e di camminare a piedi per non stancare il povero animale. Anche Francesco non volle salire sul mulo; oltre alle ragioni del babbo lui ne aveva un'altra; camminare gli avrebbe fatto bene, si sarebbe un po' rilassato; la ferita del giorno prima bruciava ancora tanto. Discesero per un po' incontrando qualche casa e qualche passante. La gente, nel vedere i due, mormorava: "uarda che cretini quei due, hanno il mulo e camminano a piedi, cose da pazzi!". Antonio lo diceva a Isabella che invece di bella era tanto pettegola e lo comunicava subito a Silvana che, con tutti i fratelli e sorelle che aveva, in poco tempo una ventina di persone mormoravano la stessa cosa. Nonostante si parlasse piano, qualche bisbiglio finì per raggiungere i nostri protagonisti. Francesco, che in fondo era un buon ragazzo, disse allora al padre: "sali tu sul mulo, io posso anche camminare, magari poi quando sarò stanco ti darò il cambio, così non affatichiamo troppo la bestia". E così fecero. Scesero per un altro po' ma dopo qualche centinaio di metri cominciarono altri mormorii che più o meno dicevano: "che disgraziato quel padre, lui se ne sta comodo sul mulo e fa camminare il figlio. Che senza cuore, non ama nemmeno i propri figli!". Anche questa volta qualche mormorio raggiunse i nostri protagonisti che decisero di darsi il cambio. Così il babbo camminava e il figlio se ne stava sul mulo a pensare ad Anna. Dopo un altro po' di strada incontrarono altre persone e cominciarono altri mormorii che dicevano: "che screanzato quel giovane, lui se ne sta lì comodo sul mulo e fa camminare quel povero vecchio; con tutto quello che ha fatto per lui! Ah, questi giovani, dove andremo a finire? Non hanno più rispetto per i genitori". Così, sentendo anche questa volta qualche fievole voce arrivare ai loro orecchi, i due si guardarono e decisero di salire entrambi sul mulo, tanto ormai la strada era quasi finita e la bestia non avrebbe sofferto per molto il loro peso. Erano quasi arrivati al grande Paese quando altri mormorii raggiunsero le orecchie di Francesco e del padre. "Che disgraziati quei due, con quel mulo così vecchio e con tutto quel carico ci salgono anche sopra; povera bestia! Sono proprio senza cuore! Chi non ama gli animali non ama nemmeno gli esseri umani". I due si guardarono nuovamente e Francesco disse: "e allora cosa facciamo"? Il babbo, pensandoci un po', disse: "sai cosa facciamo? Da oggi in poi facciamo quello che ci pare, anzi, quello che ci dice la nostra coscienza, tutto il resto non conta!".
Fin qui la favola, qual'è la morale? Se ne possono ricavare più di una, ecco quello che penso io. La favola ci mette in guardia dai giudizi della gente che spesso sono sbagliati perché basati su luoghi comuni, sul pregiudizio oppure dati con superficialità o con ignoranza . Che cos'è un pregiudizio? Sgombriamo subito il campo da quel perbenismo che spesso dice: "non giudicare". No, non sono contrario al Vangelo di Nostro Signore, solo che spesso quel "non giudicare" viene interpretato come "non prendere posizione sui fatti", e con la scusa di "non giudicare" spesso le persone se ne lavano le mani di ogni cosa. Il discorso sarebbe lungo da fare, cerco di sintetizzarlo dicendo che, a mio parere, "non giudicare" significa non mettersi al di sopra degli altri perché magari hanno sbagliato; significa essere consapevoli del fatto che anche noi potremmo sbagliare e forse anche più di chi ha sbagliato. Non ti è mai capitato di dire o di trovare qualcuno che dice: "io non farò mai così". E poi in situazioni analoghe magari fa proprio quella cosa sbagliata che non voleva fare, anzi, a volte sbaglia più degli altri. Detto questo, io penso che ognuno di noi sia libero di prendere e debba prendere posizione sui fatti che lo circondano; di conseguenza deve dare un giudizio, naturalmente nel senso buono del termine. Si giudicano i fatti. Certo, ma per prendere posizione su un fatto bisogna conoscerlo e, possibilmente, conoscerlo bene; cosa che invece non è stata fatta da nessuna delle persone che i nostri protagonisti della favola hanno incontrato durante il loro viaggio. Qualcuno ha cominciato a mormorare e a spettegolare, gli altri, senza alcun spirito critico, ci sono andati dietro, nessuno si è preoccupato di verificare se quanto si diceva era realmente vero; infatti, spesso anche noi parliamo tanto degli altri ma non ci preoccupiamo mai di chiedere alle persone interessate se davvero le cose stanno così, se davvero quella persona sta facendo certe scelte per le ragioni che ci sono state riferite dai pettegolezzi degli altri. I nostri protagonisti durante il viaggio hanno fatto delle scelte ma nessuno le ha interpretate nel modo corretto, sono state sempre viste dalla parte negativa perché spesso noi pensiamo sempre in negativo rispetto agli altri. I protagonisti hanno cercato di assecondare gli altri ma così facendo hanno solo alimentato i giudizi sbagliati e alla fine si sono sentiti frustrati. Se vogliamo guardare le cose fino in fondo, anche Francesco ha dato dei giudizi un po' azzardati all'inizio della favola; la professoressa sarà proprio così tonta e cicciona? e Sandro sarà davvero uno sporcaccione o magari il giudizio è scaturito dalla rabbia per aver perso Anna? Francesco poi rimarrà a sua volta vittima del pregiudizio e del luogo comune, solo che magari, come spesso accade, quando siamo noi le vittime di qualche cosa non ci ricordiamo di quando anche noi abbiamo fatto altrettanto con gli altri. La cosa più positiva della favola è quando il babbo dice che da oggi in poi faranno ciò che gli dirà la propria coscienza. Come abbiamo già visto, quando non si segue la propria coscienza alla fine si rimane frustrati e non si sa più che cosa fare. Ascoltare un consiglio va bene, Soprattutto quando dato da persone ponderate, dar retta a tutte le bagianate che si dicono vuol dire invece bloccarsi perché non si sa più chi ascoltare; in altri casi vuol dire semplicemente seguire il mondo, fare ciò che gli altri fanno senza tirare fuori i propri talenti. Ti è mai capitato di sentire qualcuno che ad una determinata domanda risponde: "lo faccio perché lo fanno tutti, se lo fanno tutti vuol dire che va bene così"! Non sempre è facile seguire la propria coscienza; a volte questa ci impone dei sacrifici e tra questi, in certi casi, il sacrificio d'andare contro corrente, contro i luoghi comuni. Il luogo comune è un parente stretto del pregiudizio. I luoghi comuni non si sa chi li abbia inventati ma di fatto esistono. Mi viene da pensare che esistano perché spesso ci manca la voglia d'andare fino in fondo alle cose. In fin dei conti, un luogo comune si ferma all'apparenza, si ferma in superficie delle cose. Scavare a fondo costa fatica, significa mettersi in discussione, riflettere, correggersi. Come già scritto in un vecchio numero, oggi va di moda l'ignoranza colta. Conosciamo diverse cose ma rimaniamo in superficie ad esse oppure conosciamo tante cose per sentito dire. E quindi penso non sia un caso che, nonostante la maggiore cultura, i luoghi comuni non sono ancora tramontati, sono cambiati i mezzi di comunicazione; un tempo li si tramandava oralmente, adesso li si invia con la posta elettronica, tutto qui. Il luogo comune ti fa vedere le cose da una sola parte, quella più appariscente; il luogo comune fa di tutta l'erba un fascio. qualche esempio. Al mondo sta bene chi ha tanti soldi! Stava bene il ciclista Marco Pantani scomparso più di una settimana fa? Gli mancavano forse i soldi? I giovani pensano solo alla discoteca e non vanno più in chiesa! Si tratta di una cosa in parte vera, ma fare di tutta l'erba un fascio... In realtà ogni domenica incontro una ragazza che in discoteca non ci va e che viene in chiesa con il suo moroso; la ragazza che avevo quando avevo vent'anni non sarebbe di certo venuta in chiesa, quindi andiamoci piano con certe affermazioni quando, con il solito luogo comune, si dice: "Eh, ai miei tempi, non era mica così"! Ci può essere l'altro luogo comune che dice: quella lì è senz'altro una brava persona, viene sempre in chiesa ogni domenica! Basta andare in chiesa per essere delle brave persone? E se quella che si ritiene sia una brava persona in realtà sotto sotto fosse una canaglia? Anche le associazioni per portatori di handicap e gruppi vari spesso si avvalgono dei luoghi comuni. Lo scorso settembre sono andato a suonare ad una cerimonia svoltasi al mio paese in favore dei portatori di handicap. In pratica hanno riunito un po' di handicappati (come si fa con i conigli), gli hanno fatto una messa e dato un pranzo, anzi pardon, si sono pagati il pranzo. E così la gente dice: guarda che bravi, fanno tanto per quei poverini! A loro basta così! Guarda che per loro è tanto! In realtà, se lasciamo perdere i luoghi comuni e diciamo le cose come stanno, bisogna dire che solo alcune persone sono contente di quel tipo di festa; altre ci vanno perché non hanno alternative e perché non vogliono mettersi contro a certi individui dai quali altrimenti non avrebbero più quel poco di aiuto che qualche volta ricevono; altri, come il sottoscritto, quelle feste non le sopportano proprio, se ci mettono piede è solo quando sono chiamati a suonare e non appena è terminato il loro compito se ne vanno schifati. Ma qui si aprirebbe il discorso handicap che sarebbe lungo e che magari faremo un'altra volta, ma d'altra parte, se hai letto i vecchi numeri, dovresti aver già capito come la penso. Tornando ai luoghi comuni: sono poi così brave quelle persone che fanno quel tipo di feste per gli handicapati? Qui torna il luogo comune legato all'apparenza. Termino questo numero con una domanda che racchiude in sè una provocazione. E se "fuori serie" fosse stato scritto da qualche associazione per ciechi, non pensi che sarebbe stato apprezzato di più?

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